ELFO PUCCINI/CASA BOSCHI DI STEFANO
"CINQUE MODI DI SOPRAVVIVERE
CONTINUANDO A PARLARE"
IL TEATRO DI DEFLORIAN E TAGLIARINI
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Deflorian / Tagliarini |
Una retrospettiva di cinque titoli
dedicata alla coppia di autori, registi e perfermer Daria Deflorian e
Antonio Tagliarini: Cinque modi di sopravvivere continuando a
parlare.
Si inaugura con il lavoro che li ha
visti collaborare per la prima volta Rewind - omaggio a Cafè Müller
di Pina Bausch (2008).
Poi tocca a Reality, per il quale Daria
Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012, uno spettacolo creato in
parallelo con l’installazione/performance czeczy/cose. Qui
l’oggetto da cui partono sono i quaderni di Janina Turek, donna
polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente ‘i
dati’ della sua vita: quante telefonate aveva ricevuto e chi aveva
chiamato (38.196); dove e chi aveva incontrato per caso e salutato
con un “buongiorno” (23.397); quanti appuntamenti aveva fissato
(1.922)… «realtà, reality senza show, senza pubblico. Essere
anonimi e unici. Speciali e banali. Avere il quotidiano come
orizzonte».
Terzo titolo Ce ne andiamo per non
darvi altre preoccupazioni (Premio Ubu 2014 come novità italiana),
tratto dalle pagine iniziali del romanzo L’esattore dello scrittore
greco Petros Markaris, scritto nel 2011.
Infine Il posto, una performance
ambientata nella Casa Museo Boschi Di Stefano che ospita, a due passi
dall’Elfo Puccini, una straordinaria collezione di opere d’arte
del ‘900.
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Rewind |
9 - 10 maggio sala Fassbinder, ore
21.00
Rewind - omaggio a Cafè Müller di
Pina Bausch
uno spettacolo di e con Daria Deflorian
e Antonio Tagliarini
produzione A.D. con il contributo
dell’Imaie
«Le sedie e le presenze che danzavano
in quel Cafè Müller, ovvero gli artisti storici di Bausch, le
lampadine improvvise e i falli della memoria («ma forse io dal vivo
non so se l'ho visto»), le musiche storiche dello spettacolo che
scandiscono ora i ricordi personali e privatissimi dei due sulla
scena, la presenza di una danzatrice/totem in tutù, insieme a tanti
altri momenti, disegnano una autobiografia collettiva sincera e
struggente, ambigua e inquietante. Come è spesso il teatro, e in
particolare quello della grande maestra di tutti, santa Pina da
Wuppertal».
Gianfranco Capitta, il Manifesto
11 - 12 maggio sala Fassbinder, ore
19.30
Reality
a partire dal reportage di Mariusz
Szczygieł Reality
traduzione di Marzena Borejczuk,
Nottetempo 2011
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Reality |
ideazione e performance Daria Deflorian
e Antonio Tagliarini
disegno luci Gianni Staropoli
produzione A.D., Festival
Inequilibrio/Armunia, ZTL-Pro con il contributo della Provincia
di Roma, Assessorato alle Politiche
Culturali
PREMIO UBU 2012 Daria Deflorian -
Migliore attrice protagonista
«A chi vuole capire il teatro che si
fa oggi, a chi vuole avere un'idea del teatro che si farà nei
prossimi anni suggerirei di non perdere lo straordinario Reality, lo
spettacolo che Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno tratto da
un materiale di per sé già alquanto insolito: i 748 quaderni in cui
una donna polacca, Janina Turek, ha annotato ossessivamente per circa
mezzo secolo (...)
Un folgorante linguaggio teatrale,
indiretto, doppiamente trasversale in quanto i diari cui si ispira
non sono che una mera elencazione di fatti, di date, senza aggiunte
di pensieri o sentimenti personali, e in quanto molte delle
situazioni evocate dal copione sono del tutto inventate.
Perché questa riflessione a ruota
libera, informale, senza un'apparente struttura drammaturgica, è
tanto efficace? Perché ribalta le normali prospettive, illumina
episodi che parrebbero trascurabili – la rottura del telecomando è
un momento assolutamente straziante – e lascia in secondo piano
aspetti forse decisivi, l'abbandono da parte del marito, l'avvento
del regime comunista, appena accennati, ma proprio per questo
caricati di un enorme risalto allusivo. Così, a suo modo, per vaghi
indizi, per frammenti fa emergere pur sempre l'acre ritratto di una
persona, un livido spaccato di solitudine e di dolore».
