RASSEGNA LIBERI D'ESTATE
TEATRO LIBERO DI MILANO

La rassegna Liberi d’Estate dà
spazio alle nuove generazioni e alle loro fonti d’ispirazione, fra
contaminazione di forme, generi e linguaggi.
Due settimane fitte di spettacoli che,
in linea con la direzione artistica di Corrado Accordino e
Manuel Renga e con l’idea di un teatro che viva per la città e con
la città, diano voce alla giovane drammaturgia contemporanea del
panorama milanese e, al contempo, invitino la cittadinanza a
usufruire di un’offerta culturale che non si ferma con la chiusura
della stagione.
Oltre a spettacoli di giovani compagnie
la rassegna è dedicata alla fase finale del concorso BANCO DI PROVA,
ideato da Manuel Renga, Francesco Leschiera e Susanna Verri in
collaborazione con Isolacasateatro. Al centro di questa parte della
rassegna i testi di giovani drammaturghi italiani, presentati in
forma di reading presso Isolacasateatro e poi modificati, elaborati,
rifiniti dopo un confronto con critici e pubblico fino a trovare
forma definitiva al Teatro Libero.
CALENDARIO
1 - 3 luglio ore 21.00
AGUAS
di Chiara Claudi, Antonio Torella
regia Ida Treggiari
4 - 8 luglio ore 21.00
TIGERMAN
drammaturgia e regia Alessandro
Veronese
9 luglio ore 21.00
OLTRE I CONFINI DELL’EBRO
drammaturgia Alberto Canevali, Sarah
Rezakhan
regia Manuel Renga
Youmani Onlus
BANCO DI PROVA 10 – 11 – 12 luglio
10 luglio ore 19.30
DEPERSONALIZZAZIONE
e di come l’amore possa ristabilire
la realtà
di Michela Giudici
regia Laura Tanzi
10 luglio ore 21.30
3SOME
di Tommaso Fermariello
regia Martina Testa
11 luglio ore 19.30
UTERI’N’ARIA. Itinerario di sola
andata
di Antonella Voltan
regia Paolo Panizza
11 luglio ore 21.30
TRITTICO CONTEMPORANEO
di Flavia Todisco
regia Ettore Distasio
12 luglio ore 21.00
A. WILSON
di Daria Morelli
regia Lorenzo Castelluccio
13 luglio ore 21.00
FIRED - Tutto va come non deve andare
drammaturgia e regia Arturo Di Tullio
14 luglio ore 21.00
CIÒ CHE RIMANE.
Piccole storie della Grande Guerra
di Chiara Bertazzoni, Manuela Galizia,
Duilio Papi, Carlo Varano
regia Chiara Bertazzoni
15 luglio ore 21.00
UN COTTAGE TUTTO PER SÈ
di e con Natalia Magni
regia Sonia Barbadoro
Spettacolo finalista al Premio Laura
Casadonte 2016
16 luglio ore 21.00
I WON’T EAT
Fondazione Donna Milano Onlus –
progetto L’ultima Luna
di Elisa Denti, Sara Urban
regia Elisa Denti, Pietro Traldi
17 luglio ore 21.00
SHAKE YOUR SPEARE
liberamente tratto da La bisbetica
domata, Sogno di una notte di mezza estate e Riccardo III di William
Shakespeare
drammaturgia e regia Delia Rimoldi
18 luglio ore 21.00
PERCHÉ SHAKESPEARE AIUTA A VIVERE
MEGLIO
di Fabio Banfo
con Fabio Banfo, Serena Piazza
1 - 3 luglio ore 21.00
AGUAS
Primo Studio
Chiara Claudi, Antonio Torella
traduzione del testo a cura di Antonio
Torella
con Chiara Claudi
al piano Luca Verri
regia Ida Treggiari
Nel 1973 uscì in Brasile un’intervista
destinata a gettare luce su uno dei personaggi più discussi della
scena musicale di quell’epoca: Elis Regina. Considerata
probabilmente la personalità musicale più complessa della sua
generazione, Elis incarnava la caleidoscopica immagine di artista
brillante, mutevole ed esplosiva, infelicemente perturbata dalle
ombre che accompagnarono in forme diverse l’intera sua carriera.
