ISCHIA STREET ART
MIMMO DI CATERINO
"LOCKDOWN SOCIAL"
DAL 30 MAGGIO 2020

Sabato 30 maggio nel sottopassaggio di
via Giacomo Genovino, nel suggestivo panorama della chiesetta del
Soccorso di Forio d’Ischia, verrà allestita la mostra che vede
Domenico Mimmo Di Caterino protagonista dell’evento, con
l’esposizione dei suoi ultimi lavori nati in pieno lockdown, frutto
dei 60 giorni di quarantena dell’artista.
A realizzare l’allestimento, come in
una galleria d’arte a cielo aperto, Salvatore Iacono,
gallerista/attivista e fondatore di Ischia Street Art, discussa
anti-galleria underground sita nel cuore dell’isola, che
posizionerà, lungo tutto il muro del traforo di via Genovino, i
pannelli di plastica dipinti da Di Caterino, separati da uno spazio
centrale di oltre 5 metri, a creare una lavagna virtuale marcata da
spray colorati con su scritto “Free Walls _ Interactive Walls”.
Lo scopo è realizzare il
distanziamento sociale tra un lavoro e l’altro, lasciando uno
spazio libero che potrà essere riempito dalle interazioni dei
visitatori-passanti, i quali potranno lasciare la loro impronta;
caratteristica questa, di tutti i progetti ideati da Salvatore Iacono
con la sua Ischia Street Art Gallery, primo modello di galleria
sociale e interattiva, una “non-galleria” o un “anti-galleria”,
come definita dallo stesso Iacono, uno spazio aperto alle
contaminazioni urbane e che da anni dà voce a numerosi street artist
nazionali e internazionali.
I pannelli verranno incollati alla
parete di cemento e non saranno più recuperati, lasciati al lavorio
del tempo e alla naturale dissoluzione dei materiali, in uno spazio
urbano che si trasforma continuamente, interagendo col tessuto
culturale, sociale e tradizionale del posto.
Interazioni che avvengono seduta stante
con il linguaggio dell’arte, un linguaggio che consente da sempre
il distanziamento, tanto sociale quanto temporale, un distanziamento
innato e proprio del linguaggio artistico.
La mostra realizza un
intervento-installazione che pone interrogativi sullo stato dell’arte
e sul futuro degli artisti, in particolare degli street artist, in
questo delicato momento storico, proponendoli come se fossero
all’interno di un social network: “Chissà cosa sarebbe stato se
non ci fossero stati i social network e come sarebbe stata questa
quarantena se vissuta con i soli linguaggi dell’arte, in un mondo
esclusivamente tridimensionale” – si chiede Di Caterino – e
“chissà quanto i linguaggi dell’arte contemporanea, oggi, siano
realmente e solamente tridimensionali e siano davvero in relazione
con lo spazio”.
La non-mostra intervento-installazione
vuole porre queste e altre riflessioni con l’obiettivo di
riappropriarsi della tridimensionalità del linguaggio artistico:
“Cosa hanno da temere gli artisti in questo particolare momento
storico? Nella pratica nulla, perché il linguaggio dell’arte
esiste e persiste” (Mimmo Di Caterino).
LOCKDOWN SOCIAL
30 MAG 2020
VIA GIACOMO GENOVINO – FORIO (ISCHIA)
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ISCHIA STREET ART GALLERY
Ischia Street Art Gallery è il primo
modello di galleria d'arte interattiva per il sociale al mondo, uno
spazio underground dedicato a espressioni, cultura e concetti di arte
urbana, un centro privato ma aperto a tutti che diviene luogo di
riflessione, di provocazione senza censure, di dialogo, perché no,
di conflitto aperto e addirittura strumento di rieducazione civica.
Come in epoca preistorica gli artisti
usufruivano di superfici naturali, realizzando graffiti e pitture
rupestri rituali e propiziatorie, così gli artisti che operano in
questa galleria plurivalente usufruiscono delle pareti e
dell'ambiente architettonico esterno ed interno come di superfici
urbane in una sorta di "guerrilla art" per divulgare
messaggi, opere e progetti dai contenuti "extra strong",
che raccontano, focalizzano fenomeni e temi sociali come
l'inquinamento, l'ambiente, la sostenibilità, la politica, le
religioni, il razzismo, la violenza contro persone ed animali,
mettendo a nudo le contraddizioni della società contemporanea.
