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mercoledì 7 giugno 2023

 PRIMA NAZIONALE
PICCOLO TEATRO STREHLER DI MILANO
"MIET WARLOP" ONE SONG
HISTOIRE(S) DU THÉÂTRE IV

Mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, arriva al Teatro Strehler, in prima nazionale, ONE SONG di Miet Warlop, performance potente, rituale febbrile, inno alla vita e all’essere, insieme, comunità, trascinati dalle note di una sola canzone.


Creazione dell’artista visiva Miet Warlop, ONE SONG è il quarto di quella serie di “racconti teatrali” – HISTOIRE(S) DU THÉÂTRE – che, con NTGent, il regista Milo Rau ha commissionato in prima istanza a se stesso, quindi a Faustin Linyekula, Angélica Liddell e, appunto, a Warlop, sulla base della domanda: «Qual è la tua storia come artista teatrale?».

Warlop ha risposto creando una performance in cui presente, passato e futuro si incontrano in modo unico: un gruppo di performer scende nell’arena per compiere un rituale d’addio, di vita e di morte, di speranza e resurrezione. Immersi in un bagno di sudore, bruciando tutto l’ossigeno possibile, cantando, creando immagini e manipolando oggetti, cercheranno d’oltrepassare i propri limiti. Assieme, ingaggeranno una lotta contro il tempo, nel tentativo di trascendere il loro e il nostro corpo pensante. In questa nuova creazione, Warlop – belga, classe 1978, attiva tra Gent e Bruxelles, dal 2004 affermatasi sulla scena internazionale – fa riecheggiare sul palco una parte consistente della sua storia artistica e personale.

In ONE SONG si riconoscono alcuni elementi fondanti delle sue creazioni precedenti; dal concerto-rituale coreografico di Ghost writer and the broken hand break (2018), all’invito a un respiro collettivo per esorcizzare le nostre paure alla base di Fruits of labor (2016) – una performance concepita come “un antidolorifico per il mondo” –; o lo sforzo fisico come metafora, tratto peculiare della ricerca artistica di Warlop iniziata nel 2005 con SPORTBAND / Afgetrainde Klanken , una creazione innescata dal desiderio di creare un requiem per il fratello morto. Attraverso la metafora di un match sportivo-concerto dal vivo, con tanto di commentatrice e cheerleader, in ONE SONG Warlop ci invita a formare una comunità e a trascendere noi stessi. Così che il particolare possa diventare universale e il personale diventare collettivo. È il senso ultimo di ONE SONG: suggerire come una canzone possa donare un senso e un significato a un’intera società. Unità nella diversità.

Ne scrive “The Guardian”: «Lo spettacolo più lodato dei primi giorni [dell’edizione 2022 del Festival di Avignone] è diretto dalla difficilmente etichettabile artista belga Miet Warlop. ONE SONG significa ciò che il titolo annuncia: un’unica, trascinante composizione di Maarten Van Cauwenberghe ripetuta per un’ora da uno sgangherato gruppo di musicisti-atleti-apostoli. C’è uno sfrenato batterista, una ginnasta-violinista in equilibrio su una trave, un contrabbassista impegnato in punitivi addominali per raggiungere il suo strumento, un tastierista saltellante e un cantante su un tapis roulant, tutti in abiti da sport, con calze di Gammarelli, la sartoria papale di Roma. Sono imprigionati all’interno di una palestra soggetta a una distorsione temporale, con una folla di fan che da una gradinata li incita sguaiatamente, affinché ripetano la canzone più rapidamente, sempre più rapidamente, e poi, di colpo, più lentamente, seguendo un metronomo posizionato sul palco e le incomprensibili indicazioni di un’isterica, esilarante commentatrice armata di megafono. Non appena ti sembra che stiano finalmente riuscendo nella loro impresa, dell’acqua inizia a gocciolargli addosso, facendoli scivolare e slittare piuttosto pericolosamente. Fin qui molto Sisifo: ma il vero intento di Warlop è di condurci, attraverso l’esplicita ironia e futilità di questa struttura, verso problemi più profondi, che riguardano lo scopo dell’azione umana, della cooperazione e – scolpito nell’incanto della canzone – il violento e universale ciclo del dolore (Warlop ha perso il fratello ventiseienne). Lo fa senza teorizzare, in una forma accessibile, limpida e originale, suscitando un’enorme ovazione».

