RECENSIONE DEL MUSICAL
"KINKY BOOTS"
ESSERE ECCENTRICI
E' UNA COSA MERAVIGLIOSA
In scena fino al 12 gennaio 2020 al Teatro Nuovo di Milano,
Kinky Boots è un’iniezione di buonumore senza pari. Uno spettacolo colorato,
sgargiante e divertentissimo che ti assorbe completamente e ti lascia con la
voglia di vederlo ancora e ancora.
Che cos’hanno in comune un ragazzo di provincia costretto a
farsi carico dell’attività di famiglia e la più sfacciata e brillante Drag
Queen di Londra? Assolutamente nulla.....eppure basta un cazzotto bene
assestato a scuotere le vite di Charlie Price e Lola. È così che un acciaccato
Charlie scopre il mondo di Lola e delle
sue Angels: fatto di canzoni, coreografie, abiti vistosi, lustrini e
soprattutto tacchi; altissimi, sensualissimi e scomodissimi tacchi.
Ed ecco che arriva l’idea strampalata ma vincente per risollevare
le sorti della fabbrica di scarpe che Charlie ha ereditato, i “Lola’s Kinky
Boots”.
Incanta la regia di Claudio Insegno che ha saputo creare una
messa in scena dinamica e veloce, praticamente cinematografica, nonostante
l’imponente scenografia su due piani che però non resta mai statica. Tutti gli
elementi vengono spostati e riassemblati costantemente per seguire la
narrazione, onore al merito di tutto il cast che esegue così numeri e
coreografie complessi e assolutamente d’effetto. Attori, cantanti e ballerini
di grande talento e di assoluta comunicativa che scatenano nel pubblico
emozioni e reazioni reali e che si
meritano a pieno titolo la standing ovation finale. Al centro di questa rosa di
artisti i due protagonisti, Marco Stabile vocalmente fortissimo e
interpretativamente dolce ed empatico ed il superlativo Stan Believe che
entusiasma dall’inizio alla fine per la sua bravura nel canto e nella danza e
ancor di più per la sua presenza scenica, il pubblico pende letteralmente delle
sue labbra (e dai suoi tacchi vertiginosi).
Quest’anno a Milano il regalo perfetto per Natale sono senza
dubbio i biglietti per Kinky Boots, due ore e mezza di risate, buona musica e
spettacolo con la S maiuscola.
(Martina Costa)
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