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giovedì 21 maggio 2020

ISCHIA STREET ART 
MIMMO DI CATERINO
"LOCKDOWN SOCIAL"
DAL 30 MAGGIO 2020

Arriva a Forio d’Ischia il nuovo intervento urbano taggato Ischia Street Art, Lockdown Social, prima mostra “non-mostra” che fa del distanziamento sociale la sua ragione d’essere, mission e al contempo motivo stesso dell’exhibition.

Sabato 30 maggio nel sottopassaggio di via Giacomo Genovino, nel suggestivo panorama della chiesetta del Soccorso di Forio d’Ischia, verrà allestita la mostra che vede Domenico Mimmo Di Caterino protagonista dell’evento, con l’esposizione dei suoi ultimi lavori nati in pieno lockdown, frutto dei 60 giorni di quarantena dell’artista.
Lockdown Social vede la luce in piena emergenza Covid-19 e si sviluppa da una serie di opere (tecnica mista su plastica) realizzate da Di Caterino con i pochi strumenti che aveva a disposizione in quel momento, quasi a significare come, nel bel mezzo del lockdown, l’unico strumento di comunicazione possibile, per l’artista, fosse il linguaggio dell’arte.

A realizzare l’allestimento, come in una galleria d’arte a cielo aperto, Salvatore Iacono, gallerista/attivista e fondatore di Ischia Street Art, discussa anti-galleria underground sita nel cuore dell’isola, che posizionerà, lungo tutto il muro del traforo di via Genovino, i pannelli di plastica dipinti da Di Caterino, separati da uno spazio centrale di oltre 5 metri, a creare una lavagna virtuale marcata da spray colorati con su scritto “Free Walls _ Interactive Walls”.

Lo scopo è realizzare il distanziamento sociale tra un lavoro e l’altro, lasciando uno spazio libero che potrà essere riempito dalle interazioni dei visitatori-passanti, i quali potranno lasciare la loro impronta; caratteristica questa, di tutti i progetti ideati da Salvatore Iacono con la sua Ischia Street Art Gallery, primo modello di galleria sociale e interattiva, una “non-galleria” o un “anti-galleria”, come definita dallo stesso Iacono, uno spazio aperto alle contaminazioni urbane e che da anni dà voce a numerosi street artist nazionali e internazionali.

I pannelli verranno incollati alla parete di cemento e non saranno più recuperati, lasciati al lavorio del tempo e alla naturale dissoluzione dei materiali, in uno spazio urbano che si trasforma continuamente, interagendo col tessuto culturale, sociale e tradizionale del posto.
Interazioni che avvengono seduta stante con il linguaggio dell’arte, un linguaggio che consente da sempre il distanziamento, tanto sociale quanto temporale, un distanziamento innato e proprio del linguaggio artistico.

La mostra realizza un intervento-installazione che pone interrogativi sullo stato dell’arte e sul futuro degli artisti, in particolare degli street artist, in questo delicato momento storico, proponendoli come se fossero all’interno di un social network: “Chissà cosa sarebbe stato se non ci fossero stati i social network e come sarebbe stata questa quarantena se vissuta con i soli linguaggi dell’arte, in un mondo esclusivamente tridimensionale” – si chiede Di Caterino – e “chissà quanto i linguaggi dell’arte contemporanea, oggi, siano realmente e solamente tridimensionali e siano davvero in relazione con lo spazio”.

La non-mostra intervento-installazione vuole porre queste e altre riflessioni con l’obiettivo di riappropriarsi della tridimensionalità del linguaggio artistico: “Cosa hanno da temere gli artisti in questo particolare momento storico? Nella pratica nulla, perché il linguaggio dell’arte esiste e persiste” (Mimmo Di Caterino).

LOCKDOWN SOCIAL
30 MAG 2020
VIA GIACOMO GENOVINO – FORIO (ISCHIA)

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ISCHIA STREET ART GALLERY

Ischia Street Art Gallery è il primo modello di galleria d'arte interattiva per il sociale al mondo, uno spazio underground dedicato a espressioni, cultura e concetti di arte urbana, un centro privato ma aperto a tutti che diviene luogo di riflessione, di provocazione senza censure, di dialogo, perché no, di conflitto aperto e addirittura strumento di rieducazione civica.

