IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL
"TIQ-TEATRO IN QUOTA"
A ROCCA DI MEZZO (AQ)
Torna a Rocca di Mezzo (AQ) il festival “TiQ - Teatro in Quota”: dal 2 al 9 agosto spettacoli e laboratori animeranno il Parco Regionale Sirente Velino
𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗻 𝗤𝘂𝗼𝘁𝗮 𝟮𝟬𝟮𝟮 - 𝗣𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 accoglie artiste e artisti provenienti da tutte le discipline appartenenti al mondo delle arti dal vivo e cerca, in un territorio florido come quello dell’Altopiano delle Rocche, di portare avanti un‘indagine sul contemporaneo a contatto con la cittadinanza. L’edizione 2022 si presenta come un laboratorio libero, non esclusivo e recettivo, in cui le figure artistiche, attraverso il rapporto con il pubblico, con il corpo, e con la tecnologia, con la parola e con lo spazio urbano, possano mettere in crisi il significato del termine ‘teatro’: «Per questa nuova edizione – dichiara Alessandro Businaro – abbiamo lavorato in continuità con l’anno scorso nel configurarci come un luogo aperto al dialogo, attraverso laboratori e residenze, e attento a diversi percorsi artistici, sia quelli già largamente riconosciuti e affermati sia quelli in via di formazione e scoperta».
Una settimana di eventi, 7 spettacoli e 3 laboratori. Protagonisti, in o.a., Laura Accardo e Andrea Dante Benazzo, Alessandro Businaro, Fabio Condemi, Dario Felli, Frosini/Timpano, Silvia Gribaudi, Giulia Odetto, Elia Tapognani.
Quartier generale del festival sarà anche quest’anno il Parco Regionale Sirente Velino. Altri luoghi coinvolti saranno la Palestra Polivalente L. Sebastiani e il Rifugio Vincenzo Sebastiani, che rispettivamente ospiteranno gli spettacoli di apertura e di chiusura del programma.
Il festival Teatro in Quota, oltre ad avere un suo cartellone di appuntamenti, a ingresso con offerta libera, è al secondo anno di attività di affiancamento alla produzione, riservata a un progetto precedentemente selezionato tramite bando. A vincerlo quest’anno è stato "𝗦𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮 𝗡𝟯 - 𝗖𝗢𝗡𝗖𝗘𝗥𝗧𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗖𝗔𝗠𝗣𝗔𝗡𝗜𝗟𝗘 𝗘 𝗖𝗢𝗥𝗣𝗢" di Filippo Lilli e Valentina Sansone, con la seguente motivazione: «tra tutte le proposte quella di Lilli / Sansone si è distinta per la volontà di portare l’arte performativa al centro della comunità attraverso uno studio di natura fisica che si propone di coniugare suono e danza in una dinamica partecipativa». La campana, nata come segnale di richiamo, ha subìto attraverso i secoli un’evoluzione, che ha portato a un progressivo miglioramento nella qualità del suono, originando la possibilità di creare accordi musicali. L'interesse di Filippo Lilli e Valentina Sansone si rivolge principalmente al campanile della Chiesa di Santa Maria della Neve a Rocca di Mezzo. A partire dal 31 luglio, il duo artistico risiederà nel Comune di Rocca di Mezzo per lavorare, aprendosi anche al pubblico di visitatori, alla realizzazione di uno spettacolo di natura partecipativa che ruoterà attorno alle suggestioni simboliche, sonore e figurative del campanile della città, e che debutterà nella sua forma compiuta nel 2023 al festival Teatro in Quota.
IL PROGRAMMA
Alessandro Businaro |
Ad aprire l’edizione 2022 martedì 2 agosto, ore 21.30, sarà proprio il debutto, in prima assoluta, dello spettacolo vincitore lo scorso anno dell’Open Call Residenza di Teatro in Quota, “end-to-end” di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo, in scena nella Palestra Polivalente L. Sebastiani, che, a partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale.
Mercoledì 3 agosto alle 21.30, nella Sede Parco Regionale Sirente Velino, in scena il nuovo spettacolo dell’apprezzato duo Frosini/Timpano, “Disprezzo della donna”: Elvira Frosini e Daniele Timpano in uno spettacolo femminista composto da materiali che non lo sono affatto, liberamente tratto da testi e manifesti di autori e autrici del Futurismo italiano.