Uno spazio espositivo che supera il
concetto di galleria d'arte anche perché il visitatore non è più
un'ombra vagante e sconosciuta che conserva e porta via con sé le
proprie emozioni, ma viene coinvolto in prima persona e da elemento
passivo diviene attivo avendo la possibilità di "taggare"
direttamente sulle superfici già utilizzate dagli artisti una
traccia delle sue impressioni, esprimendo la propria creatività con
la stessa immediatezza di una scritta-simbolo-messaggio che si può
trovare nei bagni delle scuole, nelle gallerie e sui treni delle
metropolitane, in certi posti meno esposti alla vista di tutti come
sottopassaggi, stazioni ferroviarie, pareti delle celle delle
prigioni, addirittura su alcuni monumenti o all'interno di edifici
storici. In maniera civile o incivile la gente tende ad apporre un
segno, una testimonianza del proprio passaggio o a dichiarare le
proprie sensazioni di un momento particolare persino sulla corteccia
degli alberi. Da questo istinto ancestrale di comunicazione, in
fondo, è nato il writing, il graffitismo e in ultimo la street art,
e allora, perché non farlo in una galleria rendendola il "latore"
autorizzato di un messaggio creativo?
I.S.A.G. intende presentare l'opera
d'arte intesa non più come mera rappresentazione di una ricerca
estetica o di espressione formale e neanche più come oggetto di
speculazione di mercato e di investimenti finanziari, bensì veicolo
di divulgazione diretta, manifesto di sdegno, di satira, di ironia,
denuncia, strumento di militanza artistica nelle problematiche del
sociale.
Centro d'arte, luogo multioperativo non
autorizzato, non ufficializzato da etichette o marchi commerciali e
politici o di stato e quindi non strumentalizzabile I.S.A.G. nasce
come percorso di idee e di emozioni. Promuove mostre, eventi,
performance, tra cui un festival dedicato al Graffiti Writing ed alla
Street Art nazionale ed internazionale che coinvolge in maniera
esperienziale e creativa appassionati, gente del posto, turisti,
studenti e bambini.
Altra particolarità di questa galleria
è che si sostiene economicamente grazie alle offerte spontanee dei
visitatori (a partire da 1 Euro), a donazioni (coordinate bancarie
per bonifici IT92V0200839880000105187923), alle sovvenzioni o alle
sponsorizzazioni finalizzate alla realizzazione di progetti esterni e
grazie alla vendita diretta in galleria della grafica degli artisti
presenti a prezzi molto popolari.
"Domenico Di Caterino, con il suo
"Nevrotico mediterraneo" è in rapporto viscerale con la
materia tufacea tipica della Campania felix. Recupera quel senso
d'arcaico alla propria fantasia per realizzare un pensiero personale;
il plasmare un'essenza plastica, che cede facilmente al volere
dell'artista, permette di ripercorrere la storia umana alla ricerca
d'antiche nuove emozioni. I personaggi, sospesi tra l'umana
condizione e l'austero aspetto, fanno affiorare intense visioni di
una sobrietà strutturale a placare strane sensazioni immerse nel
silenzio, dalle quali i caratteri distintivi della civiltà
mediterranea si evolvono in spazi scanditi dai ritmi consueti del
linguaggio in intense correlazioni compositive dal segno semplice, ma
affollato di nevrotiche intrusioni contemporanee”.
Carlo Roberto Sciascia (Dal catalogo di “Un buco nell’arte”, 2000).
Carlo Roberto Sciascia (Dal catalogo di “Un buco nell’arte”, 2000).
“Definiti con intensa carica
espressiva, i nevrotici autoritratti di Domenico Di Caterino, nella
loro apparente ingenuità, occultano un urlosoffocato di dolore,
riflesso di profondi disagi esistenziali. La protesta del portavoce
del movimento estetico Mario Pesce a Fore incarna primitivismo,
sintesi ed accensioni cromatiche proprie del movimento della Brùcke,
atti ad esorcizzare travagli interiori, e che ben s’accompagnano
all’indagine sulla funzione sociale dell’artista d’oggi al
quale l’artista cerca di restituire un’adeguata
identità.”
Roberta Vanali ( Dal catalogo di maram@rte 2003).
Roberta Vanali ( Dal catalogo di maram@rte 2003).
