STAGIONE TEATRALE 2019/2020
TEATRO LAB ARCA DI MILANO
Scrive Bulgàkov, probabilmente le
ultime parole prima di morire: “… consumato dall’amore per il teatro, avvinto a
lui come uno scarabeo a un tappo, la sera andavo agli spettacoli …”.
Ecco, la prima spinta, la prima
urgenza: non si può vivere senza teatro.
E poi perché fare teatro è fare
politica, nel senso di entrare in relazione con altri, quindi con l’Altro, scambiare,
discutere, riflettere, ripensare, litigare, provare, riprovare fino allo
sfinimento.
Il nostro è un mondo incerto, insicuro
di sé, traballante: solo la parola garantisce l’emozione e la comunicazione, le
sole certezze felici in un universo insensato.
Ci pensavamo recentemente, dopo avere
assistito alle prove dei nostri allievi adolescenti che affrontano gli Autori
per la prima volta: noi, per uscire dal caos in cui viviamo, facciamo Teatro.
1 Settembre 2019
(Teatro)
Martedì 24 settembre ore 21
Teatro Elfo Puccini - Sala Shakespeare
Il suono e la parola
Milano 1939 Delio Tessa
con Giulia Lazzarini, Enrico Intra,
Alex Stangoni
Drammaturgia e regia di Egidio
Bertazzoni
ore 18.30: intervento di Caterina
Piccione sulla parola poetica
Delio Tessa, uno dei più grandi poeti
del ‘900, ignorato dalla critica, ma assai stimato e apprezzato da Pier Paolo Pasolini,
Franco Fortini, Giovanni Raboni, Pier Vincenzo Mengaldo, Franco Loi, Giorgio Strehler verrà
fatto rivivere, sul palco, da tre grandi artisti. Giulia Lazzarini leggerà liriche e brani in prosa, in
milanese e italiano, Enrico Intra le racconterà al pianoforte, mentre, Alex Stangoni ne sottolineerà
la musicalità, improvvisando, manipolando e creando in diretta, live electronics, nuove
sonorità. Tessa scriveva nella lingua della sua città, il milanese, ma non per questo può essere
considerato un “poeta dialettale”: la costruzione del testo, il ritmo, l’ispirazione che coglie
l’angoscia più segreta e nascosta dei nostri tempi, la sua consistenza stilistica ed espressiva ne
fanno un autore straordinario, assolutamente unico nel panorama letterario del secolo scorso,
che bisogna riproporre, soprattutto in questo anno in cui ricorre il centenario della sua morte
(1939). Antifascista conservatore, offeso più dalla rozzezza e dalla volgarità del regime che dalla
sua politica totalitaria e imperialista (di cui comunque coglie perfettamente gli aspetti
tragico/grotteschi). Tessa tenta di rifugiarsi nel passato e nel ricordo, ma la sua ispirazione lo
spinge a ricercare dietro quegli spigoli di passato le trasformazioni della città (i colori
bruni e cupi della Milano industriale, le brutte case, la follia) e a prefigurare il mondo che verrà (i
sogni, le visioni oniriche, il montaggio cinematografico, le onomatopee meccaniche) quasi che
proprio quel passato nasconda in sé i germi del futuro che verrà. Perciò il poeta, che sembra
trarre ispirazione dal più classico bozzettismo dialettale, si rivela uno degli interpreti più acuti
e lungimiranti della tragedia del ‘900. L’angoscia, l’alienazione, l’umanità ridotta a
uno sciame di api impazzite, la meccanizzazione della vita, e anche – va detto – il ruolo dei
mezzi di comunicazione di massa (allora solo radio e cinematografo), l’isolamento e la
solitudine dell’uomo contemporaneo. La modernità di Tessa è folgorante. Come restituire tutto
questo in uno spettacolo?
Con suoni e parole, appunto, non già
un recital di poesie, quanto un’interpretazione sonora (musica e testi) della sua poesia.
Intero 18€ - Ridotto 13€/10€
2 Ottobre 2019
(Musica)
Venerdì 4 ottobre ore 21
Voci dal Pireo | Storie di amore,
malavita e narghilè
L'inedito spettacolo di teatro canzone
ispirato dall'autobiografia di Markos Vamvakaris
con Evì°Evàn
Dimitris Kotsiouros: Composizione,
bouzouki, cumbus saz, Giorgos Strimpakos: canto,
baglamas,
Vagghelis Merkouris: voce/canto, oud,
Davide Turolla: chitarra, Stefano Albarello: qanun, oud
Formula arcaica, intraducibile, eco di
quei riti dionisiaci che sono la cifra forse più autentica
dell’anima greca e mediterranea: Evì
Evàn è un antichissimo brindisi alla vita. E da dieci anni anche il nome di una originale band
italogreca definita da Internazionale (maggio 2012) il "riferimento del rebetiko nel
nostro Paese". Rebetico: altra formula che per sua natura non è possibile costringere in una
definizione univoca. Musica urbana – in particolare del sottoproletariato urbano – ma anche
rappresentazione di una umanità eternamente sconfitta ed eternamente viva e vitale, il rebetiko
si codifica agli inizi del ‘900 in modi molto simili al blues in Nordamerica e al tango in Argentina.
Ma con tratti unici, a partire dalle sue forme musicali: che sono il libero e creativo incontro
di oriente e occidente, con echi che viaggiano da Bisanzio all’India, dai canti della Grecia
arcaica alle scale (maqam) persiani. La band è composta da musicisti polistrumentisti che, ora
singolarmente ora insieme, hanno collaborato con Moni Ovadia, Vinicio Capossela, Daniele
Sepe, Paolo Rossi, Dario Fo.