Chiunque si sia accostato anche solo
per un breve momento alla musica e alla cultura del Brasile sa chi è
Elis Regina. Nella sua voce ha trovato vita la musica di Gilberto
Gil, di Milton Nascimento, di Chico Buarque, di Baden Powell, di Ivan
Lins. E naturalmente di Antonio Carlos Jobim. Nata originariamente
come fenomeno radiofonico e televisivo, Elis bruciò il suo enorme
percorso discografico nell’arco di soli quindici anni, attraverso
continui cambiamenti di immagine, di scelte creative, di relazioni
intime e collaborazioni professionali. Fino al 1982, anno della sua
prematura scomparsa.
L’intervista, che circola col titolo
di Programa Ensaio, venne registrata dall’emittente brasiliana TV
Cultura e riscoperta solo molti anni dopo la morte di Elis, grazie
all’impegno dei suoi figli. Il contenuto originale della
registrazione integrale è quasi sicuramente andato perduto, a favore
di un taglio registico attraverso cui la figura di Elis potesse venir
fuori sotto una nuova luce, nel momento più fulgido del suo percorso
professionale.
Noi abbiamo deciso di tradurre quel
testo e di farvelo ascoltare.
Il primo studio di Aguas è un tributo
pieno d’amore all’arte di Elis Regina, nato in una sera d’inverno
dall’incontro di due artisti legati fortemente dalla passione per
la cultura musicale del Brasile. Aguas è soprattutto un emozionante
esperimento di teatro-canzone che apre per la prima volta al pubblico
italiano la possibilità di conoscere i contenuti di quello
straordinario documento biografico che fu l’Ensaio.
4 - 8 luglio ore 21.00
TIGERMAN
Episodio I: Fine di un killer
Episodio II: Sette puttane
drammaturgia e regia Alessandro
Veronese
con Cinzia Brugnola, Francesca
Cassottana, Federica Di Cesare, Federica Gelosa, Elisa Giorgio,
Federica Iacobelli, Alessandro Veronese
aiuto regia Francesca Gaiazzi
video Ivan Filannino
elaborazione grafica Rotondo Design
produzione Fenice dei Rifiuti
Ci sono luoghi dove il bisogno di
violenza è molto più forte della volontà
Ci sono ore in cui il bisogno di
violenza è molto più in alto della volontà
Ivano Fossati, Bella speranza
Il nuovo spettacolo di Fenice dei
Rifiuti affonda gli artigli dentro la radice più oscura dell’animo
umano, quel luogo nascosto dentro cui è rinchiuso il seme della
violenza e della distruzione.
Una storia amara e dark, divertente e
cupa allo stesso tempo, che racconta la vicenda di un killer,
arrivato al suo ultimo omicidio.
Un viaggio a ritroso fino
all’adolescenza, dove tutto è iniziato: la scoperta di sé,
l’annullamento di sé, la perdita dei valori e dell’identità,
scomparsi insieme all’infanzia, il tentativo fallito di creare una
nuova personalità. Fino al primo omicidio, l’imbocco di una strada
senza ritorno.
Episodio 1: So esattamente qual è
stato il momento in cui è iniziato tutto. Il giorno, l’ora e il
secondo in cui ho iniziato a uccidere.
Nelle stanze della mia mente c’era un
bambino che gridava e la sigla di un cartone animato che raccontava i
combattimenti di un uomo che indossava una maschera da tigre.
Quella sigla è stata il jingle dei
miei giorni. Un ritornello che è diventato un’ossessione e che ho
iniziato ad usare per non sentire più nessun’altra voce. Quel
bambino non mi ha fermato. Ho imparato ad uccidere tutti, con sempre
maggiore precisione e cura del dettaglio. Ho imparato le tecniche per
farlo senza sofferenza e quelle per procurare dolori infiniti. Ho
viaggiato fuori e dentro di me, stando sempre attento a lasciare
qualche traccia omicida del mio passaggio.
Fino ad oggi.
Fino al mio ultimo omicidio.
Episodio 2: Ne ho salvate sette e le ho
chiuse in un bordello.
C’è Valeria, la matta, che non
smette di coprirsi per paura di congelare.
C’è Valentina, la complice, che si è
tolta gli occhi per smettere di vedere.
C’è Federica, la ribelle, che non ha
ancora smesso di sanguinare.
C’è Elisa, la pianista, affogata nel
mare con le dita fratturate.
C’è Francesca, la bambina, a cui ho
insegnato l’arte dell’omicidio.
C’è Cinzia, la madre, che le ha
conosciute tutte e le ha portate sulla sua schiena.