Come in epoca preistorica gli artisti usufruivano di superfici naturali, realizzando graffiti e pitture rupestri rituali e propiziatorie, così gli artisti che operano in questa galleria plurivalente usufruiscono delle pareti e dell'ambiente architettonico esterno ed interno come di superfici urbane in una sorta di "guerrilla art" per divulgare messaggi, opere e progetti dai contenuti "extra strong", che raccontano, focalizzano fenomeni e temi sociali come l'inquinamento, l'ambiente, la sostenibilità, la politica, le religioni, il razzismo, la violenza contro persone ed animali, mettendo a nudo le contraddizioni della società contemporanea.

Uno spazio espositivo che supera il concetto di galleria d'arte anche perché il visitatore non è più un'ombra vagante e sconosciuta che conserva e porta via con sé le proprie emozioni, ma viene coinvolto in prima persona e da elemento passivo diviene attivo avendo la possibilità di "taggare" direttamente sulle superfici già utilizzate dagli artisti una traccia delle sue impressioni, esprimendo la propria creatività con la stessa immediatezza di una scritta-simbolo-messaggio che si può trovare nei bagni delle scuole, nelle gallerie e sui treni delle metropolitane, in certi posti meno esposti alla vista di tutti come sottopassaggi, stazioni ferroviarie, pareti delle celle delle prigioni, addirittura su alcuni monumenti o all'interno di edifici storici. In maniera civile o incivile la gente tende ad apporre un segno, una testimonianza del proprio passaggio o a dichiarare le proprie sensazioni di un momento particolare persino sulla corteccia degli alberi. Da questo istinto ancestrale di comunicazione, in fondo, è nato il writing, il graffitismo e in ultimo la street art, e allora, perché non farlo in una galleria rendendola il "latore" autorizzato di un messaggio creativo?

I.S.A.G. intende presentare l'opera d'arte intesa non più come mera rappresentazione di una ricerca estetica o di espressione formale e neanche più come oggetto di speculazione di mercato e di investimenti finanziari, bensì veicolo di divulgazione diretta, manifesto di sdegno, di satira, di ironia, denuncia, strumento di militanza artistica nelle problematiche del sociale.

Centro d'arte, luogo multioperativo non autorizzato, non ufficializzato da etichette o marchi commerciali e politici o di stato e quindi non strumentalizzabile I.S.A.G. nasce come percorso di idee e di emozioni. Promuove mostre, eventi, performance, tra cui un festival dedicato al Graffiti Writing ed alla Street Art nazionale ed internazionale che coinvolge in maniera esperienziale e creativa appassionati, gente del posto, turisti, studenti e bambini.

Altra particolarità di questa galleria è che si sostiene economicamente grazie alle offerte spontanee dei visitatori (a partire da 1 Euro), a donazioni (coordinate bancarie per bonifici IT92V0200839880000105187923), alle sovvenzioni o alle sponsorizzazioni finalizzate alla realizzazione di progetti esterni e grazie alla vendita diretta in galleria della grafica degli artisti presenti a prezzi molto popolari.

"Domenico Di Caterino, con il suo "Nevrotico mediterraneo" è in rapporto viscerale con la materia tufacea tipica della Campania felix. Recupera quel senso d'arcaico alla propria fantasia per realizzare un pensiero personale; il plasmare un'essenza plastica, che cede facilmente al volere dell'artista, permette di ripercorrere la storia umana alla ricerca d'antiche nuove emozioni. I personaggi, sospesi tra l'umana condizione e l'austero aspetto, fanno affiorare intense visioni di una sobrietà strutturale a placare strane sensazioni immerse nel silenzio, dalle quali i caratteri distintivi della civiltà mediterranea si evolvono in spazi scanditi dai ritmi consueti del linguaggio in intense correlazioni compositive dal segno semplice, ma affollato di nevrotiche intrusioni contemporanee”.
Carlo Roberto Sciascia (Dal catalogo di “Un buco nell’arte”, 2000).   

“Definiti con intensa carica espressiva, i nevrotici autoritratti di Domenico Di Caterino, nella loro apparente ingenuità, occultano un urlosoffocato di dolore, riflesso di profondi disagi esistenziali. La protesta del portavoce del movimento estetico Mario Pesce a Fore incarna primitivismo, sintesi ed accensioni cromatiche proprie del movimento della Brùcke, atti ad esorcizzare travagli interiori, e che ben s’accompagnano all’indagine sulla funzione sociale dell’artista d’oggi al quale l’artista cerca di restituire un’adeguata identità.”
Roberta Vanali ( Dal catalogo di maram@rte 2003). 

