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giovedì 6 giugno 2019


TEATRO REGIO DI TORINO
STAGIONE D'OPERA E DI BALLETTO 2018/19
"LA GIARA" E "LA CAVALLERIA RUSTICANA"
DIRETTE DA ANDREA BATTISTONI

Mercoledì 12 giugno, alle ore 20, vanno in scena al Regio due novità assolute: La giara di Alfredo Casella nell’interpretazione della Compagnia Zappalà Danza e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni nel nuovo allestimento firmato da Gabriele Lavia. Una serata dalla doppia suggestione e dai continui rimandi tra balletto e opera, Pirandello e Verga, tradizione e avanguardia con un comun denominatore: la Sicilia. L’Orchestra del Teatro Regio, presente in entrambi i titoli, è diretta dal maestro Andrea Battistoni. Il Coro, impegnato nel capolavoro di Mascagni, è istruito da Andrea Secchi.
LA GIARA | Il coreografo Roberto Zappalà si contraddistingue l’aver diffuso come nessun altro “un sud vivo e vibrante” nelle platee di tutto il mondo grazie alla sua danza di grande impatto visivo. L’amore per la sua terra e l’attività di formazione dei danzatori lo ha portato a fondare l’omonima Compagnia e nel 2002 Scenario Pubblico, Centro di Produzione Nazionale del quale è Direttore artistico. Ha lavorato inoltre per importanti realtà come la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, la compagnia svedese Norrdans, quella olandese di ArtEZ e il Goteborg Ballet.


La Compagnia Zappalà Danza, fondata a Catania nel 1990, è oggi riconosciuta come elemento di spicco nel panorama della danza italiana contemporanea, distinguendosi per l’elaborazione di un linguaggio personale (MoDem, acronimo di Movimento Democratico), per le collaborazioni con importanti festival internazionali quali MilanOltre e i riconoscimenti ottenuti, tra cui quello di Centro Nazionale di Produzione della Danza da parte del MiBAC.

Nella commedia di Luigi Pirandello, la giara è una prigione, letterale per il riparatore di giare Zi’ Dima, chiuso al suo interno, e simbolica per Don Lollò, il padrone, prigioniero della “roba”. Alfredo Casella ne colse il carattere emblematico, in bilico tra ironia e grottesco, creandone nel 1924 una partitura musicale su richiesta dei Ballets Suédois, con coreografia di Jean Börlin e scene e costumi di Giorgio De Chirico. Una musica ricca di spunti ritmici e melodici del folklore siciliano, trasposti però in una dimensione ideale e fuori dal tempo, fatta di emozioni. Sono queste emozioni e questi spunti simbolici che Zappalà riprende, nella coreografia, nelle scene e nelle luci, suggerendo uno spazio in cui la giara è sia contenitore della danza sia dimensione narrativa; luogo chiuso, limitato ma protetto, nel quale scorre la vita – il movimento – e dal quale osservare ciò che sta al di fuori, suggestiva ambivalenza che coinvolge il pubblico nell’interpretazione. Lo spettacolo vede protagonisti undici interpreti maschili. Una parte del cast è composto dai danzatori della Compagnia, gli altri sono stati scelti attraverso audizioni in tutta Europa: Londra, Milano, Roma, L’Aia, Barcellona, Berlino.

Regia, coreografia, scene e luci della creazione sono di Roberto Zappalà, la drammaturgia è di Nello Calabrò, i costumi sono di Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà, assistente alla coreografia è Ilenia Romano. Il nuovo allestimento è di Scenario Pubblico/CZD.
CAVALLERIA RUSTICANA | Nella seconda parte della serata, va in scena Cavalleria rusticana, il capolavoro di Pietro Mascagni in un nuovo allestimento con la regia di Gabriele Lavia e scene e costumi di Paolo Ventura, il poliedrico artista milanese che ha rivoluzionato la fotografia contemporanea. La novella di Giovanni Verga, dramma della gelosia che racconta anche di una cultura e di un territorio, fu messa in musica da Mascagni nel 1890, segnando la storia dell’opera e l’apertura di una nuova pagina del teatro musicale, quella verso un’espressione sonora della narrazione e delle passioni, che solo forzatamente possiamo limitare alla definizione di verismo.

