LA SCENA DELLE DONNE
XVII EDIZIONE
PORDENONE SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA
PRATA DI PORDENONE CORDOVADO PORCIA
Torna dal 3 al 12 settembre in Friuli Venezia Giulia “La scena delle donne”, il festival internazionale giunto alla XVII edizione per la direzione artistica di Bruna Braidotti, organizzato dalla Compagnia di Arti e Mestieri e realizzato con il contributo del MiC, il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, il supporto di Voce Donna Onlus centro antiviolenza Pordenone e Antoniazzi Franco srl, e in collaborazione con i Comuni di Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, Prata di Pordenone, Cordovado, Porcia.
Il festival si pone l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla presenza delle donne negli ambiti della cultura e del teatro per incoraggiare un equo coinvolgimento delle donne in quei settori in cui lo sguardo femminile viene penalizzato e le donne non hanno ancora pari visibilità e diffusione, cercando di favorire una trasformazione culturale sempre più necessaria per arginare la violenza sulle donne.
«La Scena delle donne nelle diverse edizioni – dichiara Bruna Braidotti – ha presentato spettacoli di drammaturghe e registe italiane e del mondo per dare visibilità alla ricca produzione creativa femminile per il teatro che ancora sconta in Italia, e non solo, una scarsa visibilità; solo il 20% degli spettacoli rappresentati vede autrici e registe, rimanendo il piano della rappresentazione ancora prevalentemente maschile. Ciò determina non solo una disparità di visibilità fra i due sessi nell’ambito artistico, ma anche la mancanza nei testi rappresentati del punto di vista, dello sguardo e dell’immaginario femminile».
Cinque le città palcoscenico della diciassettesima edizione: Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, Prata di Pordenone, Cordovado, Porcia. Nove le location che si alterneranno dal 3 al 12 settembre: Villa Dolfin a Porcia; l’Auditorium Concordia, il Castello di Torre, l’ex Convento di San Francesco, il Teatro Capitol, il Palazzo Gregoris a Pordenone; il Teatro Pileo a Prata di Pordenone; l’Auditorium Tondat a Cordovado; il Teatro Don Bosco a San Giorgio della Richinvelda.
“La scena delle donne”, che recupera anche la programmazione del 2020 annullata a causa dell’emergenza sanitaria e comprende appuntamenti di giovani realtà artistiche femminili nella sezione “La vetrina delle giovani proposte”, riparte a settembre con omaggi a Dante Alighieri nel sette centenario dalla morte e l’importante concorso di teatro sul femminile rivolto ad artisti/e under 35 “La giovane scena delle donne” (9-12 settembre), che comprende 6 spettacoli fra le più di 70 domande pervenute da tutta Italia, di cui una giuria composta da Alina Narciso (regista e direttrice italo/cubana del Festival La Escritura de la/s Diferencia/s di Cuba), Patrizia Monaco (drammaturga e rappresentante del Centro nazionale di drammaturgia italiana contemporanea), Marcela Serli (rappresentante dell’Associazione Amleta), Laura Caparrotti (attrice e direttrice italoamericana dell’Associazione Kayros di New York), Valentina Rapetti (docente di Letterature angloamericane, traduttrice e promotrice teatrale) e da 5 giovani spettatori/trici della regione decreterà lo spettacolo vincitore. “La giovane scena delle donne” culminerà con l’incontro nazionale il 12 settembre, al quale parteciperanno Direttrici di Stabili, Organizzatrici/Amministrative di Stabili, Direttrici di festival di Genere, Direttrici/organizzatrici di compagnia, di teatri e di festival non di genere, al Sindacato dello spettacolo/Associazioni di categoria e a partecipanti internazionali del settore teatrale per discutere e definire un documento da presentare al MiC e al Dipartimento dello Spettacolo, finalizzato all’implementazione di “misure per il riequilibrio di genere nel mondo dello spettacolo”.
“La scena delle donne” proseguirà dopo il 12 settembre con proposte in via di definizione del panorama nazionale e internazionale e spettacoli contro la violenza sulle donne, interpretati da attrici che, in modo assolutamente innovativo e originale, incarnano il punto di vista maschile.
IL PROGRAMMA
Per la prima volta nella storia del festival “La scena delle donne” si aggiunge tra i finanziatori il contributo del MiC. Ciò ha consentito di ideare, per la XVII edizione, un programma sempre di qualità ma più ampio, che affianca artiste giovani ad artiste di lungo corso e nomi conosciuti al grande pubblico.
Si parte venerdì 3 settembre a Villa Dolfin (Porcia), con Arianna Addonizio e Bruna Braidotti, autrici di un omaggio all’universo poetico di Dante Alighieri, “La stanza delle anime | le donne della Divina Commedia oggi”. L’interprete Arianna Addonizio, diretta da Bruna Braidotti, dà voce e corpo ad alcune anime femminili della Divina Commedia, che evocano altrettante donne contemporanee, nelle cui esperienze di vita si riproducono con poche differenze le stesse passioni e i sentimenti.
Dal 5 al 7 settembre il festival dà spazio a una selezione di spettacoli di giovani artisti e artiste con “La vetrina delle giovani proposte”, tra cui le opere vincitrici dell’edizione 2019 del concorso “La giovane scena delle donne”. Domenica 5 settembre, il Castello di Torre a Pordenone ospita “Principesse e sfumature” di e con Chiara Becchimanzi, il diario di una psicoterapia tragicomica che propone uno sguardo piccante, sincero, acuto, femminile e, soprattutto, esilarante, sui cliché di genere (e non solo). Lunedì 6 settembre nell’Ex Convento San Francesco a Pordenone Gloria Giacopini interpreta un monologo da lei scritto a quattro mani con Giulietta Vacis, in cui «ogni riferimento a fatti, cose o persone non è assolutamente casuale», “Signorina, lei è un maschio o una femmina?”, sulla lotta per affermare un’identità personale e non condizionata dagli stereotipi di genere. Richard Martinez, Davide La Fauci e Caroline Montes della Compagnia Teatro Umano sono i protagonisti di “Bar Moments” in scena martedì 7 settembre all’Auditorium Concordia a Pordenone, racconto in forma di commedia che, in modo leggero e divertente, fa riflettere sul ripetersi quasi disarmante dei corsi e dei ricorsi storici, e lo fa attraverso la storia di Lila, proprietaria di un bar, e di sua figlia, che conducono una vita monotona e modesta, circondate da cinque ordinari avventori.