“Dalla pittura di Domenico Di Caterino emerge la memoria del tempo, con isuoi profondi valori antropologici, bruschi ed instancabili. Pone lo spettatore dinanzi immagini inquiete dai movimenti snervati dall'organica e magmatica materia segnica, la quale si spezza e aggrega; scopre ericopre rasentando un vivo moto di repulsione fisica e morale. Il profondo disagio umano, il dolore della perdizione, la coscienza di un destino sfocato e sofferente attanagliato dal profondo mistero dell'esistenza,questo traspare nella sua opera. I personaggi (una sorta di proliferarsi d'angoscioso autoritratto), sembrano quasi tutti guardarsi allo specchio,soffrendo di una scomposta, malata e delirante metamorfosi; avvelenati,intorpiditi; annegati nel fango di un decomposto spazio-non spazio dove anche il sollievo del grido soffoca”.
Gennaro Cilento (da Flash Art, Agosto-Settembre 2004).  

PIAZZA BELLINI: QUADRI EROTICI TRA GLI SCAVI- 
Una domenica di Novembre in Piazza Bellini: turisti (pochi), fumatori (molti) e opere d'arte (una). 
Molto probabilmente abusiva, di sicuro discutibile. 
Il misterioso quadro apparso ieri tra le mura greche dell'ex salotto culturale mostra infatti un uomo nudo intento a masturbarsi. 
(Da City Naples del 7-11-2006) 

IMPORTANTE: “Con questa corrispondenza consideriamo esaurita la collaborazione di Domenico Di Caterino. Riteniamo che a distanza di un anno la sua rubrica, dopo un inizio anche divertente, si sia trasformata in una sorta di parodia boccacesca. Circa un anno fa abbiamo invitato a collaborare Domenico Di Caterino, artista dilettante e soprattutto “disobbediente”, incuriositi dalle sue esternazioni e da una sua apparente rabbia da black bloc nei confronti del sistema dell'arte. 
Purtroppo la rabbia del disobbediente Di Caterino si è rivelata solo un attitudine al protagonismo da Rione Sanità che Flash Art non può avallare. Dunque sospendiamo la sua rubrica, diciamo per manifesta inconsistenza, augurandoci di riprenderla quando il nostro interlocutore avrà dato sfogo ai suoi giochi autoerotici e avrà veramente qualcosa di più trasgressivo da comunicare”. 
(Giancarlo Politi, da “Flash Art” di Dicembre-Gennaio 2007, p.57). 

IL PARTECIPANTE ZERO- “...Assiste incredulo allo sciacallaggio politico e mediatico seguito al crollo delle twin towers e dichiara senza essere stato ancora smentito: Non esporrò mai in una galleria privata transnazionale.....Attualmente è ricercato dal sistema globale interplanetario e sembra essere nascosto in una miniera dismessa del Sulcis Iglesiente. Il suo folle progetto consiste nell'esporre gratuitamente in permanente nel salotto di casa (scantinato, cucina o bagno) di chiunque faccia richiesta, per proseguire in autonomia e con dignità la propria libera ricerca artistica attraverso un lento lavoro di autoinflazionamento”. 
(Dal catalogo di “Segnaletico”, concorso internazionale di arte temporanea urbana 2006, Foligno-PG). 

