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lunedì 19 maggio 2025

RETTORE
LA REGINA DELL'IRRIVERENZA
SFIDA ANCORA IL POP CON
"ANTIDIVA"

Dopo una lunga corsa a briglia sciolta nel rock che ruba la scena, Rettore si riaffaccia nel 2025 con una traccia che, a primo ascolto, sembra una virata pop-dance. Ritmo che picchia, synth sfrontati, hook accattivante – ANTIDIVA suona come un pezzo da playlist del venerdì sera. Ma sarebbe un errore fermarsi alla superficie. Perché se c'è una cosa che Rettore non fa mai è lasciarsi etichettare.

Sotto la pelle lucida di questo singolo si nasconde – neanche troppo in fondo – la solita lama affilata. ANTIDIVA non è una svolta, è un travestimento. Rettore usa il linguaggio del dancefloor per dirci qualcosa di scomodo, quasi brutale, ma con quel sorriso storto che è solo suo. Le "divette da selfie", le identità costruite sui filtri, la corsa al consenso: nel suo nuovo brano ci balli sopra, ma senti anche che stai pestando calli.

Questo pezzo è un cavallo di Troia. Entra in radio con il passo leggero del tormentone, ma dentro c'è tutto il veleno elegante e il sarcasmo punk che l'ha resa un’icona fuori controllo da quarant’anni. Il ritornello è contagioso e ogni strofa è una stilettata.

ANTIDIVA è anche il cuore dell’album ANTIDIVA PUTIFERIO, uscito lo scorso gennaio. Un titolo che è tutto un programma: una dichiarazione di guerra all'omologazione, all'ordine, alla prevedibilità. Donatella non cerca revival e non vive di nostalgia. Lei rimescola, rimescola ancora, e poi si piazza nel presente con unghie laccate e idee chiarissime. Il disco raccoglie 12 brani e un cast intergenerazionale: da Beatrice Quinta a BigMama, da Ditonellapiaga a Tancredi. Ma è tutt'altro che una passerella ,chiamalo pure scontro creativo.

E così, quella che sembrava una svolta verso la facile presa è in realtà un altro atto di sabotaggio. Rettore non scende a compromessi nemmeno quando flirta col pop. Anzi: lo prende, lo strizza, lo distorce, e se lo mette in tasca. Come sempre, si muove libera, laterale, urticante. E ANTIDIVA, più che una canzone, è una trappola: ti fa ballare, poi ti fa pensare.

Rettore non cambia. Gioca con i generi, e detta sempre le regole.

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