La band ha prodotto quattro album:
"Rebetiko"(2008), "Fuori Luogo"(2011), "Rebetiki
Diadromì - Itinerario Rebetiko”(2014). Gli Evì
Evàn hanno lavorato con Moni Ovadia e Antun Blazevitc negli spettacoli teatrali "Progetto
Odissea" e "Lo zingaro felice” e nello spettacolo che
accompagnava Vinicio Capossela nella presentazione
del suo libro “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso”.
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Incontri)
Sabato 12 ottobre ore 21
Un ricordo milanese di Andrea Camilleri
LabArca ricorderà Andrea Camilleri
proiettando quell’inedito e ascoltando il ricordo dei
testimoni di allora
intervista video
Correva l’anno 1998 quando la
Provincia di Milano invitò Andrea Camilleri a tenere una conferenza nel Centro Congressi di via
Corridoni. La sera del 12 ottobre la sala era gremita e tutti pendevano dalla bocca di uno
scrittore ancora poco conosciuto che stava per diventare, forse suo malgrado, un mito…
Una sera speciale di tanti anni fa per
incontrare un uomo speciale.
Testimoni: Daniela Benelli, Egidio
Bertazzoni, Massimo Cecconi, Gianni Turchetta.
Il giorno dopo una piccola troupe
realizzò un’intervista video, tuttora inedita, ai Giardini Pubblici: illuminante, coinvolgente,
divertente.
Andrea Camilleri stava allora
conoscendo il successo dopo che editori eccellenti gli avevano rifiutato i suoi libri perché
“carenti” di scrittura. Il commissario Montalbano non era ancora diventato il personaggio principale di
un fortunatissimo sceneggiato televisivo, ma lo scrittore siciliano aveva già acceso le fantasie
letterarie di migliaia di lettori che, nel corso del tempo, diventeranno milioni in tutto il mondo.
Intero 5€
(Teatro)
Sabato 19 e domenica 20 ottobre ore 21
Arlecchin dell'onda
di e con Enrico Bonavera e Barbata Usai
La Tradizione della Commedia dell’Arte
vede le Maschere partecipare a molte e diverse storie ed avventure, in tanti diversi Canovacci.
La molteplicità di situazioni ha ispirato, alla fine del XVIII secolo, un grande autore veneziano,
Carlo Gozzi, per la creazione delle sue Fiabe Teatrali, in cui i vari Pantalone, Arlecchino, Brighella
e compagnia, venivano trasportati, dal natio suolo italico, nei territori di Oriente ed Africa, in
un contesto onirico e favolistico. È da questa libertà di reinvenzione e di ricollocazione delle
maschere che Nasce l’idea di portare quei personaggi in nuove vicende e creare per loro nuovi
lazzi e monologhi, più vicini al nostro mondo contemporaneo. In particolare, una
strada aperta al contatto tra diverse popolazioni è proprio il Mar Mediterraneo, culla perenne di
civiltà diverse che nel tempo si sono incontrate, scontrate, contaminate e trasformate. Ecco allora
che in Arlecchin dell’onda troviamo un Pantalone mercante di nuovi schiavi, profittatore
dei flussi migratori, un Capitan Matamoros che abbandonato il suo cavallo si è
imbarcato, credendosi novello pirata, su un peschereccio, o un Arlecchino che, spinto dalla fame a
cercare fortuna a Venezia, trova invece una tragica fine in un naufragio fluviale… e altri
ancora. Tra racconti veri, veritieri o immaginari, canzoni tradizionali e lazzi delle maschere,
“Arlecchin dell’onda” si propone come uno spettacolo comico e al tempo stesso commovente,
una divertita e amara riflessione sulle radici contraddittorie e le storie della
nostra cultura mediterranea.
Intero 18€ - Ridotto 13€
(Incontri)
Venerdì 25 ottobre ore 20.30
Eva, Madre di Vita
Primo incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
«Il cuore dell’umanità d’oggi è
in sofferenza, nella confusione e nel vuoto che l’assurdo crea».
Questo è il grido d’allarme che
Annick de Souzenelle lancia nell’introduzione al suo libro Il femminile dell’essere, rilevando
quanto «per la maggior parte degli uomini e delle donne, la rottura quasi radicale con riti, miti e
sogni sia gravemente patogena e determini impotenza ad uscire da uno stato di esilio».
Ho avuto la fortuna e il grande
privilegio di poter seguire gli insegnamenti di Annick de Souzenelle frequentando i suoi seminari
ad Assisi durante gli ultimi sette anni in cui questa grande donna, già notevolmente avanti
con l’età, non si è risparmiata i disagi e la fatica del viaggio dalla Francia nell’impegno di
porgerci personalmente il suo insegnamento.
Il “destino” ha voluto che
approdassi a questo dopo uno studio altrettanto impegnato della qabbalah ebraica sotto la guida del
maestro Nadav Crivelli, cosa che mi ha permesso di poter seguire agevolmente le spiegazioni di
Annick, che implicavano una discreta conoscenza di questa materia. Poi l’approfondimento del
pensiero di Annick: l’interpretazione rivoluzionaria del Simbolismo del corpo umano, delle Sacre
Scritture, del Vangelo, la riprova di tante intuizioni, l’eccitazione della ricerca, la gioia
di un’inaspettata ed inesplicabile “certezza” ma, soprattutto, l’insegnamento di quella
che risuona in me come una grande Verità: non si può continuare a prendere senza dare!
