Post Più Recenti

.

venerdì 24 settembre 2021

IL DITTICO COMPOSTO DA 
"SULL’ESSERE ANGELI"  MUSICA DI FRANCESCO FILIDEI
E DA "PAGLIACCI" UNA NUOVA PRODUZIONE
TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

Cast Pagliacci
La vitalità del teatro che nasce dal dialogo tra estetiche, arti, generi caratterizza l’apertura del cartellone autunnale 2021 di Opere e Balletto del Teatro Carlo Felice di Genova che si inaugura con l’allestimento originale in dittico Sull’essere angeli | Pagliacci, di nuova produzione, in prima rappresentazione assoluta venerdì 8 ottobre 2021 alle ore 20.00 con repliche il 10, 15, 16 e 17 ottobre.

Il balletto Sull’essere angeli, firmato per la regia, la coreografia, le scene, i costumi e le luci da Virgilio Sieni, su musiche di Francesco Filidei, una nuova versione della composizione per flauto e orchestra sinfonica Sull’essere angeli (2017), è accostato all’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, per la regia, le scene e le luci di Cristian Taraborrelli, nella realizzazione video di Luca Attilii, con i costumi di Angela Buscemi, in una realizzazione in realtà aumentata 3D a cura del Teatro Carlo Felice in collaborazione con Rai Cultura.

Andriy Yurkevych dirige l’Orchestra e Coro e Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice, preparati rispettivamente da Francesco Aliberti e da Gino Tanasini.

In Sull’essere angeli, il flauto solista è Mario Caroli, per cui la composizione è stata originariamente scritta, la ballerina è Claudia Catarzi.

Il cast vocale di Pagliacci è composto da Fabio Sartori/Sergio Escobar (Canio) e Serena Gamberoni/Angela Nisi (Nedda), Sebastian Catana/Federico Longhi (Tonio), Michele Patti/Marcello Rosiello (Silvio), Matteo Falcier/Nico Franchini (Peppe), quest’ultimo selezionato dal Teatro in occasione della sua partecipazione all’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale del Teatro Carlo Felice 2021.

La prima del dittico, venerdì 8 ottobre 2021 sarà preceduta da una parata-spettacolo con i costumi di Emanuele Luzzati che partirà alle ore 18.45 da Via S. Lorenzo e arriverà in Largo Sandro Pertini alle ore 19.15, transitando da Piazza De Ferrari. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Emanuele Luzzati.

«Esplorando poetiche lontane, racconta il Sovrintendente Claudio Orazi, le due parti del dittico accostano e intrecciano generi - musica assoluta, balletto, teatro, cinema – e linguaggi condividendo alcuni temi importanti, a partire dall’interrogativo di fondo sul senso della morte: da una parte scelta, autodeterminazione, “compimento” come nel caso della fotografa statunitense Francesca Woodman morta suicida a soli 23 anni nel 1981, la cui raccolta di immagini On being an Angel dà il titolo alla composizione musicale, che scriveva: “ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate”. E, dall’altra, violenza subita, come nel caso di Nedda e Silvio, vittime della furia di Canio, in una narrazione personale “giustificata” da una concezione di passione storicamente insidiosa. Due punti di vista apparentemente opposti, che aprono alla narrazione di condizioni esistenziali lontane, legate assieme dalla riflessione sull’evoluzione della figura, della consapevolezza e della condizione femminile e l’osservazione metateatrale sul rapporto tra vita, “verità”, arte e teatro. Siamo orgogliosi di poter collaborare con Rai Cultura alla realizzazione di un allestimento di produzione della Fondazione Teatro Carlo Felice in realtà aumentata come quello di Pagliacci che, nella sua versione ulteriormente “aumentata” e arricchita dall’equipe RAI andrà in onda assieme al balletto di cui si compone il dittico su Rai 5 in prime time giovedì 16 dicembre 2021».

