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martedì 14 luglio 2020

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA
"THE RED LION"
 CORTILE D'ONORE DI PALAZZO REALE


Domani 15 luglio debutta The Red Lion diretto da Marcello Cotugno, con Nello Mascia, Andrea Renzi e Lorenzo Scalzo; in prima assoluta anche Notte d’Alba, ideato e interpretato da Franca Abategiovanni; La leggenda del pallavolista volante: Andrea Zorzi in scena per la sezione SportOpera; replica Plastilina diretto da Mario Gelardi, nell’ambito del progetto Rua Catalana.



Proseguono gli appuntamenti della tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio, realizzato con il sostegno della Regione Campania e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, guidata da Alessandro Barbano. Domani(mercoledì 15 giugno) in prima assoluta al Cortile d’Onore di Palazzo Reale, ore 21.00, The Red Lion di Patrick Marber (in replica il 16 luglio), coprodotto da La Pirandelliana/Teatri Uniti, tradotto da Marco Casazza e adattato da Andrej Longo, autore pubblicato da Adelphi e profondo conoscitore del linguaggio e dell’ethos partenopeo. Alla regia Marcello Cotugno, che firma anche la colonna sonora. Sul palco un cast d’eccezione: Nello Mascia e Andrea Renzi, apprezzati interpreti tra i più validi nel panorama italiano, sono affiancati dal giovane Lorenzo Scalzo. Lo spettacolo compie un’analisi ironica e spietata sul mondo del calcio dilettantistico, pieno di contraddizioni e ambizioni, illuminato e al tempo stesso oscurato dalla chimera delle giovani promesse che vorrebbero essere scoperte da un talent scout per lanciarsi nel paradiso del professionismo. 
Alle 19.00 a Palazzo Fondi replica Plastilina, scritto da Marta Buchaca e diretto da Mario Gelardi, nell’ambito del progetto Rua Catalana, a cura di Enrico Ianniello, che si muove in direzione di una maggiore strutturazione della fervida relazione esistente tra la nuova drammaturgia catalana e le compagnie teatrali italiane. 

E poi, Notte d’Alba, idea, progetto e interpretazione di Franca Abategiovanni, diretta da Gabriela Eleonori, in scena in prima assoluta al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale alle 22.00.  Dai diari scritti da Alba De Céspedes dopo l’armistizio del ‘43 nasce lo spettacolo scritto da Marina Sorrenti, in cui i temi delle migrazioni, dell’identità, della crisi della democrazia, delle discriminazioni, vivono attraverso la figura della scrittrice, poetessa e partigiana italiana. Un viaggio da Roma verso il Sud è fuga, ma anche volontà di costruire un mondo diverso. 

Sale sul palco, al Casino della Regina di Capodimonte, alle 21.00, per la sezione SportOpera a cura di Claudio Di Palma, Andrea Zorzi, ex pallavolista, due volte campione del mondo e tre volte campione europeo, e lo fa accanto a Beatrice Visibelli in La leggenda del pallavolista volante. Tra ricordi di memorabili azioni mozzafiato, vittorie leggendarie e sconfitte ancora brucianti, riscopriamo con leggerezza e un tocco di malinconia la filosofia e il potenziale umano dello sport. Zorzi firma il testo dello spettacolo insieme al regista Nicola Zavagli, mentre i movimenti coreografici sono di Giulia Staccioli.

Sul sito napoliteatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti. 

NAZIONALI

RUA CATALANA – PLASTILINA
NUOVO TEATRO CATALANO A NAPOLI
SCRITTO DA MARTA BUCHACA
CON TERESA SAPONANGELO, IVAN CASTIGLIONE
E CON VINCENZO ANTONUCCI, MARIANO COLETTI, GIAMPIERO DE CONCILIO, ARIANNA IODICE
LUCI ALESSANDRO MESSINA
COSTUMI ALESSANDRA GAUDIOSO
IMPIANTO SCENICO E REGIA MARIO GELARDI
PRODUZIONE NUOVO TEATRO SANITÀ
PALAZZO FONDI
14, 15 LUGLIO ORE 19.00
DURATA 1H+30MIN
PRIMA ASSOLUTA
Una famiglia perbene, madre, padre e un figlio. Una vita senza traumi procede con linearità. Il figlio ha tre amici, due ragazzi e una ragazza, una comitiva di oggi con la testa e gli occhi spesso presi da uno smartphone.
La quotidianità di questa piccola società viene interrotta da un atto violento, che altera per sempre la vita di tutta la famiglia. Ispirandosi ad un fatto realmente accaduto, l’autrice Marta Buchaca racconta il cinismo di una generazione che trova complicità e protezione negli adulti. La storia è raccontata con salti temporali che conducono dal passato al futuro e riportano poi al presente. Plastilina cerca di capire la violenza dei giovani e da che cosa essa sia provocata. Non c’è alcuna assoluzione né per i padri né per i figli. La storia ha un taglio chirurgico, che espone la coscienza dei protagonisti al pubblico, come un organo che palpita. Il testo pone tutti i personaggi davanti a una scelta etica ed umana. Come spesso accade nelle famiglie in cui avviene un atto violento, la coppia si divide invece di unirsi. Le parole diventano lame. La vicenda mette in luce la naturalezza con cui i personaggi affrontano la tragedia, quasi non ponendosi il problema, come se restassero spettatori di un video sul proprio smartphone.