“Dalla pittura di Domenico Di
Caterino emerge la memoria del tempo, con isuoi profondi valori
antropologici, bruschi ed instancabili. Pone lo spettatore dinanzi
immagini inquiete dai movimenti snervati dall'organica e magmatica
materia segnica, la quale si spezza e aggrega; scopre ericopre
rasentando un vivo moto di repulsione fisica e morale. Il profondo
disagio umano, il dolore della perdizione, la coscienza di un destino
sfocato e sofferente attanagliato dal profondo mistero
dell'esistenza,questo traspare nella sua opera. I personaggi (una
sorta di proliferarsi d'angoscioso autoritratto), sembrano quasi
tutti guardarsi allo specchio,soffrendo di una scomposta, malata e
delirante metamorfosi; avvelenati,intorpiditi; annegati nel fango di
un decomposto spazio-non spazio dove anche il sollievo del grido
soffoca”.
Gennaro Cilento (da Flash Art, Agosto-Settembre 2004).
Gennaro Cilento (da Flash Art, Agosto-Settembre 2004).
PIAZZA BELLINI: QUADRI EROTICI TRA GLI
SCAVI-
Una domenica di Novembre in Piazza
Bellini: turisti (pochi), fumatori (molti) e opere d'arte (una).
Molto probabilmente abusiva, di sicuro
discutibile.
Il misterioso quadro apparso ieri tra
le mura greche dell'ex salotto culturale mostra infatti un uomo nudo
intento a masturbarsi.
(Da City Naples del 7-11-2006)
IMPORTANTE: “Con questa
corrispondenza consideriamo esaurita la collaborazione di Domenico Di
Caterino. Riteniamo che a distanza di un anno la sua rubrica, dopo un
inizio anche divertente, si sia trasformata in una sorta di parodia
boccacesca. Circa un anno fa abbiamo invitato a collaborare Domenico
Di Caterino, artista dilettante e soprattutto “disobbediente”,
incuriositi dalle sue esternazioni e da una sua apparente rabbia da
black bloc nei confronti del sistema dell'arte.
Purtroppo la rabbia del disobbediente
Di Caterino si è rivelata solo un attitudine al protagonismo da
Rione Sanità che Flash Art non può avallare. Dunque sospendiamo la
sua rubrica, diciamo per manifesta inconsistenza, augurandoci di
riprenderla quando il nostro interlocutore avrà dato sfogo ai suoi
giochi autoerotici e avrà veramente qualcosa di più trasgressivo da
comunicare”.
(Giancarlo Politi, da “Flash Art”
di Dicembre-Gennaio 2007, p.57).
IL PARTECIPANTE ZERO- “...Assiste
incredulo allo sciacallaggio politico e mediatico seguito al crollo
delle twin towers e dichiara senza essere stato ancora smentito: Non
esporrò mai in una galleria privata transnazionale.....Attualmente è
ricercato dal sistema globale interplanetario e sembra essere
nascosto in una miniera dismessa del Sulcis Iglesiente. Il suo folle
progetto consiste nell'esporre gratuitamente in permanente nel
salotto di casa (scantinato, cucina o bagno) di chiunque faccia
richiesta, per proseguire in autonomia e con dignità la propria
libera ricerca artistica attraverso un lento lavoro di
autoinflazionamento”.
(Dal catalogo di “Segnaletico”,
concorso internazionale di arte temporanea urbana 2006, Foligno-PG).
ARTISTA PER CUCCARE?
Cara Claudia,anche tu prezzolata e
plagiata da questo narcisista leader disubbidiente, no global e
precario(non precario come no global ma come docente) che per
“cuccare” cerca di fare l’artista?
Cara Claudia, sono passati i tempi in
cui si mostravano la collezione di farfalle o di figurine per
impressionare le sartine o le compagne di classe.
Ora per portare a letto una ragazza
meglio dipingere alla Di Caterino (guardare per credere).
Cara amica di Napoli o dintorni, ma se
vuoi leggere le esternazioni logorroiche del tuo Di Caterino basta
cliccare sui portali pseudopolitici o periferici dell’arte: ne sono
pieni. O farsi inviare da lui, che vive solo per questo, le sue
esternazioni quotidiane.
Allorché il tuo Di Caterino aveva la
sua rubrica su Flash Art sai quante lettere ci inviava per ogni
numero? Almeno dieci, unitamente ad altrettente sue foto personali,
sexy, abbronzato, scamiciato. Precario, disubbidiente e no global sì,
ma narcisista pure. Dilettante è colui che si diletta di una cosa ma
anche colui che non riesce, suo malgrado a superare i limiti formali
del diletto, il tuo Di Caterino è uno di questi.