Spazio al laboratorio condotto dalla pluripremiata coreografa Silvia Gribaudi, il cui lavoro incarna leggerezza, ironia e libertà, giovedì 4 e venerdì 5 agosto alle 15.00 presso Villa Cidonio – Sede Parco Regionale. Si chiama “Il corpo libero” il suo laboratorio: un’occasione di incontro in due appuntamenti, aperti a tutti e che non richiedono nessuna competenza tecnica. Durante il laboratorio il corpo si muoverà fra una dimensione ludica e quella tecnica della ricerca artistica. Si intrecceranno danza contemporanea e l’immaginario clownesco, valorizzando in particolare il tema del ‘fallimento’, l’imperfezione e l’errore, che diventano in termini espressivi la più grande opportunità. Venerdì 5 agosto Silvia Gribaudi sarà in scena (ore 19.00 e in replica ore 21.30, Sede Parco Regionale Sirente Velino) con “Peso Piuma”, una performance ispirata a “La morte del cigno” e in particolare alla prima versione composta nel 1901, creata dal coreografo Michel Fokine e danzata da Anna Pavlova, che nella sua interpretazione inserì movimenti che erano espressione del suo sentire, compiendo un atto rivoluzionario che tradiva i codici della danza dell’epoca.
Domenica 7 agosto (21.30, Sede Parco Regionale), Lidia Luciani, Daniele Giacometti e Giulia Odetto, con la regia di quest’ultima, presentano “Il mio corpo è come un monte - uno studio”, progetto vincitore di Powered by REf 2021. Il lavoro parte dall’espressione di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna. La performance darà forma al tragitto visivo e sonoro percorso da questo desiderio, che condurrà all’accettazione dell’irrazionale.
La sperimentazione tra i linguaggi centrale all’interno del programma di Teatro in Quota troverà spazio anche nel concerto di musica elettronica di e con Dario Felli, dal titolo “YYY. You-Your-Years”, lunedì 8 agosto (21.30, Sede Parco Regionale Sirente Velino), che offre una raccolta di paesaggi ed eventi sonori collezionati nell’arco degli ultimi anni e ricomposti con l'obiettivo di ricercare il delirio, la sospensione del giudizio, l’introspezione in forma meditativa e l’accettazione del tradimento delle proprie aspettative.
Martedì 9 agosto, alle 17.45, presso il Rifugio Vincenzo Sebastiani, in alta quota, andrà in scena “35040”, ideato e scritto da Alessandro Businaro, studio per un lavoro che porterà una testimonianza propria e della famiglia Businaro, e attraverso quattro performer indagherà l’inevitabile visione soggettiva del mondo che ci circonda. “35040” è il codice di avviamento postale di Villa Estense (PD), luogo di nascita della famiglia Businaro. Lo spettacolo farà riflettere sul tema della “casa”, dello spazio domestico e quindi della famiglia, utilizzando un dispositivo scenico in cui ciascuno potrà ascoltare una testimonianza diversa di episodi e luoghi del passato per poi connetterla secondo il proprio punto di vista, con degli accadimenti fisici che avverranno davanti agli occhi di tutti.
Dario Felli |
Dal 2 al 9 agosto, in città, si potrà incontrare Elia Tampognani, che a orari casuali farà capolino tra le strade di Rocca di Mezzo con la sua performance di clown “Modù”, in cui veste i panni di un lustrascarpe che si prepara alla giornata lavorativa e cerca clienti e nella quale il fallimento, il caos e la precisione del gesto portano a una perenne contestazione della realtà.
Dopo il 9 agosto, il festival Teatro in Quota avrà una coda. Ci saranno due laboratori a pagamento dal 10 al 16 agosto. Il primo, "Specie di spazi” condotto dal regista Fabio Condemi, insignito nel 2021 dell’importante Premio Ubu, e rivolto a drammaturghi e drammaturghe, performer, danzatori e danzatrici, artiste e artisti visivi, musicisti e musiciste e a non professionisti che hanno voglia di confrontarsi su questo tema, avrà l’obiettivo la produrre testi e brevi performance a partire dagli esercizi di scrittura e di osservazione proposti da Georges Perec nel suo libro Specie di spazi. Negli stessi giorni, “Padri Nostri” è un laboratorio per artiste e artisti performativi (attori e attrici, danzatrici e danzatori, ecc.) attorno alle tematiche dell’eredità e della familiarità condotto e voluto da Alessandro Businaro: una settimana di scambio disarmato sulla relazione con i nostri padri, con le nostre madri, con la terra dove siamo nati.