Dopo anni di insegnamento imperniato
sul simbolismo del tarot (tarocco, ma niente a che vedere con la divinazione) mi viene
imperiosamente richiesto di più. Capisco, a mie spese, che non posso rifiutarmi. È questo il motivo
per cui raccolgo e faccio mia la richiesta che Annick ha rivolto al numeroso gruppo degli
allievi di Assisi: «L’età non mi permette di sottoporre ulteriormente il fisico alla fatica di
lunghi viaggi. Quello che dovevo insegnarvi, cari amici, ve l’ho insegnato. Ora tocca a voi!»
Angela Zecca
ANNICK DE SOUZENELLE – Nata nel 1922
ha conosciuto un’infanzia segnata dai sussulti finali dei “terremoti” che hanno segnato il
Secolo scorso (la prima Guerra mondiale, la Rivoluzione bolscevica etc,). Si avvicina al
cristianesimo ortodosso d’occidente e impara l’ebraico. Ora dedica la sua “terza età” a
insegnare. Ha pubblicato per la casa editrice Servitium.
Quota di partecipazione 25€ per ogni
singolo incontro – 150€ per i sette incontri
Novembre 2019
(teatro)
Sabato 9 e domenica 10 novembre ore 21
Nina Madù e le reliquie commestibili
di Camilla Barbarito e Ensemble da
Camera
Con Camilla Barbarito, Fabio Marconi,
Guido Baldoni, Eloisa Manera
Le inquietanti canzoni di Nina Madù e
le Reliquie Commestibili arrangiate per formazione
acustica.
Le Reliquie Commestibili, terribilmente
eleganti, prendono posto.
Dagli strumenti cominciano a sgorgare i
loro suoni sinistri.
Come sbucata da una qualche grata della
metropolitana, scintillante meravigliosa e orrida allo stesso tempo, fa capolino Nina Madù.
Si avvicina al microfono e attraverso
la sua voce inizia il suo racconto urbano.
I protagonisti e i luoghi di questo
racconto sono l’Uomo col Riporto, incontrato sul tram in Coni Zugna, la Coppia Etero che incede
faticosamente sul pavè della Ripa, un Sushi – All you can eat dove qualcuno chiede insistentemente
gelato fritto, la Mummia col carrello nel parcheggio dell’Esselunga, lo Chef crudista
convertito al cannibalismo, i Grandi Magazzini cattedrale e meta di pellegrinaggio dove ti vaporizzano
addosso un persuasivo profumo titolato Killer Attitude. ’Questo quartiere meritava
un racconto di sè, proprio per il suo essere zona di frontiera e di convivenza pacifica tra
normalità e altro, come per esempio la Casa delle Bambole, ovvero le prime travestite di
Via Gaudenzio Ferrari 14, o l’Alexander di Via Gaetano Ronzoni, primo locale ‘en travesti’
degli anni ’80.’’In questo perimetro ha trovato il suo ossigeno Nina Madù, un personaggio creato da
Camilla Barbarito, cantante attrice milanese attiva in ambiti musicali molto diversi tra loro,
dalla classica all’electro- rock.
Nina Madù è un personaggio creato da
Camilla Barbarito, cantante attrice milanese attiva in
ambiti musicali molto diversi tra loro.
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Incontri)
Venerdì 22 Novembre ore 20.30
Nera io sono ma bella
Secondo incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 23 novembre ore 21
Suite da Anticamera
con Baraccone Express
Paolo Xeres: cymbalom, Edoardo
Tomaselli: flicorno soprano\tromba\voce, Luca Radaelli:
clarinetto\sax contralto, Stefano
Malugani: contrabbasso
Un suono ipnotico, a metà strada tra
quello di un pianoforte, di un clavicembalo e di una
chitarra. Le corde di metallo percosse
da due sottili bacchette di legno, ricoperte di cotone. Uno strumento con una storia antica, il
cymbalom: lo portarono i Crociati dall’Oriente, e nel tempo è diventato il principe di molta musica
gitana, oltre che del repertorio popolare e klezmer dell’Europa centrale. Parte da qui la
ricerca sonora del Baraccone Express, un quartetto che al cymbalom affianca il clarinetto e sax
contralto, flicorno soprano e tromba, voce e contrabbasso. Molteplici i percorsi: la
musica di Paolo Xeres (cymbalista e batterista), i richiami al mondo delle colonne sonore (da Nino
Rota agli Spaghetti Western) le incursioni nella musica gitana e i sentieri dell’Old Time
Jazz.
E poi, un brindisi all’arte di
strada, alla musica dei viandanti e delle carovane: dal 2011 ad oggi, il quartetto ha suonato in festival,
rassegne di arti di strada, locali, feste ed eventi – con arrangiamenti originali e un suono
unplugged, volutamente acustico.
Il loro secondo disco è stato
pubblicato nel febbraio 2019.
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Incontri)
Martedì 26 novembre ore 20.30
La città, lo straniero e l'Europa
Incontro con Massimo Cacciari
È fragile il nostro mondo, insicuro,
traballante, incerto, indeciso, alla mercé del rancore, del
timore, della nostalgia più amara e
rabbiosa.
Soprattutto manca di pensiero,
narrazioni, miti, trascendenza. Di quanto va al di là del
quotidiano, del dato, della materia.