Ma se io rispetto i dilettanti, perché
si realizzano entro i propri limiti e le proprie aspirazioni, il
nostro Di Caterino, pur essendo totalmente incapace, pretende come
diritto di entrare nel sistema dell’arte, di esporre, di vendere,
di avere visibilità, senza avere alcuna qualità, senza dover
superare filtri selettivi.
Ritiene debba essere un suo diritto
partecipare alle grandi mostre nazionali e internazionali,solo per il
fatto che dipinge e produce opere come quella pubblicata.
Ritiene che qualsiasi dilettante, come
o peggio di lui, abbia diritto alla visibilità e al successo.
Reclama e proclama di voler attuare la
democrazia in arte, dove tutti debbano essere invitati alla Biennale
di Venezia nello stesso modo in cui è diventato insegnante (anche se
precario) senza avere alcun merito.
Ma io vorrei sapere in quale scuola
insegna arte questo Domenico Di Caterino.
Chi ne è a conoscenza potrebbe
segnalarmelo? Vorrei parlare con il Direttore e chiedergli quali sono
i meccanismi e gli eventuali esami che permettono a una persona senza
alcuna preparazione o qualità, ma ricca solo di presunzione e di
arroganza pericolosa, di diventare docenti di arte o di qualsiasi
altra cosa.
Sono tutti così i precari?
Cosa può insegnare (a meno che non
sia
docente di educazione fisica) questo Di
Caterino?
Quanti Di Caterino insegnano nelle
scuole italiane?
Chissà quanta scuola italiana, senza
alcuna selezione qualitativa, è nelle mani di questi “disobbedienti”
senza qualità? Qualcuno potrebbe dirmelo?
Grazie.
(Giancarlo Politi, da “Flash Art”
di Febbraio-Marzo del 2007).
Human Rights. Mimmo Di Caterino e lo
sguardo dello spettatore
L’artista campano tra i partecipanti
all’evento internazionale a Rovereto
di Maria Cristina Napolitano - 10
Giugno 2015 (da ècampania).
Condivisione e mutazione sociale,
culturale e comportamentale dei linguaggi dell’arte di questo
millennio è il principio che governa l’opera di Domenico
“Mimmo” Di Caterino uno dei 101 partecipanti all’evento
artistico internazionale in corso a Rovereto “Human
Rights? #La Casa della Pace I The House of Peace”.
Colombia, Israele, Egitto, Canada,
Filippine, Perù, Bulgaria, Cuba, Germania, India, Spagna sono solo
alcune delle provenienze degli artisti selezionati per l’evento,
giunto quest’anno all’ottava edizione e che ha richiamato negli
ultimi anni di attività l’attenzione di artisti e pubblico
diventando una delle proposte più interessanti nel panorama
internazionale.
L’evento vuole discutere di pace e
partecipazione come impegno quotidiano seguendo l’esempio dei
grandi personaggi ed eventi che hanno contribuito a costruire la pace
negli ultimi novant’anni, periodo di vita festeggiato quest’anno
dalla Campana dei Caduti di Rovereto curata
dalla Fondazione Opera Campana dei Caduti che si è rivolta
a Spazio Tempo Arte per la direzione artistica dell’evento.
Tra le opere esposte quella di Di
Caterino permette l’interazione con lo spettatore, viene
infatti “prelevato e firmato liberamente dallo spettatore, che
lo firma al posto mio, posta una foto di se stesso insieme al lavoro
sul mio profilo facebook e autentica l'operazione artistica
attraverso la condivisione di senso. In realtà il vero autore è lo
spettatore – spiega Domenico "Mimmo" Di Caterino -
che firma e condivide l'operazione. Il lavoro è impostato sul senso
dei linguaggi e dei processi artistici anteposti al prodotto, il
valore del tutto in quanto processo è da cercare nel valore
affettivo, simbolico e comunitario come fondamento di determinazione
di un prodotto artistico”.
“Il diritto del dono dell’artista”
è il titolo dell’opera costituita da 100 fogli schizzati di carta
da spolvero.
