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giovedì 24 febbraio 2022

CICLO BEETHOVEN - I
IL PRIMO APPUNTAMENTO CONCERTISTICO DEDICATO 
A LUDWIG VAN BEETHOVEN
TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

Giovedì 24 febbraio 2022, ore 20.00
Il primo di tre concerti sinfonici dedicati al Genio di Bonn in cartellone tra gennaio e giugno 2022 al Teatro Carlo Felice di Genova, giovedì 24 febbraio alle ore 20.00, vede il direttore tedesco Hartmut Haenchen salire sul podio dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice per dar vita alla prima parte di un progetto musicale suddiviso in due appuntamenti: domani sera, è prevista l’esecuzione dell’Ouverture op. 72 b in mi maggiore dall’opera Fidelio e delle Sinfonie n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 e n. 5 in do minore op. 67, mentre venerdì 22 aprile alle ore 20.00, con la partecipazione del coro assieme all’orchestra del Teatro, sono in programma la cantata Meeresstille und glückliche Fahrt op. 112 e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica, oltre alla Messa in sol maggiore per soli, coro e orchestra D167 di Franz Schubert. Il Ciclo Beethoven prevede inoltre, nella stagione in corso, un terzo appuntamento, a chiusura del cartellone Concerti del Teatro, giovedì 19 maggio, diretto da Speranza Scappucci.

La storia della gestazione, della composizione e della ricezione pubblica di Fidelio, sublime dramma della libertà, unica opera lirica completa composta da Ludwig van Beethoven, della Terza e della Quarta sinfonia collegano, in un unico lampo ramificato, i corsi e ricorsi che si alternano nella vicenda dell’ascesa del compositore tedesco. La nascita de Fidelio va fatta risalire agli anni della commissione del Vestas Feuer di Emanuel Schikaneder (artista e impresario, oltre che celebre librettista del Flauto Magico mozartiano) per il Theater an der Wien; contratto annullato sul nascere dell’opera dal sopraggiungere di una nuova direzione del Teatro, che lasciò Beethoven libero di cimentarsi con un libretto a lui assai più congeniale, quello di Léonore ou L’amour conjugal di Jean-Nicolas Bouillly tradotto in tedesco da Joseph Sonnleithner. Dopo la prima rappresentazione dell’opera a metà del 1805, in seguito all’intervento della censura Beethoven fu già costretto a modificarne il testo (rifatto da S. von Breuning, prese il titolo di Leonora). Tra la fine del 1805 - dopo la sua seconda esecuzione nella Vienna occupata dai francesi - e il 1806 l’opera fu radicalmente rielaborata, passando dalla sua struttura originaria in tre atti all’attuale, in due, per poi subire una nuova rielaborazione nel 1814, su libretto di G. F. Treitschke. Sarà però l’Ouverture a subire il maggior numero di evoluzioni per arrivare ad assumere la sua quarta, definitiva e più snella forma quell’anno, trasportata dalla tonalità originaria di do a mi maggiore, da cui deriva la maestosa luminosità che costituisce il suo carattere preminente.

Tra il 1804 e il 1808, venivano inoltre alla luce le Sinfonie n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 e n. 5 in do minore, op. 67 che presentano, così come già l’Eroica, una caratterizzazione espressiva unitaria, organica sia sul piano formale sia sul piano espressivo, compattezza, coerenza e personalità distintive. Così come la Terza, la Quinta sinfonia presenta un carattere di possente drammaticità ma, al contrario di quella, si sviluppa integralmente a partire da una concisa cellula tematica, un nucleo generatore, la cui elaborazione continua lungo l’intera opera costituisce un vero e proprio avvenimento nella storia musicale. La lunga e sofferta gestazione di questo capolavoro dedicato al Principe Lobkowitz (assieme ai principi Lichnowsky e Kinsky, principale mecenate di Beethoven all’epoca), la cui prima esecuzione pubblica si fece attendere fino al 1808, non impedì al compositore non solo di portare a termine negli stessi anni il Quarto Concerto per pianoforte, il Concerto per violino, oltre alle prime due versioni di Fidelio, ma anche di scrivere un'intera altra sinfonia, la Quarta, e di abbozzarne un'altra ancora per grandi linee, la Pastorale. La Sinfonia op. 60 nacque quasi come dalla contingenza dell’incontro con un nuovo committente, il conte Franz von Oppersdorf, propiziato da Lobkowitz. “’D’una dolcezza celeste” commentò Berlioz, in netto contrasto sia con la Quinta sia con la Terza, e vibrante di poesia, la Quarta sinfonica rappresenta un momento di distensione e di idillio. Qui Beethoven gioca con le forme e le aspettative dei suoi ascoltatori, consegnando tra gli altri un secondo movimento, Adagio, che lo stesso Berlioz, ferocemente critico riguardo ad altri aspetti della composizione, non esitò a paragonare al toccante episodio della Francesca da Rimini nella Commedia dantesca.

