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martedì 23 marzo 2021

LO STATO DELLE COSE
LO TEATRO CHE VERRA'
UNA CRIME-STORY DI ANTONIO SYXTY 
E VALERIA CAVALLI

Un giorno Valeria C. mi manda un vocale (è ormai la consuetudine che ha sostituito la voce 'in presenza', si potrebbe dire): - visto che ogni settimana La Finestra di Antonio Syxty incontra personaggi diversi legati alla cultura e ai vari linguaggi artistici perché non fai una finestra anche con un giovane autore/regista/compagnia di teatro?

Ci penso e mi dico perché no? Ma il rischio - in questo momento più che in qualunque altro - è sempre quello di parlare di problemi, inquietudini, angosce e finire per lamentarsi. Al contrario mi piacerebbe parlare di 'visioni', di sogni. Mi piacerebbe parlare di pensiero, di scenari futuri, di utopie. Tutto sommato Valeria C. è a conoscenza del fatto che sono molto curioso - lo sono sempre stato - dei giovani artisti della scena italiana.

Negli anni ho sponsorizzato molti giovani registi, e ho più volte dichiarato che il mio sogno era quello di fare il produttore. (Sogno sbagliato se non hai i soldi per farlo, anche se con MTM molti sforzi li abbiamo fatti e li stiamo facendo per questo scopo. Ma questa è un'altra storia).

Replico a Valeria C. anche io con un vocale - lo faccio a patto che tu li coinvolgi, tu ne conosci tanti, molti più di me. Ma facciamolo a più voci e nella stessa diretta, direi un massimo di 3 o 4 presenze a diretta, se ci sono e ci stanno. Io preparo 10 domande/traccia/argomenti (lo faccio sempre), così non divaghiamo, ed è fatta.

Così Valeria C. si mette alla ricerca di chi coinvolgere, e su chi/dove aprire 'la finestra'.

E a me viene in mente un film cult degli anni '80 di “Wim Wenders”, Lo stato delle cose. E perché mi viene in mente quel film? Per molti aspetti e analogie (guardatelo se non lo avete visto, oppure ri-guardatelo se lo conoscete già). Detto sinteticamente è un’auto-riflessione sul cinema che vuole approfondire il senso delle esigenze dell'industria cinematografica e della professione di regista. Il tutto immerso - in parte - in una sorta di giallo metafisico.

Ecco: mi sono detto, perché no? Anche noi possiamo ritrovarci in uno stato delle cose e travestire il tutto da crime-story. Non ce lo vieta nessuno. Non facciamo cronaca, facciamo comunque una narrazione onirica e possibile del presente. A ben guardare questo è anche lo scopo per essermi - io stesso - trasformato in un online streamer negli ultimi mesi, (uno dei miei tanti possibili travestimenti).

E concludo (a questo punto ci sta) con una frase di Wim Wenders: “Without dreams, there can be no courage. And without courage, there can be no action.”
Antonio Syxty, Milano gennaio 2021

Secondo appuntamento diretta streaming - mercoledì 24 marzo dalle 21.00 alle 22.00
Avrà come ospiti tre giovani donne che dialogheranno sul futuro del teatro
Francesca Franzè – attrice
Gloria Giacopini – attrice
Emilia Scarpati Fanetti – attrice

LO STATO DELLE COSE il teatro che verrà le 10 domande che Antonio Syxty farà ad ogni diretta streaming

1.Chi sei? (come ti chiami/da dove vieni/quanti anni hai/ il teatro che hai fatto…)

2.Immagina il mondo occidentale capitalistico dopo una catastrofe che ha portato l’umanità a dover ricostruire tutto da capo: quale teatro immagini per questa ipotesi di mondo?

3.Immagina il mondo occidentale capitalistico perfettamente in pace e in equilibrio: sono scomparse guerre, carestie, fame, malattie terminali, la pace e il benessere regnano sovrani: quale teatro immagini per questa ipotesi di mondo?

4.Se dovessi pensare il teatro come un corpo umano smembrato nelle sue parti principali, da quale parte di quel corpo inizieresti per ricostruire il teatro/uomo? Spiega il perché della tua scelta?

5.Nella società in cui vivi ora come immagini il teatro fra 20 anni?

6.In una ipotetica futura sonda spaziale Voyager 3 lanciata nello spazio extra solare se dovessi mettere una traccia del teatro del mondo che conosci cosa metteresti?

7.In una scala di valori da 1 a 10 della tua vita attuale il teatro quale posto occupa? Perché?

8.Scegli una sola fra le parole proposte per immaginare il teatro che vorresti fare nei prossimi 20 anni: dolore, gioia, estasi, contemplazione, pensiero, azione, rivoluzione, sesso, denaro, religione... e spiega il perché della tua scelta?

9.Guerra, pandemia, collasso economico, conflitti religiosi, terrorismo, : il teatro dovrebbe raccontarli? Se pensi debba farlo, scegli un tema fra quelli proposti e spiega il motivo della tua scelta? In alternativa a questi temi cosa potrebbe raccontare il teatro del presente?

10.Immagina di dover realizzare l’ultimo spettacolo prima di una fine del mondo che conosci, che spettacolo faresti?