PROGETTO E TRADUZIONI A CURA DI ENRICO IANNIELLO
PRODOTTO DA CASA DEL CONTEMPORANEO, NUOVO TEATRO SANITÀ, MUTAMENTI/TEATRO CIVICO 14
IN COLLABORAZIONE CON DELEGAZIONE DEL GOVERNO DELLA CATALOGNA, INSTITUT RAMON LLULL
PALAZZO FONDI DALL’1 AL 15 LUGLIO
La produzione drammaturgica catalana, arricchitasi enormemente negli ultimi quindici anni grazie al lavoro di importanti presidi culturali come la Sala Beckett o attraverso progetti speciali dedicati alla scrittura come la piattaforma Catalandrama, o il T6 del Teatro Nacional de Catalunya – all’epoca diretto dal drammaturgo e regista Sergi Belbel –, ha trovato un importantissimo referente scenico in Italia, specificatamente a Napoli. Le due città gemelle, portuali, marine e collinari insieme, linguisticamente percorse dalla stessa corrente dovuta a uno scambio costante tra le due coste, ultimamente si parlano moltissimo, teatralmente, con risultati inaspettati. Bisogna sottolineare come esperimenti di traduzione dal catalano a una lingua teatralmente molto potente quale il napoletano, hanno prodotto spettacoli fortunati che hanno aperto la strada a una sorta di scrittura transmediterranea (Chiòve e Jucature di Pau Miró, premio Ubu 2013, ne sono due chiari esempi). Jordi Galceran, LLuisa Cunillé, Josep Maria Mirò, Jordi Casanovas, Marta Buchaca e altri autori catalani sono stati costantemente portati in scena nel nostro paese ultimamente, nei più importanti contesti.
Il progetto Rua Catalana intende arricchire, dietro la spinta della Delegazione del Governo Catalano in Italia e dell’Istituto Ramon Llull, e rinforzare questa relazione attraverso la messinscena di tre nuovi testi andati in scena in Catalogna con succes- so nelle ultime stagioni, affidandoli a tre compagnie che usano frequentemente il napoletano come lingua di riferimento per il loro lavoro.
Enrico Ianniello

THE RED LION
DI PATRICK MARBER
TRADUZIONE MARCO CASAZZA
ADATTAMENTO ANDREJ LONGO
CON NELLO MASCIA, ANDREA RENZI, LORENZO SCALZO
SCENE LUIGI FERRIGNO COSTUMI ANNA VERDE LUCI PASQUALE MARI
COLONNA SONORA MARCELLO COTUGNO
REGIA MARCELLO COTUGNO
DIREZIONE DI SCENA LELLO BECCHIMANZI
AIUTO REGIA MARTINA GARGIULO
ASSISTENTE ALLA REGIA CHIARASTELLA SORRENTINO
ASSISTENTE ALLE SCENE SARA PALMIERO
SUONO DAGHI RONDANINI
DATORE LUCI LUCIO SABATINO
CAPO MACCHINISTA SALVATORE BELLOCCHIO
COPRODUZIONE LA PIRANDELLIANA, TEATRI UNITI
PALAZZO REALE – CORTILE D’ONORE
15, 16 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 1H+40MIN
PRIMA ASSOLUTA
The Red Lion analizza con ironia e spietatezza il mondo pieno di contraddizioni e ambizioni del calcio dilettantistico, illuminato/ oscurato dalla chimera delle giovani promesse di essere lanciate nel paradiso del professionismo. Intorno a un giovane talento si muovono l’allenatore e l’anziano factotum della squadra che, ignari dei problemi del ragazzo, cercano di trarre profitto dalle sue capacità. The Red Lion non parla solo di calcio ma è anche una riflessione amara e profonda sulla lealtà e il senso di appartenenza. Il lirismo di certi passaggi contrasta con il linguaggio a tratti violento e con l’avidità e la mediocrità che aleggia nello spogliatoio dove si svolge l’intera pièce. Patrick Marber ci invita, attraverso un argomento cross-enerazionale e di immediata ricezione, a riflettere sulla perdita di valori che oggi riguarda tanti altri contesti del contemporaneo.
L’ambientazione in una provincia della Campania mira a rendere più evidente l’universalità dei temi trattati e ad annullare la distanza che spesso distorce la percezione e la lettura dei testi anglosassoni. La messinscena semplice, simbolica, punterà a valorizzare le performance dei tre protagonisti, dando voce alle anime perse che, tra un calcio e l’altro, si confrontano e si scontrano nel logoro e affascinante backstage di un campetto malridotto di provincia, incarnando amaramente sogni e sconfitte di tutti noi.