Dal 9 al 12 settembre si articola la terza edizione del festival e concorso “La Giovane Scena delle Donne”, dedicato a giovani attrici e attori professionisti che portano in scena spettacoli sulla situazione culturale e sociale delle donne, nella contemporaneità e nella storia. La rassegna si apre giovedì 9 al Teatro Capitol a Pordenone con la conferenza introduttiva “Donne e teatro: una storia di esclusione” a cura di Bruna Braidotti, un’immersione nella storia del teatro alla luce del contributo femminile sommerso e nascosto, dai riti eleusini femminili a cui si deve l’origine del teatro alla commedia dell’arte, dove le donne per la prima volta calcano la scena, alle sconosciute drammaturghe dei secoli seguenti fino alla contemporaneità con le protagoniste del teatro d’avanguardia e le presenze più significative del panorama mondiale ed italiano. Il festival prosegue, sempre al Teatro Capitol, con la visione dello spettacolo in concorso “Welcome To Commonplace”, un progetto a cura della compagnia di danza BQB, prodotto da TEDACÀ, che fa intersecare sul palcoscenico quattro storie per affrontare, a ritroso, diverse tematiche: il giudizio, le disillusioni, la diversità, l’incapacità di comprendere gli altri. Sempre giovedì 9, ma al Teatro Pileo a Prata di Pordenone, va in scena “Oblio”, ideato e diretto da Cristel Checca, della compagnia Cerbero Teatro. Lo spettacolo ruota attorno allo slut-shaming, ovvero la gogna mediatica riservata alle donne giudicate “colpevoli” di trasgredire i codici di condotta sessuale che la società ha previsto per loro. Giovedì 9 e venerdì 10, Alina Narciso e Patrizia Monaco conducono al mattino, presso il Palazzo Greogoris a Pordenone, il workshop di drammaturgia e messa in scena “Come affrontare scenicamente il tema del femminicidio”, in cui le opere “Caipirinha, Caipirinha!” di Sara Sole Notarbartolo e “Rosellina” di Adele Di Bella e Giuditta Pascucci, sono il punto di partenza per indagare le possibilità sceniche di testi che affrontano un tema delicato e tristemente attuale. Al workshop saranno presenti anche le due autrici. Nella stessa giornata, all’Auditorium Tondat a Cordovado va in scena lo spettacolo in concorso “Emancip(h)ate”, scritto e diretto da Virginia Risso, prodotto da Teatro al Femminile, che pone l’accento sul fatto che i femminicidi rappresentano soltanto la punta di un iceberg di prevaricazioni, discriminazioni e soprusi subiti ancora oggi dal genere femminile. Altro spettacolo in concorso che va in scena venerdì 10, “Corpi al vento – Arianna, Fedra, Pasifae: le donne di creta” di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggero: la mitologia classica rivisitata in chiave femminile, ironica e contemporanea, attraverso la storia di tre “luminose” donne cretesi accomunate da uno stesso tragico destino, fragili come la creta di fronte alle passioni d’amore.
Sabato 11, in programma la seconda sessione di lavoro del workshop di drammaturgia e messa in scena “Come affrontare scenicamente il tema del femminicidio” a cura di Alina Narciso e Patrizia Monaco; e, in scena, al Teatro Don Bosco a San Giorgio della Richinvelda “Erbario di famiglia” di e con Elisa Occhini, un monologo di formazione sui generis, con al centro le vite di quattro donne: una nonna, una madre, una figlia e una bimba che deve ancora nascere (e il loro rapporto con i fiori); e “Annie” di e con Marialice Tagliavini, un monologo ispirato alla vicenda realmente accaduta di Annie Cohen Kopchovsky, in arte Annie Londonderry, giovane ebrea lettone di umili origini, che nel 1894, a soli ventitré anni, lasciò in seguito ad una scommessa il marito e i tre figli per fare il giro del mondo in bicicletta.
Domenica 12, nell’ex Convento San Francesco a Pordenone, si svolge, oltre alla cerimonia di assegnazione del Premio del concorso “La giovane scena delle donne”, anche la Premiazione del testo segnalato al Concorso La Escritura de la Diferencia/s, premio internazionale che è stato conseguito per l’Italia da Verdiana Vono, con il suo “Brucia il mito”.
Segue l’evento di punta del festival, l’incontro nazionale delle operatrici teatrali “La parità di genere nelle arti performative”, realizzato in collaborazione con Cooperativa En Kai Pan, La escritura de la/s diferencia/s e Amle_ta, vòlto alla discussione e definizione di un documento redatto insieme a Direttrici di Stabili, Organizzatrici/Amministrative di Stabili, Direttrici di festival di Genere, Direttrici/organizzatrici di compagnia, di teatri e di festival non di genere, al Sindacato dello spettacolo/Associazioni di categoria e a partecipanti internazionali del settore teatrale, per mettere a punto una proposta finalizzata a implementare “misure per il riequilibrio di genere nel mondo dello spettacolo” che, come dimostrano le varie ricognizioni sul campo, presenta una scarsa percentuale di presenza femminile, soprattutto nei ruoli direttivi e apicali. Interverranno: Brunella Fusco, project manager Fondazione Campania dei Festival, Napoli; Consuelo Barilari, direttrice artistica del Festival dell'Eccellenza al Femminile, Genova; Iole Cilento, scenografa, Napoli; Laura Caparrotti, direttrice artistica di IN Scena! Italian Theater festival NY, New York; Laura Sicignano, direttrice del Teatro Stabile di Catania, Catania; Lella Costa e Serena Sinigaglia, direttrici artistiche del Teatro Carcano, Milano; Letizia Compatangelo, presidente del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea – Cendic, Roma; Loredana Perissinotto, Presidente Associazione Nazionale Agita Teatro, Venezia; Lucía Rojas Maldonado, attrice e regista, responsabile della Rete de La escritura de la/s diferencia/s (Spagna/Chile); Mimma Gallina, organizzatrice, associazione Ateatro - Le buone pratiche, Milano; Natasha Czertok, Teatro Nucleo, Ferrara; Patrizia Monaco, drammaturga, Genova; Rita Maffei, co-direttrice artistica CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Udine; Sabrina Morena, direttrice artistica Rassegna Spaesati /Teatro Miela, Trieste; Silvia Priori, presidente – direttrice Artistica di Teatro Blu, Cadegliano (VA); Susanna Camusso, Responsabile CGIL Nazionale Pari Opportunità.
All’Auditorium Concordia di Pordenone, l’edizione 2021 de “La giovane scena delle donne” si chiuderà in bellezza con Lella Costa, diretta da Gabriele Vacis, che porterà in scena i personaggi femminili della Divina Commedia in “Intelletto d’amore – Dante e le donne”. La narrazione, scritta da Gabriele Vacis con Lella Costa, delle protagoniste della vita artistica e privata del poeta si muove tra gioco e ironia, tenendosi sempre fedele al vero storico e alla larga dalla parodia.