INFO: tiq.altopiano@gmail.com // Facebook @TiQ- Teatro in Quota // Instagram @tiq_teatroinquota
www.teatroinquota.com
PROGRAMMA SPETTACOLI
dal 2 al 9 agosto, Rocca di Mezzo (Aq)
MARTEDÌ 2 AGOSTO
ore 21.30
Palestra Polivalente L. Sebastiani
end-to-end prima assoluta
di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo
un progetto di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo
linguista computazionale Dario Del Fante
sguardo esterno Alessandro Businaro
Residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t
Progetto Vincitore dell’Open Call Residenza 2021 di Teatro in Quota
La crittografia end-to-end è un sistema di comunicazione grazie a cui, nello scambio da un estremo (end) all’altro, il messaggio è cifrato dal mittente e potrà essere decodificato solo dal destinatario. La parola end è traducibile sia come estremo che come fine.
A partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, "end-to-end" si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale. La chat sembra infatti il luogo di un’intimità condivisa. Tuttavia lo schermo esclude la tridimensionalità dell’altro. Quando questa intimità finisce, cosa lascia dietro di sé?
www.teatroinquota.com
PROGRAMMA SPETTACOLI
dal 2 al 9 agosto, Rocca di Mezzo (Aq)
MARTEDÌ 2 AGOSTO
ore 21.30
Palestra Polivalente L. Sebastiani
end-to-end prima assoluta
di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo
un progetto di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo
linguista computazionale Dario Del Fante
sguardo esterno Alessandro Businaro
Residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t
Progetto Vincitore dell’Open Call Residenza 2021 di Teatro in Quota
La crittografia end-to-end è un sistema di comunicazione grazie a cui, nello scambio da un estremo (end) all’altro, il messaggio è cifrato dal mittente e potrà essere decodificato solo dal destinatario. La parola end è traducibile sia come estremo che come fine.
A partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, "end-to-end" si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale. La chat sembra infatti il luogo di un’intimità condivisa. Tuttavia lo schermo esclude la tridimensionalità dell’altro. Quando questa intimità finisce, cosa lascia dietro di sé?
Elia Tampognani |
MERCOLEDÌ 3 AGOSTO
ore 21.30
Sede Parco Regionale Sirente Velino
Disprezzo della donna
di e con Frosini/Timpano
drammaturgia, regia e interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
disegno luci Omar Scala
disegno del suono Lorenzo Danesin
costumi Marta Montevecchi
collaborazione alla drammaturgia e regia Francesca Blancato
organizzazione Laura Belloni
foto Lucia Baldini
Immagine del manifesto Valentina Pastorino
produzione Gli Scarti, Frosini/Timpano – Kataklisma Teatro in collaborazione con Salerno Letteratura Festival
Disprezzo della donna. Il futurismo della specie è una cantata a due voci dedicata ai futuristi ed al disprezzo della donna: uno spettacolo contro la donna che ostacola la marcia dell'uomo, contro quei fantasmi romantici che si chiamano donna unica, amore eterno e fedeltà, contro il femminismo e contro la famiglia, contro la democrazia e contro il parlamentarismo. Uno spettacolo femminista, composto da materiali che non lo sono affatto. L’immaginario sulla donna che emerge con violenza dallo spettacolo ci appare lontanissimo, eppure ancora riconoscibile e attuale, quasi sempre fastidioso e intollerabile, perché ci son cose che oggi – forse - non si possono più dire né pensare ma che ahimè ancora ci appartengono, e 100 anni dopo sono qui, tra noi, in noi. Attorno al tema della donna si addensano altri temi, altrettanto riconoscibili oggi: pacifismo, interventismo, la politica e la guerra, la marginalità dell’arte e degli artisti, i nazionalismi, il populismo, l’omofobia, l’industria del turismo, l’individualismo esasperato. Il movimento che voleva rompere tutti i ponti con il passato ed ha rivoluzionato tutti i codici artistici, rispetto alla donna è profondamente, anche se contraddittoriamente, tradizionale, costantemente in bilico tra il rifiuto degli schemi romantici e della tradizione ed il continuare ad inscriversi in una visione del mondo patriarcale e maschile. Liberamente tratto da diversi testi e manifesti di Filippo Tommaso Marinetti, Maria D’Arezzo, Enrica Piubellini, Volt, Depero, Emilio Settimelli, Giovanni Papini, Valentine De Saint-Point, Rosa Rosà, Adele Clelia Gloria, Irma Valeria, Libero Altomare, Benedetta Cappa Marinetti ed altri autori ed autrici del Futurismo italiano, Disprezzo della donna è una cantata dove non si canta perché non c’è più niente da cantare, tutt'al più si può stonare, nel tentativo di capire perché il Futurismo non aveva futuro.