Bio Francesca Franzè.

Sono cresciuta in un paese in provincia di Brescia, mi sono laureata in Storia del teatro all’Università Cattolica di Brescia poi in Scienze psicologiche dello sviluppo, educazione e relazioni interpersonali all’Università degli Studi di Padova. Il mio tirocinio formativo l’ho svolto nella Casa di Reclusione di Bollate, ho partecipato per 2 anni al laboratorio teatrale che Michelina Capato Sartore conduceva coi detenuti. Nel tempo frequento laboratori di formazione per l’attore e di scrittura drammaturgica e collaboro con diverse realtà. Negli ultimi 12 anni, una fetta di vita, teatro e parole raccolte, ho costruito il mio metodo. Il mio lavoro vive nell’intersezione tra il tempo, i corpi e le storie delle persone. Mi occupo di memoria autobiografica, narrazioni di comunità e pratiche teatrali. Il terreno su cui mi muovo è inzuppato dal desiderio di trasformare, un pezzo di sé e di quello che c’è intorno. La prima volta che sono entrata in una casa di riposo ho sentito una forte necessità di ascoltare quelle parole, guardare gli occhi e le rughe. Sarà perché ho un monumento a forma di nonna, la mia, nella retina… con gli anziani sviluppo il progetto di narrazione autobiografica e animazione teatrale Shared Words – Parole Condivise. Il progetto lavora ovunque ci sia un gruppo che voglia sviluppare le capacità di comunicare e ascoltare le storie di vita per una lettura multidimensionale della persona.Sono ideatrice di percorsi teatrali e culturali che rispondono a necessità sociali e creative. Mi piace lavorare in centri per necessità speciali, comunità riabilitative, centri socio-educativi, psico-sociali, per donne e minori in difficoltà.

Bio Gloria Giacopini

Nel 2016 mi sono diplomata presso la Paolo Grassi di Milano. Tra i registi con cui ho lavorato cito Augusto Fornari, Paola Tiziana Cruciani, Gabriele Vacis, Veronica Cruciani e Giulio Costa. Nel 2017 ha debuttato il mio spettacolo “Sogliole a piacere”, di cui sono autrice e attrice; e col quale ho vinto svariati premi tra cui “Mal di Palco” (2018), “L’italia dei visionari” (2018). Nel 2019 debutta il mio secondo spettacolo “Signorina, lei è un maschio o una femmina?”, scritto insieme a Giulietta Vacis, attualmente in tournée (“Selezione a La Giovane Scena delle Donne 2019”; “Selezione Ufficiale prima edizione Nolo Fringe 2019”; “Selezione Ufficiale Cielo Su Torino 2019”). La collaborazione con Giulietta Vacis è continuata con la realizzazione del video promozionale per il primo Modena Pride nel 2019. Abbiamo poi concluso l’anno con una nostra personalissima rilettura del testo di Piccole Donne in tre puntate, produzione Ferrara Off Teatro. Nel 2020, oltre alla circuitazione dei nostri spettacoli, abbiamo avviato percorsi laboratoriali nelle scuole. Nello specifico, in collaborazione con Ferrara Off e l’Ufficio alunni stranieri di Ferrara, abbiamo lavorato all’interno delle Scuole Elementari Villaggio Ina e in un percorso estivo che prevedeva l’insegnamento della lingua italiana attraverso attività ludiche come il teatro. Nel 2021, in collaborazione con Tipì Teatro Partecipato, ho svolto un laboratorio sulle pari opportunità, presso le “Scuole Medie Montanari” di Mirandola. Attualmente, con l’associazione culturale Nahìa, sto svolgendo il laboratorio online “Shakespeare tra l’imbarazzo e la tragedia”.

Bio Emilia Scarpati Fanetti

Nata a Sorrento e cresciuta a Crema, frequenta il liceo artistico e si laurea in Beni Artistici, teatrali, cinematografici e dei nuovi media. Nel 2011 ottiene il diploma all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. In teatro ha l’opportunità di interpretare ruoli primari e di collaborare con vari registi tra cui Elio de Capitani e Ferdinando Bruni con i quali, al Teatro dell’Elfo di Milano, lavora nel Sogno di una notte di mezza estate, in Otello dove le viene affidato il ruolo della sfortunata Desdemona e in Afghanistan: il Grande Gioco e Enduring Freedom, una maratona lunga due spettacoli e dieci atti unici. A Napoli con la regia di Pierpaolo Sepe recita al fianco di Andrea Renzi, Lino Musella e Tony Laudadio ne Il Servo e infine a Roma nel Re Lear di Andrea Baracco ha l’opportunità di interpretare Cordelia al fianco di Glauco Mauri e Hélenè Kuragina nella riscrittura di Guerra e Pace di Letizia Russo. In televisione, oltre ad alcuni spot televisivi, la troviamo in 1993: la serie nel ruolo di Alice. Al cinema quest'anno la troveremo nel film di Sergio Rubini I fratelli De Filippo dove interpreterà una giovane attrice milanese e sarà la protagonista femminile al fianco di Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio nel nuovo film di Michele Vannucci dal titolo Delta.

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