PROGETTO TEATRALE
ALICE E PINOCCHIO LIBERANTI
TEATRO DELLA CASA CIRCONDARIALE
FEMMINILE DI REBIBBIA

ALICE Nel paese delle meraviglie?, vede protagoniste le
detenute del laboratorio teatrale della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia:
Alina, Annamaria, Cristina, Claudia, Claudia, Laura, Lucia, Nadia.
“Chi esser tu?”
chiede il brucaliffo “Beh ecco, non lo so più nemmeno io chi sono, mi sono
trasformata così tante volte” risponde Alice. In carcere il tempo è fermo,
bloccato al tè delle cinque, come quel tè che Alice vorrebbe prendere con il
cappellaio matto. Il tempo è fermo ma tutto intorno si muove, tutto si ripete
identico a se stesso in uno spazio che determina l’azione del corpo: un corpo
che si trasforma e che diventa o troppo grande o troppo piccolo in uno spazio
che è o troppo stretto o troppo grande.
Ma sono anche altri i temi che in Alice possono ricondurci
metaforicamente al carcere come ad esempio l’incontro con la Regina di cuori
che porterà Alice a domandarsi cosa sia la Giustizia.
Bianconiglio: “siamo qui riuniti per il processo di Alice”
Regina: “Tagliatele la testa!”
Alice: “ma dovrebbe esserci prima una sentenza”
Regina: “esecuzione prima, sentenza poi”
Ma al di là dei punti in comune che si possono trovare tra
il testo e la realtà in cui viene rappresentato
“Alice nel paese delle meraviglie?” è una commedia teatrale, nata per il
teatro e non per il teatro in carcere e tale vuole rimanere anche nella messa
in scena. Il testo della Jacobbi
riprende il capolavoro disneyano e lo rende attuale conferendo ai personaggi
caratteristiche moderne. La costruzione registica: dall’ideazione scenica, ai
costumi, dalle musiche, all’interpretazione attoriale, all’utilizzo di
burattini tendono a sottolineare quanto il mondo onirico di Alice sia una
rielaborazione di un mondo contemporaneo.
Per la prima volta anche la collaborazione di studenti
dell’Istituito di Istruzione Superiore Charles Darwin di Roma, ragazze tra i 16
e i 18 anni che condividono con le detenute l’emozione del palco pur avendo
provato separatamente.
“Credo nel potere educativo delle fiabe – scrive la regista
Francesca Rotolo - con le loro parole semplici costruiscono nuovi immaginari.
Nuove parole creano nuovi pensieri e quindi nuove identità. Giocare con le
fiabe ci permette di ritornare a giocare con la nostra parte bambina, di
prenderci meno sul serio, di ironizzare su noi stessi, la fiaba “smonta”
l’adulto che abbiamo creato pieno di schemi e sovrastrutture e ci ricorda di
essere semplici. Perché portare in scena una fiaba? Perché il 99% delle
detenute sono madri e questo può essere un modo nuovo per condividere con i
propri figli la gioia e il divertimento del teatro”.
PINOCCHIO tratto da
Le Avventure di Pinocchio di Collodi per la regia di Paola Iacobone, vede
protagonisti i detenuti del laboratorio teatrale della C.C. di Cassino: Younes
Benrhahhou, Pasquale Cifonelli, Paolo De Marchi, Antonio Donniacuo, Tahaa Eldahis, Antonio
Galimo, Antonino Macri, Silvio Mascetti, Vincenzo Strafile, Samuel Tega e la
partecipazione straordinaria di Stefania Cocuzzo
Le Avventure di Pinocchio possono essere considerate una
realtà parallela in cui è facile perdersi e da cui è molto difficile uscire. Un
mondo fatto di parole, che ci riportano all'infanzia e che molto spesso
divengono sinonimo del nostro essere, di immagini, mentali e non, di sensazioni
ed emozioni. All’interno del testo di Collodi, come svela Giorgio Manganelli
nel suo Pinocchio: un libro parallelo, pubblicato da Adelphi nel 2007, sono
dunque racchiuse infinite possibilità che nel corso del tempo hanno preso vita
in forme sempre nuove. L’essenza drammaturgica del testo e la sua naturale
vocazione alla rappresentazione appare però quella più evidente e che
inevitabilmente ha portato Le Avventure a innumerevoli ri-scritture sceniche.
Personaggi, dialoghi, immagini e colori in Pinocchio richiamano infatti
continuamente il mondo del teatro. La sua stessa struttura, che non possiamo
definire quella di una fiaba classica, non è infatti univoca e chiara ma
ingloba al suo interno forme differenti che si sommano in una costruzione
anomala e del tutto innovativa. Le fiabe sono infatti lineari, capaci di
offrire ai loro piccoli lettori insegnamenti e morali che non abbiano valenze
multiple, ma possano indicare un chiaro esempio da seguire. Le avventure di
Pinocchio pongono invece continue ambivalenze e possibili letture che si
ampliano all’interno degli stessi insegnamenti morali che presentano, fino a
farli esplodere. All’interno di questa forma composita e capace di infinite
letture si ritrovano tutte le esperienze passate dell’autore del testo, Carlo
Lorenzini, che utilizzò lo pseudonimo di Collodi come affettuoso omaggio al
paese natale della madre, che fu giornalista, critico, umorista, drammaturgo,
traduttore di fiabe e scrittore di racconti per l’infanzia. Tutto è
stratificato in una scrittura asciutta ed essenziale, evocativa nell’uso attento
del toscano, realistica e al tempo stesso incoerente nelle descrizioni di
luoghi mai conclusi e personaggi concreti nella loro irrealtà.