DAL 2 AL 9 AGOSTO
a orari casuali per le strade di Rocca di Mezzo
MODÙ!
di e con Elia Tapognani
consulenza artistica André Casaca e Agnese Mercati
partner produttivi Teatro C'art, Teatro della Caduta, Spazio Effebi19
MODÙ! è una performance di clown. Un linguaggio antico che ci obbliga al presente, all'accadimento.
Un lustrascarpe in scena si prepara alla giornata lavorativa e cerca clienti. Il fallimento, il caos e la precisone del gesto portano a una perenne contestazione della realtà. Lo spazio scenico è un surrogato di circo in cui lo spettatore è portato a ridere della propria sana stupidità. Spettacolo adatto a tutti i tipi di scarpe.
VENERDÌ 5 AGOSTO
ore 19.00 e 21.30
Sede Parco Regionale Sirente Velino
Peso Piuma
di e con Silvia Gribaudi
musica Nicola Ratti
foto di Andrea Macchia, courtesy Festival Bolzano Danza***
produzione Associazione Culturale Zebra
PESO PIUMA è una performance ispirata a “La morte del cigno” e in particolare alla prima versione composta nel 1901, creata dal coreografo Michel Fokine e danzata da Anna Pavlova, andata in scena per la prima volta nel 1907 a San Pietroburgo.
Anna Pavlova nella sua interpretazione inserisce nella coreografia movimenti che sono espressione del suo sentire, compiendo un atto rivoluzionario che tradisce i codici della danza del 1900: i ruoli di autorialità tra coreografo e interprete sconfinano e sfumano.
La danza che viene portata in scena è sia del coreografo che dell’interprete, impossibile sapere quanto sia dell’uno oppure dell’altra.
Quale eredità rimane per chi danza quella coreografia?
Come si trasmette un movimento e come viene reinterpretato?
Dove si incontrano nel corpo passato e presente?
In che modo il gesto trascende iltempo?
“In 15 minuti, insieme con il pubblico, ripeto la ricerca dell’intimità del corpo, l’abbandono ad esso. Un ricostruire nuovi movimenti, con fatica e felicità, ripetendo quelle braccia e quel collo spezzato della Pavlova. Cerco di partire dal mio corpo con quei passi che danno slancio dentro alla caduta. E’ un cadere per rialzarsi.”
ore 21.30
Sede Parco Regionale Sirente Velino
Il mio corpo è come un monte - uno studio
concept, testi e regia Giulia Odetto
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con Lidia Luciani, Daniele Giacometti, Giulia Odetto
aiuto regia e drammaturgia Antonio Careddu
con il tutoraggio di Filippo Andreatta
Progetto vincitore di Powered by REf 2021
coprodotto da Romaerupa Festival e Mirabilia – International Circus & Performing Arts Festival
in partnership con Romaeuropa Festival nell’ambito di ANNI LUCE osservatorio di futuri possibili
In collaborazione con Carrozzerie | n.o.t
Co-realizzazione residenze Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio In network con ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini con il supporto di KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto In collaborazione con OHT – Office for a Human Theatre
Il mio corpo è come un monte è un lavoro che parte dall’espressione di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna. Logicamente è un desiderio che non potrà mai essere soddisfatto. Tuttavia, la potenza del desiderio è in grado di togliere forza alle regole della razionalità. Affidandosi ad altri livelli di percezione e puntando su un immaginario vivido e stimolato, il corpo umano può essere visto come una montagna e poi addirittura percepito tale, non solo nella forma, ma anche nella sua essenza.
La performance è un tragitto visivo e sonoro in questo desiderio.
La potenza del desiderio può togliere forza alle regole della razionalità, le quali non permetterebbero di esaudirlo. Ma affidandosi ad altri livelli di percezione, abbandonando una fruizione logica degli elementi scenici e puntando su un immaginario vivido e stimolato, un essere umano può essere una montagna. Sfruttando la componente ipnotica della performance e dell’installazione visiva e sonora, avvicina lo spettatore ad un diverso stato di percezione, non affidato alla comprensione logica di quanto accade in scena: un percorso di accettazione dell’irrazionale.
