CON LA COLLABORAZIONE TRA
MEETMUSEUM E IL TEATRO DELL'ELFO NASCE
"2° OMBRA@ELFO"
MASSIMILIANO PELLETTI+ALDO NOVE
La terza installazione di art@elfo,
l’iniziativa curata da Flavio Arensi e Ferdinando Bruni, nata dalla
collaborazione fra Meetmuseum e Teatro dell’Elfo, propone una
collaborazione inedita fra lo scultore Massimiliano Pelletti e lo
scrittore Aldo Nove.
Il titolo e l’idea prendono spunto
dall’omonimo film del 2000 di Silvano Agosti, che tratta le vicende
di Franco Basaglia, in cui un personaggio afferma: «Quando medici e
infermieri con la scusa di curarmi, mi torturavano, io mi rifugiavo
nella mia seconda ombra, e non sentivo più niente». La scultura di
Pelletti, una testa di Antinoo – il celebre amante di Adriano,
divinizzato dopo la morte – è stata spaccata e ricomposta per
riformare un’unica ombra. La poetica di Pelletti utilizza la
statuaria classica come elemento stilistico riformulato, e da qui
procede per cercare un confronto-dialogo con la contemporaneità.
Aldo Nove ha scritto per l’occasione una poesia inedita, letta da
Ferdinando Bruni, ponendosi come controcanto linguistico e
intangibile alla concretezza marmorea dell’opera plastica.
Dopo le due installazioni con Angelo
Filomeno e Bertozzi&Casoni, e Pietro Masturzo insieme a Roberto
Fanari, questo nuovo evento espositivo temporaneo vede la
collaborazioni fra uno scultore e un poeta, rimarcando la
predisposizione del teatro ad unire le differenti sfaccettature del
sistema artistico e inteso nel sua più ampia identità.
La mostra accompagna la
rappresentazione Muri – prima e dopo Basaglia con testi e regia di
Renato Sarti con Giulia Lazzarini in scena in sala Shakespeare.
La mostra nasce con la collaborazione
della Galleria Paci di Pietrasanta
Opere esposte
Massimiliano Pelletti Antinoo spezzato,
2017
Marmo rosso etrusco, dimensioni
variabili
Intervento audio Con una poesia inedita
di Aldo Nove letta da Ferdinando Bruni
Massimiliano Pelletti è nato nel 1975
a Pietrasanta, città in cui attualmente vive e lavora. All’interno
del laboratorio artigianale di famiglia, apprende dal nonno Mario, le
prime tecniche di lavorazione del marmo. Fin dagli inizi della sua
carriera utilizza diversi materiali per la produzione delle sue
opere, come il bronzo, il legno e la ceramica, oltre a composti
leggeri, come le resine e il Pvc. Esordisce come artista nel 2006
vincendo la partecipazione alla XII Biennale dei Giovani Artisti
d’Europa e del Mediterraneo, da lì susseguono una serie di mostre
collettive e personali, italiane ed estere, come la Biennale
d’Alessandria d’Egitto e la partecipazione al Padiglione Italia
della 54° Biennale di Venezia. Ottiene diverse pubblicazioni e
articoli su magazine di arte contemporanea, vince la partecipazione
ai premi d’arte contemporanea più importanti di Italia come Premio
Terna. Nel 2013 ottiene un importante mostra personale dal titolo
Omnia Opera nel Fortino di Forte dei Marmi con pubblicazione di un
catalogo che raccoglie il suo lavoro a tutto tondo. Espone in vari
musei come Villa Madre e Sant’Agostino di Genova, all’abbazia di
San Zeno a Pisa, al Tempio di Adriano di Roma a Castel S. Elmo di
Napoli, all’Università della Sapienza di Roma, al Museo Pecci di
Prato al Museo Civico Paolo Giovio di Como, al Museo civico Palazzo
D’Avalos di Vasto e a Palazzo RISO Museo d’Arte Contemporanea
della Sicilia, Museo Ebraico di Bologna. È presente alla mostra Ecce
Homo alla Mole vanvitelliana di Ancona.
Aldo Nove (Viggiù 1967). Dopo essersi
laureato in filosofia morale, è stato autore di alcune raccolte
poetiche (Tornando nel tuo sangue, 1989; Musica per streghe, 1991; La
luna vista da Viggiù, 1994) e ha esordito nella prosa con i racconti
Woobinda e altre storie senza lieto fine (1996) e il romanzo
Puerto plata market (1998), che è stato collocato dalla critica nel
genere pulp, in voga in Italia alla metà degli anni Novanta, per lo
stile accattivante, il linguaggio crudo e i temi violenti. Nel 2000
con la pubblicazione di Amore mio infinito e con i successivi
La più grande balena morta della Lombardia (2004), Zero, il robot
(2008), La vita oscena (2010), N. si è dimostrato uno scrittore
eclettico, in grado di muoversi con capacità in diversi generi,
passando ad uno stile intimista ed esistenzialista, fino ad
affrontare questioni sociali della contemporaneità come in Mi chiamo
Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese del 2006. Nel 2013 è
uscito Mi chiamo… in cui lo scrittore ripercorre la vita della
grande artista Mia Martini, cui hanno fatto seguito il romanzo
storico Tutta la luce del mondo (2014), Un bambino piangeva (2015) e,
entrambi nel 2016, Anteprima mondiale e All'inizio era il profumo. N.
è inoltre autore per il cinema e il teatro e collabora per diversi
quotidiani e riviste.
art@elfo è un progetto di Flavio
Arensi e Ferdinando Bruni che nasce da una collaborazione di
Meetmuseum e il Teatro dell’Elfo iniziata con la ridefinizione del
logo del teatro disegnato da Mimmo Paladino, insieme all’immagine
guida della stagione teatrale 2016-2017 e alla realizzazione delle
videoguide per la mostra Restituzioni di Galleria d’Italia.
L’iniziativa intende trasformare l’ambiente del sottopalco, una
sorta di scatola nera, in un luogo espositivo temporaneo
sottolineando ancora una volta come l’identità dell’Elfo sia di
essere un «teatro d’arte contemporanea».
Opere di Massimiliano Pelletti e una
poesia inedita di Aldo Nove
luci Michele Ceglia
voce recitante Ferdinando Bruni
reportage fotografico
dell’installazione di Lorenzo Palmieri
una produzione Meetmuseum e Teatro Elfo
Puccini
in collaborazione con Galleria Paci,
Pietrasanta
2ªombra@elfo
Massimiliano Pellette + Aldo Nove
per art@elfo, un progetto di Flavio
Arensi e Ferdinando Bruni
Spazio Atelier | Teatro Elfo Puccini
c.so Buenos Aires 33, 20124 Milano,
tel. 02.00660606
ingresso libero
orari: la mostra è visitabile
solamente in orario di apertura spettacoli
(un'ora prima dell'inizio spettacoli)
Info: biglietteria@elfo.org |
info@meetmuseum.com | www.elfo.org
www.meetmuseum.com
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