Lavia, punto di riferimento del teatro e del cinema italiano contemporaneo, da ormai una trentina d’anni affianca alla sua importante carriera di attore, regista e doppiatore anche la regia di opere liriche; torna al Regio con un altro titolo verista, con rimandi alle sue origini siciliane, dopo i suoi ammirati Pagliacci.

Nel cast troviamo nomi d’eccezione: Santuzza è Daniela Barcellona, vincitrice del premio Abbiati e apprezzatissima interprete sui maggiori palcoscenici mondiali: la Scala di Milano, la Deutsche Oper di Berlino, il Metropolitan di New York, la Royal Opera House di Londra, l’Opéra national di Parigi, il Teatro Real di Madrid. Premiata interprete di ruoli rossiniani e verdiani, con i quali è stata spesso protagonista al Regio, il suo repertorio si estende anche a titoli quali Sansone e Dalila e Cavalleria rusticana. Compare Turiddu è Marco Berti, il tenore ha cantato sotto la guida di direttori quali Antonio Pappano, James Levine, Daniel Oren; nella sua carriera internazionale ha interpretato tutti i principali ruoli operistici di Otto e Novecento, sulle principali scene italiane, oltre al Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra, Opéra Bastille di Parigi, Staatsoper di Vienna e Berlino, Opernhaus di Zurigo e Liceu di Barcellona.

Nel ruolo di Alfio è Marco Vratogna, baritono stimato per la bellezza del timbro e la presenza scenica. Specializzato nel repertorio verista e verdiano, ha inciso per importanti case discografiche come la Dynamics, e ha più volte raccolto successi al Regio di Torino, gli ultimi in Edgar, Un ballo in maschera e Tosca. Completano il cast: Elisabetta Fiorillo (Lucia) e Clarissa Leonardi (Lola).

Nel corso delle nove recite, si alternano nei ruoli principali: Cristina Melis (Santuzza), Francesco Anile (Turiddu) e Gëzim Myshketa (Alfio). Le luci sono di Andrea Anfossi.
Il musicologo e pianista Marco Targa, per le Conferenze del Regio, mercoledì 5 giugno alle 17.30 al Piccolo Regio Puccini, curerà l’incontro di presentazione delle due opere dal titolo: Folclore inventato e verismo in Casella e Mascagni. L’ingresso è libero.

Biglietti in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242, presso Infopiemonte-Torinocultura, nei punti vendita Vivaticket, on line su www.vivaticket.it e telefonicamente al n. 011.8815.270. Prezzi dei biglietti: recita del 12 giugno: € 170 - 135 - 120 - 100 - 70 - 55; recite del 14, 16, 18 e 22 giugno: € 95 - 80 - 75 - 70 - 60 - 29; recite del 13, 15 e 21 giugno: € 90 - 75 - 70 - 65 - 55 - 29; recita del 19 giugno: € 60 - 55 - 50 - 45 - 40 - 29. Biglietti ridotti del 20% per gli under 30 e del 10% per gli over 65. 

Un’ora prima degli spettacoli, eventuali biglietti ancora disponibili sono in vendita con una riduzione del 20% sul prezzo intero. Per la recita del 19 giugno non sono previste riduzioni. Per ulteriori informazioni: Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.  


12/22 giugno 2019, ore 20
Il nuovo progetto di Roberto Zappalà e della sua Compagnia porta in scena in prima assoluta sul palcoscenico del Teatro Regio di Torino, La Giara, creazione in atto unico liberamente ispirata all’omonima novella di Luigi Pirandello. Lo spettacolo che vede protagonisti undici interpreti maschili, su partitura musicale di Alfredo Casella, suonata dal vivo da orchestra e tenore del Teatro Regio di Torino. Lo spettacolo è parte di una serata a due titoli infatti viene eseguite insieme alla Cavalleria Rusticana per la regia di Gabriele Lavia. La Giara è una produzione di Scenario Pubblico CZD – Centro Nazionale di Produzione della Danza in collaborazione con il Teatro Regio di Torino.