LUNEDÌ 8 AGOSTO
ore 21.30
Sede Parco Regionale Sirente Velino
YYY
concerto di e con Dario Felli
YYY. You-Your-Years è un percorso elettronico che include brani eseguiti dal vivo ed acusmatici. È una raccolta di paesaggi ed eventi sonori collezionati nell’arco degli ultimi anni e ricomposti con l'obiettivo di ricercare il delirio, la sospensione del giudizio, l’introspezione in forma meditativa e l’accettazione del tradimento delle proprie aspettative. Nella sua forma di suono puro YYY è la scenografia di un sogno, un contenitore di sensazioni primordiali e viscerali come quelle che abbiamo provato da bambini.
MARTEDÌ 9 AGOSTO
ore 17.45
Rifugio Vincenzo Sebastiani
35040
ideazione, drammaturgia, progetto sonoro e visivo di Alessandro Businaro
con le testimonianze di Alessandro Businaro, Chiara Businaro, Luciano Businaro e Stefania Zago
Nella vita operiamo una continua narrazione del nostro passato, unendo quotidianamente i punti e mettendo in fila ogni cosa secondo un maniacale principio di causalità. Siamo una memoria che agisce. Siamo una carta da gioco rara, che scambiamo e facciamo desiderare al mondo che ci circonda. Siamo un’azione narrativa che guarda le tracce del passato e mette in moto uno sguardo sul futuro, attraverso la previsione. Cosa rimarrà domani? A cosa mi servirà questo oggi non ancora griffato? Quando arriverà il successo? Vivere è tendere a un participio passato. Ci identifichiamo guardando indietro e osservando oltre l’accadimento. Lo facciamo applicando a ogni cosa un principio di continuità e causalità che, come dice il linguista e cognitivista Noam Chomsky, ci accompagna fin dai primi giorni di vita. Chomsky porta l’esempio di una bambina di 2 anni che guarda una macchinina elettrica muoversi avanti e indietro varie volte. A un tratto, improvvisamente, la macchinina si rovescia, interrompendo il suo movimento. La reazione immediata della bambina è quella di cercare attorno a sé un agente esterno (il genitore o un ostacolo) che possa aver provocato quell’accadimento, che possa esserne stato la causa. Secondo Chomsky, questa falso principio di continuità è alla base dello sviluppo cognitivo di ogni persona che mette in atto la propria indagine sul mondo, in uno spazio/tempo inscindibile.
35040 è il codice di avviamento postale di Villa Estense (PD), luogo di nascita della famiglia Businaro in cui i genitori di Alessandro hanno vissuto e continuano a vivere da quasi 60 anni e da cui Alessandro e la sorella si sono allontanati da qualche tempo. Da qui prende il via il primo studio di Alessandro Businaro sull’inevitabile visione soggettiva del mondo che ci circonda e si concentra in particolare sul tema della “casa”, dello spazio domestico e quindi della famiglia. Businaro sviluppa in alta quota un dispositivo attraverso il quale ogni individuo tra il pubblico ascolterà una testimonianza diversa di episodi e luoghi del passato e la potrà connettere autonomamente, secondo il proprio punto di vista, con degli accadimenti fisici che avverranno davanti agli occhi di tutti, attraverso un lavoro coreografico nello spazio. Chi costruisce la drammaturgia? A chi spetta il compito di giustificare un accadimento?
Sede Parco Regionale Sirente Velino
Il mio corpo è come un monte - uno studio
concept, testi e regia Giulia Odetto
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con Lidia Luciani, Daniele Giacometti, Giulia Odetto
aiuto regia e drammaturgia Antonio Careddu
con il tutoraggio di Filippo Andreatta
Progetto vincitore di Powered by REf 2021
coprodotto da Romaerupa Festival e Mirabilia – International Circus & Performing Arts Festival
in partnership con Romaeuropa Festival nell’ambito di ANNI LUCE osservatorio di futuri possibili
In collaborazione con Carrozzerie | n.o.t
Co-realizzazione residenze Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio In network con ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini con il supporto di KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto In collaborazione con OHT – Office for a Human Theatre
Il mio corpo è come un monte è un lavoro che parte dall’espressione di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna. Logicamente è un desiderio che non potrà mai essere soddisfatto. Tuttavia, la potenza del desiderio è in grado di togliere forza alle regole della razionalità. Affidandosi ad altri livelli di percezione e puntando su un immaginario vivido e stimolato, il corpo umano può essere visto come una montagna e poi addirittura percepito tale, non solo nella forma, ma anche nella sua essenza.