Vogliamo provare a offrire una
riflessione aperta, luminosa, laica, scomoda ma senza pregiudizi incardinandola su tre temi di bruciante
attualità: la città, lo straniero, l’Europa. Da un'idea nata nell’ambito della Nuova Corsia dei Servi (la chiesa
di San Carlo, Padre Turoldo, Padre Camillo De Piaz e così via) ma rimasta, appunto, solo un’idea,
dovrebbe trovare sangue e corpo anche – immodestamente – nelle attività di
LabArca, la cui stagione teatrale si ispira a questi tre importantissimi concetti.
Massimo Cacciari affronterà questa
complessità nel tentativo di concretizzare l’ipotesi di lavoro che sottende a tutto questo, vale a
dire se sia possibile inventare per il nostro mondo un nuovo ordine simbolico, fatto di giustizia,
creatività, solidarietà. ingresso libero (prenotazione
obbligatoria)
(Teatro)
Sabato 30 novembre ore 19,30
Milan In - Piazza Fontana
7con Gian Luca Margheriti
Letture a cura di Arcaduemila
Milan In è un nuovo modo per
raccontare Milano a chi da sempre la abita e poco (per non dire nulla) conosce della sua storia, delle
sue leggende e delle sue tradizioni. Le conferenze
teatralizzate di MilanIn portano gli
spettatori ad analizzare un certo aspetto della città attraverso curiosità e aneddoti, in
maniera leggera e divertente, ma storicamente approfondita.
A guidare questo nuovo modo di
raccontare la città è Gian Luca Margheriti, scrittore, esperto di storia milanese, che ha scritto diversi
libri su Milano e i suoi segreti. A sottolineare i suoi racconti anche un’importante parte
musicale, per far rivivere, attraverso la musica, atmosfere e sentimenti di un’intera epoca. E
poi le letture: attori che si occupano di leggere testi che riguardano, e approfondiscono,
l’argomento trattato.
L’esplosione della bomba di piazza
Fontana, a Milano, ha rappresentato una frattura nella storia del nostro paese. Fu la fine di
qualcosa e l’inizio di qualcos’altro, ben più terribile. La fine
del ’68 e la fine di quegli ideali che
avevano spinto i giovani italiani, e non solo loro, sulla strada di una rivolta culturale destinata a
cambiare tutto. E l’inizio della stagione più buia della nostra storia repubblicana, l’inizio della
strategia della tensione, degli anni di piombo e della
cosiddetta strategia stragista. Quella frattura fu così netta, così insanabile che si può
parlare, senza paura di essere smentiti, di un Italia precedente al 12 dicembre ’69 e una successiva a
quella data. Sono passati cinquant’anni esatti e il buio che assedia quel momento della storia
italiana non si è ancora del tutto dissipato. Nel corso della serata cercheremo di fare un po’
di luce ripercorrendo quel terribile giorno e i lunghi decenni di indagini e processi che
ancora oggi lasciano non pochi, inquietanti dubbi.
ore 19 aperitivo - Intero Unico con
aperitivo 13€
Dicembre 2019
(Incontri)
Venerdì 13 Dicembre ore 20.30
È quando sono debole che sono forte
Terzo incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 14 dicembre
Jazzin'bArca
Piano Solo & Talks
con Dado Moroni
a cura di Incontro d'Arti
8Nel concerto Dado Moroni racconta la
sua personale visione della musica jazz. I suoi brani
preferiti, composizioni originali e
arrangiamenti unici saranno il punto di partenza del viaggio nel mondo della storia del jazz,
esplorando i diversi linguaggi che si sono succeduti nel tempo.
“Per me la musica è come una bottiglia di grande vino… deve essere
condivisa! L’arte e la cultura in generale sono l’unico vero collante della società in quanto
riescono a creare una base di pace e condivisione vera, pura e senza preconcetti…”
Dado Moroni.
Una delle principali caratteristiche di
Dado Moroni è la spontaneità. Un incontro con lui è come fare un viaggio giocoso e partecipato
nel tempo, lungo ben nove decadi jazzistiche, attraverso il racconto in musica di aneddoti
ascoltati direttamente dalla voce di musicisti quali Benny Waters (ex sassofonista della Band di Jelly Roll Morton), Dizzy Gillespie,
Henry Edison e Buddy Tate (dell'Orchestra di Count Basie), Clark Terry e Jimmy Woode (membri della
band di Duke Ellington), fino ad arrivare ai contemporanei Joe Henderson, Bob
Mintzer, Wynton Marsalis, Alvin Queen, Joe Locke, Ira Coleman… E in campo extra jazzistico
con Lucio Dalla, Tiziano Ferro ed Eros Ramazzotti…
Intero 15€– Ridotto 10 €
Gennaio 2020
(Teatro)
Venerdì 10, sabato 11, domenica 12
gennaio ore 21
Alive!
una performance di The Dummies Project
scritto e diretto da Federico Bertozzi
Una discarica a cielo aperto, abusiva e
fuorilegge. Tra elettrodomestici rotti, scarti organici e
scorie nocive, sono state abbandonate
alcune bambole. Strane forme, in realtà, poco adatte al mercato dei giocattoli. Forse sono
prototipi, scartati e poi gettati.
Nella notte si alza la bruma e con lei
i vapori delle scorie chimiche nocive.
Qualcosa accade... una magia
involontaria.
Alive è un racconto silenzioso: sulla
scena una moltitudine di narratori muti, maschere larvali e presenze fantasmatiche. Un popolo
poetico di fantocci viventi e manichini con l'anima.