In Sull’essere angeli, è la poetica e dinamismo teatrale delle immagini della Woodman, maestra della fotografia di grande precocità, a fare da detonatore alla creatività di Francesco Filidei.

«La poetica della fragilità, racconta Francesco Filidei, del corpo nudo che è protagonista della serie di scatti della Woodman emerge nella linea del flauto che, come una figura sullo sfondo, si muove nel tempo e nello spazio cercando una direzione. Nel suo stagliarsi sullo sfondo orchestrale e nel suo movimento viene colorata, vestita dai colori dell’orchestra, a volte sgargianti, a volte fastosi, oppure francescani e dismessi, per poi trovarsi sempre più nuda, sempre più fragile. Forte di questa fragilità, in questo percorso attraversa momenti di tensione e distensione, come nel finale su di un grande crescendo su di un spettro armonico di do costruito su arpeggi raveliani, per terminare su di una coda sospesa. Il brano si porta dentro di sé una solitudine struggente; è un componimento tragico, nel quale le voci si sciolgono nei registri più disparati.

Il riferimento agli angeli oltre che alla serie di fotografie On being an Angel di Francesca Woodman, viene dalla dedica di Berg apposta al suo concerto per violino, alla memoria di un angelo. Questa nuova versione del lavoro, oltre alla riduzione degli archi, amplia considerevolmente il climax finale e la coda, dando alla forma un aspetto più narrativo, utile credo allo sviluppo di un pensiero coreografico».

Il brano musicale, concepito e dedicato per il flauto di Mario Caroli, diventa a sua volta l’occasione per Virgilio Sieni d’interrogarsi “sul senso della gravità, sulla relazione tra l’essere vivente e le sorgenti materiali e immateriali che lo animano”. Che nella vita, come nella musica e nella danza per Sieni sono “l’aria, il respiro, il soffio, ciò che è più vitale per noi diviene anche messaggero di memorie e un modo per indagare la vita oltre di noi”. “Il pneuma”.

Nell’allestimento di Pagliacci per la regia di Cristian Taraborrelli, la realtà irrompe sul palcoscenico e la finzione teatrale a sua volta corre incontro al vero, in una messa in scena senza quintature classiche, d’ispirazione cinematografica. Grazie alla realtà aumentata si delinea un terzo piano di narrazione, in cui confluiscono le visioni, i sentimenti e le esperienze soggettive di ciascun personaggio, i loro non detti, i loro agiti repressi, i loro segreti: su di uno schermo posto nella parte superiore del palco, l’azione scenica sarà restituita in una versione virtualmente accresciuta e sviluppata, grazie all’innovativa realizzazione del Teatro Carlo Felice in realtà aumentata a sviluppo bi e tridimensionale.

La sfida in questo caso, racconta Cristian Taraborrelli, è «narrare l’opera attraverso un nuovo linguaggio, che a partire dall’azione in teatro e dalla realizzazione in video “live” sfoci in una forma di sperimentazione cinematografica in grado, a sua volta, di “aggiungere verità”, con la narrazione in soggettiva dei personaggi “esplosa” in video, grazie alla realtà aumentata in due e in tre-D, ricomposta e fatte confluire in tempo reale sulla scena.

L’opera Pagliacci è come una tempesta nera che si abbatte sulle fragilità umane. Un groviglio contorto di passioni che ferisce in pancia: amore, gelosia, odio, la ferocia del finale. Questo continuo movimento dell’anima esige un universo visivo senza confini, mutevole, plasmabile nel tempo e nello spazio, una “realtà aumentata”: frammenti sconfinati di natura, tremori che attraversano le forme, riflessi che interrogano, architetture che si espandono, un nuovo spazio tridimensionale emozionale in cui i cantanti vivranno le loro molteplici vite osservate da telecamere “live”, sguardi digitali che racconteranno l’opera».