Renato Palazzi, Il Sole 24 ore
Sala Fassbinder, ore 21.30
Ce ne andiamo per non darvi altre
preoccupazioni
ispirato a un’immagine del romanzo di
Petros Markaris “L’esattore”
un progetto di Daria Deflorian e
Antonio Tagliarini
con Daria Deflorian, Monica Piseddu,
Antonio Tagliarini e Valentino Villa
collaborazione al progetto Monica
Piseddu e Valentino Villa
luci di Gianni Staropoli
una produzione A.D. in coproduzione con
Teatro di Roma / Romaeuropa Festival 2013 / 369 gradi
PREMIO UBU 2014 Novità italiana o
ricerca drammaturgica
«Il nuovo lavoro di Daria Deflorian e
Antonio Tagliarini in collaborazione qui con Monica Piseddu e
Valentino Villa. Anzi, che “non parte”, perché lo spettacolo
inizia con l’ammissione di un fallimento: l’impossibilità di
mettere in scena questa storia, che anche se inventata (è tratta
dall’incipit di un romanzo giallo di Petros Markaris) tratteggia in
modo incredibilmente preciso il nodo di disperazione che si avvita
nelle biografie dei cittadini più poveri dell’Europa erosa dalla
crisi economica. Di quel “vero”, sembrano dire i quattro attori,
non si può parlare. Non lo si può fare con i mezzi dello
spettacolo, cercando di costruire il drammatico attraverso il
retorico, cercando la celebrazione nella scontata adesione “politica”
del pubblico, nei meccanismi di un dramma che essendo confratello
della nostra attuale condizione – l’Italia finirà come la
Grecia? – non può che far leva sulle nostre insicurezze
quotidiane».
Graziano Graziani, www.wordpress.com
13 - 14 maggio sala Fassbinder, ore
19.30, 20.45 e 22.00
rzeczy/cose
a partire dal reportage di Mariusz
Szczygieł Reality
traduzione di Marzena Borejczuk,
Nottetempo 2011
ideazione e performance Daria Deflorian
e Antonio Tagliarini
disegno luci Gianni Staropoli
produzione A.D., Festival
Inequilibrio/Armunia, ZTL-Pro con il contributo della Provincia
di Roma, Assessorato alle Politiche
Culturali
«Cogliamo, nell’accumulo, nel
rimando a quella donna polacca, il passare della vita, degli oggetti
con cui l’attraversiamo, dei suoi sentimenti, con un rimpianto
senza enfasi, con emozioni trattenute nel riconoscimento che ognuno
di noi è percorso da fantasmi senza lenzuolo bianco e senza catene:
solo da uno scorrere continuo di giochi, abiti, immagini, piatti,
bicchieri, attività, che la memoria può tornare a estrarre da
polverosi depositi, senza speranza che qualcosa torni al proprio
posto, nel nostro continuo, effimero accumulare e passare. Teatro
delle cose, teatro della struggente, banale realtà quotidiana».
Massimo Marino, in Controscene, blog su
Il Corriere della Sera
15 - 16 maggio, Casa Boschi Di Stefano,
ore 19.00, 20.15 e 21.30
Il posto
site-specific
all’interno del progetto Il cielo non
è un fondale – Il paesaggio protagonista
una performance di e con Daria
Deflorian e Antonio Tagliarini
collaborazione artistica di Rocco
Manfredi
per STANZE, esperienze di teatro
d’appartamento
ideato e realizzato da Alberica
Archinto e Rossella Tansini
Sono due gli elementi che danno forma
alla performance: il testo costruito su testimonianze e ricordi e la
relazione con il “posto” del titolo. Come affermano gli autori,
“qualcosa di più (o di meno) di un luogo”, dove ogni dettaglio
assume significato. Lo sguardo dello spettatore, che – dal salone
d’angolo con il doppio bow-window caratteristico dell’architettura
di Piero Portaluppi – abbraccia le due ali dell’appartamento con
quadri tanto celebri da costituire già un “paesaggio mentale”
della modernità novecentesca, viene ulteriormente sollecitato dal
continuo richiamo a scenari lontani, grazie a un estro immaginifico
notevole che si coniuga al registro quotidiano e credibile
dell’interpretazione. […] La quotidianità di un tempo della
coppia Boschi Di Stefano prende forma fino a coinvolgere tutti i
sensi: l’odore d’olio delle tele, la poltrona consumata, i pranzi
con Fontana. Il percorso di messa in scena della realtà, già visto
in Reality e nell’intera Trilogia dell’Invisibile, si allontana
sempre più dall’idea di rappresentazione per farsi tangibile e
identificarsi addirittura in uno spazio tempo che non appartiene al
mondo della finzione. L’intimità della pareti domestiche e
l’umanità di due vite “eccezionali” e lontane diventano figure
vicine e autentiche che, nella relazione con lo sfondo, si spogliano
della freddezza museale e avvicinano il pubblico a un luogo
imbalsamato e da molti dimenticato.
Francesca Serrazanetti e Sara Sullam,
www.stratagemmi.it
Luoghi:
Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso
Buenos Aires 33, Milano
Fondazione Boschi Di Stefano, via Jan
15, Milano
Prezzi: Intero 30.50 € - Ridotto 16 €
- Martedì 20 €
Info e prenotazioni: tel.
02.0066.06.06, www.elfo.org
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