Domenico “Mimmo” Di Caterino è
nato a Napoli nel 1973, qui ha frequentato l’Accademia di Belle
Arti e svolto i primi studi, partecipando a rassegne d’arte
contemporanea nazionale ed internazionale. Nel 2006 si data la
collaborazione con la sua compagna e moglie di arte e di vita Barbara
Ardau e in quello stesso anno nasce il "Santa Barbara open, free
and full project", un tentativo virale e performatico
comportamentale per ridiscutere e rinegoziare i criteri qualitativi e
meritocratici che regolano il sistema dell'arte. Dal 2011, forte di
questo legame di vita, firma le opere non solo a suo nome, ma anche a
nome della moglie, “finché arte non li separi” – spiega
l’artista.
“Da due anni invece la firma è
demandata direttamente allo spettatore - conclude l'artista - un
linguaggio, un gesto, uno stile non ha bisogno di una firma per
essere riconoscibile, ma di condivisione e partecipazione, la memoria
è un percorso storico e culturale collettivo”.
LA PECORA NERA
"Un artista che, col sistema in
ogni sua forma, ha un deciso attrito, è Domenico detto Mimmo Di
Caterino.
Proveniente da Napoli e dalla sua
Accademia e trapiantato saldamente in Sardegna, egli ha un curriculum
esemplare in fatto di scontri e opposizioni al sistema dell'arte
ufficiale.
Pittore, performer, scultore, aizzatore
di coscienze, poeta e prosatore di verità scomode, Di Caterino è la
classica pecora nera che ogni sistema dell'arte che si rispetti deve
possedere per non soccombere al pericolo degli standard e della
normalizzazione. Insomma un artista fuori dalle righe, dai canoni e
da ogni classificazione che opera spesso in sinergia con la compagna
e artista Barbara Ardau".
Barbara Picci, testo tratto da "I
Sensi dell'arte", Videolina.
"Il progetto artistico di Mimmo di
Caterino di un'arte al servizio del pubblico, condividendo e donando
i suoi autoritratti, crea un'opera relazionale in cui il linguaggio
acquista la sua autenticità attraverso la condivisione della foto
dell'opera col nuovo proprietario, si porta a compimento così il suo
processo linguistico dell'arte".
Francesco Cogoni, da "Linguaggi in
Movimento", Casa Melis, Capoterra (Ca).
“Mimmo Di Caterino sa benissimo cos'è
il sistema dell'arte lo conosce a fondo e in baffo a chi si
autoproclama artista o viene definito artista mette in pratica
un'alta forma d'arte basata su una visione sociale dell'arte , sulla
con-divisione e tutto torna quando scrive " l'arte riproduce
l'umano più dello sperma”.”
Giovanna Cuturi
“Il primo aspetto che noi professori
dobbiamo curare, ancor prima delle tecniche, è quella di formare
donne e uomini che sappiano immaginare e vivere un territorio comune,
un territorio condiviso, un territorio dove la relazione tra le parti
restituisca un mondo migliore per tutti.
Il ruolo degli artisti in tutte le
società della storia dell’uomo è stata proprio questa: indicare
la strada per costruire un mondo migliore.
Le Accademie (di belle arti) sono state
fondate per questo e credo che ogni allievo che si affacci a questo
mondo, iscrivendosi ad uno qualsiasi dei corsi di un’accademia di
belle arti, sia mosso da questo desiderio, da questo sogno, da questa
utopia: immaginare e costruire un mondo migliore!
Mimmo Di Caterino è stato da subito
uno di questi.
Un aspetto colpiva in particolare: la
sua capacità e voglia di essere “trasversale”.
Trasversale alle idee, ai linguaggi,
alle relazioni, alle arti, tessendo una rete di contatti che poi lo
avrebbe portato a fondare un gruppo (il “Mario Pesce a Fore”) che
si sarebbe occupato proprio di queste tematiche in maniera “inusuale”
e originale.
Quello che conta, in questo ambito, è
il fatto che Mimmo Di Caterino è stato sin dai tempi in cui era
studente (ed ancor di più ora) un’anima libera, sempre pronta ad
andare in fondo alle cose, senza fermarsi alla superficie, cercando
sempre il confronto, anche polemico, ma mai sterile, alle volte anche
spigoloso e duro, ma al di là della ragione o del torto, sempre
rigoroso.
Appassionato e dissacrante, ha sempre
prediletto le cause che coinvolgevano gli ultimi (vedi gli Ex Operai
Rockwool) e le cause di interesse comune (vedi Accademia a Cagliari)
con grande ardore e intelligenza.