“La scena delle donne” proseguirà dopo il 12 settembre con altri spettacoli ed eventi in via di definizione. Tra questi, venerdì 17 e sabato 18 settembre, “DANTE à la carte”, in collaborazione con “pordenonelegge”: presso i ristoranti La Vecia Osteria del Moro e Il Cenacolo a Pordenone, brevi interventi poetici tratti dalla Divina Commedia su richiesta dei commensali. Con Arianna Addonizio, Meredith Airò Farulla, Filippo Fossa e Paolo Mutti.
Info contatti e biglietteria
T. 0434 40115; +39 340 0718557
info@compagniadiartiemestieri.it;
www.scenadelledonne.it/biglietteria
venerdì 3 settembre
Villa Dolfin, Porcia | ore 20.45
LA STANZA DELLE ANIME | le donne della Divina Commedia oggi
di Arianna Addonizio e Bruna Braidotti
regia Bruna Braidotti
con Arianna Addonizio e Nicola Milan
musiche Nicola Milan
Una donna decide di iniziare un viaggio interiore per conoscere se sessa ed incontra alcune anime femminili a cui Dante dà la parola nella Divina Commedia. Prendono vita così i personaggi evocati in altrettante donne contemporanee che riproducono con poche differenze gli stessi percorsi di vita 700 anni dopo. Francesca, Pia, Sapia, Piccarda, Cunizza, Beatrice sono donne d’oggi che vivono drammi o momenti felici e creativi come se le donne di allora continuassero a vivere dentro di noi con le loro passioni e i loro sentimenti.
LA VETRINA DELLE GIOVANI PROPOSTE
Una selezione di spettacoli di giovani artisti e artiste, tra cui le opere vincitrici dell’edizione 2019 del concorso “La giovane scena delle donne”
domenica 5 settembre
ore 20.45 | Castello di Torre, Pordenone
PRINCIPESSE E SFUMATURE
di e con Chiara Becchimanzi
e con la voce off di Beatrice Burgo
Un diario di una psicoterapia tragicomica propone uno sguardo piccante, sincero, acuto, femminile e soprattutto esilarante sui cliché di genere (e non solo).
Cenerentola? Pollyanna? Anastasia Steel? Tante facce della stessa medaglia. Ma forse, ‘sta medaglia, è ora di buttarla via. Una donna a cavallo dei 30 anni, una indefinita psicoterapeuta dalla voce suadente e molte domande: perché le donne di oggi devono essere per forza "tutto"? Cosa vuol dire sottomissione femminile in un contesto in cui una patacca editoriale come "50 sfumature di grigio" vende lo stesso numero di copie di "Don Chisciotte"? Cosa vogliamo da una relazione? Perché non sempre riusciamo a chiederlo? Quali sono i nostri modelli estetici, e soprattutto emotivi? Perché spesso siamo portate ad accontentarci, a sacrificarci? E soprattutto… Voi ve la ricordate Topazio? Senza mai prendersi troppo sul serio, lo spettacolo e la sua protagonista si interrogano sulla femminilità, sulle relazioni, sulle idiosincrasie della sensualità/sessualità, a partire dalla narrazione di vissuti che potrebbero essere condivisi da molti/e, e che conducono, appena prima della fine, a sentirci bambini e bambine, e chiederci – davvero – se le cristallizzazioni che abbiamo creato per distinguere i generi siano poi così incontrovertibili, o così importanti.
Lo stile della comunicazione viaggia morbidamente tra la stand up comedy, il teatro d’attore, la clownerie teatrale e la parodia grottesca, per offrire un affresco quanto mai umano e multiforme della riflessione proposta. Il palco è nudo, riempito esclusivamente dal corpo dell’attrice in scena: nessun filtro scenografico o di costume tra lei e il pubblico – solo pochi, essenziali oggetti, al fine di costruire un’atmosfera da vera e propria “psicoterapia di gruppo” che spesso oltrepassa e frantuma la quarta parete per interagire direttamente con le persone in sala e “scrivere”, di replica in replica, un testo diverso.
lunedì 6 settembre
ore 20.45 | Ex Convento San Francesco, Pordenone
SIGNORINA, LEI È UN MASCHIO O UNA FEMMINA?
di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis
con Gloria Giacopini
“Essere donna non è facile. Specialmente quando non se ne accorge nessuno, che sei una donna”.
Ecco come inizia lo spettacolo.
Se da bambina ti insegnano che ti deve piacere il rosa perché sei una femmina, ma a te piace terribilmente il blu, cosa succede? E se ti avevano detto che le femmine hanno la voce fatata e te quando parli sembri il Gabibbo, cosa significa? Il mondo sembra andare in tilt e di conseguenza anche tu finisci per non riconoscerti più. Ecco che una sottile, spesso irriconoscibile violenza si insinua già tra i banchi di scuola dell’asilo, dove l’accidentale dimenticanza del grembiulino rosa può bastare a mettere in crisi un’intera identità. E quando addirittura tua madre, alla domanda “Come ti chiami?”, ti suggerisce di rispondere Marco perché con quella voce lì dire Gloria sembra uno scherzo, allora non c’è da stupirsi se la tua compagna di banco delle elementari vuole che tu diventi il suo fidanzatino. E se proprio lo vuole a tutti i costi e non ti è possibile persuaderla del contrario? Siamo di fronte ad un caso di violenza di una donna su un uomo? O su una donna creduta uomo? Ma...esiste?! Insomma. Lo spettacolo mette in scena la lotta per affermare un’identità personale e non condizionata dagli stereotipi di genere. Costellano il percorso di ricerca personaggi di tutti i tipi, amichette angeliche, suore generalesse, mamme isteriche o depresse al ritmo delle reclame degli anni ‘90.
martedì 7 settembre
ore 20.45 | Auditorium Concordia, Pordenone
BAR MOMENTS
con Richard Martinez, Davide La Fauci, Caroline Montes
Compagnia Teatro Umano
In un bar di provincia, alle porte del 1940, si svolge la vita modesta e monotona di Lila, proprietaria del bar, di sua figlia e di altri cinque ordinari avventori. Personaggi che si incontrano e scontrano, mostrano le loro contraddizioni e ci ricordano quanto sia labile il confine tra passato e presente. La maschera contemporanea permette un racconto in forma di commedia, che in modo leggero e divertente fa riflettere sul ripetersi quasi disarmante dei corsi e dei ricorsi storici.
