UNICO TRAVOLGENTE...DIVINO!!!
"SISTER ACT"
PER LA PRIMA VOLTA A ROMA
TEATRO BRANCACCIO

Nel
ruolo di Suor Maria Roberta
Unico, travolgente… DIVINO! Per la
prima volta arriva al Teatro Brancaccio dal 10 dicembre SISTER ACT -
il Musical, tratto dall’omonimo film del ’92 che consacrò Whoopi
Goldberg nell’indimenticabile ruolo di Deloris, “una svitata in
abito da suora”.
Alessandro Longobardi, direttore
artistico dello storico teatro romano, dopo il successo ottenuto con
RAPUNZEL - il Musical, avvia questo nuovo progetto firmato da Viola
Produzioni in collaborazione con la Compagnia della Rancia, per
realizzare uno degli spettacoli più attesi della stagione, già
grande successo a Broadway.
Venticinque gli splendidi brani
musicali scritti dal premio Oscar Alan Menken, (mitico compositore
statunitense autore delle più celebri colonne sonore Disney come “La
Bella e la Bestia”, “La Sirenetta”, “Aladdin” e altri show
tra cui “La Piccola Bottega degli Orrori” e “Newsies”), che
spaziano dalle atmosfere soul, funky e disco anni ’70, alle ballate
pop in puro stile Broadway, in cui si innestano cori Gospel e armonie
polifoniche.
Il testo e le liriche tradotti da
Franco Travaglio coinvolgeranno il pubblico in una storia dinamica,
incalzante e divertente tra gangster e novizie, inseguimenti, colpi
di scena, rosari, paillettes con un finale davvero elettrizzante.

Lo spettacolo è diretto da Saverio
Marconi, coadiuvato da un team artistico composto da Stefano Brondi
(direttore musicale), Rita Pivano (coreografa), Gabriele Moreschi
(scenografo), Carlo Buttò (direttore di produzione), Carla
Accoramboni (costumista), Valerio Tiberi (disegno luci) e Emanuele
Carlucci (disegno suono).
Nelle affollate audizioni tenutesi al
Teatro Brancaccio lo scorso aprile, sono stati selezionati 22
eccellenti artisti tra conferme e nuovi talenti.
Il ruolo di Deloris (ovvero "Suor
Maria Claretta"), il ciclone che travolgerà la tranquilla vita
del convento, è affidato alla madrilena Belia Martin, già
applauditissima protagonista dell’edizione spagnola del musical.
“L'ho vista in scena a Barcellona –
dice Alessandro Longobardi – mi ha stregato con la sua
interpretazione e la sua voce nera, calda, in stile gospel. Ha una
grande energia, è una ragazza semplice ma di enorme talento; l’ho
incontrata fuori dai camerini e invitata a partecipare alle audizioni
a Roma, dove Saverio Marconi senza esitazione ha detto: 'Belìa è
perfetta nel ruolo, è lei la nostra Deloris'”.
Il noto attore e conduttore televisivo
Pino Strabioli dopo il successo ottenuto con il programma “E
lasciatemi divertire” su Rai 3 con Paolo Poli e i recenti successi
teatrali (“WikiPiera” con Piera Degli Esposti e “L’abito
sposa”), per la prima volta affronterà il musical nel ruolo di
Monsignor O’Hara.
E tra gli artisti c’è anche una
special guest. Dopo il grande successo a The Voice Italia e del primo
disco “Sister Cristina” prodotto da Universal, Suor Cristina
abbraccia l’esperienza del grande musical: in SISTER ACT sarà
impegnata nel ruolo della novizia Suor Maria Roberta.