Ecco, mi piace pensare che, Mimmo Di
Caterino diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli abbia
ricevuto un mandato, quello di perseguire un’utopia, quello di
provare a costruire un mondo migliore e, a me pare, quel mandato non
l’ha mai perso.
E’ solidamente nelle sue mani.”
Franz Iandolo, Maestro di Nuove
tecnologie e Media integrati, Accademia di Belle Arti di Napoli
“Mimmo è un Artista ma non solo,
solo un pittore può captare tutti i meandri nascosti nel suo
linguaggio.
Mimmo Di Caterino è di più di un
artista, è ipercritico quando si muove nelle vastità recondite dei
linguaggi dell’Arte, la sua è una visone delucidante e
antropologica, una sapiente prospettiva di verità che si relaziona a
altre prospettive.
Mimmo oltre ad essere un eccellente
insegnante, vira in modo iperlucido verso grandi verità che ordina
antropofisicamente in critiche validissime come le sue ultime opere,
che non ha mai svalutato gettando via nel panorama luccicante delle
opere senz'arte ne parte.
Mimmo è un artista critico che mai si
butta nella vacuità senza significato.”
Antonio Murgia
“E nei locali che ospitano il
dormitorio è entrato anche Mad, il Museo di Arte diffusa di Fabio
D’Achille grazie alla donazione di Mimmo Di Caterino un artista di
Cagliari che ha voluto donare i suoi disegni.”
Fabio D’Achille, da “Latina Oggi”
del 15-12-2018
“Di Caterino, napoletano di nascita e
cagliaritano di adozione, dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti
di Napoli, nel 1997 fonda la posse di artisti Mario Pesce a Fore che
ha lo scopo di contestare e contrastare criticamente il sistema
dell’arte globalizzata e mercificata. Rappresenta il più
majakovskiano degli artisti operanti in Sardegna, animatore di
dibattiti culturali e attivo sostenitore della lotta operaia, ha
sostenuto attivamente la campagna di comunicazione mediatica e
culturale degli ex lavoratori in presidio permanente a Campo Pisano
ad Iglesias (Ca), attivando una rete di artisti solidali con la
causa. Dal lavoro che presenta,#accademianuragica (2019), parte di un
suo nuovo progetto, emerge la memoria della civiltà nuragica,
rappresentata dalla potenza iconica di una statua di guerriero di
Monte Prama (IX secolo a.C. circa), con i suoi profondi valori
antropologici, cui si sovrappongono delle scritte che richiamano
quelle sui muri pompeiani, così fittamente stratificate da rendersi
a stento leggibili, in un processo di negazione della parola scritta,
soffocata dalla sua stessa velocità di diffusione e bulimia, a cui
sembra resistere in intelligibilità solo l’arte figurativa.”
Concettina Ghisu, Interferenze
Portfolio:
Domenico “Mimmo” Di Caterino nasce
a Napoli il 7-8-73, vive e lavora tra la Sardegna ed il globo
interconnesso e mobile.
2006 :
Collabora con la rivista d'arte
internazionale "Flash Art" dalla quale viene poi
allontanato e diffidato.
Comincia la collaborazione con la sua
compagna e moglie di arte e di vita Barbara Ardau, nasce il "Santa
Barbara open, free and full project", un tentativo virale e
performatico comportamentale per ridiscutere e rinegoziare i criteri
qualitativi e meritocratici che regolano il sistema dell'arte.
Smette di dipingere e regolarmente si
libera di tutta la sua produzione pittorica e plastico scultorea
abbandonandola in luoghi pubblici di diverse città europee,
moltissime a Napoli città con la quale non è mai riuscito a
tagliare completamente i ponti.
2010 - 12:
Con Barbara Ardau dopo il "Santa
Barbara Project" riprova a ragionare su possibilità concrete
per rappresentare socialmente e culturalmente un altro sistema
dell'arte, ritorna a creare; sostiene attivamente la campagna di
comunicazione mediatica e culturale degli ex lavoratori Rockwool in
presidio permanente a Campo Pisano ad Iglesias (Ca), attiva una rete
di artisti solidali con la causa.
Sposa Barbara Ardau.
Ricomincia a lavorare in maniera
"auto-didattica permanente" senza prendere troppo sul serio
i suoi disegni su tela che considera appunti di percorso (processi e
non prodotti).