FESTIVAL CONCORSO LA GIOVANE SCENA DELLE DONNE 2021
9-12 settembre
La GIOVANE SCENA DELLE DONNE è il festival-concorso, alla terza edizione, dedicato a giovani attrici e attori professionisti che portano in scena spettacoli che trattano della situazione culturale e sociale delle donne nella contemporaneità e nella storia. Al bando di concorso hanno partecipato, da tutta Italia, più di 70 compagnie. Dal 9 al 12 settembre, Pordenone e i Comuni di Prata di Pordenone, Cordovado e San Giorgio della Richinvelda ospiteranno le sei compagnie selezionate, mentre una giuria competente decreterà lo spettacolo vincitore.
Oltre agli spettacoli in concorso aperti a tutti, si terranno il workshop di drammaturgia e l'incontro nazionale delle operatrici teatrali sul tema della parità di genere nelle arti performative.
giovedì 9 settembre
ore 18.00 | Teatro Capitol, Pordenone
conferenza introduttiva
DONNE E TEATRO: UNA STORIA DI ESCLUSIONE
a cura di Bruna Braidotti
La conferenza scorre la storia del teatro attraverso il contributo femminile sommerso e nascosto, dai riti eleusini femminili a cui si deve l’origine del teatro alla commedia dell’arte, dove le donne per la prima volta calcano la scena, alle sconosciute drammaturghe dei secoli seguenti fino alla contemporaneità con le protagoniste del teatro d’avanguardia e le presenze più significative del panorama mondiale ed italiano.
Si materializza un percorso insolito e affascinante che dimostra senza ombra di ragionevole dubbio che le donne hanno scritto, detto e fatto anche nelle condizioni più avverse, come nella clausura del convento o della casa.
Un viaggio tenero e coraggioso in cui la tenacia congiunta alla generosità delle donne che non hanno rinunciato a se stesse commuove, oltre a ridare fiato, desiderio e determinazione a chi prende il testimone per una partita ancora in corso.
ore 19.00 | Teatro Capitol, Pordenone
spettacolo in concorso
WELCOME TO COMMONPLACE
una produzione TEDACÀ
progetto a cura di BQB (compagnia di danza di TEDACÀ)
ideazione, regia, coreografia e interpretazione Giulia Guida, Valeria Pugliese, Valentina Renna, Viviana Stizzolo
voce Marco Musarella
supporto alla drammaturgia Francesca Cassottana
scene e light design Sara Brigatti
elaborazione musiche Diego Trigilia (Killagroove)
foto Emanuele Basile
un ringraziamento speciale a Simona Maggi, Claudia Garrone,
Marco Musarella, Simone Schinocca, Valentina Aicardi, Annalisa Greco, Marco Scoma, Claudia Cotza, Laura Cotza, Francesca Bovolenta, Antonio Dominelli, Michele Iezza e a tutto lo Staff TEDACÀ
In un giorno qualunque quattro sconosciute si trovano a condividere alcuni spazi comuni. Si in- crociano, si ignorano, interagiscono, si muovono, ciascuna al ritmo dei suoi pensieri, passando dal caos di una grande piazza, alla frenesia della metropolitana e all’imbarazzo di un minuscolo ascensore, giungono finalmente ognuna nella propria casa. o meglio, nella propria camera, luogo più ridotto e intimo dove fatiche e sogni possono finalmente trovare uno spazio sicuro dove coesistere. Ma ecco che lo spettacolo si interrompe, il tempo si ferma e, quasi come se fosse il destino stesso a parlare, una voce si rivolge direttamente agli spettatori, regalando loro una facoltà preziosissima: scegliere. Il pubblico non può limitarsi a vedere ciò che succede sul palco ma deve scegliere una tra le quattro donne, una sola delle quattro storie su cui focalizzarsi, e può farlo basandosi semplicemente sulle poche scene appena viste, sul proprio gusto, su un impulso o per semplice curiosità. A decisione presa, il tempo ricomincia a scorrere, il pubblico torna a fare il pubblico e le tre donne non selezionate si dissolvono come in un veloce zoom all’indietro. I pensieri, le sensazioni, i dubbi e i sogni di quella donna si fanno sempre meno sgranati, più chiari.
ore 20.30 | Teatro Pileo, Prata di Pordenone
spettacolo in concorso
OBLIO
produzione Cerbero Teatro
ideazione e regia Cristel Checca
drammaturgia originale Cristel Checca e Paolo Scarpelli
con Anna Carla Broegg, Cristel Checca, Francesco Figliomeni
disegno luci Francesco Traverso
grafiche Serena Rizzo
videomakers WOW Tapes
organizzazione Margherita Dellantonio
Lo spettacolo fa riflettere sullo slut-shaming, letteralmente, l’onta della sgualdrina, che dall’avvento dell’era di internet sta mietendo sempre più vittime. Si intende la gogna mediatica riservata alle donne giudicate “colpevoli” di trasgredire i codici di condotta sessuale che la società ha previsto per loro. Dal revenge porn, la porno vendetta, alle mille sfaccettature che questo fenomeno assume e che porta spesso, come denotano i fin troppi casi di cronaca, a esiti tragici. Parliamo di vittime di un mostro fatto di click che divora l’anima, di persone che non hanno più potere sulla loro immagine e di conseguenza sulla loro vita. Rimpiazzate da una personalità virtuale imposta dalla rete, più reale della realtà stessa, uccise tramite i like, le views, i commenti, i meme.
Questo il contesto di partenza, non un futuro distopico ma uno scenario, ahimè, fin troppo attuale. Una società in cui, citando Zygmunt Baumann, «il pubblico è colonizzato dal privato, l’interesse pubblico si riduce alla curiosità sulle vite private di figure pubbliche e l’arte della vita pubblica consiste unicamente nell’esposizione di affari privati e in confessioni pubbliche di sentimenti privati (quanto più intimi tanto meglio)». Una modernità in cui l’individualizzazione consiste nella trasformazione dell’identità umana da qualcosa di dato a un compito da raggiungere. Un traguardo impossibile per una donna che non ha più potere sulla propria immagine, che vive di vita propria e si mischia al cascame ormai deformato che ha originato il mondo virtuale. Un mondo in cui il diritto all’oblio è un privilegio e le leggi che regolano internet sono un labirinto senza via d’uscita.
venerdì 10 settembre
ore 10.00-13.00 | Palazzo Gregoris, Pordenone
COME AFFRONTARE SCENICAMENTE IL TEMA DEL FEMMINICIDIO (1/2 sessione)
workshop di drammaturgia e messa in scena a cura di Alina Narciso e Patrizia Monaco
Saranno analizzati, in presenza delle autrici, i testi “Caipirinha, Caipirinha!” di Sara Sole Notarbartolo e “Rosellina” di Adele Di Bella e Giuditta Pascucci.
