TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO
"VA PENSIERO"
DI MARCO MARTINELLI
Dopo il debutto, lo scorso 23 novembre
al Teatro Storchi di Modena, Va pensiero, la nuova creazione corale
ideata e diretta da Marco Martinelli e Ermanna Montanari - prodotta
da Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro delle Albe/Ravenna
Teatro - arriva all’Elfo Puccini.
Lo spettacolo racconta il “pantano”
e la corruzione delI’Italia di oggi in relazione alla “speranza”
risorgimentale inscritta nella musica di Giuseppe Verdi.
Il testo di Martinelli si ispira a un
fatto di cronaca: il vigile urbano di una piccola città dell’Emilia
Romagna si fa licenziare pur di mantenere la propria integrità di
fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa,
capace di avvelenare il tessuto sociale della regione che ha visto
nascere il socialismo e le prime cooperative.
Ideato e diretto da
Marco Martinelli e Ermanna Montanari, scene Edoardo Sanchi, luci
Fabio Sajiz, costumi Giada Masi, musiche originali Marco Olivieri, Va
pensiero vede, accanto agli attori delle Albe, altri attori “ospiti”
e il coro di Bergamo diretto dal Maestro Fabio Alberti.
Dopo Pantani e Rumore di acque, Slot
Machine e Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, un nuovo affondo
drammaturgico di Marco Martinelli sulla patria amata e per questo
raccontata anche nei suoi inferni: un grido disperato e ancora
vibrante di speranza, perché si ritrovi il senso di parole come
“democrazia”, “giustizia”. Lo spettacolo vede in scena
l’ensemble del Teatro delle Albe insieme ad altri attori “ospiti”,
con i quali si dà corpo a una drammaturgia originale, intrisa di
accenti e sonorità: il calabrese e il napoletano si mescolano alle
cadenze romagnole e emiliane degli altri attori, formando una vera e
propria “polifonia”.
«Va pensiero prende spunto da un
episodio realmente avvenuto – spiega Martinelli – quello del
vigile urbano di Brescello Donato Ungaro: lui è stato la prima fonte
di questo lavoro, è stato fondamentale ascoltarlo per sentire il suo
punto di vista su tutta la vicenda. I nostri modelli sono poi stati
Giuseppe Verdi, il romanzo dell'Ottocento (modello narrativo, non
teatrale) e Charles Dickens. Abbiamo pensato a Dickens, perché nel
suo grandioso raccontare la Londra nera e cupa, la Londra degli
assassini, del malaffare e della prostituzione, riesce sempre a
trovare il modo di far entrare la luce».
Va pensiero racconta di quanto possa
essere insinuante e strisciante la corruzione della mafia o della
'ndrangheta nel tessuto sociale della nostra regione. Sono stati
trasformati i nomi dei protagonisti: quindi il vigile urbano dello
spettacolo non si chiama Donato Ungaro, ma Vincenzo Benedetti, lui
non combatte contro un sindaco, come nel caso di Brescello agli inizi
del duemila, ma contro una sindaca, e per questo la si può definire
un'opera di fantasia, come quelle di Dickens, o di Dostoevskij, che
partivano da articoli di giornale per costruire un affresco più
grande.
«Va pensiero – aggiunge Ermanna
Montanari – è stato scritto pensando a un film. È la prima volta
che capita e non è un caso che sia immediatamente successivo al
lavoro svolto per il film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, che
però era nato come spettacolo teatrale. È un'osmosi fra i due
linguaggi, un rincorrersi: per tanti anni il cinema è stato
sottotraccia nei nostri lavori, anche in quanto divoratori di cinema.
Poi, a un certo punto, le proiezioni hanno cominciato a entrare in
maniera massiccia nei nostri spettacoli, a partire dal Pantani, fino
ad arrivare al piacere di fare un film, al piacere di poter arrivare
al primo piano, che era proprio un'ossessione per noi. Nello scrivere
Va pensiero abbiamo citato come riferimento Dickens, ma forse il
romanzo è una forma di cinema che precede il cinema stesso, con
questa capacità, questa possibilità di raccontare paesaggi diversi,
luoghi, ambienti, e di passare dal campo lunghissimo al primissimo
piano.»
La suggestione del titolo Va pensiero è
arrivata subito a Martinelli e Montanari: «tante volte il titolo di
uno spettacolo o di un'opera, arriva che si è assemblato il
materiale, ma questa volta invece era chiarissimo. Era Verdi, era
quella musica, era quella speranza. E così è partito da un dato
affettivo, dalla possibilità di essere corrotti noi stessi, dalla
nostra primaria corruzione».
Ideazione e regia Marco Martinelli e
Ermanna Montanari
in scena Ermanna Montanari, Alessandro
Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella
Mastronardi, Ernesto Orrico, Gianni Parmiani, Laura Redaelli,
Alessandro Renda, con la partecipazione del Coro di Bergamo diretto
dal Maestro Fabio Alberti
incursione scenica Fagio, Luca Pagliano
arrangiamento e adattamenti musicali,
accompagnatore e maestro del coro Stefano Nanni
scene Edoardo Sanchi
costumi Giada Masi
disegno luci Fabio Sajiz
musiche originali Marco Olivieri
suono Marco Olivieri, Fagio
consulenza musicale Gerardo Guccini
tecnico luci Luca Pagliano, macchinista
Danilo Maniscalco
editing video Alessandro Renda
direzione tecnica Fagio
fotografie dello spettacolo Silvia
Lelli
produzione Emilia Romagna Teatro
Fondazione e Teatro delle Albe /Ravenna Teatro
9 - 10 / 12 - 14 gennaio – Sala
Shakespeare Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano –
Martedì / sabato ore 20.30, domenica ore 16.00 – Info e
prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org - Prezzi:
Intero € 32.50, Ridotto € 17, Martedì € 21,50 www.elfo.org
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