“Un testo che contiene in se tutto il necessario e che
infatti durante il laboratorio abbiamo letto integralmente ognuno con il
proprio libro e insieme ad alta voce nel corso delle prime sessioni – afferma
la regista Paola Iacobone - Commentandolo, drammatizzandolo e facendolo nostro.
Successivamente sono stati selezionati alcuni passi da portare in scena e
sempre insieme abbiamo poi scelto gli interpreti per i diversi personaggi,
provandoli e cambiandoli diverse volte. Cercando di mantenere intatto il filo
narrativo originale, ma anche evidenziando la nostra personale interpretazione
di quella fiaba che fiaba non è e di quel burattino, che poi è una marionetta e
mai sarà solamente un bambino in carne ed ossa. Il nostro Pinocchio sbaglia e
si rialza, nel suo continuo girovagare trova il senso del suo essere e alla
fine si salva da solo. La fata c’è, non potrebbe non esserci lei, protagonista
con Pinocchio del libro di Collodi, ma ha un ruolo molto ridimensionato
soprattutto rispetto alla trasformazione del burattino. È sorella, amica e
madre che consiglia, protegge e solo grazie alla sua assenza dà a Pinocchio la
possibilità di crescere e trasformarsi. Il nostro viaggio, come quello del
burattino, è stato pieno di insidie e difficoltà. Il gruppo è cambiato diverse
volte nei mesi, pur avendo dei membri fissi che hanno fatto da filo conduttore
per i nuovi arrivati, per poi prendere una forma definitiva da marzo e
affrontare insieme le giornate fondamentali di incontro con i mastri
burattinai. Fulvio e Stefania Cocuzzo ci hanno portati in quella realtà tanto
vicina alla favola collodiana e imprescindibile per la comprensione del mondo
parallelo di Pinocchio; con loro i partecipanti al laboratorio hanno costruito
burattini, visto il loro adattamento delle Avventure e animato i burattini in
uno spettacolo per i figli degli altri detenuti della casa circondariale di
Cassino. Un’esperienza cruciale anche nell’incontro con la nostra Fata e nella
costruzione del nostro spettacolo. Una scrittura scenica realizzata sessione
dopo sessione, con esercizi fisici e vocali, improvvisazioni a partire dal
testo collodiano ma al cui interno inevitabilmente ci sono i corpi, le parole,
le storie di ognuno dei partecipanti. Una rilettura del testo collodiano, che
ne svela significati nuovi e al tempo stesso offre la possibilità agli attori
in scena e al pubblico che parteciperà alla nostra performance finale di
scoprire un nuovo Pinocchio e soprattutto un qualcosa di nuovo di sé stessi”.
Fiabe in Carcere—Alice e Pinocchio Liberanti si presenta
come il naturale sviluppo di Liber Liberanti progetto vincitore del Bando Io
Leggo 1 0ed, inserito nel vol. LazioCreativ02016, ha ricevuto una lettera di
merito dal Presidente della Repubblica Mattarella. Tra gli obiettivi del
Progetto: alfabetizzare e avvicinare alla lettura la popolazione carceraria e
favorire la creazione e lo sviluppo di momenti di condivisione tra
detenuto-genitore e figli. Il presente progetto Fiabe in Carcere — Alice e
Pinocchio Liberanti mantiene gli stessi obiettivi e si amplia e sviluppa verso
la volontà di avvicinare i partecipanti al teatro d'animazione attraverso
l'analisi di due capolavori della letteratura per ragazzi: Alice nel paese
delle meraviglie di L. Caroll che sarà rivolto alle detenute della C.C. di
Rebibbia e Le avventure di Pinocchio di C. Collodi rivolto ai detenuti della
C.C. di Cassino. Il nome del progetto mantiene il termine "liberanti"
inteso come participio passato del verbo liberare e quindi considerando Alice e
Pinocchio come due testi che hanno la capacità di "liberare" la
fantasia, di condurre in luoghi sognanti e immaginari. Ma "liberanti"
può essere anche l'aggettivo che indica, nel contesto penitenziario, quei
detenuti/e che stanno per essere scarcerati e dunque, se adattate al contesto,
le storie di Alice e di Pinocchio che tutti noi conosciamo acquisteranno nuovo
valore e significato. Questi protagonisti, portatori di numerosi significati
educativi e pedagogici diventeranno lo specchio attraverso cui madri-detenute e
padri-detenuti potranno guardare se stessi e raccontarsi attraverso le parole e
le avventure di questi personaggi.
https://www.facebook.com/mast.officinadellearti/
https://www.facebook.com/liberliberanti/
https://liberliberanti.wordpress.com/
TRAILER di liber liberanti
https://www.youtube.com/watch?v=Zy53qPGnPeM&index=7&list=PLzHQTyR73U9ZDAZ8IX9a8L4yCg34est3b
Video del progetto Liber Liberanti
https://www.youtube.com/watch?v=5H6y_rgI_5Y&list=PLzHQTyR73U9ZDAZ8IX9a8L4yCg34est3b&index=9
Teatro della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia
14 giugno 2018
Ingresso via Bartolo Longo, 92
Orari spettacolo ore 15.30 inizio spettacolo. Ore 15
ingresso al carcere
Ingresso su prenotazione entro il 3giugno prenotando a
mast.officinadellearti@gmail.com :
inserire documento di identità e modulo allegato. In oggetto
“Prenotazione Rebibbia”
Casa Circondariale di Cassino
14 giugno 2018
Ingresso via : via sferracavalli, 3
Orari spettacolo : spettacolo ore 14.30 ingresso al carcere ore 14
Ingresso su prenotazione entro il 26 maggio prenotando a
mast.officinadellearti@gmail.com – in mail: nome, cognome, data di nascita e
documento d’identità. In oggetto “Prenotazione Cassino”
Nessun commento:
Posta un commento