Nell'arco di sei ore distribuite in due mattinate, con la partecipazione attiva degli iscritti, il laboratorio si propone di mostrare come un'idea possa diventare spettacolo. Il percorso sarà agevolato poiché si partirà da due testi già scritti sul tema del femminicidio che, come tutti i temi impegnativi, nasconde insidie per una scrittura teatrale adatta ad una riuscita messinscena.
L'affascinante processo alchemico che trasforma la parola scritta in fisicità palpabile sul palcoscenico, richiede l'attenersi a poche ma basilari regole. Si scrive e si recita attingendo alle proprie emozioni ma per trasmetterle al pubblico è necessario un bagaglio tecnico. Il laboratorio si prefigge di illustrare, con esempi e interventi da parte del gruppo, in cosa consiste tale bagaglio.
ore 19.00 | Auditorium Tondat, Cordovado
spettacolo in concorso
EMANCIP(H)ATE
una produzione Teatro al Femminile
scritto e diretto da Virginia Risso
aiuto regia Matteo Maria Dragoni
con Sabrina Biagioli, Giulia Capuzzimato, Jessica Di Bernardi, Sara Morassut, Virginia Risso, Lorenza Sacchetto
coreografie di Giulia Capuzzimato
Il termine “odio” (hate) inserito nel titolo, è un grido di protesta verso tutte le ingiustizie che il genere femminile ancora subisce, ma di cui poco si parla. La nostra società pone il focus sulla violenza fisica, i femminicidi, che rappresentano soltanto la punta di un iceberg di prevaricazioni, soprusi e discriminazioni. C’è una struttura burocratica, sanitaria, istituzionale antica e danneggiata, che minaccia il progresso ed impedisce il raggiungimento di un mondo egualitario, dove non esistono più donne e uomini, ma persone con pari diritti ed opportunità.
Crediamo fortemente nel messaggio informativo ed educativo di questo spettacolo, che analizza tre dei tanti tasselli del sistema arcaico in cui viviamo: il gender gap, la legge 194 e i processi per stupro.
L’ambientazione dell’intera messa in scena è il tendone di un circo, in cui sei clown interpretano diversi ruoli a seconda dell’argomento che si va a rappresentare. La scelta del tema circense vuole evidenziare come dinamiche e fatti reali risultino coerenti all’interno di un contesto esasperato ed assurdo.
ore 20.30 | Teatro Capitol, Pordenone
spettacolo in concorso
CORPI AL VENTO – Arianna, Fedra, Pasifae: le donne di creta
di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggero
messa a punto del lavoro delle attrici Roberto Anglisani
messa a punto delle narrazioni fisiche Elisa Cuppini
con il sostegno di Teatro Evento – Terrammare Teatro B.R.A.C.T – Campsirago Residenza
Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce. Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna; la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto; Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro.
Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Siamo tutti fatti di creta. Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea.
sabato 11 settembre
ore 10.00-13.00 | Palazzo Gregoris, Pordenone
COME AFFRONTARE SCENICAMENTE IL TEMA DEL FEMMINICIDIO (2/2 sessione)
workshop di drammaturgia e messa in scena a cura di Patrizia Monaco e Alina Narciso
Saranno analizzati, in presenza delle autrici, i testi “Caipirinha, Caipirinha!” di Sara Sole Notarbartolo e “Rosellina” di Adele Di Bella e Giuditta Pascucci.
Nell'arco di sei ore distribuite in due mattinate, con la partecipazione attiva degli iscritti, il laboratorio si propone di mostrare come un'idea possa diventare spettacolo. Il percorso sarà agevolato poiché si partirà da due testi già scritti sul tema del femminicidio che, come tutti i temi impegnativi, nasconde insidie per una scrittura teatrale adatta ad una riuscita messinscena.
L'affascinante processo alchemico che trasforma la parola scritta in fisicità palpabile sul palcoscenico, richiede l'attenersi a poche ma basilari regole. Si scrive e si recita attingendo alle proprie emozioni ma per trasmetterle al pubblico è necessario un bagaglio tecnico. Il laboratorio si prefigge di illustrare, con esempi e interventi da parte del gruppo, in cosa consiste tale bagaglio.
ore 19.00 | Teatro Don Bosco, San Giorgio della Richinvelda
ERBARIO DI FAMIGLIA
di e con Elisa Occhini
scenografia Cinzia Laganà e Claudio (Fade) Fadda
disegno luci Alessia Massai
video interno allo spettacolo Elisabetta Ferrando
occhio esterno Chiara Lombardo – Municipale Teatro
costumi Calogera Genuardi
produzione esecutiva Teatro della Caduta
con il sostegno di Il Filo d’Erba (Rivalta), MunicipaleTeatro, Teatro a Canone, Inqubatore Qulturale
“Il mio è un dono: ce l’ha mia mamma, ce l’ha mia nonna e ce l’avrai tu. Se sei femmina!”. Così inizia il racconto di Teresa alla sua pancia, dove abita un bimbo. Il “dono” di cui parla è la capacità di generare vita, di far nascere fiori in un giardino deserto, di tessere storie e di unire i ricordi. Questa madre-giardiniera cura le piante come la vita che porta in sé. La vita “fuori” - travasare, seminare, innaffiare - dialoga costantemente con la vita interiore. Quello di Teresa è un viaggio alla ricerca delle proprie radici più profonde, in cui tre generazioni di donne dialogano tra loro. Ad aiutare Teresa in questo cammino tra i ricordi, ci sono i fiori, veri insegnanti che spiegano l’ecologia familiare in cui è vissuta. Monologo di formazione sui generis, lo spettacolo mette al centro le vite di quattro donne: una nonna, una madre, una figlia e una bimba che deve ancora nascere. Ciò che le lega è il rapporto con i fiori. Il pretesto per mettersi in viaggio è una domanda: “Ma io da dove vengo?”. La risposta riguarda tutti noi: “Tu vieni dalla bellezza”. Erbario di famiglia è un invito alla scoperta delle nostre radici ancestrali, a coltivare la bellezza, a proteggere il nostro ecosistema familiare, ad accogliere la morte e a difendere la vita.
ore 20.30 | Auditorium Concordia, Pordenone
ANNIE
di e con Marialice Tagliavini
aiuto regia Mario Scandale
movimento Franco Reffo
voci dei megafoni Matteo de Mojana e Gabriele Genovese
scenografia Elisabetta Carosio e Alice Leonardi
composizione sonora e registrazioni Nathan Jucker e Les Majorettes
con il sostegno economico di Fondation du Casino di Neuchȃtel, Jürg Georges Bürki-Stiftung, Ville de Neuchâtel, Loterie romande, Fondation Culturelle BCN, Innovage
compagnia La Cavalcade en Scène
È il 25 giugno 1894, davanti al Massachusetts State House a Beacon Hill (Boston), sotto un piccolo palco, allestito per l’occasione, una folla di curiosi è riunita per attendere l’arrivo di una giovane donna che ha risposto alla scommessa che fa capo al dibattito sulla parità dei sessi, una sfida lanciata da due ricchi gentiluomini di Boston: compiere il giro del mondo in bicicletta in quindici mesi partendo senza soldi, anzi, guadagnandone durante il percorso. La ragazza arriva, si presenta come Annie Londonderry e sfodera un sorriso smagliante. Senza esitazione Annie annuncia spavalda le regole imposte dalla scommessa e inizia il suo percorso verso la libertà e la fama: questa è la storia di quel viaggio e delle sue tragiche conseguenze.