L’opera inoltre vivrà di una seconda vita sullo schermo televisivo di RAI 5 in prime time giovedì 16 dicembre 2021, che svelerà un punto di vista sul racconto ancora diverso, grazie ad un ulteriore innesto in realtà aumentata realizzato da Davide Meda assieme all’equipe di Rai Cultura per la regia televisiva di Claudia De Toma, su progetto editoriale e artistico di Francesca Nesler curato da Nicola Pardini.

«È la prima volta che lavoro a un progetto in realtà aumentata, racconta il direttore Andriy Yurkevych, mi sento molto responsabile, ma facilitato in questo compito grazie all’estrema professionalità delle masse artistiche e dei tecnici del Teatro Carlo Felice, dove mi sento sempre a casa. Pagliacci, quest’opera dalla musica coloratissima, espressiva – una rarità in ambito musicale verista - mi colpisce sempre per la sua capacità di fare provare a chi l’ascolta emozioni vere, di coinvolgerlo nel profondo. La bellezza delle melodie, dell’orchestrazione, il teatro nel teatro, che si rispecchia anche nella musica la rendono un’opera tecnicamente sfidante, che richiede all’interprete molta sensibilità musicale e teatrale.

A contrasto, il brano di Francesco Filidei, assai complesso per l’orchestra, è un oggetto musicale completamente diverso, pensato come una composizione sinfonica, con un organico imponente caratterizzato da strumenti insoliti che permettono di creare suoni irreali - sussurri, soffi, gridi, venti - che riescono a “bussare” alle nostre porte più profonde».

NOTE DI DIREZIONE – Di Andriy Yurkevych

Cosa vorrebbe Nedda? Una vita tranquilla, senza dover vagabondare, senza trovarsi in circostanze precarie. La possibilità di avere una famiglia sana e tranquilla. E forse la vorrebbe anche Tonio. Pagliacci, quest’opera dalla musica coloratissima, espressiva – una rarità in ambito musicale verista - mi colpisce sempre per la sua capacità di fare provare a chi l’ascolta emozioni vere, di coinvolgerlo nel profondo, ma anche di rendere lo spettatore partecipe di quanto accade sul palcoscenico: ed è la musica a fare si che, se un personaggi tira fuori un coltello e uccide, ciascun possa sentire la lama di questo coltello sul proprio collo. Mi colpisce anche perché amplifica la mia capacità di sentire assieme ai personaggi, e provare empatia con i personaggi, e sebbene io abbia soffocato molte assieme a Aida e Radames chiuso nella tomba, sia morto assieme a Mimi, mi sia disperato assieme a Rodolfo, abbia flirtato con Violetta, i personaggi di Pagliacci mi emozionano sempre moltissimo. La bellezza delle melodie, dell’orchestrazione, il teatro nel teatro, che si rispecchia anche nella musica: è un’opera tecnicamente sfidante, che richiede all’interprete molta sensibilità musicale e teatrale.

È la prima volta che lavoro ad un progetto in realtà aumentata, mi sento molto responsabile, ma certo facilitato in questo compito grazie all’estrema professionalità delle masse artistiche e dei tecnici del Teatro Carlo Felice, dove mi sento sempre a casa.

A contrasto con Pagliacci, il brano di Francesco Filidei, assai complesso per l’orchestra, è un oggetto musicale completamente diverso, pensato come una composizione sinfonica, con un organico imponente caratterizzato da strumenti insoliti, che permettono di creare suoni irreali - sussurri, soffi, gridi, venti - che riescono a “bussare” alle nostre porte più profonde.

Ad accomunare le due opere, una riflessione sul destino di queste due donne, che in fondo hanno deciso di combattere e di morire per una passione, “per l’arte”: Nedda in senso drammaturgico, la Woodman, in nome della perfezione.