ARTISTA PER CUCCARE? 
Cara Claudia,anche tu prezzolata e plagiata da questo narcisista leader disubbidiente, no global e precario(non precario come no global ma come docente) che per “cuccare” cerca di fare l’artista? 
Cara Claudia, sono passati i tempi in cui si mostravano la collezione di farfalle o di figurine per impressionare le sartine o le compagne di classe. 
Ora per portare a letto una ragazza meglio dipingere alla Di Caterino (guardare per credere). 
Cara amica di Napoli o dintorni, ma se vuoi leggere le esternazioni logorroiche del tuo Di Caterino basta cliccare sui portali pseudopolitici o periferici dell’arte: ne sono pieni. O farsi inviare da lui, che vive solo per questo, le sue esternazioni quotidiane. 
Allorché il tuo Di Caterino aveva la sua rubrica su Flash Art sai quante lettere ci inviava per ogni numero? Almeno dieci, unitamente ad altrettente sue foto personali, sexy, abbronzato, scamiciato. Precario, disubbidiente e no global sì, ma narcisista pure. Dilettante è colui che si diletta di una cosa ma anche colui che non riesce, suo malgrado a superare i limiti formali del diletto, il tuo Di Caterino è uno di questi. 
Ma se io rispetto i dilettanti, perché si realizzano entro i propri limiti e le proprie aspirazioni, il nostro Di Caterino, pur essendo totalmente incapace, pretende come diritto di entrare nel sistema dell’arte, di esporre, di vendere, di avere visibilità, senza avere alcuna qualità, senza dover superare filtri selettivi. 
Ritiene debba essere un suo diritto partecipare alle grandi mostre nazionali e internazionali,solo per il fatto che dipinge e produce opere come quella pubblicata. 
Ritiene che qualsiasi dilettante, come o peggio di lui, abbia diritto alla visibilità e al successo. 
Reclama e proclama di voler attuare la democrazia in arte, dove tutti debbano essere invitati alla Biennale di Venezia nello stesso modo in cui è diventato insegnante (anche se precario) senza avere alcun merito. 
Ma io vorrei sapere in quale scuola insegna arte questo Domenico Di Caterino. 
Chi ne è a conoscenza potrebbe segnalarmelo? Vorrei parlare con il Direttore e chiedergli quali sono i meccanismi e gli eventuali esami che permettono a una persona senza alcuna preparazione o qualità, ma ricca solo di presunzione e di arroganza pericolosa, di diventare docenti di arte o di qualsiasi altra cosa. 
Sono tutti così i precari? 
Cosa può insegnare (a meno che non sia 
docente di educazione fisica) questo Di Caterino? 
Quanti Di Caterino insegnano nelle scuole italiane? 
Chissà quanta scuola italiana, senza alcuna selezione qualitativa, è nelle mani di questi “disobbedienti” senza qualità? Qualcuno potrebbe dirmelo? 
Grazie. 
(Giancarlo Politi, da “Flash Art” di Febbraio-Marzo del 2007). 

Human Rights. Mimmo Di Caterino e lo sguardo dello spettatore

L’artista campano tra i partecipanti all’evento internazionale a Rovereto
di Maria Cristina Napolitano - 10 Giugno 2015 (da ècampania).

Condivisione e mutazione sociale, culturale e comportamentale dei linguaggi dell’arte di questo millennio è il principio che governa l’opera di Domenico “Mimmo” Di Caterino uno dei 101 partecipanti all’evento artistico internazionale in corso a Rovereto “Human Rights? #La Casa della Pace I The House of Peace”.
Colombia, Israele, Egitto, Canada, Filippine, Perù, Bulgaria, Cuba, Germania, India, Spagna sono solo alcune delle provenienze degli artisti selezionati per l’evento, giunto quest’anno all’ottava edizione e che ha richiamato negli ultimi anni di attività l’attenzione di artisti e pubblico diventando una delle proposte più interessanti nel panorama internazionale.
L’evento vuole discutere di pace e partecipazione come impegno quotidiano seguendo l’esempio dei grandi personaggi ed eventi che hanno contribuito a costruire la pace negli ultimi novant’anni, periodo di vita festeggiato quest’anno dalla Campana dei Caduti di Rovereto curata dalla Fondazione Opera Campana dei Caduti che si è rivolta a Spazio Tempo Arte per la direzione artistica dell’evento.
Tra le opere esposte quella di Di Caterino permette l’interazione con lo spettatore, viene infatti “prelevato e firmato liberamente dallo spettatore, che lo firma al posto mio, posta una foto di se stesso insieme al lavoro sul mio profilo facebook e autentica l'operazione artistica attraverso la condivisione di senso. In realtà il vero autore è lo spettatore – spiega Domenico "Mimmo" Di Caterino - che firma e condivide l'operazione. Il lavoro è impostato sul senso dei linguaggi e dei processi artistici anteposti al prodotto, il valore del tutto in quanto processo è da cercare nel valore affettivo, simbolico e comunitario come fondamento di determinazione di un prodotto artistico”.
“Il diritto del dono dell’artista” è il titolo dell’opera costituita da 100 fogli schizzati di carta da spolvero.
Domenico “Mimmo” Di Caterino è nato a Napoli nel 1973, qui ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e svolto i primi studi, partecipando a rassegne d’arte contemporanea nazionale ed internazionale. Nel 2006 si data la collaborazione con la sua compagna e moglie di arte e di vita Barbara Ardau e in quello stesso anno nasce il "Santa Barbara open, free and full project", un tentativo virale e performatico comportamentale per ridiscutere e rinegoziare i criteri qualitativi e meritocratici che regolano il sistema dell'arte. Dal 2011, forte di questo legame di vita, firma le opere non solo a suo nome, ma anche a nome della moglie, “finché arte non li separi” – spiega l’artista.
“Da due anni invece la firma è demandata direttamente allo spettatore - conclude l'artista - un linguaggio, un gesto, uno stile non ha bisogno di una firma per essere riconoscibile, ma di condivisione e partecipazione, la memoria è un percorso storico e culturale collettivo”.

