SALA UMBERTO DI ROMA
"THE EFFECT"
ALESSANDRO FEDERICO
ALESSIA GIANGIULIANI
SARA PUTIGNANO GIUSEPPE TANTILLO
Con questo testo, Lucy Prebble, autrice
anglosassone pluripremiata, si pone il dilemma esistenziale posto da
Shakespeare in Amleto e da Oliver Sacks ne L’uomo che scambiò sua
moglie per un cappello: Cos’è che ci rende noi stessi?
The Effect è uno spettacolo a quattro
personaggi che parla di amore, di depressione e dei limiti della
neuroscienza; un testo impegnativo, divertente e straziante
ambientato durante la sperimentazione clinica di un nuovo
antidepressivo.
In un’elegante clinica dove si fanno
esperimenti farmaceutici su volontari a pagamento, Connie e Tristan
sono due cavie da laboratorio sotto la supervisione della dottoressa
Lorna James la quale – a differenza del soave Toby, il direttore
dell’esperimento e suo ex amante – non crede che la depressione
sia uno squilibrio chimico del cervello e che possa essere curata con
i farmaci. Forse Lorna pensa che le persone depresse abbiano solo una
visione più profonda del mondo, di se stessi e della vita?
«Come posso capire la differenza tra
chi sono e dall’effetto collaterale», dichiara Tristan quando
Connie si preoccupa che la loro passione potrebbe essere, unicamente,
il risultato dell’assunzione dei farmaci. Ma, naturalmente, tutto
l'amore è una droga; come possiamo fidarci veramente dei nostri
sentimenti? The Effect è un dramma nodoso, che si occupa di
oggettività scientifica, di senso di colpa, dei misteri del cuore e
del cervello umano e di “ciò che ci rende quello che siamo”,
celato in una forma ingannevolmente semplice e costantemente
divertente. Un testo che sa miscelare un linguaggio carnale e
temperato con la tenerezza e l’ironia.
La versione inglese ha debuttato al
National Theatre, Cottesloe di Londra il 13 novembre 2012; lo stesso
anno l'opera ha vinto il Critics' Circle Award come Best New Play.
La regia è tesa a far emergere le
storie e i conflitti dei quattro protagonisti attraverso un gioco
teatrale scevro da “effetti”. Vuole far affiorare l’elemento
tragico in sé.
Un lavoro incentrato sugli attori,
sulla capacità di raccontare e sulla relazione che si dovrebbe
stabilire fra autore, attore e spettatore; un triangolo comunicativo
che pone l’accento sul messaggio del testo e sulle immagini emotive
che le parole del testo ricreano. Un tipo di teatro che si potrebbe
definire “teatro di parola”, un modo teatrale che non ha mai
trovato una vera e propria collocazione di “genere”. Forse
l’unica definizione la si può trovare nel Manifesto per un nuovo
teatro di Pierpaolo Pasolini; una delle questioni evidenziate da
Pasolini nel manifesto è, appunto, sulla precarietà del messaggio
nel teatro “canonico”: «Pensiamo ad esempio di andare a vedere
la prima di Otello, ciò che risulterà più evidente dello
spettacolo sarà la recitazione degli attori, la visione del regista,
la bellezza della scenografia, ma probabilmente il pubblico non
rifletterà a pieno sul messaggio reale a cui si è ispirato
Shakespeare, basterà dire di aver visto una gran bella
rappresentazione».
Il messaggio quindi perde di valore nel momento
in cui viene focalizzata l'attenzione sulla spettacolarità della
rappresentazione e progressivamente si perde anche l'attitudine nel
riflettere sul perché si è scelto di mettere in scena un
determinato testo. L’urgenza di comunicare un messaggio viene
relegata ad una dimensione meramente estetica. Viene meno dunque la
riflessione che il pubblico dovrebbe fare al termine di ogni
spettacolo, che esuli da una prima analisi tecnica o qualitativa. Il
pubblico infatti è la finalità ultima e centrale, perché è
proprio a quest'ultimo che il teatro – e chi lo fa – dovrebbe
rivolgersi.
Sara Putignano
Nata a Taranto nel 1986. Nel 2010 si
diploma all'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio d'Amico;
durante il triennio accademico partecipa ai seminari diretti da
Eimuntas Nekrosius, Nicolaj Karpov, Lilo Baur e Michele Placido. Nel
2009 è in scena con lo spettacolo L’impresario delle canarie, per
la regia di Lorenzo Salveti, presentato alla Biennale di Venezia. Si
diploma con un doppio saggio, uno diretto da Valerio Binasco, l’altro
da Luca Ronconi. Negli anni successivi continua la sua formazione
presso il Centro di Ricerca Teatrale Santa Cristina diretto da Luca
Ronconi. Successivamente è in scena con due spettacoli prodotti da
Bluteatro – di cui è socia fondatrice – e diretti da Luca
Bargagna: Le Nuvole di Aristofane e La bottega del caffè di Goldoni.
E poi la volta de Gli innamorati
immaginari, regia di Leonardo Petrillo e di In cerca d'autore di
Pirandello, regia di Luca Ronconi. Lavora con Massimiliano Farau,
(Lungs), Carmelo Rifici (Visita al Padre di Roland Schimmelpfenning)
e Fausto Paravidino, anche autore del testo, (I Vicini) e con Luca
Bargagna (Verso occidente l'impero dirige il suo corso, di David
Foster Wallace).
Per il cinema partecipa nel 2008 a Il
grande sogno, regia Michele Placido e, nel 2010, al documentario
Caravaggio, il corpo ritrovato, regia di Marco Visalberghi. Nel 2012
è protagonista del corto Sconosciuti di Tommaso Landucci e recita
nel film La dolce arte di esistere regia Pietro Reggiani; nel 2014 è
coprotagonista nel film Ambo regia di Pierluigi Di Lallo.
Silvio Peroni
Nato il 15 agosto 1977 a Castiglione
delle Stiviere in provincia di Mantova, vive e lavora a Roma. Regista
teatrale e direttore artistico di Festival e rassegne culturali.
Esordisce come regista a 22 anni. Negli anni realizza la regia di
spettacoli e di letture poetiche debuttando in numerosi festival
nazionali e curando l’allestimento di spettacoli nelle maggiori
piazze nazionali. Ha diretto artisti come Elio Germano, Isabella
Ragonese, Daniela Poggi, Alessandro Tiberi, Margot Sikabonyi, Massimo
Dapporto, Ninì Salerno, Arnoldo Foà, Paola Gassman e ha realizzato
spettacoli di autori come Will Eno, Nick Payne, Mike Bartlett, Cesare
Zavattini, Tahar Ben Jelloun, Neil La Bute,
DI LUCY PREBBLE
TRADUZIONE DI ANDREA PEGHINELLI
REGIA
SILVIO PERONI
SILVIO PERONI
scene: Katia Titolo
luci: Omar Scala
video: Luca Ercoli
aiuto regia: Claudio Basilico
Produzione: Pierfrancesco Pisani –
Progetto Goldstein – Ass. Capotave
con il sostegno di Kilowatt Festival
Pinter.
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753 - www.salaumberto.com
martedì, giovedì e venerdì ore 21,
mercoledì ore 17, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da 34€ a 24€
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