Sull’essere angeli

NOTE DEL COMPOSITORE - Di Francesco Filidei

La versione originaria della composizione nasce da un desiderio che portavo avanti dagli anni di conservatorio, quando incontrai per la prima volta Mario Caroli, uno fra i più straordinari interpreti che ho avuto occasione di conoscere. Quando Marc Monnet, all’epoca direttore artistico del festival Printemps des Arts, mi chiese un lavoro per orchestra, gli proposi di scrivere per Mario, e, l’avventura cominciò. Dopo la mia opera su Giordano Bruno ricapitolazione di esperienze legate ad anni ed anni di lavoro, mi è costato molto tempo individuare un cammino verso nuove direzioni. Il tentativo, iniziato già a partire dalla Ballata n. 6 «Canzone» per armonica ed ensemble è stato di seguire una linea nuda che si muoveva fragile nello spazio. Frutto di una serialità sfaldata, melodia sospesa nel silenzio, in questo lavoro il corpo astratto di una esile voce viene rivestito a tratti dall'orchestra per poi essere lasciato ancor più solo e spoglio. Il riferimento agli angeli oltre che alla serie di fotografie On being an Angel di Francesca Woodman, viene dalla dedica di Berg apposta al suo concerto per violino, alla memoria di un angelo. Sull'essere angeli è dedicato a Eleonora Kojucharov, giovane pianista venuta a mancare nel 2016. Questa nuova versione del lavoro, oltre alla riduzione degli archi, amplia considerevolmente il climax finale e la coda, dando alla forma un aspetto più narrativo, utile credo allo sviluppo di un pensiero coreografico.

NOTE DI REGIA - Di Virgilio Sieni

“Sull’essere angeli, predispone all’essenza del respiro: pneuma che ci comprende e allo stesso ci commuove. L’aria, il respiro, il soffio, ciò che è più vitale per noi diviene anche messaggero di memorie e un modo per indagare la vita oltre di noi. Sull’essere angeli, arriva dopo uno scavo, come elemento sorgivo di un’archeologia che restituisce le vite degli altri e ci fa condividere lo spazio del gesto.

Le fotografie di Francesca Woodman che hanno ispirato la composizione musicale, insieme ad un avvenimento tragico, la morte della giovane pianista Eleonora Kojucharov, alla quale Francesco Filidei dedica il brano, restituiscono un corpo sempre presente, in azione oltre l’autoritratto, indagando la bellezza e la maieutica delle cose vicine: un corpo che ci tocca, respira vicino a noi, una sedia nello spazio vuoto, una parete scrostata, uno specchio appoggiato al muro, ombra e luce che giocano, l’esser sospesi e l’essere in volo. A ben pensare tutte posture che riflettono sul senso della gravità, sulla relazione tra l’essere vivente e le sorgenti materiali e immateriali che lo animano. Posture che accolgono aloni e sfocature di presenze che individuiamo o percepiamo in quelle stanze scelte per le pose fotografiche. Emerge una dimensione auretica che muove il corpo e lo tocca per fargli compiere dei gesti che sembrano danze: riti d’iniziazione al mondo dove piedi, gambe, busto, capelli, braccia s’innestano nel discorso primitivo dell’uomo per inginocchiarlo, farlo stare a quattro zampe, sdraiato, sospeso, accucciato, abbandonato. In questa forma analitica ogni gesto racchiude il viaggio dell’uomo fino ad oggi e oltre di lui.

La coreografia, interpretata da un’unica danzatrice, Claudia Catarzi, raccoglie l’invito su ciò che ha ispirato la composizione musicale e presenta quei gesti e quegli oggetti per creare un’ode alle cose dimenticate; Res amissa, che con forza continuano ad alimentare la speranza dentro di noi. Claudia mi sembra che colga nel suo essere con la danza quei moti dell’animo che la fanno immergere nella stessa sostanza immateriale e simbolica che emerge dalle opere della Woodman. Respira la danzatrice insieme al fiato della musica che sempre la irrora di novità, affinché lo scavo dell’uomo possa illuminarci ad un mondo rispettoso dei margini, in dialogo con la natura delle cose».