LA PECORA NERA

"Un artista che, col sistema in ogni sua forma, ha un deciso attrito, è Domenico detto Mimmo Di Caterino. 
Proveniente da Napoli e dalla sua Accademia e trapiantato saldamente in Sardegna, egli ha un curriculum esemplare in fatto di scontri e opposizioni al sistema dell'arte ufficiale. 
Pittore, performer, scultore, aizzatore di coscienze, poeta e prosatore di verità scomode, Di Caterino è la classica pecora nera che ogni sistema dell'arte che si rispetti deve possedere per non soccombere al pericolo degli standard e della normalizzazione. Insomma un artista fuori dalle righe, dai canoni e da ogni classificazione che opera spesso in sinergia con la compagna e artista Barbara Ardau".
Barbara Picci, testo tratto da "I Sensi dell'arte", Videolina.

"Il progetto artistico di Mimmo di Caterino di un'arte al servizio del pubblico, condividendo e donando i suoi autoritratti, crea un'opera relazionale in cui il linguaggio acquista la sua autenticità attraverso la condivisione della foto dell'opera col nuovo proprietario, si porta a compimento così il suo processo linguistico dell'arte".
Francesco Cogoni, da "Linguaggi in Movimento", Casa Melis, Capoterra (Ca).

“Mimmo Di Caterino sa benissimo cos'è il sistema dell'arte lo conosce a fondo e in baffo a chi si autoproclama artista o viene definito artista mette in pratica un'alta forma d'arte basata su una visione sociale dell'arte , sulla con-divisione e tutto torna quando scrive " l'arte riproduce l'umano più dello sperma”.”
 Giovanna Cuturi

“Il primo aspetto che noi professori dobbiamo curare, ancor prima delle tecniche, è quella di formare donne e uomini che sappiano immaginare e vivere un territorio comune, un territorio condiviso, un territorio dove la relazione tra le parti restituisca un mondo migliore per tutti.
Il ruolo degli artisti in tutte le società della storia dell’uomo è stata proprio questa: indicare la strada per costruire un mondo migliore.
Le Accademie (di belle arti) sono state fondate per questo e credo che ogni allievo che si affacci a questo mondo, iscrivendosi ad uno qualsiasi dei corsi di un’accademia di belle arti, sia mosso da questo desiderio, da questo sogno, da questa utopia: immaginare e costruire un mondo migliore!
Mimmo Di Caterino è stato da subito uno di questi.
Un aspetto colpiva in particolare: la sua capacità e voglia di essere “trasversale”.
Trasversale alle idee, ai linguaggi, alle relazioni, alle arti, tessendo una rete di contatti che poi lo avrebbe portato a fondare un gruppo (il “Mario Pesce a Fore”) che si sarebbe occupato proprio di queste tematiche in maniera “inusuale” e originale.
Quello che conta, in questo ambito, è il fatto che Mimmo Di Caterino è stato sin dai tempi in cui era studente (ed ancor di più ora) un’anima libera, sempre pronta ad andare in fondo alle cose, senza fermarsi alla superficie, cercando sempre il confronto, anche polemico, ma mai sterile, alle volte anche spigoloso e duro, ma al di là della ragione o del torto, sempre rigoroso.
Appassionato e dissacrante, ha sempre prediletto le cause che coinvolgevano gli ultimi (vedi gli Ex Operai Rockwool) e le cause di interesse comune (vedi Accademia a Cagliari) con grande ardore e intelligenza.
Ecco, mi piace pensare che, Mimmo Di Caterino diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli abbia ricevuto un mandato, quello di perseguire un’utopia, quello di provare a costruire un mondo migliore e, a me pare, quel mandato non l’ha mai perso.
E’ solidamente nelle sue mani.”