Con la moglie Barbara Ardau organizza
private esposizioni d'arte contemporanea nella loro automobile,
processo di comunicazione del senso del fare artistico contemporaneo
dove diventa complicato scindere tra arte, artista, spettatore e
promotore (Tavor Art Mobil-T.A.M.Cagliari).
2012:
Con il progetto“Mario Pesce a
fore” accompagnato da Vito Ranucci, denuncia la triste condizione
del sistema dell’arte italico al Cam di Casoria di Antonio
Manfredi, con l’azione “Spam al Cam”.
Pubblica “Altro sistema
dell’arte”.
2013 :
Partecipa con Barbara Ardau al Salone
del Mobile di Milano con il progetto invisibile per “Tam Tam
Scuola”.
Espone nel Museo a cielo aperto di Camo
(CN), nella Home Gallery “Il purgatorio” di Somano; al
venticinquennale dell’Accademia di Belle Arti di Sassari ed
al B.A.R.L.U.I.G.I. (TO) di Alessandro Bulgini.
2014 :
Collabora con “Napoli Art Magazine”.
Pubblica “Oltre il sistema
dell’arte”, booksprint edizioni
“T.A.M.Cagliari”, Personale nella
Galleria "Spazio 24" di Dogliani (CN).
"Moon", Planetario di
Palermo.
"Spaceespace", Oratorium,
Chiesa della Confraternita del Purgatorio, Ostuni, Brindisi.
Coordina il sito "Cagliari Art
Magazine".
2015:
Partecipa a "HUMAN RIGHTS? # LA
CASA DELLA PACE | THE HOUSE OF PEACE" Rassegna
internazionale di Arte Contemporanea a cura
di Roberto Ronca, Fondazione Opera Campana dei
Caduti – Rovereto (TN)
Partecipa a «BUS, YOUR STOP, MY ART»,
Caltagirone.
2015 - Diventa il Direttore Artistico
di "Isola Plastica", simposio e focus di Scultura ed Arti
visive iglesienti che annualmente sonda lo stato di salute dei
linguaggi plastici dell'arte contemporanea nell'isola. Pubblica con la Booksprint
"Dentro il sistema dell'arte",
2016:
"Questa casa non è un
albergo", Officine Miramare a Reggio Calabria.
"Mi mancavano le stelle",
Been Viver a Milano.
“Focolai Sensoriali",
Casale di Teverolaccio, Succivo (CE).
“Su la donna", ResPublica,
Alghero (SS).
Artist’s Books, crossroads of
arts , Library of Bethlhem University. West Bank. Bethlhem.
Palestine
"Human Rights? #Diversity?",
Fondazione Opera Campana dei caduti/Rovereto/TN
"Treize", Terza Biennale
internazionale d'Arte, Atelier Galerie Treize, Rue Sainte Croix, Ille
sur Tet, France.
Pubblica “Artfucking” con Caosfera
Edizioni.
2017:
“Research”, “Palazzo della
ceramica”, Caltagirone.
“Martirio Plastico”, Primo Simposio
Internazionale di Scultura di Capoterra.
Human Rights-H2O, Fondazione
Opera Campana dei caduti/Rovereto/TN
“Opera frattale subappaltata”,
Fondazione Granata Braghieri, Imbersago (Lecco)
“Sardegna contemporanea” al
Man di Nuoro presentata da AskosArte
“Comprendere integra”, Ex
Ospedale San Rocco, Piazza San Giovanni, Matera
Biennale del Libro d’Artista, Castel
dell’Ovo, Napoli
Simposio d’Arti Visive, Iglesias,
Piazza Municipio
Testimonianze, Residenza
d’Artista, Forza d’Agrò (Messina).
Milano e oltre tutto incluso, Camera
del Lavoro, Milano.
Pubblica su Amazon “RockBus,
storia di un museo nato rottamato”
Pubblica su Amazon “Artist bullshit
job: Artista lavoro di merda”.
Pubblica “Shitstorms on Academy”
con Caosfera edizioni,
2018
Pubblica con la booksprint edizioni
“Other Academy”.
Il piacere nei libri, rassegna d’arte
erotica, Maschio Angiono (Napoli)
'HUMAN RIGHTS?' #EDU, FONDAZIONE
OPERA CAMPANA DEI CADUTI ROVERETO – TRENTO - ITALIA
Acque, Teatro Civico di Castello,
Cagliari
“Morgana vede, Festival dello Stretto
- Arte contemporanea e Scienza”, Reggio Calabra (Grande
Albergo Miramare); Stretto di Scilla e Cariddi (Caronte telepass),
Messina (Palazzo Zanca).