In considerazione del rinvio dei primi due concerti della Stagione Concerti gennaio-giugno 2022 (dell’8 e del 13 gennaio 2022), e i prezzi dell'abbonamento Concerti Turno Unico S sono stati riparametrati ai rimanenti 5 concerti, dando origine ad un abbonamento Concerti Turno Unico S Ter febbraio-giugno 2022, di cui il concerto del 31 marzo sarà il primo appuntamento. La tabella dei prezzi degli abbonamenti riparametrati è consultabile sul sito del Teatro Carlo Felice alla sezione BIGLIETTI. I possessori dei biglietti dei concerti dell'8 e del 13 gennaio 2022 che non abbiano chiesto il rimborso entro 5 giorni lavorativi da ciascun evento possono mantenere tali titoli di accesso per la nuova data di programmazione dell’evento. Gli abbonati ai Concerti Turno Unico S (9 concerti), nella stessa circostanza, potranno usufruire del proprio abbonamento. Le nuove date dei due concerti saranno comunicate successivamente, in biglietteria, sul sito, sui social del Teatro e a mezzo stampa.

CICLO BEETHOVEN – I

Programma

Ludwig van Beethoven
Fidelio: Ouverture op. 72b, in mi maggiore (Prima esecuzione 1814)
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 (Prima esecuzione 1807)
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 (Prima esecuzione 1808)
Maestro concertatore e direttore Harmut Haenchen
Orchestra del Teatro Carlo Felice

BIOGRAFIE

Harmut Haenchen

“… è senza dubbio uno dei grandi direttori wagneriani del nostro tempo” (Opernwelt)

Hartmut Haenchen, occupa un primissimo posto nella vita musicale internazionale.

Nato a Dresda nel 1943 ex Germania dell’Est, ha consolidato le sue esperienze musicali non soltanto con le orchestre della DDR ma, malgrado le severe restrizioni del regime, anche con celebri orchestre occidentali, compresa l’orchestra dei Berliner Philharmoniker e del Concertgebouw.

Nel 1986 si trasferisce in Olanda, dove ottiene l’incarico di direttore musicale della Netherlands Philharmonic Orchestra e della Netherlands Opera; nei 13 anni che seguono dirige una grande quantità di partiture di Strauss, Mozart, Wagner, Verdi, Puccini, Čajkovskij, Gluck, Haendel, Berg, Reimann Šostakovič e Mussorgskji; grande successo ottiene un Ring per la regia di Pierre Audi (disponibile anche su CD e DVD), ripreso nel 2012/14 per celebrare il bicentenario di Wagner.

Hartmut Haenchen, particolarmente noto ed apprezzato per le sue interpretazioni di Richard Strauss, Wagner e Mahler, collabora con le migliori orchestre di tutto il mondo.

Il 2016 ha visto il suo debutto a Bayreuth, dove con la direzione di Parsifal (ripetuta nel 2017) ha avuto trionfali riscontri dal pubblico e dalla stampa internazionale.

In Italia ha diretto Die Schöpfung a Roma con l’Accademia Santa Cecilia e, con la stessa orchestra, a Pisa/Festival Anima Mundi, Der fliegende Holländer alla Scala, concerti a Napoli e Ravello con l’Orchestra del Teatro San Carlo, a Pisa e Pordenone con l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, nonché numerosi concerti a Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Carlo Felice di Genova

Hartmut Haenchen ha realizzato oltre 130 registrazioni con diverse orchestre; al DVD pubblicato dalla ICA Classic con la VI Sinfonia di Mahler è stato attribuito il Diapason d’oro.