One Song – il testo

Run for your life Corri per metterti in salvo
‘till you die Finché non creperai
‘till I die Finché non creperò
‘till we all die Finché non creperemo assieme

Knock knock Toc toc
Who’s there? Chi è là?
It’s your grief from the past È il tuo dolore del passato
Not possible Impossibile
For all time sake È sempre qua
Cause Sai
Grief is like a rock Il dolore è come un sasso
In your head Nella testa
It’s hard it’s rough È duro, è ruvido
It’s just always there È lì, sempre
It’s salty È salato
I can taste it on the drop Lo sento nella goccia
Rolling down my nose Che mi rotola lungo il naso
Grief is like a block Il dolore è come un masso
All since then E da sempre
I heat the rock Riscaldo quel sasso
I sand the rock Modello quel sasso
I move the block Sposto quel masso
I can taste it on the drop Lo sento nella goccia
Rolling down my nose Che mi rotola lungo il naso
Grief is like a block Il dolore è come un masso
In your head Nella testa
It’s hard È duro
It’s rough È ruvido
Shifting shape Muta forma
Turning sweet Si addolcisce
Grief becomes a grape Il dolore diventa un chicco d’uva

At this very moment Nel preciso istante
When others are on mute In cui gli altri tacciono
The grape will burst Il chicco esplode
Yet grief remains a fruit Eppure il dolore resta un frutto

All we need is Ci basta
That it finds its way Che trovi una strada
Streaming down the walls Scorrendo lungo i muri
Grief is here to stay Il dolore non se ne va

All we need is Ci basta
That it finds its way Che trovi una strada
Snap, break, crack, folds, ripples Si spezza, si rompe, esplode, si piega, si propaga
Grief is here to stay I l dolore non se ne va

All we need is Ci basta
That it finds its way Che trovi una strada
Grief is like a liquid Il dolore è come un liquido
And it never goes away E ritorna sempre

All we need is Ci basta
That it finds its way Che trovi una strada
The earth beneath your feet La terra sotto i piedi
Day after day after day after day... Giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno...

Oh you think you are silent Oh, credi che nessuno ti senta
And in a bubble Al riparo
But Everyone around you smells your trouble Ma Chiunque fiuta i tuoi pensieri

Miet Warlop

Nata a Torhout (nelle Fiandre) nel 1978, Miet Warlop ha conseguito un master in Arti visive all’Accademia Reale di Belle arti di Gent. Nel 2004 ha ricevuto il premio della giuria Franciscus Pycke del KASK e il premio del pubblico assegnato dal Theater Aan Zee di Ostenda. Dalla sua visione del teatro come forma d’arte deriva un approccio fisico in cui si riconoscono elementi ricorrenti nei suoi lavori – tra i più celebri, oltre a ONE SONG (2022), SPORTBAND / Afgetrainde Klanken (2005), Springville (2009) e Mistery Magnet (2012) –: il concerto rituale, lo sforzo, la ripetizione, gli oggetti… Tutto, nella creazione artistica di Miet Warlop, è collegato; implicitamente o esplicitamente. L’artista definisce il suo lavoro come un ciclo, come la vita. Il debutto del suo nuovo progetto teatrale, Delirium, è previsto per la primavera 2025.


Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza),
mercoledì 7 giugno, ore 20.30, e giovedì 8 giugno, ore 19.30
ONE SONG – HISTOIRE(S) DU THÉÂTRE IV
concept, regia e scenografia Miet Warlop
con Simon Beeckaert, Elisabeth Klinck, Willem Lenaerts, Milan Schudel,
Melvin Slabbinck, Joppe Tanghe, Karin Tanghe, Wietse Tanghe
e con Stanislas Bruynseels, Marius Lefever, Luka Mariën
musica Maarten Van Cauwenberghe
testo della canzone Miet Warlop
con la consulenza artistica di Jeroen Olyslaegers
drammaturgia Giacomo Bisordi
costumi Carol Piron & Filles à Papa
suono Bart Van Hoydonck
luci Dennis Diels
produzione NTGent, Miet Warlop / Irene Wool vzw
coproduzione Festival d’Avignon, DE SINGEL (Anversa), Tandem Scène Nationale (Arras-Douai),
Théâtre Dijon Bourgogne - Centre dramatique national (Dijon), HAU Hebbel am Ufer (Berlino),
La Comédie de Valence - Centre dramatique national Drôme – Ardèche (Valenza),
Teatre Lliure (Barcellona), con il supporto di Governo delle Fiandre, Città di Ghent,
Tax Shelter del governo federale del Belgio, con l’aiuto di Frans Brood Productions

Durata: 60 minuti senza intervallo

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 - www.piccoloteatro.org



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