Un monologo ispirato alla vicenda realmente accaduta di Annie Cohen Kopchovsky, in arte Annie Londonderry, giovane ebrea lettone di umili origini, che nel 1894 – a soli ventitré anni – lasciò, in seguito ad una scommessa, il marito e i tre figli per fare il giro del mondo in bicicletta. Annie Londonderry batté un record: essere stata la prima donna nella storia ad aver compiuto una simile impresa da sola. Non fu solo l’inventrice dell’abbigliamento ciclistico femminile, ma anche la prima persona ad utilizzare gli sponsor come mezzo di sostentamento. Grazie ad un universo onirico e irrealistico, lo spettacolo mette l’accento sul valore simbolico di questa storia, la cui protagonista divenne una delle icone delle Suffragette, il movimento femminista dell’epoca. Lo spettacolo si presenta come una serie di quadri relativi ai differenti momenti della crisi liberatoria della protagonista. In scena due elementi con pedali (la macchina da cucire e la bicicletta) ed i megafoni, simbolo del più importante mezzo di comunicazione dell’epoca: la stampa giornalistica.
domenica 12 settembre
Ex Convento San Francesco, Pordenone
ore 10.00
Premiazione concorso “La giovane scena delle donne” – III edizione
Premiazione del testo segnalato al Concorso La Escritura de la Diferencia/s (per l’Italia, “Brucia il mito” di Verdiana Vono)
ore 11.00-19.00
INCONTRO NAZIONALE DELLE OPERATRICI TEATRALI
La parità di genere nelle arti performative
in collaborazione con Cooperativa En Kai Pan e La escritura de la/s diferencia/s
Una giornata di approfondimento per mettere a punto una proposta finalizzata a implementare “misure per il riequilibrio di genere nel mondo dello spettacolo” che, come dimostrano le varie ricognizioni sul campo, presenta una scarsa percentuale di presenza femminile, soprattutto nei ruoli direttivi e apicali. L’intenzione è discutere e definire, nel corso della giornata, un documento insieme a Direttrici di Stabili, Organizzatrici/Amministrative di Stabili, Direttrici di festival di Genere, Direttrici/organizzatrici di compagnia, di teatri e di festival non di genere, al Sindacato dello spettacolo/Associazioni di categoria e a partecipanti internazionali del settore teatrale, per formalizzare una proposta da presentare al MiC e al Dipartimento dello Spettacolo, dando inizio in tal modo a un’interlocuzione con gli Enti e le Istituzioni preposti.
ore 20.45 | Auditorium Concordia, Pordenone
INTELLETTO D’AMORE – Dante e le donne
scritto da Gabriele Vacis con Lella Costa
regia Gabriele Vacis
con Lella Costa
coproduzione Mismaonda e Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano
in collaborazione con RSI – Radio Svizzera Italiana
Nella divina commedia i personaggi femminili non sono molti. Ma quelli che ci sono, sono determinanti. Basti dire che ad accompagnare Dante nel paradiso è una donna: Beatrice. Scelta coraggiosa, perché la donna, in questo modo, assume un ruolo sacerdotale, guida spirituale che precede un uomo nel cammino verso la salvezza. Uno scandalo per il medioevo del sommo poeta. Ma anche oggi, in fondo. Il racconto scritto da Gabriele Vacis e Lella Costa sceglie alcune tra le donne di Dante e le fa parlare direttamente al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”. Naturalmente c’è Beatrice, ideale dell’amore puro del poeta, ma anche di tanta gente da settecento anni in qua. E poi c’è Francesca che finalmente ci spiegherà perché Dante l’ha mandata all’inferno insieme al suo Paolo. Ci sarà Taibe, la prostituta delle Malebolge, costretta ad annaspare nel letame per un motivo ben diverso da quella che è stata la sua “professione”. E Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, che spiegherà come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu. La narrazione delle protagoniste della vita artistica e privata del poeta si muove tra gioco e ironia, tenendosi sempre fedele al vero storico e alla larga dalla parodia.
“La scena delle donne” proseguirà dopo il 12 settembre con altri spettacoli ed eventi in via di definizione. Tra questi, venerdì 17 e sabato 18 settembre, “DANTE à la carte”, in collaborazione con “pordenonelegge”: presso i ristoranti La Vecia Osteria del Moro e Il Cenacolo a Pordenone, brevi interventi poetici tratti dalla Divina Commedia su richiesta dei commensali. Con Arianna Addonizio, Meredith Airò Farulla, Filippo Fossa e Paolo Mutti.
spettacolo in concorso
OBLIO
produzione Cerbero Teatro
ideazione e regia Cristel Checca
drammaturgia originale Cristel Checca e Paolo Scarpelli
con Anna Carla Broegg, Cristel Checca, Francesco Figliomeni
disegno luci Francesco Traverso
grafiche Serena Rizzo
videomakers WOW Tapes
organizzazione Margherita Dellantonio
Lo spettacolo fa riflettere sullo slut-shaming, letteralmente, l’onta della sgualdrina, che dall’avvento dell’era di internet sta mietendo sempre più vittime. Si intende la gogna mediatica riservata alle donne giudicate “colpevoli” di trasgredire i codici di condotta sessuale che la società ha previsto per loro. Dal revenge porn, la porno vendetta, alle mille sfaccettature che questo fenomeno assume e che porta spesso, come denotano i fin troppi casi di cronaca, a esiti tragici. Parliamo di vittime di un mostro fatto di click che divora l’anima, di persone che non hanno più potere sulla loro immagine e di conseguenza sulla loro vita. Rimpiazzate da una personalità virtuale imposta dalla rete, più reale della realtà stessa, uccise tramite i like, le views, i commenti, i meme.
