"TEMPESTA"
ATERBALLETTO
COREOGRAFIA DI GIUSEPPE SPOTA
PICCOLO TEATRO STREHLER

Con Tempesta Aterballetto affronta una sfida: mettere alla
prova la capacità della danza di raccontare una narrazione teatrale,
illuminandone le storie e i personaggi in modo originale, osservandoli da nuovi
punti di vista, garantendo una chiara leggibilità della vicenda originale senza
rinunciare ad aprire dimensioni visionarie.
«Tempesta è un mito letterario, è una specie di favola
magica che conclude la carriera di Shakespeare in maniera del tutto originale e
misteriosa. Scelta dalla direzione che mi ha preceduto, mi è sembrata
un’occasione straordinaria non soltanto sul piano artistico, ma anche su quello
della crescita consapevole della Fondazione Nazionale della Danza verso nuovi
orizzonti.
I prossimi anni ci troveranno impegnati non soltanto nel
ruolo storico, produttivo, ma anche rivolti verso nuove progettualità. In
particolare, ci siamo orientati verso il compito di “facilitatori” di nuove
relazioni interne al sistema nazionale dello spettacolo dal vivo, incarnando
una vocazione transdisciplinare e aperta. Così, Tempesta permette un passo
fondamentale alla danza italiana: due teatri importanti,
quello del Veneto e quello di Brescia, ci producono e ci ospitano nelle loro
stagioni, dopo il debutto al Piccolo di Milano. È la strada per una diffusione
più capillare della danza e per rivolgerci a nuovi spettatori. Dopo
l’esperimento di incontro con arte e fotografia (In/Finito), alla vigilia del
Bach Project che propone una tappa importante nell’esplorazione della relazione
tra danza e musica, Tempesta segna il nostro avvicinamento al mondo del
teatro.»
Gigi Cristoforetti
«Nello studiare il testo un’immagine mi ha condotto
all'altra (come succede nella storia di Shakespeare, in un continuo effetto
domino), dando la possibilità all’immaginazione di espandersi.
Una delle fascinazioni principali è stata quella dell'isola,
dove un padre (Prospero) e una figlia (Miranda) trascorrono dodici anni insieme
ad esseri non umani e lontani da ogni forma di civiltà. Proprio come in un
viaggio, in ogni tappa il corpo e il movimento cambieranno e si evolveranno,
attirando il pubblico dentro un mondo magico, al centro del quale si trova
Calibano, servo di Prospero, legato a Miranda da un rapporto che si trasforma
negli anni.»
Giuseppe Spota
«Affrontare Tempesta ha significato cercare la chiave per
raccontare una storia per un'ora senza utilizzare parole. Ho dunque creato
un'installazione di musica, all’interno della quale i corpi diventano essi
stessi dialogo. Con Giuseppe Spota c'è stata un'intesa fantastica: ho composto
mentre lui e Pasquale Plastino stavano creando la drammaturgia. Quando abbiamo
confrontato i nostri lavori ho scoperto una sorta di fisiologica e naturale
sintonia, che mi ha permesso di ritrovare il mood della mia composizione.
Io faccio colonne sonore per film, ma stavolta si è trattato
di una grande sfida. Quando scrivevo mi muovevo molto ed è così che credo di
aver visto i singoli personaggi. Per esempio Calibano ha un aspetto tribale,
che ci pone davanti al suono del legno, e io mi sono immaginato, naturalmente
in chiave moderna, un mostro che contiene una moltitudine di persone.
Anche per Miranda c'è un suono specifico, quello della
Malinconia, e anche un po' di gioco. Ma è un gioco che non che va mai a cadere
nel lato felice.
Per me c'è una felicità che i personaggi non raggiungono
mai: ciò che io sento come il tema di Tempestaè, infatti, una sorta di
malinconia.
Non vedo l'ora di vedere la danza. Finora ho immaginato un
film muto: aspetto di trovare come la mia musica diventerà corpo e movimento.»
Giuliano Sangiorgi
«La grandezza dei veri classici si fonda sicuramente sulla
infrangibilità del loro valore quando viene tirato da tutti gli angoli
possibili delle innumerevoli interpretazioni.
L’opera di Shakespeare ne è l’esempio massimo. La regia e la
drammaturgia contemporanea l’hanno letto e interpretato in migliaia di modi e
certamente non tutti riusciti. Eppure il testo resta lì imponente, granitico,
autorevole, impermeabile ai graffi e alle ripetute violenze, irradiando e irretendo
chiunque con la sua poeticità, suscitando sempre emozioni profonde. Come può
confrontarsi la danza con un testo scritto dove le parole restano fondamentali
per scatenare sensazioni le più diverse?
Abbiamo quindi scelto di dare un “corpo” a tutto quello che
nel testo viene solo detto ma non visto.»
Pasquale Plastino
«Una Tempesta in danza. Si può trasferire in gesto e
movimento la scrittura così densa di racconto e di significato di quest’opera?
Questa la sfida dello spettacolo. […] Nel lavoro coreografico resta al centro
la storia di un padre e di una figlia, Prospero, il duca spodestato dal
fratello, e Miranda che vive sull’isola da quando era così piccola da non avere
altri ricordi se non quelli di quel luogo. Ma diverrà immagine il lungo
racconto che il padre fa alla figlia narrandole della sua nascita nobile e dell’arrivo
in quel remoto angolo del mondo. Questo si trasformerà in danza, arrivando poi
all’evocazione della tempesta come un grande gioco realizzato per il compleanno
di Miranda, affinché l’evento cambi il corso delle cose per tutti i soggetti
implicati.»
Antonio Audino
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 12 al
14 giugno 2018
Tempesta
coreografia di Giuseppe Spota
musiche originali Giuliano Sangiorgi
drammaturgia Pasquale Plastino
scene Giacomo Andrico
consulenza critica Antonio Audino
costumi Francesca Messori, luci Carlo Cerri
produzione Aterballetto – Fondazione nazionale della danza
coproduzione CTB - Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile
del Veneto - Teatro Nazionale
Orari: martedì e giovedì ore 19.30; mercoledì ore 20.30
Durata: 70 minuti senza intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 -
www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai protagonisti su
www.piccoloteatro.tv
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