Franz Iandolo, Maestro di Nuove tecnologie e Media integrati, Accademia di Belle Arti di Napoli

“Mimmo è un Artista ma non solo, solo un pittore può captare tutti i meandri nascosti nel suo linguaggio.
Mimmo Di Caterino è di più di un artista, è ipercritico quando si muove nelle vastità recondite dei linguaggi dell’Arte, la sua è una visone delucidante e antropologica, una sapiente prospettiva di verità che si relaziona a altre prospettive.
Mimmo oltre ad essere un eccellente insegnante, vira in modo iperlucido verso grandi verità che ordina antropofisicamente in critiche validissime come le sue ultime opere, che non ha mai svalutato gettando via nel panorama luccicante delle opere senz'arte ne parte.
Mimmo è un artista critico che mai si butta nella vacuità senza significato.”
Antonio Murgia 

“E nei locali che ospitano il dormitorio è entrato anche Mad, il Museo di Arte diffusa di Fabio D’Achille grazie alla donazione di Mimmo Di Caterino un artista di Cagliari che ha voluto donare i suoi disegni.”
Fabio D’Achille, da “Latina Oggi” del 15-12-2018

“Di Caterino, napoletano di nascita e cagliaritano di adozione, dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1997 fonda la posse di artisti Mario Pesce a Fore che ha lo scopo di contestare e contrastare criticamente il sistema dell’arte globalizzata e mercificata. Rappresenta il più majakovskiano degli artisti operanti in Sardegna, animatore di dibattiti culturali e attivo sostenitore della lotta operaia, ha sostenuto attivamente la campagna di comunicazione mediatica e culturale degli ex lavoratori in presidio permanente a Campo Pisano ad Iglesias (Ca), attivando una rete di artisti solidali con la causa. Dal lavoro che presenta,#accademianuragica (2019), parte di un suo nuovo progetto, emerge la memoria della civiltà nuragica, rappresentata dalla potenza iconica di una statua di guerriero di Monte Prama (IX secolo a.C. circa), con i suoi profondi valori antropologici, cui si sovrappongono delle scritte che richiamano quelle sui muri pompeiani, così fittamente stratificate da rendersi a stento leggibili, in un processo di negazione della parola scritta, soffocata dalla sua stessa velocità di diffusione e bulimia, a cui sembra resistere in intelligibilità solo l’arte figurativa.”

Concettina Ghisu, Interferenze

Portfolio:
 
Domenico “Mimmo” Di Caterino nasce a Napoli il 7-8-73, vive e lavora tra la Sardegna ed il globo interconnesso e mobile.

2006 :
Collabora con la rivista d'arte internazionale "Flash Art" dalla quale viene poi allontanato e diffidato.
Comincia la collaborazione con la sua compagna e moglie di arte e di vita Barbara Ardau, nasce il "Santa Barbara open, free and full project", un tentativo virale e performatico comportamentale per ridiscutere e rinegoziare i criteri qualitativi e meritocratici che regolano il sistema dell'arte.
Smette di dipingere e regolarmente si libera di tutta la sua produzione pittorica e plastico scultorea abbandonandola in luoghi pubblici di diverse città europee, moltissime a Napoli città con la quale non è mai riuscito a tagliare completamente i ponti.

2010 - 12:
Con Barbara Ardau dopo il "Santa Barbara Project" riprova a ragionare su possibilità concrete per rappresentare socialmente e culturalmente un altro sistema dell'arte, ritorna a creare; sostiene attivamente la campagna di comunicazione mediatica e culturale degli ex lavoratori Rockwool in presidio permanente a Campo Pisano ad Iglesias (Ca), attiva una rete di artisti solidali con la causa.
Sposa Barbara Ardau.
Ricomincia a lavorare in maniera "auto-didattica permanente" senza prendere troppo sul serio i suoi disegni su tela che considera appunti di percorso (processi e non prodotti).
Con la moglie Barbara Ardau organizza private esposizioni d'arte contemporanea nella loro automobile, processo di comunicazione del senso del fare artistico contemporaneo dove diventa complicato scindere tra arte, artista, spettatore e promotore (Tavor Art Mobil-T.A.M.Cagliari).