Pagliacci

NOTE DI REGIA - Di Cristian Taraborrelli

Un albero secco, privo di vita, può rinascere con la tenacia e la forza della fantasia di un bambino che lo innaffia. Il teatro può rinascere: l’energia è nello sguardo di quel bambino che attende la comparsa dei primi germogli.

Un uomo, sulla scena, chiamato “Prologo” incontra inaspettatamente altri uomini, nella sala, e condivide con loro questo “orfano mondo”, condivide le morti, le sofferenze, gli abbracci negati... ma è tempo di cominciare a sentirsi vivi nelle emozioni che risuoneranno sul palco.

Una compagnia di teatro arriva dal fondo e si presenta, i costumi delineano i loro caratteri, le luci della ribalta illuminano i loro volti, bianchi, privi ancora delle anime dei personaggi che “vivranno” in scena: sono Nedda, Canio, Tonio, Peppe e Silvio.

Lo spazio scenico è vivo.

La terra racconta con i suoi segni il divenire delle emozioni. La terra diventa simbolo della libertà violata, della vendetta spietata che acceca e rende ciechi di fronte alle fragilità. Un segno circolare che racconta la complessità̀ della psiche. L’acqua come specchio dei ricordi, origine di nuove passioni, lavagna liquida dove le forme si dissolvono.

Nedda costruisce con i suoi ricordi e i suoi desideri un bosco vivo, ci osserva e arriva al nostro sguardo con il suo sguardo, percorrendo traiettorie sempre nuove di speranza, sorrisi che ricordano la spensierata vita mai vissuta di una bambina.

Il bosco vacilla, trema, scosso dal vento, dalla tormenta scura alimentata dall’amore “contorto”, dalla sofferenza di Tonio, dal brivido amaro di una passione respinta mai appagata. Il bosco brucia, viene cancellato, distrutto dal dolore di Canio; siamo vicini alla “morte” dei sentimenti di Canio.

Un lungo sospiro - è l’intermezzo, volti che osservano persi in uno sguardo che commuove - ti guarda dentro l’anima. Sono uomini e donne testimoni delle lacerazioni che stanno dilaniando altri uomini.

Non ha più senso recitare la solita Commedia, nulla sarà̀ più come prima; il ricordo di ciò che hanno vissuto poche ore prima è indelebile, affiora implacabile e si legge nei loro sguardi. Nedda recita il ruolo di una donna capace di orientarsi con caparbietà̀ nei complessi equilibri amorosi. La vediamo prepararsi in attesa dell’amante dal quale ha appena ricevuto una lettera d’amore. Arlecchino è uno scaltro seduttore a cui poco importa la vita di Nedda, è il suo cuore che vuole spogliare e comprare, con costosi, squallidi regali.

Taddeo è l’uomo che è disposto a tutto; a comando, soddisfa ogni desiderio di Nedda con l'intento di guadagnare preziosi minuti di carnale vicinanza. Pagliaccio annega il suo dolore nel bere, aiutato da Taddeo che gli porge, come se fosse una lama, un bicchiere dopo l’altro, colmo di vino.

Arlecchino, Colombina, Taddeo e Pagliaccio diventano esseri umani, le parole del solito copione ora diventano l’occasione per ferire, risvegliare ricordi amari, c’è poco di cui ridere. La morte non veste maschere.

Il Pubblico, da parte sua, vivrà due racconti paralleli: quello agito dai cantanti sul palcoscenico, dove gli elementi scenografici sono essenziali all’azione come le parole di un libro che descrivono paesaggi, atmosfere, ambientazioni (la parola “bosco” diventa il bosco che ognuno immagina); e quello visibile nello schermo led, dove invece la realtà̀ aumentata rende visibili i sogni, i pensieri, le passioni, i tormenti dell’anima dei protagonisti della storia.