Una riflessione sulla poesia
dell'inconsueto e sulla “diversa abilità”, la narrazione di una
vita segreta: quella degli oggetti
abbandonati perché inutili, perché rotti, perché diversi. Alive è un racconto, molto triste o
molto divertente, dipende dal pregiudizio di partenza: nella discarica i Dummies costruiscono un
loro habitat delicato, quasi come plancton, difficile da comprendere; compiono gesti privi di
logica consueta, quindi a volte incomprensibili.
La performance nasce grazie alla
collaborazione tra Dummies Project e diverse realtà artistiche che hanno lasciato la loro impronta,
negli anni, nell'ecosistema dei Dummies. Gli abiti sono creati in esclusiva per i Dummies,
utilizzando materiali ricondizionati e le maschere sono pezzi unici e irriproducibili.
Ogni Dummy è, quindi, un esempio
originale di “design vivo”.
Intero 18€ - Ridotto 13
(Incontri)
Venerdì 17 Gennaio ore 20.30
La prostituzione interiore
quarto incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 18 gennaio ore 21
Jazzin'bArca
Monday Orchestra plays Miles Davis:
“Birth Of The Cool”
a cura di Incontro d'Arti
"Birth of the Cool” di Miles
Davis è all’unanimità riconosciuto come uno dei dischi più
importanti della storia del jazz.
In occasione del 70° anniversario
delle prime registrazioni di Miles Davis per l’etichetta Capitol, la Monday Orchestra , in formazione
ridotta, gli rende omaggio eseguendolo con gli
arrangiamenti originali, ricreando le
stesse atmosfere che arrangiatori del calibro di Gerry Mulligan, John Lewis, Gil Evans e
Johnny Carisi realizzarono con lo scopo di andare oltre il bebop, provando nuovi suoni.
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Musica)
Venerdì 24 gennaio ore 21
Spring of Strings
con Le corde sciolte (Marta Pistocchi,
Massimo Latronico, Andrea Quaglia, Francesca
Sabatino)
Quartetto nato nel 2014, in senso
all’Orchestra di via Padova, rievoca le suggestioni antiche della musica folk, swing e delle
ballate popolari , rivisitate in chiave acustica con sonorità intime ma coinvolgenti.
Prima di tutto, Corde.
Corde su cui scorre l’archetto del
violino di Marta Pistocchi, oppure pizzicate sulla chitarra dalle dita del chitarrista Massimo Latronico.
Corde lunghe e robuste, quelle del
contrabbasso di Andrea Quaglia, o agili e sottili come le corde vocali di Francesca Sabatino.
In ogni caso, Corde libere di suonare
e reinterpretare con raffinatezza e passione le musiche del mondo; dai brani popolari del
Mediterraneo alle ballate della tradizione Mitteleuropea, dai tanghi argentini allo Choro del Brasile
.Il tutto condito in salsa Swing con contorno Balcanico.
Intero 15€ - Ridotto 10€
Febbraio 2020
(Teatro)
Sabato 1 febbraio ore 21
Italia/Senegal - Emigrazione al
contrario
Testo e voce Livia Grossi
Musica in scena di Andrea Labanca
foto e video Emiliano Boga
Dopo la tappa in Burkina Faso,
viaggio-inchiesta sulla funzione sociale del teatro dove l’autrice Livia Grossi immaginava un Pil -
Prodotto Interno Lordo- che sostituisse l’euro o il dollaro con valori come coraggio, dignità,
condivisione.
La domanda “Ricchi di cosa, poveri di
cosa?” prosegue ora in Senegal.
Qui, al centro della riflessione,
l’emigrazione in tempo di crisi, rotte che s’incrociano e s’invertono: interviste a italiani e
africani “emigrati al contrario” in un Occidente alla deriva, in cerca di una nuova ridefinizione delle
parole “ricchezza” e “povertà”. Tante voci che alla domanda “di che cosa vorresti essere
ricco?’” e “Che cos’è la povertà?’’ confermano che, vogliamo tutti, neri e bianchi, le
stesse cose .Un “Reportage teatrale” che trasforma il palco in una pagina di un giornale, con
contributi fotografici, video-interviste, musica dal vivo e la giornalista che dice il pezzo guardando
il pubblico negli occhi.
Una pagina di Giornale Parlato per
ridare un senso all’incontro spettatore-attore e all’antico patto di fiducia tra lettore e
giornalista.
Livia Grossi Giornalista,
collaboratrice storica del Corriere della Sera, si occupa di teatro, cultura e reportage. Ha girato il Sud
America, l’Albania e l’Africa sub sahariana Dopo lo “spettacolo” Livia Grossi è a
disposizione per domande e riflessioni con il pubblico.
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Teatro)
Sabato 8 febbraio ore 19.30
Milan In – La stagione d'oro del
Piccolo Teatro
con Gian Luca Margheriti
Letture a cura di Arcaduemila
L’edificio del vecchio cinema
Broletto è un luogo terribile nella memoria dei milanesi perché
durante la guerra era stato occupato
dalla Legione Ettore Muti, un corpo paramilitare fascista della Repubblica Sociale che usava
quello spazio per incarcerare e torturare i nemici del regime.