Questo il contesto di partenza, non un futuro distopico ma uno scenario, ahimè, fin troppo attuale. Una società in cui, citando Zygmunt Baumann, «il pubblico è colonizzato dal privato, l’interesse pubblico si riduce alla curiosità sulle vite private di figure pubbliche e l’arte della vita pubblica consiste unicamente nell’esposizione di affari privati e in confessioni pubbliche di sentimenti privati (quanto più intimi tanto meglio)». Una modernità in cui l’individualizzazione consiste nella trasformazione dell’identità umana da qualcosa di dato a un compito da raggiungere. Un traguardo impossibile per una donna che non ha più potere sulla propria immagine, che vive di vita propria e si mischia al cascame ormai deformato che ha originato il mondo virtuale. Un mondo in cui il diritto all’oblio è un privilegio e le leggi che regolano internet sono un labirinto senza via d’uscita.
venerdì 10 settembre
ore 10.00-13.00 | Palazzo Gregoris, Pordenone
COME AFFRONTARE SCENICAMENTE IL TEMA DEL FEMMINICIDIO (1/2 sessione)
workshop di drammaturgia e messa in scena a cura di Alina Narciso e Patrizia Monaco
Saranno analizzati, in presenza delle autrici, i testi “Caipirinha, Caipirinha!” di Sara Sole Notarbartolo e “Rosellina” di Adele Di Bella e Giuditta Pascucci.
Nell'arco di sei ore distribuite in due mattinate, con la partecipazione attiva degli iscritti, il laboratorio si propone di mostrare come un'idea possa diventare spettacolo. Il percorso sarà agevolato poiché si partirà da due testi già scritti sul tema del femminicidio che, come tutti i temi impegnativi, nasconde insidie per una scrittura teatrale adatta ad una riuscita messinscena.
L'affascinante processo alchemico che trasforma la parola scritta in fisicità palpabile sul palcoscenico, richiede l'attenersi a poche ma basilari regole. Si scrive e si recita attingendo alle proprie emozioni ma per trasmetterle al pubblico è necessario un bagaglio tecnico. Il laboratorio si prefigge di illustrare, con esempi e interventi da parte del gruppo, in cosa consiste tale bagaglio.
ore 19.00 | Auditorium Tondat, Cordovado
spettacolo in concorso
EMANCIP(H)ATE
una produzione Teatro al Femminile
scritto e diretto da Virginia Risso
aiuto regia Matteo Maria Dragoni
con Sabrina Biagioli, Giulia Capuzzimato, Jessica Di Bernardi, Sara Morassut, Virginia Risso, Lorenza Sacchetto
coreografie di Giulia Capuzzimato
Il termine “odio” (hate) inserito nel titolo, è un grido di protesta verso tutte le ingiustizie che il genere femminile ancora subisce, ma di cui poco si parla. La nostra società pone il focus sulla violenza fisica, i femminicidi, che rappresentano soltanto la punta di un iceberg di prevaricazioni, soprusi e discriminazioni. C’è una struttura burocratica, sanitaria, istituzionale antica e danneggiata, che minaccia il progresso ed impedisce il raggiungimento di un mondo egualitario, dove non esistono più donne e uomini, ma persone con pari diritti ed opportunità.
Crediamo fortemente nel messaggio informativo ed educativo di questo spettacolo, che analizza tre dei tanti tasselli del sistema arcaico in cui viviamo: il gender gap, la legge 194 e i processi per stupro.
L’ambientazione dell’intera messa in scena è il tendone di un circo, in cui sei clown interpretano diversi ruoli a seconda dell’argomento che si va a rappresentare. La scelta del tema circense vuole evidenziare come dinamiche e fatti reali risultino coerenti all’interno di un contesto esasperato ed assurdo.
ore 20.30 | Teatro Capitol, Pordenone
spettacolo in concorso
CORPI AL VENTO – Arianna, Fedra, Pasifae: le donne di creta
di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggero
messa a punto del lavoro delle attrici Roberto Anglisani
messa a punto delle narrazioni fisiche Elisa Cuppini
con il sostegno di Teatro Evento – Terrammare Teatro B.R.A.C.T – Campsirago Residenza
Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce. Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna; la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto; Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro.
Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Siamo tutti fatti di creta. Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea.
sabato 11 settembre
ore 10.00-13.00 | Palazzo Gregoris, Pordenone
COME AFFRONTARE SCENICAMENTE IL TEMA DEL FEMMINICIDIO (2/2 sessione)
workshop di drammaturgia e messa in scena a cura di Patrizia Monaco e Alina Narciso
Saranno analizzati, in presenza delle autrici, i testi “Caipirinha, Caipirinha!” di Sara Sole Notarbartolo e “Rosellina” di Adele Di Bella e Giuditta Pascucci.
Nell'arco di sei ore distribuite in due mattinate, con la partecipazione attiva degli iscritti, il laboratorio si propone di mostrare come un'idea possa diventare spettacolo. Il percorso sarà agevolato poiché si partirà da due testi già scritti sul tema del femminicidio che, come tutti i temi impegnativi, nasconde insidie per una scrittura teatrale adatta ad una riuscita messinscena.
L'affascinante processo alchemico che trasforma la parola scritta in fisicità palpabile sul palcoscenico, richiede l'attenersi a poche ma basilari regole. Si scrive e si recita attingendo alle proprie emozioni ma per trasmetterle al pubblico è necessario un bagaglio tecnico. Il laboratorio si prefigge di illustrare, con esempi e interventi da parte del gruppo, in cosa consiste tale bagaglio.
ore 19.00 | Teatro Don Bosco, San Giorgio della Richinvelda
ERBARIO DI FAMIGLIA
di e con Elisa Occhini
scenografia Cinzia Laganà e Claudio (Fade) Fadda
disegno luci Alessia Massai
video interno allo spettacolo Elisabetta Ferrando
occhio esterno Chiara Lombardo – Municipale Teatro
costumi Calogera Genuardi
produzione esecutiva Teatro della Caduta
con il sostegno di Il Filo d’Erba (Rivalta), MunicipaleTeatro, Teatro a Canone, Inqubatore Qulturale
“Il mio è un dono: ce l’ha mia mamma, ce l’ha mia nonna e ce l’avrai tu. Se sei femmina!”. Così inizia il racconto di Teresa alla sua pancia, dove abita un bimbo. Il “dono” di cui parla è la capacità di generare vita, di far nascere fiori in un giardino deserto, di tessere storie e di unire i ricordi. Questa madre-giardiniera cura le piante come la vita che porta in sé. La vita “fuori” - travasare, seminare, innaffiare - dialoga costantemente con la vita interiore. Quello di Teresa è un viaggio alla ricerca delle proprie radici più profonde, in cui tre generazioni di donne dialogano tra loro. Ad aiutare Teresa in questo cammino tra i ricordi, ci sono i fiori, veri insegnanti che spiegano l’ecologia familiare in cui è vissuta. Monologo di formazione sui generis, lo spettacolo mette al centro le vite di quattro donne: una nonna, una madre, una figlia e una bimba che deve ancora nascere. Ciò che le lega è il rapporto con i fiori. Il pretesto per mettersi in viaggio è una domanda: “Ma io da dove vengo?”. La risposta riguarda tutti noi: “Tu vieni dalla bellezza”. Erbario di famiglia è un invito alla scoperta delle nostre radici ancestrali, a coltivare la bellezza, a proteggere il nostro ecosistema familiare, ad accogliere la morte e a difendere la vita.