2012:
Con il  progetto“Mario Pesce a fore” accompagnato da Vito Ranucci, denuncia la triste condizione del sistema dell’arte italico al Cam di Casoria di Antonio Manfredi, con l’azione “Spam al Cam”.
Pubblica “Altro sistema dell’arte”.

2013 :
Partecipa con Barbara Ardau al Salone del Mobile di Milano con il progetto invisibile per “Tam Tam Scuola”.
Espone nel Museo a cielo aperto di Camo (CN), nella Home Gallery “Il purgatorio” di Somano; al venticinquennale dell’Accademia di Belle Arti di Sassari  ed al B.A.R.L.U.I.G.I. (TO) di Alessandro Bulgini.

2014 :
Collabora con “Napoli Art Magazine”.
Pubblica “Oltre il sistema dell’arte”, booksprint edizioni 
“T.A.M.Cagliari”, Personale nella Galleria "Spazio 24" di Dogliani (CN).
"Moon", Planetario di Palermo.
"Spaceespace", Oratorium, Chiesa della Confraternita del Purgatorio, Ostuni, Brindisi.
Coordina il sito "Cagliari Art Magazine".

2015:
Partecipa a "HUMAN RIGHTS? # LA CASA DELLA PACE | THE HOUSE OF PEACE" Rassegna internazionale di Arte Contemporanea a cura di Roberto Ronca, Fondazione Opera Campana dei Caduti – Rovereto (TN)
Partecipa a «BUS, YOUR STOP, MY ART», Caltagirone.
2015 - Diventa il Direttore Artistico di "Isola Plastica", simposio e focus di Scultura ed Arti visive iglesienti che annualmente sonda lo stato di salute dei linguaggi plastici dell'arte contemporanea nell'isola. Pubblica con la Booksprint "Dentro il sistema dell'arte",

2016:
 "Questa casa non è un albergo", Officine Miramare a Reggio Calabria.
"Mi mancavano le stelle", Been Viver a Milano.
 “Focolai Sensoriali", Casale di Teverolaccio, Succivo (CE).
 “Su la donna", ResPublica, Alghero (SS).
 Artist’s Books, crossroads of arts , Library of Bethlhem University. West Bank. Bethlhem. Palestine
"Human Rights? #Diversity?", Fondazione Opera Campana dei caduti/Rovereto/TN
"Treize", Terza Biennale internazionale d'Arte, Atelier Galerie Treize, Rue Sainte Croix, Ille sur Tet, France.
 Pubblica “Artfucking” con Caosfera Edizioni.

2017:
“Research”, “Palazzo della ceramica”, Caltagirone.
“Martirio Plastico”, Primo Simposio Internazionale di Scultura di Capoterra.
Human Rights-H2O,  Fondazione Opera Campana dei caduti/Rovereto/TN
“Opera frattale subappaltata”,  Fondazione Granata Braghieri, Imbersago (Lecco)
“Sardegna contemporanea” al Man di Nuoro presentata da AskosArte
“Comprendere integra”,  Ex Ospedale San Rocco, Piazza San Giovanni, Matera
Biennale del Libro d’Artista, Castel dell’Ovo, Napoli
Simposio d’Arti Visive, Iglesias, Piazza Municipio
Testimonianze, Residenza d’Artista, Forza d’Agrò (Messina).
Milano e oltre tutto incluso, Camera del Lavoro, Milano.
Pubblica su Amazon  “RockBus, storia di un museo nato rottamato”
Pubblica su Amazon “Artist bullshit job: Artista lavoro di merda”.
Pubblica “Shitstorms on Academy” con Caosfera edizioni, 