“Il mio secondo viaggio insieme a Pirandello_ 25 anni fa ho affrontato per la prima volta un lavoro su Pirandello. Il titolo Il berretto a sonagli - La filosofia. E anche oggi con La Giara ho avuto l’occasione di elaborare una visione personale delle vicende e dei temi cari allo scrittore agrigentino: il territorio siciliano, le sue contraddizioni, i conflitti interpersonali. E’ stato un viaggio affascinante attorno alla gestualità rurale dove tradizione e contemporaneità si sono incrociate e combinate per realizzare un affresco della Sicilia anche questo convintamente parte del mio progetto Re-mapping Sicily come quinta tappa. Abbiamo incontrato e abbracciato l’Etna, Pinocchio, la Balena, la donna, il suo ventre, e ancora una volta l’accoglienza”. Roberto Zappalà
La Giara che Pirandello scrisse nel 1906 (pubblicata nel 1909 sul Corriere della Sera) e dalla quale successivamente nel 1916 trasse un atto unico, nasce in qualche modo con intenzioni d’avanguardia. Il balletto infatti è una commedia coreografica in un atto commissionata a Casella da Rolf de Maré per i suoi Ballets Suédois, una compagnia dalle scelte musicali e artistiche innovative.
A partire da Pirandello Roberto Zappalà realizza un pezzo di danza dove le atmosfere e i temi vengono filtrati come sempre alla luce della propria sensibilità contemporanea.


“La giara non è più oggetto di scena per quanto fondamentale; la giara diventa la scena.
La giara oggetto si trasfigura in “La Giara” spettacolo.
La giara è nello stesso tempo la pancia all’interno della quale si svolge la creazione e la bocca dalla quale la si fruisce.
Bocca che non parla, non vomita parole ma danza.
La giara è una pancia; la giara è una bocca.

Nella giara pancia dove si immagazzina l’olio/liquido amniotico, un taglio netto e obliquo, quasi come un taglio di Fontana, permette allo spettatore di vedere la danza che si svolge al suo interno.

Perchè la giara è un paradosso: al suo interno siamo tutti imprigionati ma al contempo è il luogo dove ci sentiamo protetti e al riparo; è “luogo” d’osservazione privilegiato. Forse solo dalla giara si può vedere veramente il mondo.

La pancia è quindi una prigione non solo accettata ma anche dalla quale non si vuole più uscire, come la Fortezza di Parma per Fabrizio del Dongo.
La giara è in definitive, come il palcoscenico nel monologo di Macbeth, il luogo al cui interno tutti viviamo nelle nostre contraddizioni. Dove viviamo e danziamo”.

repliche 13/14/15/16/18/19/21/22 giugno ‘19
Stagione di Opera&Balletto del Teatro Regio di Torino

Creazione in atto unico liberamente ispirata all’omonima novella di Luigi Pirandello
Musica di Alfredo Casella
Regia, coreografia e scene Roberto Zappalà
Direttore d’orchestra Andrea Battistoni
Drammaturgia Nello Calabrò
Costumi Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà
Danzatori Compagnia Zappalà Danza: Adriano Coletta, Filippo Domini, Ruben Garcia Arabit, Alberto Gnola, Marco Mantovani, Gaetano Montecasino, David Pallant, Dario Rigaglia, Junghwi Park, Adriano Popolo Rubbio, Erik Zarcone
Orchestra e tenore del Teatro Regio di Torino

Nuovo allestimento Scenario Pubblico CZD – Centro Nazionale di Produzione della Danza
In collaborazione con il Teatro Regio di Torino con il sostegno di MIBAC e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo


INFO: Biglietteria Teatro Regio: Piazza Castello, 215 I-10124 Torino
Tel. +39 011.8815.241/242, e-mail
orari: da martedì a venerdì 10.30 – 18, sabato 10.30 – 16; un'ora prima degli spettacoli
www.teatroregio.torino.it

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