Sul palcoscenico Suor Cristina si
alternerà (con un calendario in via di definizione, nel rispetto di
impegni della vita di convento) con Veronica Appeddu. “Stiamo
lavorando molto bene insieme – dice Suor Cristina – ci scambiamo
opinioni sul personaggio, cerchiamo, ognuna con il suo vissuto, di
disegnarlo al meglio, grazie anche al regista Saverio Marconi.”
Insieme a loro, performer di grande
esperienza come Francesca Taverni (“Cats”, “Mamma mia”, “Next
to Normal”, “A Chorus Line”), una voce con inclinazioni rock
molto amata nel panorama del musical italiano nel ruolo della Madre
Superiora, Felice Casciano (“Pinocchio”, “Frankenstein Junior”,
“La piccola bottega degli orrori”, “A qualcuno piace caldo”)
nel ruolo di Curtis il gangster con la sua voce calda, profonda in
puro stile Barry White e nuovi talenti come l’ esordiente Marco
Trespioli che ha conquistato con la sua voce tenorile il ruolo del
Commissario Eddie.
SISTER ACT - Il Musical
APRE IL CUORE ALLE TUE EMOZIONI
A Natale solo a Roma, dal 10 dicembre
Teatro Brancaccio
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
Tel 06 80687231/2 Fax 06 80687235
www.teatrobrancaccio.it
CAST
BELIA MARTIN nel ruolo di Deloris Van
Cartier
e con la partecipazione di
PINO STRABIOLI nel ruolo di Monsignor O’Hara
*SPECIAL GUEST*
SUOR CRISTINA nel ruolo di Suor Maria
Roberta
FRANCESCA TAVERNI nel ruolo della Madre
Superiora
Felice Casciano Curtis
Marco Trespioli Eddie
Claudia Campolongo Suor Maria Lazzara
Manuela Tasciotti Suor Maria Patrizia
Veronica Appeddu Suor Maria Roberta (la
Novizia)
Silvano Torrieri Joey
Vincenzo Leone De Niro
Renato Crudo TJ
Brian Boccuni - Giancarlo Capito -
Giulia Dascoli - Jessica Francesca Lorusso - David Marzi
Marzia Molinelli - Valentina Naselli -
Elena Nieri - Rosa Odierna - Marco Pasquini - Helen Tesfazghi
BELIA MARTIN è DELORIS VAN CARTIER
Nata a Madrid da madre cubana, è stata
protagonista della versione spagnola del musical Sister Act. La sua
formazione musicale è ricca e varia. Comincia infatti studiando
canto al Conservatorio (con Maite Delgado e in masterclass con il
famoso tenore Alfredo Kraus), pianoforte e chitarra. Prosegue
studiando tecnica vocale e interpretazione con Virginia Prieto, Sara
Matarranz e Ana Castillo. Parallelamente, studia danza e recitazione.
Fa parte della corale polifonica della Paz, del coro Vocherini e
collabora con cori gospel e gruppi musicali. Tra le altre esperienze
internazionali, l’Afrodisian Orchestra, con il compositore e
direttore Miguel Blanco. È nello spettacolo musicale "Forever
king of pop" (omaggio a a Michael Jackson, con il riconoscimento
ufficiale della famiglia Jackson). Partecipa a tour in Francia,
Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, Porto Rico e al festival
internazionale Starlight Festival nel 2013. È inoltre vocalist del
gruppo funky Nazzan grein. Fa parte della corale polifonica della Paz
e del coro Vocherini e collabora con cori gospel e gruppi musicali.
Attualmente è direttore musicale di un nuovo progetto sulla vita di
Michael Jackson.
PINO STRABIOLI è MONSIGNOR O’HARA