2018
Pubblica con la booksprint edizioni “Other Academy”.
Il piacere nei libri, rassegna d’arte erotica, Maschio Angiono (Napoli)
'HUMAN RIGHTS?' #EDU, FONDAZIONE OPERA CAMPANA DEI CADUTI ROVERETO – TRENTO - ITALIA
Acque, Teatro Civico di Castello, Cagliari
“Morgana vede, Festival dello Stretto - Arte contemporanea e Scienza”, Reggio Calabra (Grande Albergo Miramare); Stretto di Scilla e Cariddi (Caronte telepass), Messina (Palazzo Zanca).
“Skulls”, Palazzo Ceramico, Caltagirone
“Segni e materia, un viaggio nel contemporaneo”,  la galleria la Baronia di Forza d’Agrò, diretta dall’artista Roswitha Gruber.
“L’Acqua”, Matera - La Mostra Permanente Internazionale del Libro d'Artista “, presso la Biblioteca provinciale "T. Stigliani”.
“Arte in Transito”, Latina, Roma

2019
Pubblica su Amazon “L’Accademia a Cagliari? S’adda fare!” 
“MPA Four” al Mac di Caserta
Realizza la Scultura “Accademia Nuragica” a Capoterra.
“Interferenze”, Arte in Sardegna 1944-2019, Chiesa di Santa Croce, Rivoli (To)
“Biennale del libro d’artista”, Complesso monumentale San Domenico Maggiore (Na) 
“#Clima-Human Rights”, Fondazione opera campana dei caduti, Rovereto
Entra nella collezione “ErosMart”, il Museo dell’Erotismo, delle scienze, dell’arte e della narrativa dell’Eros di Salerno.
“ResistrOn”, Mostra personale presso il Nuraghe Cuccurada-La Fortezza di Mogoro.
"I'm not the plastic man" mostra internazionale di Arte Postale al MAV di Ericolano.
“Natale ad arte”, Museo Irpino di Avellino.

2020 
“DecorAzioni”, Officina d’arte fotografica e contemporanea Dadaboom di Viareggio

Il suo progetto di realizzazione delle Sculture “Accademia Nuragica” viene interrotto a causa del Covid 19.
Espone nell’ Ischia Street Art Gallery di Salvatore Iacono dei suoi disegni poster su carta da spolvero.

L'arte è solo linguaggio

L'arte nei Musei, nelle gallerie, negli spazi privati ha sempre avuto a che fare con il distanziamento sociale. Musei e gallerie private non sono mai stati spazi realmente dialettici e didattici: file chilometriche, addensamenti umani nei confronti di lavori dall'alta riproducibilità industriale e digitale e capolavori ignorati o abbandonati in magazzino. L'arte è sempre stata linguaggio e il linguaggio di un artista è sempre stato una questione stilistica di posizionamento. Il Covid-19 è però stato molto democratico nell'arrestare i processi linguistici di trasmissione dei linguaggi dell'arte contemporanea, ha arrestato gallerie private, Musei pubblici e case d'asta, nella stessa misura in cui ha arrestato public artisti, street artist e writer. Mimmo Di Caterino non un artista al quale è facile dare etichette, sicuramente non è un artista da Museo, ogni qualvolta è stato invitato a fare degli interventi in Musei pubblici (non pochi) ha fatto sempre in modo di non esserci e che gli spettatori su sua autorizzazione potessero prelevare i suoi pezzi, smontare la sua mostra e portarsela a casa, per poi ricondividerla via social network con un'utenza più ampia tramite selfie. Mimmo Di Caterino non è un artista da galleria, non considera il suo linguaggio un prodotto ma un processo, e anche quando ha esposto in galleria (non in poche gallerie) ha fatto in modo di non esserci e che il pubblico si portasse via il suo lavoro a costo zero evitando qualsiasi finalità di lucro da parte del gallerista. Non è neanche un public artista, un writer o uno street artist in senso classico, anche se qualcuno ha cominciato a collezionare il suo lavoro trovandolo installato e posizionato in qualche angolo di strada o passeggiando al mare. Mimmo Di Caterino è linguaggio dell'arte con stile, lui si definisce artivista, termine ispanico che connette l'artista e l'attivista in un'unica figura. Il suo campo d'azione è quello della rivendicazione del ruolo sociale, culturale, intellettuale, operaio e lavoratore dell'artista, i lavori che presenta per la "Street Art Gallery" di Ischia di Salvatore Iacono, sono il frutto dei suoi sessanta giorni agli arresti domiciliari determinati dal Covid 19, testimonianza diretta che se si può arrestare un artista, non si può fermare il suo linguaggio elevato a ricerca.
Banksy


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