NOTTE D’ALBA
IDEA, PROGETTO E INTERPRETAZIONE FRANCA ABATEGIOVANNI
REGIA GABRIELA ELEONORI
SCRITTO DA MARINA SORRENTI
SCENE ALESSANDRA RICCI
AIUTO REGIA ORAZIO ROTOLO SCHIFONE
LUCI E FONICA DESIDERIA ANGELONI
SERVICE CLASSICO LIGHT FRANCO FERRIGNO
PRODUZIONE PAN PRODUCTIONS SRLS
PALAZZO REALE – CORTILE DELLE CARROZZE
15 LUGLIO ORE 22.00
DURATA 1H
PRIMA ASSOLUTA
«Partita da Roma col solo desiderio di salvare la mia libertà, bruscamente passata dalla mia stanza rosa di via Duse alla visione delle case bruciate, alle grotte popolate di fuggiaschi pei quali la vita è ridotta al solo mangiare e dormire, resisto, adesso, proprio per difendere questa nostra miseria, questa nostra sofferenza di esseri umani scacciati, braccati, umiliati e scaduti.» Questo è uno stralcio di uno dei diari scritti da Alba De Céspedes durante il periodo dell’ultima guerra mondiale, esattamente dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, mentre scappava da Roma.
Autrice non sufficientemente conosciuta e onorata in Italia, la De Céspedes ha saputo, in maniera eccelsa, raccontare il viaggio della vita in tutte le sue sfaccettature, con una sensibilità e una schiettezza incredibili, tipiche di chi non resta mai alla superficie delle cose. La sua non è soltanto una disamina di ciò che le accade attorno, ma anche profonda conoscenza di ciò che ci accade dentro.
Il testo di Marina Sorrenti si sofferma sul periodo della Resistenza della scrittrice e, forse, proprio per questo, offre spunti alla nostra riflessione contemporanea.
In un periodo come questo che stiamo vivendo, in cui le tematiche delle migrazioni e dell’identità, delle guerre e della crisi dei sistemi democratici, delle discriminazioni di razza e di genere, sembra che Alba De Céspedes parli direttamente, con una forza rinnovata dalla nostra contingenza.

SPORTOPERA
LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE

CON ANDREA ZORZI, BEATRICE VISIBELLI
TESTO NICOLA ZAVAGLI, ANDREA ZORZI
MOVIMENTI COREOGRAFICI GIULIA STACCIOLI
REGIA NICOLA ZAVAGLI
PRODUZIONE COMPAGNIA TEATRI D’IMBARCO
CAPODIMONTE – CASINO DELLA REGINA (INGRESSO DA PORTA MIANO)
15 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 1H+10MIN
PRIMA ASSOLUTA
La leggenda del pallavolista volante è uno spettacolo in cui lo sport incontra il teatro e si fa metafora della vita: Andrea Zorzi detto Zorro – il pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con l’indimenticabile Nazionale di Julio Velasco – sale sul palcoscenico e, grazie alla penna e alla regia di Nicola Zavagli, ci racconta la sua grande avventura. Attorno a lui, la verve esplosiva dell’attrice Beatrice Visibelli disegna un paesaggio narrativo carico di ironica allegria, dando vita alla moltitudine di personaggi che hanno accompagnato la vita e la carriera di questo autentico mito dello sport italiano.
Un pallone sgualcito diventa il volante che il padre impugnava durante i molti chilometri percorsi nella sua vita d’autista. Le panche dello spogliatoio, dove ci si confrontava, si discuteva e si finiva spesso per litigare, si tramutano nel letto dove un adolescente febbricitante cresceva troppo e sognava di trovare una ragazza. Lo spazio del palco si trasforma in un campo da pallavolo, per rivivere le azioni mozzafiato scolpite nella memoria di tutti, le vittorie leggendarie e le sconfitte ancora brucianti.
Ed ecco dipanarsi un affresco teatrale dove la vicenda personale s’intreccia alla storia e al costume: il teatro porta in scena lo sport e lo sport porta in scena la vita, con un crescendo di momenti a tratti ironici ed esilaranti, a tratti malinconici o persino drammatici. Attraverso la biografia di un campione che ha segnato la nostra storia sportiva, riscopriamo con leggerezza la filosofia e il potenziale umano dello sport, al di là degli imperativi tecnici, economici e mediatici, con l’idea che nella vita, come nella pallavolo, senza una squadra non si possa arrivare da nessuna parte.



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