FRANCESCA TAVERNI è LA MADRE SUPERIORA

SUOR CRISTINA è SUOR MARIA ROBERTA
Quando Suor Cristina si presenta per la
prima volta all’edizione italiana di The Voice deve spiegare che
non si è vestita da carnevale. “Sono una suora vera” dice ai
coach disorientati. La cover di ‘No One’ di Alicia Keys, cantata
da Cristina per le audizioni, emoziona e sbalordisce tutti i coach,
una volta girata la sedia in risposta al brano. In abito, copricapo e
crocefisso appeso al collo, l’occhialuta 25enne siciliana si
scatena ballando e cantando il brano R&B in modo trascinante. Il
pubblico in studio impazzisce. E anche a casa. Nel giro di una
settimana il filmato della sua interpretazione del brano della Keys –
su Twitter la cantante americana lo definisce “pura energia” –
si diffonde in maniera esponenziale, ottenendo più di 30m di
visualizzazioni su YouTube. Nelle successive puntate Cristina canta
con Ricky Martin e Kylie Minogue. Due mesi dopo quell’indimenticabile
audizione, la sua performance di “Flashdance………What a
Feeling” nel finale dello show le vale il 62% dei voti. Cristina
ammette che è una storia straordinaria. Ma non è sempre andato
tutto liscio. Dice che il bisogno, l’impulso di fare musica, di
cantare è da sempre dentro di lei sin da bambina. Ma conciliarlo con
la sua vocazione religiosa ha causato momenti di conflitto e crisi
che solo recentemente si sono risolti. “Cantare per me è sinonimo
di fede,” dice, seduta nel convento delle suore Orsoline a Milano,
dove è novizia e canta nel coro della chiesa. “Ma c’è stato un
momento, quando ho iniziato la mia vita religiosa, in cui ho dovuto
pensarci seriamente. Ho scelto di unirmi a Dio e mettere da parte la
musica. Mi sono dovuta chiedere: possono la musica e la fede
convivere? Questa è la domanda cruciale. Non è stato facile. La mia
famiglia non aveva quel tipo di apertura. Per loro ero tutto casa e
chiesa. Ogni cosa al suo posto. In un certo senso, ho dovuto
purificare la parte della mia vita dedicata al canto e unirla alle
mie scelte religiose. Ora sento che posso usare la mia voce per
esprimere esattamente questo: il mio amore per la vita, il mio
messaggio di gioia. Ma è stato un percorso lungo.” Per Cristina il
conflitto ha inizio quando in Sicilia da studentessa prende parte a
un musical organizzato per celebrare la vita di Suor Rosa Roccuzzo,
fondatrice dell’Ordine delle Orsoline della Sacra Famiglia. A quel
punto, ricorda ridendo “cantavo con una blues band ed ero
arrabbiata con tutto e con tutti, con la chiesa e le regole che
pensavo mi stesse imponendo. Era la classica ribellione da
adolescenti. Mi chiedevo sempre: ‘Perché devo andare in chiesa?’”
La madre di Cristina incontra le suore che stanno organizzando le
audizioni per il musical e, al suo ritorno a casa, invita la figlia a
parteciparvi. La reazione di Cristina è un secco rifiuto. Ma l’idea
dell’invito continua a tormentarla. “E poi ho scoperto,”
continua “che l’ex attrice Claudia Koll aveva cambiato la sua
vita e abbracciato la fede e ho pensato: ‘se partecipo potrò
incontrare gente come lei; qualcuno mi noterà – e poi potrò
andare a Roma e iniziare la mia carriera musicale.’ Alla fine ho
avuto la parte senza nemmeno fare l’audizione. Il mio ruolo era la
giovane Rosa e mi ha fatto riflettere e pensare: ‘Chi sono io?’
Ero arrabbiata con Dio anche per questo. Ma quella parte e le domande
che mi sono posta hanno cambiato la mia vita. E poi, improvvisamente
ho pensato: “So cosa vuole Dio da me.”
Dopo aver studiato canto e ballo
all’accademia di Roma dove Claudia Koll è direttrice, Cristina
entra nel noviziato delle Orsoline e va in Brasile, dove passa due
anni a lavorare con i bambini poveri. “Il Brasile ha fatto
scoppiare di nuovo in me la musica,” dice, “Non riuscivo più a
trattenerla. Cantavo per la gente del posto e tutt’a un tratto ho
capito che musica e fede possono coesistere senza conflitti. In Nord
e Sud America, c’è una grande tradizione di band cristiane, e
unire musica e fede è una cosa normale. Non è così in Italia. Ed è
forse questo il mio ruolo, la mia missione: cambiare le cose. Perché
l’arte arricchisce la fede; non le toglie nulla.” “Il fatto che
la gente potrebbe non comprendere quello che sto facendo, o il fatto
che lo sto facendo, ha molto a che fare con il passato. La chiesa ha
una struttura molto rigida. Ma il messaggio di The Voice ha girato il
mondo e credo che questo sia la prova che la gente ha bisogno di
questo tipo di messaggio, che va oltre quelle strutture e quelle
barriere. Inoltre, l’attuale Papa vuole che la Chiesa sia un
esempio positivo per quanto riguarda i giovani, e trasmetta un buon
messaggio perché la vita è piena di cattivi esempi. Voglio
trasmettere un bel messaggio. E’ indubbiamente insolito vedere una
suora fare ciò e a volte tutto mi sembra in salita. Si, c’è
qualcosa che non va in me se non penso alla musica. Ma è anche una
cura. Mi lega a Dio. La musica mi ha scelta e io ho scelto la musica.
Cos’è venuto prima? E’ come Dio. E’ Lui che sceglie te, o tu
Lui? Niente è lasciato al caso. Sono nata con un dono ed è tutto
per me. Mi sento di doverlo condividere”. Quando ci incontriamo,
Cristina mi fa sentire il suo nuovo album e ride quando faccio un
commento su come batte furiosamente il piede durante i brani più
rock – compreso le cover ‘Price Tag’, ‘Try’ di Pink e ‘No
One’. Sarà sempre una rocker. A passare del tempo con lei, ci si
rende conto che questo dualismo non è contradditorio, ma
complementare. Dentro di lei coesistono profonda fede e passione per
la musica. L’album si contraddistingue per il dualismo tra i brani
più veloci e quelli con passaggi più calmi e contemplativi. Ad
esempio, c’è la meravigliosa empatia della versione di ‘Fix You’
dei Coldplay, in cui la sua voce circondata da un coro rinforza il
messaggio di devozione del brano. Cristina dona una naturale
comprensibilità a ‘Somewhere Only We Know’ dei Keane, e a ‘True
Colors’ di Cyndi Lauper. E propone una versione molto personale di
‘Like A Virgin’ di Madonna. “Ho scelto brani basati sui testi e
il loro significato. Alcuni mi sembrano molto cristiani, compresa
‘Like A Virgin’, che può sembrare per molti una scelta
controversa, ma per me quel brano enfatizza la bellezza della
trasformazione della vita. Volevo esprimere l’idea del tocco
emozionale di Dio. Uscendo dal buio della mia crisi, Dio ha toccato
la mia anima e mi ha ridato la dignità di essere Sua figlia. In
‘Somewhere Only We Know’ c’è una frase: “Sto invecchiando e
ho bisogno di qualcuno di cui fidarmi’. Per me si tratta di trovare
un nuovo luogo da dove ripartire”.
Musiche ALAN MENKEN
liriche GLENN SLATER
testo CHERI STEINKELLNER e BILL
STEINKELLNER
dialoghi aggiunti DOUGLAS CARTER BEANE
basato sul film Touchstone Picture
“Sister Act” scritto da Joseph Howard
traduzione e liriche italiane FRANCO TRAVAGLIO
direzione musicale STEFANO BRONDI
coreografie RITA PIVANO
scene GABRIELE MORESCHI
costumi CARLA ACCORAMBONI
disegno luci VALERIO TIBERI
disegno suono EMANUELE CARLUCCI
regia SAVERIO MARCONI
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