La performance è un tragitto visivo e sonoro in questo desiderio.
La potenza del desiderio può togliere forza alle regole della razionalità, le quali non permetterebbero di esaudirlo. Ma affidandosi ad altri livelli di percezione, abbandonando una fruizione logica degli elementi scenici e puntando su un immaginario vivido e stimolato, un essere umano può essere una montagna. Sfruttando la componente ipnotica della performance e dell’installazione visiva e sonora, avvicina lo spettatore ad un diverso stato di percezione, non affidato alla comprensione logica di quanto accade in scena: un percorso di accettazione dell’irrazionale.
LUNEDÌ 8 AGOSTO
ore 21.30
Sede Parco Regionale Sirente Velino
YYY
concerto di e con Dario Felli
YYY. You-Your-Years è un percorso elettronico che include brani eseguiti dal vivo ed acusmatici. È una raccolta di paesaggi ed eventi sonori collezionati nell’arco degli ultimi anni e ricomposti con l'obiettivo di ricercare il delirio, la sospensione del giudizio, l’introspezione in forma meditativa e l’accettazione del tradimento delle proprie aspettative. Nella sua forma di suono puro YYY è la scenografia di un sogno, un contenitore di sensazioni primordiali e viscerali come quelle che abbiamo provato da bambini.
MARTEDÌ 9 AGOSTO
ore 17.45
Rifugio Vincenzo Sebastiani
35040
ideazione, drammaturgia, progetto sonoro e visivo di Alessandro Businaro
con le testimonianze di Alessandro Businaro, Chiara Businaro, Luciano Businaro e Stefania Zago
Nella vita operiamo una continua narrazione del nostro passato, unendo quotidianamente i punti e mettendo in fila ogni cosa secondo un maniacale principio di causalità. Siamo una memoria che agisce. Siamo una carta da gioco rara, che scambiamo e facciamo desiderare al mondo che ci circonda. Siamo un’azione narrativa che guarda le tracce del passato e mette in moto uno sguardo sul futuro, attraverso la previsione. Cosa rimarrà domani? A cosa mi servirà questo oggi non ancora griffato? Quando arriverà il successo? Vivere è tendere a un participio passato. Ci identifichiamo guardando indietro e osservando oltre l’accadimento. Lo facciamo applicando a ogni cosa un principio di continuità e causalità che, come dice il linguista e cognitivista Noam Chomsky, ci accompagna fin dai primi giorni di vita. Chomsky porta l’esempio di una bambina di 2 anni che guarda una macchinina elettrica muoversi avanti e indietro varie volte. A un tratto, improvvisamente, la macchinina si rovescia, interrompendo il suo movimento. La reazione immediata della bambina è quella di cercare attorno a sé un agente esterno (il genitore o un ostacolo) che possa aver provocato quell’accadimento, che possa esserne stato la causa. Secondo Chomsky, questa falso principio di continuità è alla base dello sviluppo cognitivo di ogni persona che mette in atto la propria indagine sul mondo, in uno spazio/tempo inscindibile.
35040 è il codice di avviamento postale di Villa Estense (PD), luogo di nascita della famiglia Businaro in cui i genitori di Alessandro hanno vissuto e continuano a vivere da quasi 60 anni e da cui Alessandro e la sorella si sono allontanati da qualche tempo. Da qui prende il via il primo studio di Alessandro Businaro sull’inevitabile visione soggettiva del mondo che ci circonda e si concentra in particolare sul tema della “casa”, dello spazio domestico e quindi della famiglia. Businaro sviluppa in alta quota un dispositivo attraverso il quale ogni individuo tra il pubblico ascolterà una testimonianza diversa di episodi e luoghi del passato e la potrà connettere autonomamente, secondo il proprio punto di vista, con degli accadimenti fisici che avverranno davanti agli occhi di tutti, attraverso un lavoro coreografico nello spazio. Chi costruisce la drammaturgia? A chi spetta il compito di giustificare un accadimento?
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