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mercoledì 23 settembre 2015

"L'ULTIMA ESTATE DELL'EUROPA"
DI E CON GIUSEPPE CEDERNA

Giovedì 24 settembre, alle ore 10.30, al Teatro Diego Fabbri di Forlì (Corso A. Diaz, 47, Forlì, 47121 – ingresso gratuito - info 0543 712160) nell’ambito della manifestazione “Exportiamo Buon Vivere” l’attore, scrittore e viaggiatore Giuseppe Cederna ritorna in scena nella città emiliana con il suo nuovo monologo “L’ultima estate dell’Europa” con le musiche originali eseguite dal vivo di Alberto Capelli, alla chitarra e percussioni e Mauro Manzoni, ai flauti, sassofoni e clarinetto basso.
Il buon vivere è una cosa che si impara vivendo, ascoltando, sentendo, avendo qualche buon maestro, degli amici, viaggiando per poi tornare a casa” commenta Giuseppe Cederna su “Exportiamo Buon Vivere”, manifestazione che lo ospita ormai da anni. Il giorno dopo, invece, l’attore, scrittore e viaggiatore incontrerà le scuole di Vignola (Mo) in occasione del Poesia Festival.
Ecco tutti gli appuntamenti della tournèe: Teatro Sociale di Belluno – 3 ottobre; Teatro Nuovo di Mirandola (MO) – 17 novembre; Teatro India di Roma – dal 19 al 29 novembre; Teatro della Società di Chiavenna (SO) – 2 dicembre; Teatro Puccini di Firenze – 4 dicembre; Teatro Archivolto di Genova – 5 febbraio; Teatro Comunale De Micheli di Copparo (FE) – 26 febbraio.

Sarajevo 28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica di giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola sconvolgeranno il mondo. In poco più di un mese Austria, Serbia, Russia, Germania, Francia e Inghilterra si dichiarano guerra. Poi sarà la volta del Giappone e degli Stati uniti. E l’Italia? L’Italia comincia a pensarci. Ma in realtà ci sta già pensando da molto tempo.

Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti dal fuoco- che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero- è la zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto dall’implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e corpo a quell’umanità di vittime e di carnefici che trasformarono l’Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai fanti mandati a morire sul Carso e sull’Isonzo ai loro compagni di naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz. Dall’esaltazione alla consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di Maggio” alla notte di Caporetto.

«La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»
GIUSEPPE CEDERNA debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel ’78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte d’estate” del Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in “Amadeus” di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne “Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia di Gabriele Lavia; in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht regia di Pino Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne “Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi, un’interessante attività cinematografica. Premio oscar con il film “Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.

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