È l’inverno del 1947 quando per la
prima volta Giorgio Strehler e Paolo Grassi entrano in quel luogo, ormai abbandonato, da una porta
laterale. Quando raggiungono la piccola sala che conta poco più di quattrocento posti, un
fascio di luce entra da una finestra, taglia l’intero spazio e arriva sul palcoscenico quasi come un
illuminazione teatrale: per i due ragazzi è una sorta di epifania. È quello il luogo perfetto
per creare il loro nuovo teatro stabile, il luogo perfetto per portare a Milano un nuovo modo di fare
spettacolo che insegua le esperienze del teatro internazionale senza mai dimenticare la
nostra eredità culturale; un posto in cui creare un teatro d’arte per tutti, che non sia
solo uno svago o un diversivo, ma anche un luogo dove poter riflettere. Il teatro come servizio
pubblico, usava ripetere Grassi, nonché il luogo del il riscatto dalla barbarie fascista. Il 14 maggio
del 1947 va in scena il primo spettacolo del Piccolo Teatro della Città di Milano: L’albergo dei
poveri di Maksim Gorkij, regia di Strehler. I personaggi bevono acquavite e si disprezzano,
mettono in scena le loro miserie e speranze in una cantina buia e fumosa, palcoscenico ideale per
rappresentare il tema della protesta sociale. Il lavoro di Strehler, che qui, parrucca in testa e
fisarmonica alla mano, interpreta il ruolo del ciabattino Alioscia, piace alla critica, che
apprezza in modo particolare il tono malinconico della recitazione degli attori. È l’inizio
di una delle stagione più fervide e importanti della cultura italiana.
ore 19 aperitivo - Intero Unico con
aperitivo 13€
(Incontri)
Venerdì 14 febbraio ore 20.30
Il "Fiore" dell'Albero della
Conoscenza
Quinto incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 15 febbraio ore 21
Jazzin'bArca
Tomelleri & Soana Quintet: We Bop
All Stars
a cura di Incontro d'Arti
Per la maggior parte delle persone
l'inconfondibile sound del bebop è sinonimo di jazz: le
pirotecniche improvvisazioni, il
dialogo serrato tra i musicisti che Charlie Parker e i suoi
contemporanei hanno reso eterni vengono riproposti da un
quintetto straordinario. Cinque autentici fuoriclasse del jazz italiano: Soana e Tomelleri sono un
punto di riferimento per chiunque voglia ascoltare dell'autentico jazz - fantasia
improvvisativa, liricità, ritmo, perfetto dosaggio di virtuosismo al servizio del fraseggio - mentre la
sezione ritmico-armonica è una vera e propria "locomotiva"
in grado di trasportarci attraverso la
musica.
Intero 15€ - Ridotto 10€
Marzo 2020
(Teatro)
Sabato 7 marzo ore 21
Sguardo
Bianco, Rosso, Armonico
Spettacolo di poesie narrative e prose
di e con Roberto Piumini
Fisarmonica Nadio Marenco
Roberto Piumini ha pubblicato, per
oltre sessanta editori, fiabe, storie, racconti, romanzi,
poesie, poemi, testi di canzoni, testi
teatrali, traduzioni, per bambini, ragazzi e adulti. Molti
suoi libri sono tradotti all’estero.
Ha scritto testi poetici o teatrali “in scambio” con materiali di memoria ed espressione grafica, di
bambini, ragazzi e adulti. È autore di testi poetici su opere di musei, città e località. È stato
autore e conduttore di programmi televisivi e radiofonici, e di sceneggiature.
Nadio Marenco s’avvicina alla
fisarmonica a sei anni. Come solista, o primo fisarmonicista, suona dal 1994 musica jazz, folk,
classica, contemporanea, tango argentino, in un’intensa attività concertistica, con tournée
in Italia e all’estero. Partecipa a trasmissioni radio e televisive. È autore ed esecutore di
jingle e colonne sonore televisive. Collabora con
musicisti, cantanti e attori, in vari tipi di spettacolo. È stato docente presso il Conservatorio Vivaldi
di Alessandria e Insegnante di fisarmonica nelle scuole medie ad indirizzo musicale. Insegna
fisarmonica all’Accademia di Arti Classiche di Riva San Vitale (Svizzera).
Intero 15€ - Ridotto 10€
(Incontri)
Venerdì 20 Marzo ore 20.30
Sia fatta la Tua volontà
Sesto incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 21 marzo ore 21
Jazzin'bArca
Nothing is Real: Beatles in Jazz
a cura di Incontro d'Arti
13Nothing is real è una frase
contenuta in una delle canzoni più famose del periodo psichedelico dei Beatles ed è anche il nome del
gruppo che propone un repertorio di brani del quartetto più famoso del mondo. In repertorio sono
presenti i brani più conosciuti ed indimenticabili del quartetto di Liverpool quali Come
togheter, Blue Jay Way, For no one, Here There and Everywhere arrangiati in chiave modern
jazz talvolta con incursioni stilistiche che rimandano al Funk ed al Blues. Il progetto vanta la
partecipazione di notevoli musicisti che hanno collaborato con Artisti di fama nazionale ed
internazionale: Giampiero Spina (chitarra - arrangiamenti), Fabrizio Bernasconi (pianoforte),
Roberto Piccolo (contrabbasso ) e Tony Arco (batteria).
Intero 15€ - Ridotto 10€
Aprile 2020
(Teatro)
Sabato 4 e domenica 5 aprile ore 21
Schiava di Picasso
di Osvaldo Guerrieri
Regia di Blas Roca Rey
con Monica Rogledi e Rossana Casale
Schiava di Picasso: uno spettacolo
tratto dall'omonimo romanzo di Osvaldo Guerrieri (premio Flaiano), interpretato da Monica
Rogledi e Rossana Casale.
”Pablo è uno strumento di morte. Non
è un uomo, è una malattia, non un amante, ma un padrone”. Dora Maar.