Oltre all’attività direttoriale è autore di vari testi musicali, tra cui fondamentali contributi saggistici su Wagner e Mahler.

Nel 2008 gli è stata conferita la Croce Federale al Merito della Repubblica tedesca, nel 2017 è nominato Direttore dell’anno dal prestigioso periodico Opernwelt e nel 2018 ha ricevuto a Leipzig il Premio Richard Wagner.

Il cielo sopra Dresda racconta magistralmente la sua vita.

Trailer / https://www.youtube.com/watch?v=Yphpd1r-_ss

L’orchestra del Teatro Carlo Felice ha una storia che inizia nei primi del ‘900 e neppure i bombardamenti del ’43 che videro il Teatro semi distrutto, ne hanno interrotto l’attività sinfonica e operistica.

Nel 1965 l’Orchestra si struttura in maniera organica e da allora continua ad evolversi esaltando le qualità sia del suo insieme, sia delle parti solistiche. Sin dagli anni ’50 sul podio si avvicendano direttori di rilevanza internazionale: tra questi Victor De Sabata, Tullio Serafin, Igor Stravinsky, Franco Capuana, Vittorio Gui Sergiu Celibidache, Hermann Scherchen, Sir John Barbirolli, Claudio Abbado, Francesco Molinari-Pradelli, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovič, Giuseppe Patanè, Vladimir Delman, Gianandrea Gavazzeni, Spiros Argiris, Peter Maag, Rafael Frühbeck de Burgos, Myung-Whun Chung, Yury Ahronovitc. In tempi più recenti ricordiamo Daniel Oren (Direttore Principale dell’Orchestra nella seconda metà degli anni ’80 e dal 2007 al 2010), Antonio Pappano, Christian Thielemann, Daniele Gatti, Gary Bertini, Gennadij Rozdestvenskij, Gianluigi Gelmetti, Rudolf Barshai, Bruno Campanella, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Nello Santi, Michel Plasson (Direttore Principale Ospite dell’Orchestra nei primi anni 2000), Bruno Bartoletti, Neville Marriner, Nicola Luisotti, Lu Jia, Juanjo Mena (Direttore Principale Ospite dell’Orchestra dal 2007 al 2010), Diego Fasolis, Dmitrij Kitajenko, Manfred Honeck, Juraj Valčuha, Donato Renzetti, Kyrill Petrenko, Carlo Rizzi, Stefan Soltestz, Wayne Marshall, Hartmut Haenchen, Vladimir Fedoseev, Andrea Battistoni, Daniel Smith, Federico Maria Sardelli, Andrea De Carlo, Asher Fisch, Andriy Yurkevych. Nel 2012 il Maestro Fabio Luisi è stato nominato Direttore Onorario del Teatro Carlo Felice, instaurando una collaborazione con l’orchestra continuativa.

Numerose sono le incisioni, soprattutto di produzioni liriche registrate presso il Teatro Carlo Felice, effettuate per etichette quali Deutsche-Grammophon, Decca, Sony, TDK, Rai-Trade, Nuova Era Records, Arthaus Musik, Dynamic, Bongiovanni, Denon-Nippon e BMG-Ricordi. Con un repertorio che spazia dal primo Settecento alla musica contemporanea, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova si colloca fra le realtà prominenti nell’intero panorama nazionale, distinguendosi per produttività e versatilità anche grazie a una riconosciuta capacità di spaziare con pari successo tra generi e stili diversi.

L’alto livello qualitativo consolidato negli anni, ha consentito alla compagine genovese di prendere parte a manifestazioni di grande prestigio quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto (2013 e 2020), il Ravello Festival (2014 e 2019), il Festival “La Versiliana” (2014), Festival di musica sacra “Anima Mundi” di Pisa (2015), il Festival di Ljubljana (2018), oltre all’invito ad esibirsi in importanti sedi nazionali e internazionali, quali Parco della Musica di Roma (2015), Teatro degli Arcimboldi di Milano (2012), Auditorium della Conciliazione di Roma (2012), Teatro dal Verme di Milano (2014, 2019, 2021), Royal Opera House di Muscat (2015, 2017 e 2019), Astana Opera (2017), Marinsky Concert Hall (2019), e alla Basilica di S. Francesco ad Assisi, per il Concerto di Natale 2020, trasmesso in Eurovisione dalla RAI.


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