“Skulls”, Palazzo Ceramico,
Caltagirone
“Segni e materia, un viaggio nel
contemporaneo”, la galleria la Baronia di Forza d’Agrò,
diretta dall’artista Roswitha Gruber.
“L’Acqua”, Matera - La Mostra
Permanente Internazionale del Libro d'Artista “, presso la
Biblioteca provinciale "T. Stigliani”.
“Arte in Transito”, Latina,
Roma
2019
Pubblica su Amazon “L’Accademia a
Cagliari? S’adda fare!”
“MPA Four” al Mac di Caserta
Realizza la Scultura “Accademia
Nuragica” a Capoterra.
“Interferenze”, Arte in
Sardegna 1944-2019, Chiesa di Santa Croce, Rivoli (To)
“Biennale del libro d’artista”,
Complesso monumentale San Domenico Maggiore (Na)
“#Clima-Human Rights”, Fondazione
opera campana dei caduti, Rovereto
Entra nella collezione “ErosMart”,
il Museo dell’Erotismo, delle scienze, dell’arte e della
narrativa dell’Eros di Salerno.
“ResistrOn”, Mostra personale
presso il Nuraghe Cuccurada-La Fortezza di Mogoro.
"I'm not the plastic man" mostra
internazionale di Arte Postale al MAV di Ericolano.
“Natale ad arte”, Museo Irpino di
Avellino.
2020
“DecorAzioni”, Officina d’arte
fotografica e contemporanea Dadaboom di Viareggio
Il suo progetto di realizzazione delle
Sculture “Accademia Nuragica” viene interrotto a causa del Covid
19.
Espone nell’ Ischia Street Art
Gallery di Salvatore Iacono dei suoi disegni poster su carta da
spolvero.
L'arte è solo linguaggio
L'arte nei Musei, nelle gallerie, negli
spazi privati ha sempre avuto a che fare con il distanziamento
sociale. Musei e gallerie private non sono mai stati spazi realmente
dialettici e didattici: file chilometriche, addensamenti umani nei
confronti di lavori dall'alta riproducibilità industriale e digitale
e capolavori ignorati o abbandonati in magazzino. L'arte è sempre
stata linguaggio e il linguaggio di un artista è sempre stato una
questione stilistica di posizionamento. Il Covid-19 è però stato
molto democratico nell'arrestare i processi linguistici di
trasmissione dei linguaggi dell'arte contemporanea, ha arrestato
gallerie private, Musei pubblici e case d'asta, nella stessa misura
in cui ha arrestato public artisti, street artist e writer. Mimmo Di
Caterino non un artista al quale è facile dare etichette,
sicuramente non è un artista da Museo, ogni qualvolta è stato
invitato a fare degli interventi in Musei pubblici (non pochi) ha
fatto sempre in modo di non esserci e che gli spettatori su sua
autorizzazione potessero prelevare i suoi pezzi, smontare la sua
mostra e portarsela a casa, per poi ricondividerla via social network
con un'utenza più ampia tramite selfie. Mimmo Di Caterino non è un
artista da galleria, non considera il suo linguaggio un prodotto ma
un processo, e anche quando ha esposto in galleria (non in poche
gallerie) ha fatto in modo di non esserci e che il pubblico si
portasse via il suo lavoro a costo zero evitando qualsiasi finalità
di lucro da parte del gallerista. Non è neanche un public artista,
un writer o uno street artist in senso classico, anche se qualcuno ha
cominciato a collezionare il suo lavoro trovandolo installato e
posizionato in qualche angolo di strada o passeggiando al mare. Mimmo
Di Caterino è linguaggio dell'arte con stile, lui si definisce
artivista, termine ispanico che connette l'artista e l'attivista in
un'unica figura. Il suo campo d'azione è quello della rivendicazione
del ruolo sociale, culturale, intellettuale, operaio e lavoratore
dell'artista, i lavori che presenta per la "Street Art Gallery"
di Ischia di Salvatore Iacono, sono il frutto dei suoi sessanta
giorni agli arresti domiciliari determinati dal Covid 19,
testimonianza diretta che se si può arrestare un artista, non si può
fermare il suo linguaggio elevato a ricerca.
Banksy
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