Dora Maar, una donna bellissima,
indipendente e creativa, una fotografa negli anni '30. Un giorno qualunque incontra, in uno storico
caffè di Parigi, l'uomo che le sconvolgerà la vita fin quasi a distruggerla: Pablo Picasso. Nasce una
storia d'amore tormentata e travolgente, una schiavitù amorosa durante la quale la donna,
lentamente, viene stritolata dalla crudeltà e dalla vanità del più grande artista del '900. Sullo
sfondo una Parigi esplosiva, dove il meraviglioso gruppo di surrealisti da vita ad una delle più
straordinarie rivoluzioni artistiche del secolo: Jacques Prévert, Paul Eluard, George Bataille,
Man Ray, le loro donne, i loro amori liberi e sfacciati, la loro vita contro ogni ordine borghese.
Dora Maar vive tutto questo come un sogno. Come un incubo.
La Spagna è dilaniata dalla guerra
civile, l'Europa viene travolta dal nazismo, Parigi è occupata dai tedeschi e Dora divide con Picasso
la fame, il freddo e la paura dell'arresto.
Ogni sera Dora, la “schiava di
Picasso”, ci racconterà la sua storia, la sua dannazione, la sua salvezza. Ogni sera accanto a lei una
voce magnifica ci canterà il suo amore maledetto,
attraverso le canzoni più suggestive
di quella Parigi. Leggendaria e scomparsa.
Intero 18€ - Ridotto 13€
14(Incontri)
Venerdì 17 aprile ore 20.30
"Chi ha orecchie per intendere..."
Settimo incontro seminariale
con Angela Zecca su Il Femminile
dell'Essere di Annick de Souzenelle
Quota di partecipazione 25€
(Musica)
Sabato 18 aprile ore 21
Jazzin'bArca
Enrico Intra Piano Solo: Sound Movie
a cura di Incontro d'Arti
Enrico Intra prosegue il percorso
cominciato oltre venticinque anni fa con il progetto Sound Movie. L'intento non è quello di
realizzare una colonna sonora, come spesso avviene tra chi coltiva la pratica di realizzare musica
dal vivo sulle immagini, ma di creare un “contrappunto emotivo” con le immagini dei film,
dove il rapporto fra musica e movenze filmiche viene profondamente cambiato rispetto alla
moderna interazione quasi dialettica, e perviene invece ad un gioco parallelo e simultaneo tra
le due arti.
Intero 15€ - Ridotto 10€
Maggio 2020
(Teatro)
Giovedì 14 e venerdì 15 maggio 19.30
ore 19 aperitivo
Milan In - La città di Testori
con Arianna Scommegna e Gian Luca
Margheriti
Negli anni Cinquanta Testori comincia a
scrivere i suoi racconti milanesi. Sono storie che frugano nel profondo l’anima delle periferie
di Milano: il fondo della via Mac Mahon, i terrapieni della Bovisa, la zona di Viale Monza, il
cavalcavia Bacula, il ponte della Ghisolfa, la Baia del Re o il Giambellino. Una mappa delle periferie
cittadine, una mappa della vita degli ultimi della città.
La periferia per Testori è
inevitabile, come disse in diverse interviste. Alla fine degli anni
Cinquanta la periferia occupa l’intero
orizzonte letterario dello scrittore che, quando non è alla Biblioteca del Castello a scrivere, si
trasferisce proprio nelle periferie di cui racconta, seduto ai tavoli di bar sovraffollati, in umide e
oscure palestre di boxe, all’arrivo di corse ciclistiche amatoriali. È qui che Testori scrive,
ma soprattutto è qui che Testori conosce i personaggi delle sue storie e se ne innamora. Il ciclo
che si intitola I segreti di Milano, iniziato con Il Ponte della Ghisolfa e continuato con raccolte di
racconti coma La Gilda del Mac Mahon, romanzi come Il fabbricone e opere teatrali come
L’Arialda o La Maria Brasca, è stato interamente composto nel periodo compreso tra 1958
e il 1961. Nelle intenzioni di Testori I segreti di Milano avrebbe dovuto occupare la sua intera
vita e non finire mai, un po’ come la Commedia umana di Balzac. Esistono tracce di interviste
in cui, per quasi tutta la vita, Testori racconta di romanzi e racconti che ha ideato e iniziato a
scrivere per portare avanti I segreti di Milano ma che non vedranno mai la luce, scomparsi, dispersi, finiti chissà dove. Quello
che ci resta oggi è uno spaccato della Milano di quegli anni capace di riportare in vita la realtà
della povertà, dell’emarginazione e dell’immigrazione meglio di un trattato di
sociologia o di un manuale di storia.
Una Milano, quella di Testori, che cercheremo di riportare in vita grazie alle parole dello
scrittore e soprattutto alla recitazione di Arianna Scommegna, una delle migliori interpreti
dell’opera testoriana che il teatro abbia mai avuto.
ore 19 aperitivo - Intero Unico con
aperitivo 13€
(Musica)
Sabato 23 maggio ore 21
Mud Pie
Concerto Afro-Blues
Marta Colombo: voce e percussioni, Alex
Stangoni: cigarbox guitar, cigarbass e dobro,
Nicola Rizzi: armonica ed elettronica,
Sebastiano Ruggeri: batteria
Mud Pie Mud significa fango... miscela,
unione, fusione... Mud Pie è un'antica torta al cioccolato originaria del Mississipi ed è proprio
questo luogo il legame con la nostra musica. La musica di Mud Pie ha radici nel lontano
Mississipi con un blues essenziale e comunicatore che viene arricchito di ingredienti quali
l'elettronica, l'Africa, il jazz, il rock, l'Europa... Il fango è il risultato dell'unione di musicisti con
percorsi e sonorità differenti che trovano il filo logico del loro pensiero nel blues, nel jazz e
nelle profonde influenze africane.