ore 20.30 | Auditorium Concordia, Pordenone
ANNIE
di e con Marialice Tagliavini
aiuto regia Mario Scandale
movimento Franco Reffo
voci dei megafoni Matteo de Mojana e Gabriele Genovese
scenografia Elisabetta Carosio e Alice Leonardi
composizione sonora e registrazioni Nathan Jucker e Les Majorettes
con il sostegno economico di Fondation du Casino di Neuchȃtel, Jürg Georges Bürki-Stiftung, Ville de Neuchâtel, Loterie romande, Fondation Culturelle BCN, Innovage
compagnia La Cavalcade en Scène
È il 25 giugno 1894, davanti al Massachusetts State House a Beacon Hill (Boston), sotto un piccolo palco, allestito per l’occasione, una folla di curiosi è riunita per attendere l’arrivo di una giovane donna che ha risposto alla scommessa che fa capo al dibattito sulla parità dei sessi, una sfida lanciata da due ricchi gentiluomini di Boston: compiere il giro del mondo in bicicletta in quindici mesi partendo senza soldi, anzi, guadagnandone durante il percorso. La ragazza arriva, si presenta come Annie Londonderry e sfodera un sorriso smagliante. Senza esitazione Annie annuncia spavalda le regole imposte dalla scommessa e inizia il suo percorso verso la libertà e la fama: questa è la storia di quel viaggio e delle sue tragiche conseguenze.
Un monologo ispirato alla vicenda realmente accaduta di Annie Cohen Kopchovsky, in arte Annie Londonderry, giovane ebrea lettone di umili origini, che nel 1894 – a soli ventitré anni – lasciò, in seguito ad una scommessa, il marito e i tre figli per fare il giro del mondo in bicicletta. Annie Londonderry batté un record: essere stata la prima donna nella storia ad aver compiuto una simile impresa da sola. Non fu solo l’inventrice dell’abbigliamento ciclistico femminile, ma anche la prima persona ad utilizzare gli sponsor come mezzo di sostentamento. Grazie ad un universo onirico e irrealistico, lo spettacolo mette l’accento sul valore simbolico di questa storia, la cui protagonista divenne una delle icone delle Suffragette, il movimento femminista dell’epoca. Lo spettacolo si presenta come una serie di quadri relativi ai differenti momenti della crisi liberatoria della protagonista. In scena due elementi con pedali (la macchina da cucire e la bicicletta) ed i megafoni, simbolo del più importante mezzo di comunicazione dell’epoca: la stampa giornalistica.
domenica 12 settembre
Ex Convento San Francesco, Pordenone
ore 10.00
Premiazione concorso “La giovane scena delle donne” – III edizione
Premiazione del testo segnalato al Concorso La Escritura de la Diferencia/s (per l’Italia, “Brucia il mito” di Verdiana Vono)
ore 11.00-19.00
INCONTRO NAZIONALE DELLE OPERATRICI TEATRALI
La parità di genere nelle arti performative
in collaborazione con Cooperativa En Kai Pan e La escritura de la/s diferencia/s
Una giornata di approfondimento per mettere a punto una proposta finalizzata a implementare “misure per il riequilibrio di genere nel mondo dello spettacolo” che, come dimostrano le varie ricognizioni sul campo, presenta una scarsa percentuale di presenza femminile, soprattutto nei ruoli direttivi e apicali. L’intenzione è discutere e definire, nel corso della giornata, un documento insieme a Direttrici di Stabili, Organizzatrici/Amministrative di Stabili, Direttrici di festival di Genere, Direttrici/organizzatrici di compagnia, di teatri e di festival non di genere, al Sindacato dello spettacolo/Associazioni di categoria e a partecipanti internazionali del settore teatrale, per formalizzare una proposta da presentare al MiC e al Dipartimento dello Spettacolo, dando inizio in tal modo a un’interlocuzione con gli Enti e le Istituzioni preposti.
ore 20.45 | Auditorium Concordia, Pordenone
INTELLETTO D’AMORE – Dante e le donne
scritto da Gabriele Vacis con Lella Costa
regia Gabriele Vacis
con Lella Costa
coproduzione Mismaonda e Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano
in collaborazione con RSI – Radio Svizzera Italiana
Nella divina commedia i personaggi femminili non sono molti. Ma quelli che ci sono, sono determinanti. Basti dire che ad accompagnare Dante nel paradiso è una donna: Beatrice. Scelta coraggiosa, perché la donna, in questo modo, assume un ruolo sacerdotale, guida spirituale che precede un uomo nel cammino verso la salvezza. Uno scandalo per il medioevo del sommo poeta. Ma anche oggi, in fondo. Il racconto scritto da Gabriele Vacis e Lella Costa sceglie alcune tra le donne di Dante e le fa parlare direttamente al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”. Naturalmente c’è Beatrice, ideale dell’amore puro del poeta, ma anche di tanta gente da settecento anni in qua. E poi c’è Francesca che finalmente ci spiegherà perché Dante l’ha mandata all’inferno insieme al suo Paolo. Ci sarà Taibe, la prostituta delle Malebolge, costretta ad annaspare nel letame per un motivo ben diverso da quella che è stata la sua “professione”. E Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, che spiegherà come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu. La narrazione delle protagoniste della vita artistica e privata del poeta si muove tra gioco e ironia, tenendosi sempre fedele al vero storico e alla larga dalla parodia.
“La scena delle donne” proseguirà dopo il 12 settembre con altri spettacoli ed eventi in via di definizione. Tra questi, venerdì 17 e sabato 18 settembre, “DANTE à la carte”, in collaborazione con “pordenonelegge”: presso i ristoranti La Vecia Osteria del Moro e Il Cenacolo a Pordenone, brevi interventi poetici tratti dalla Divina Commedia su richiesta dei commensali. Con Arianna Addonizio, Meredith Airò Farulla, Filippo Fossa e Paolo Mutti.
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