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venerdì 2 febbraio 2024

AL TEATRO GARAVANI DI VOGHERA
UN CONNUBIO TRA MUSICA CLASSICA E
MUSICA CONTEMPORANEA CON GIOVANNI SOLLIMA 
CLARISSA BEVILACQUA E CARLOTTA MAESTRINI

Il Teatro Valentino Garavani sarà il palcoscenico di un evento musicale unico, in grado di trasportare il pubblico in un viaggio sonoro eclettico e avvincente. Domenica 4 febbraio, il rinomato violoncellista Giovanni Sollima, la talentuosa pianista Carlotta Maestrini e la virtuosa violinista Clarissa Bevilacqua si uniranno per presentare un concerto straordinario. Il programma vario del concerto farà ascoltare la bellezza della musica classica di Beethoven, l'energia e la potenza del repertorio dei System of a Down e la dolcezza e la malinconia delle note dei Sigur Rós.​

La prima parte di concerto è il nobile e raffinato incedere del Trio in Mi bemolle maggiore Op.1 n.1 di Ludwig van Beethoven a segnare il passo, un trionfo di armonie suonate con gusto e sensibilità. La seconda parte è un rovesciamento di campo che lascia spazio libero alla sorpresa, alla tecnica e al coraggio. Lo spettacolo costruisce un unico corpus di grande musica riuscendo a far dialogare ciò che apparentemente può sembrare inconciliabile. Accanto alla prima lunga composizione in scaletta firmata dal compositore tedesco, il trio guidato da Sollima sceglie di accostare l’imprevedibile nu metal dei System Of A Down con Chop Suey! – canzone che dell’album Toxicity rappresenta uno dei passaggi più famosi, a Short Trio Stories, firmata dallo stesso Sollima, e ad Ara Batur, lunga composizione della band islandese Sigur Rós, una delicatissima partitura che nel 2008, al tempo della sua pubblicazione, rappresentò forse il capitolo più pacato dell’album Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust.

Giovanni Sollima si fa ancora una volta interprete di un modo di intendere e praticare l’arte musicale che poco ha a che fare con ingessature classiche, totem e tabù, e molto racconta invece di un concetto alto, altissimo di musica, nell’accezione più ‘pop’ del termine. Che suoni brani del repertorio classico, che si lanci nella più imprevedibile delle riletture di musica alternative, il violoncellista abbandona cliché e approcci preconfezionati al pentagramma in favore di una dedizione e di un rispetto totale tanto di ciò che sceglie di suonare quanto del suo pubblico.

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