Marta Colombo: voce e percussioni Alex
Stangoni: cigarbox guitar, cigarbass e dobro Nicola Rizzi: armonica ed elettronica Sebastiano
Ruggeri: batteria
Intero Unico 10€
Arcaduemila fondata nel 2007 da un
gruppo di operatori teatrali ha sede operativa presso il teatro LabArca, in via Marco
d’Oggiono, 1 a Milano.
Le attività dell’Associazione
Arcaduemila, giunta alla sua nona stagione teatrale, costituiscono una realtà culturale più che mai
attiva nel centro di Milano e oggi profondamente radicata nel territorio milanese.
L’ambizione dei fondatori di
Arcaduemila era quella di partire per una navigazione nella città di Milano facendo salire a bordo quanti
più soggetti interessati possibile, essendo il teatro luogo di incontro, di confronto e di scambio di
esperienze, pensieri e forme espressive. Con la stabile disponibilità del teatro / laboratorio
LabArca, avvenuta nel 2012, la navigazione ha trovato un punto di felice approdo e di sicuro
riferimento per i naviganti.
Oggi le attività di Arcaduemila
coinvolgono annualmente circa 200 operatori tra attori, registi, scrittori, musicisti, tecnici audio e
video e 6 professionisti che operano, rispettivamente, nell’ambito della comunicazione,
della consulenza giuridica e fiscale; raggiungono più di 200 allievi, che, annualmente, frequentano i corsi teatrali e musicali
organizzati da LabArca; circa 4000 spettatori assistono, a ingresso a pagamento e libero, alle
stagioni teatrali organizzate da Arcaduemila; raggiungono più di 4000 persone iscritte alla
newsletter del laboratorio/teatro LabArca, settimanalmente informate e aggiornate sugli eventi,
appuntamenti e sulle novità. A ciò si aggiunga la presenza costante e continua sul web mediante il
sito www.lab-arca.it, nonché un’attività di comunicazione specifica che si realizza
attraverso i principali social network presenti on line (Facebook e Instagram).
Queste attività trovano la
partecipazione delle istituzioni locali (Comune di Milano, Regione
Lombardia e Municipi 1 e 8) che, in
considerazione della credibilità conquistata negli anni,
concedono alle attività di Arcaduemila
il patrocinio, là dove possibile contribuendo a finanziare la realizzazione di specifici eventi.
Le attività di Arcaduemila e LabArca,
tutte principalmente svolte presso il laboratorio / teatro LabArca, si sostanziano, da un lato, in
attività formative (corsi teatrali e musicali dedicati sia a operatori professionisti che ad
amatori) e, dall’altro, nell’organizzazione di una Stagione Teatrale / Musicale che, ogni anno, si
apre a ottobre per concludersi nel mese di maggio dell’anno successivo.
Arcaduemila è una associazione il cui
Presidente dal maggio 2013 è l’Avv. Franco Estrangeros.
Nel 2018 ha acquisito la qualifica di
Associazione di Promozione Sociale iscritta al registro della Provincia di Milano. Gli associati di
Arcaduemila, che a rotazione, formano parte attiva del direttivo dell’Associazione,
compongono il cuore creativo e organizzativo dell’Associazione che, ogni anno, da settembre a giugno,
organizza e produce la stagione teatrale / musicale presso il Teatro LabArca. Il Consiglio Direttivo
di Arcaduemila è composto da attori, registi, scrittori, musicisti e da associati che prestano
all’associazione la propria competenza nell’ambito della comunicazione, in ambito giuridico e
fiscale.
Collaborano con l’Associazione
artisti, attori, musicisti, scrittori, registi di primario rilievo
nel ricco panorama milanese: Giulia
Lazzarini, Massimo Cacciari, Enrico Intra, Roberto Piumini, Enrico Bonavera, Arianna Scommegna, Egidio
Bertazzoni, Franco Sangermano, Gianluca Margheriti, Marina Massironi, Giacomo Poretti,
Paolo Tomelleri, Emilio Soana, Giovanni Falzone , Luca Missiti, Livia Grossi, Rossana Casale, Blas Roca Rey, Monica Rogledi,
Anna Maria Tulli, Angela Zecca, Caterina Piccione, Dummies Project, Camilla Barbarito, La
Banda degli Ottoni a Scoppio, gli Eliconturbo folk Ensemble, Spring of Strings, Evì-Evàn,
Mud Pie e giovanissimi artisti provenienti dal Piccolo Teatro e da altre scuole: i Bezoart, i
Puntoteatrostudio, i Guinea Pigs, i Frigoproduzioni, il Teatro dei Gordi, il Laboratorio Fuoco
alla Paglia.
La direzione artistica è di Egidio
Bertazzoni e Anna Bonel.
Il teatro LabArca che ospita le
attività di Arcaduemila è composto da uno spazio di 250 mq, con capienza massima di 100 persone,
attrezzato con una ricca costumeria e un’articolata
attrezzeria teatrale. Inoltre è dotato
di impianto luci, audio e video, strumenti musicali batteria, tastiera, chitarra, piccole
percussioni, strumenti a fiato (sassofono, clarinetto e
fagotto), pianoforte a mezza coda.
Dove Siamo
Teatro LabArca- via Marco d'Oggiono 1
Milano
Come raggiungerci
MM2 S. Ambrogio - S. Agostino - Porta
Genova
bus: 94 tram: 2-9 -10-14
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