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 8, venerdì 15 ottobre 2021 ore 20.00
Domenica 10, sabato 16*, domenica 17 ottobre 2021 ore 15.00

Sull’essere angeli | Pagliacci
Sull’essere angeli
di Francesco Filidei
Prima assoluta della nuova versione
Regia, coreografia, scene, costumi e luci Virgilio Sieni
Flauto Mario Caroli
Ballerina Claudia Catarzi
Nuovo allestimento

Pagliacci
di Ruggero Leoncavallo
Opera in due atti su libretto di Ruggero Leoncavallo
Nuovo allestimento in collaborazione con Rai Cultura
Maestro concertatore e Direttore Andriy Yurkevych
Regia, scene e luci Cristian Taraborrelli
Costumi Angela Buscemi
Video Luca Attilii

Canio Fabio Sartori/Sergio Escobar*
Nedda Serena Gamberoni/Angela Nisi*
Tonio Sebastian Catana/Federico Longhi*
Silvio Michele Patti/Marcello Rosiello*
Peppe Matteo Falcier/Nico Franchini* (*)
Un contadino Luca Romano
Un altro contadino Giampiero De Paoli/ Antonio Mannarino

*Secondo cast

(*) Solista dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova

INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA

E PREZZI 11 SETTEMBRE 2021 – 5 GENNAIO 2022

OPERE / BALLETTO

PRIME

RECITE 1°CAST

RECITE 2° CAST

BIGLIETTO PRIMO SETTORE

€ 95,00

€ 85,00

€ 75,00

BIGLIETTO SECONDO SETTORE

€ 75,00

€ 65,00

€ 55,00

BIGLIETTO TERZO SETTORE

€ 55,00

€ 45,00

€ 35,00

BIGLIETTO POSTI A RIDOTTA VISIBILITA'*

€ 35,00

€ 25,00

€ 20,00

BIGLIETTO UNDER 30 **

€ 20,00

€ 20,00

€ 20,00

BIGLIETTO UNDER 18 **

€ 10,00

€ 10,00

€ 10,00

* prima e seconda fila di galleria

balconate - 32° fila e palchi

** in secondo e terzo settore fino a esaurimento posti

CONCERTI

Posto unico intero

€ 30,00

Ridotto under 30

€ 15,00

Ridotto under 18

€ 10,00

PER OPERE /BALLETTO e CONCERTI:

Su ogni ordine di posto

riduzione del 10% per over 60

BIGLIETTERIA

I biglietti possono essere acquistati alla biglietteria del Teatro Carlo Felice e online nel circuito Vivaticket.

La Biglietteria del Teatro Carlo Felice osserva i seguenti orari:

dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00

il sabato dalle 10.00 alle 16.00

I voucher emessi dalla Fondazione Teatro Carlo Felice possono essere utilizzati per acquistare i biglietti degli spettacoli organizzati dalla Fondazione in programma.

Indirizzi e contatti:

La Biglietteria del Teatro Carlo Felice è situata in Galleria Cardinal Siri 6 a Genova

Info: biglietteria@teatrocarlofelice.it

Tel. + 39 010 5381 433 - 334

NORME DI ACCESSO PER IL PUBBLICO

GREEN PASS
L'accesso del pubblico in sala avviene all'ingresso del Teatro, previo controllo da parte del Personale della Fondazione del Green Pass e rilevamento della temperatura.

MASCHERINA
All’interno del Teatro è obbligatorio l’uso della mascherina chirurgica a copertura di naso e bocca.

DISTANZIAMENTO
L’accesso agli spettacoli avviene con posto nominativo, assegnato e distanziato secondo le disposizioni di legge. Il pubblico dovrà mantenere il distanziamento interpersonale.

TRACCABILITA’
Ad ogni spettatore è richiesto di compilare il modulo di tracciabilità all’atto di acquisto del biglietto

Nessun commento:

Posta un commento