MTM TEATRO LITTA DI MILANO
"BOVARY"
CON PIETRO DE PASCALIS E
ANAHI TRAVERSI
Dopo Le notti bianche, Stefano Cordella ed Elena Patacchini portano in scena un altro amore inquieto e struggente.
Lo spettacolo si concentra sulla relazione tra Emma e Charles Bovary. Sono scene di un matrimonio, brevi squarci sul loro amore sempre in discussione, sempre alla prova. Bovary racconta questo spazio instabile, sempre in trasformazione, che sfuma non appena sembra aver raggiunto una forma.
Emma fatica a godere profondamente di quello che ha, sempre pronta a "consumare" qualcosa di nuovo, anche a costo di consumare sé stessa.
SINOSSI
Emma ha una vita tranquilla. Un marito, una casa, un lavoro. Eppure è sempre inquieta. Trasloca, diventa madre, cercaun modo per dare un significato alla sua esistenza, ma le sue aspettative vengono sempre deluse. La sua ultimapossibilità? Vivere un amore straordinario o qualcosa che almeno ci somigli. Così cerca una vita nuova, ma finisce perritrovarsi sempre uguale a sé stessa: affamata soltanto di tutto quello che non c’è.
NOTE DI REGIA
Bovary è una drammaturgia originale ispirata al noto romanzo di Flaubert. Madame Bovary è diventata una figura talmente iconica che molte persone affermano di riconoscersi in lei o nell’idea che si sono fatte di lei. Ma cosa c’è di così comune in un personaggio straordinario come Emma Bovary? La forza del romanzo sta proprio in questa evidente discrepanza tra la normalità sbiadita del quotidiano e il tormentato, visionario movimento interiore della protagonista. Lo spettacolo fa emergere le crepe di questo conflitto esistenziale insinuandosi tra i dialoghi e i silenzi di una coppia moderna. Charles è un marito presente e innamorato che, con fatica, prova a comprendere le radici della profonda inquietudine di Emma ma finisce per diventare un impietoso specchio della sua insoddisfazione.
NOTE DI REGIA
Bovary è una drammaturgia originale ispirata al noto romanzo di Flaubert. Madame Bovary è diventata una figura talmente iconica che molte persone affermano di riconoscersi in lei o nell’idea che si sono fatte di lei. Ma cosa c’è di così comune in un personaggio straordinario come Emma Bovary? La forza del romanzo sta proprio in questa evidente discrepanza tra la normalità sbiadita del quotidiano e il tormentato, visionario movimento interiore della protagonista. Lo spettacolo fa emergere le crepe di questo conflitto esistenziale insinuandosi tra i dialoghi e i silenzi di una coppia moderna. Charles è un marito presente e innamorato che, con fatica, prova a comprendere le radici della profonda inquietudine di Emma ma finisce per diventare un impietoso specchio della sua insoddisfazione.
La scelta di far scivolare una scena nell’altra, senza segnalare in modo evidente lo stacco temporale, ha un duplice significato: se da una parte racconta una vita che scorre sempre uguale a se stessa, senza particolari accensioni o folgorazioni, dall’altra ci mostra un personaggio che fa fatica a stare nel presente, in continua ricerca di un cambiamento, di uno stravolgimento emotivo. Come se fosse già proiettata nello scenario successivo. Sullo sfondo il fantasma della letteratura che, nel suo essere esempio di grandi avventure e straordinari amori, si rivela illusoria, rendendo ancora più frustrante il confronto con la realtà.
Stefano Cordella
Alcune recensioni dello spettacolo
“…Parliamo qui di “Bovary” (prod. Manifatture Teatrali Milanesi) che prende sì le mosse dal capolavoro di Flaubert ma che, grazie alla regia di Stefano Cordella e alla drammaturgia di Elena Patacchini, riscopre tutto un senso nuovo a parole antiche. In una scena curata, rarefatta e raffinata, grande spessore hanno le luci che dipanano ombre durissime e stralci e fasci e lampi di chiarore in una nettezza e nitidezza che separa, frantuma e fa da frontiera tra il reale e il possibile, tra il presente e le fosche, cupe conseguenze del futuro. L’impianto di Cordella ricorda le sue regie “russe” e quel sentimento di sconfitta, di perdita, di abbandono lento, scivoloso verso il baratro, l’oblio ineluttabile, irrefrenabile, unstoppable. Aleggia l’avvoltoio, pesa la cappa esistenziale, affligge la nuvola del fallimento, l’incubo che avanza a brevi passi, a piccole dosi verso la disfatta che inevitabilmente arriverà catastrofica. Una donna, in chiave contemporanea, (grande merito ad Anahì Traversi per aver tratteggiato tutte le sfumature di questo personaggio sofferente) schiacciata dalla vita borghese che non riesce ad uscire dall’impantanamento nel quale si è volontariamente reclusa…”
Tommaso Chimenti – Corriere dello Spettacolo.
“…Quello di Madame Bovary è un personaggio che spesso si affaccia nel teatro italiano, ne ricordo almeno tre in questi ultimi anni che hanno colpito la mia memoria: l’allestimento di Andrea Baracco e poi due lavori più piccoli, in forma monologante ma molto preziosi, uno con la regia di Luciano Colavero e l’interpretazione di Chiara Favero, l’altro vedeva Lorenza Senestro del Teatro della Caduta portare lo storico romanzo di Flaubert nella moderna Piemonte. La vicenda d’altronde si presta alla riscrittura, come nel caso dello spettacolo diretto con maestria da Stefano Cordella visto in anteprima a Kilowatt Festival. Un muro sul fondale, un divanetto sulla sinistra e una panchina sulla destra, Anahì Traversi – che darà tutta se stessa, in equilibrio tra tecnica e passione sfiorando di tanto in tanto la leziosità – in gonna corta, calze bianche ricamate, uno stivaletto rosso bordeaux; il marito, il charles del romanzo, è Pietro De Pascalis, anche lui con un completo chiaro e gli straccali e un’interpretazione piena di umana verità..”
Andrea Pocosgnich – Teatroecritica
“…Coadiuvato dalla coerente e immaginativa drammaturgia di Elena C. Patacchini, con in scena Anahì Traversi e Pietro De Pascalis, Cordella rende contemporanea la vicenda con accortezza registica e senza stravolgimenti. Il romanzo “Madame Bovary. Mœurs de province” di Gustave Flaubert, che trasse la vicenda da una reale storia di cronaca, suscitò molto scandalo nella società borghese del tempo. Il capolavoro fu dato alle stampe per la prima volta a puntate sul giornale “La Revue de Paris” nel 1856. Lo scandalo fece in modo che le successive versioni del romanzo fossero tagliate ed epurate, e che solo nel 1949 Gabrielle Leleu e Jean Pommier potessero pubblicare la prima versione integrale, che in Italia uscì parecchi anni dopo.
…A condurci nel cuore della vicenda sono solo due personaggi: Emma, a cui Anahì Traversi riesce a dare in ogni momento spessore e una bellezza irrequieta, e il paziente ed indifeso marito Charles, Pietro De Pascalis.
La forza dello spettacolo sta nel saper condurre per mano lo spettatore al cuore dei sentimenti dei personaggi, senza mai amplificarne le valenze. In tal modo questa Bovary ci restituisce intatta la fatica quotidiana della protagonista nel sentirsi inadeguata a quello che sta vivendo. Le parole scavano in un mondo che anche lo spettatore trova manchevole, facendolo così partecipe del disgusto silenzioso della protagonista. Allo stesso tempo percepiamo la benevola difficoltà del pur inetto marito nell’aiutarla, non riuscendo a capire da dove iniziare…”
Mario Bianchi – Krapp’sLast
“…La regia è pulita e ben calibrata, anche nell’utilizzo delle luci. La bravura degli attori evidenzia perfettamente le differenze tra i due caratteri. L’inquietudine di Emma sbatte come contro un muro sulla pacata inerzia di Charles, mantenendo accesa la tensione narrativa…”
Paolo Talone - Accreditati.it
Da Madame Bovary di Gustave Flaubertideazione e regia Stefano Cordelladrammaturgia Elena C. Patacchini
scene Marco Muzzoloncostumi Giulia Giovanelli
disegno luci Fulvio Melliprogetto sonoro Gianluca Agostini
aiuto regia Marica Paceassistente alla regia Giuseppe Tammarofoto di scena Laila Pozzo, Luca Del Pia
staff tecnico Stefano Lattanzio e Ahmad Shalabidelegata di produzione Susanna Russo
produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Spettacolo selezionato nell'ambito di Next - Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo - Edizione 2025/2026
scene Marco Muzzoloncostumi Giulia Giovanelli
disegno luci Fulvio Melliprogetto sonoro Gianluca Agostini
aiuto regia Marica Paceassistente alla regia Giuseppe Tammarofoto di scena Laila Pozzo, Luca Del Pia
staff tecnico Stefano Lattanzio e Ahmad Shalabidelegata di produzione Susanna Russo
produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Spettacolo selezionato nell'ambito di Next - Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo - Edizione 2025/2026
Teatro Litta
da martedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30
intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO
MTM per l'accessibilitàLo spettacolo è accessibile a persone con deficit uditivo attraverso la app Listen WiFi, scaricabile gratuitamente. Collega allo smartphone i tuoi auricolari, protesi acustica o impianto cocleare
durata: 70 minuti
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
Abbonamenti: MTM Ritrovarsi a volare, MTM Ritrovarsi a volare Over 65, MTM Ritrovarsi a volare Under 30 x4 spettacoli
Biglietti sono acquistabili sul sito www.biglietti.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita Vivaticket.
I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.


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