E poi ce n’è un’altra, che deve
ancora arrivare.
9 luglio ore 21.00
OLTRE I CONFINI DELL’EBRO
drammaturgia Alberto Canevali, Sarah
Rezakhan
regia Manuel Renga
Youmani Onlus
Due artisti di varietà in un’epoca
buia.
Due portatori sani di arte e
divertimento vagano per le strade della guerra. Un giorno si
imbattono nelle milizie franchiste, inconsapevoli di aver passato il
confine dell’Ebro, nato da poco. Sono costretti ad asservirsi al
potere militare, sono costretti a fare uno spettacolo davanti ad un
pubblico decisamente strano.
Fra numeri comici, operetta, canzoni e
balli, ci si troverà di fronte ad una questione importante: l’arte
può salvare la vita e l’anima di una persona?
Note di Regia
Questo testo è un grande tributo
all’arte, al teatro, alla danza e al canto. Un inno alla vita e
alla memoria. Un testo che attraverso l’arte parla dell’intimità
dell’esser umano, della scelta tra vita e morte, della scelta di
non asservirsi al potere, situazione quanto mai attuale oggi.
Due attori sul palco rivivranno in un
continuo salto temporale le vicende di una serata in cui si decide la
loro vita, le vicende tragicomiche che porteranno ad un estremo
sacrificio. I toni sono decisamente scanzonati, viene fuori tutto il
repertorio artistico degli anni ‘30-‘40: un misto fra operetta,
arie popolari, danze e numeri di rivista che faranno ridere fino alle
lacrime. Risate che si instaurano sullo sfondo di un paese distrutto
dalla guerra, come a dire che l’arte, con la sua potenza può
nascere ovunque, anche fra le macerie, e forse proprio lì è più
necessaria. La scena utilizza elementi semplici e popolari: i panni
stesi, la terra, le sedie, il legno. Elementi che appartengono a
un'epoca in cui l'arte era, per forza di cose, povera, ma che apriva
scorci di immaginazione importanti.
BANCO DI PROVA
10 luglio ore 19.30
DEPERSONALIZZAZIONE
e di come l’amore possa ristabilire
la realtà
di Michela Giudici
con Eliana Bertazzoni, Antonio
Giovinetto, Alessandro Prioletti
regia Laura Tanzi
Università, terzo anno di medicina.
Deve iniziare il tirocinio e improvvisamente dimentica chi è, il suo
nome, il suo passato, la sua identità. Cerca sé stesso oltre un
muro fuori dall’aula, ma vede solo bolle di sapone e figure
indefinite.
Quel giorno nasce il suo Gemello.
Racchiuso nella sua testa, gli pone domande impossibili, assurde.
Perché siamo rosa, perché abbiamo cinque dita ma una sola bocca,
come facciamo a riconoscere gli individui che ci circondano, perché
vediamo in prima persona. E dal quel giorno Lui non riesce più a
vivere. Un continuo scontro mentale tra dei moderni Dr. Jekyll e Mr.
Hyde. Sarà così per i successivi tre anni, quando Lei rientra nella
sua vita e decide che non vuole più andarsene.
10 luglio ore 21.30
3SOME
di Tommaso Fermariello
con Gianluca Bozzale, Tommaso
Fermariello, Sofia Pauly
regia Martina Testa
sound design Giovanni Frison
Lo spettacolo racconta la storia
d’amore di due ragazzi: Diego, youtuber di successo, e Pier,
ansioso commesso di una libreria.
Quando a Diego viene diagnosticato un
cancro le loro vicende prendono una piega grottesca e tragicomica.
Diego infatti decide di non curarsi secondo la medicina tradizionale
ma, dopo svariate ricerche su internet, sogna di andare in Russia in
una costosissima clinica, la Clinica della Nuova Medicina Europea,
dove promettono miracolose guarigioni.
Nel frattempo si è unita a loro una
ragazza, misteriosa, attraente e svampita, che viene a vivere con
loro e diventa parte integrante della coppia.
Così i tre, dopo aver raccolto i soldi
necessari per il viaggio grazie a un video diventato virale, partono
per la Russia. Ma sarà proprio lì, messi di fronte alla paura della
morte, che i personaggi si rivolteranno l’uno contro l’altro.
Note di regia
Quando lessi per la prima volta 3SOME,
a colpirmi maggiormente fu l’idea di dare un corpo alla Malattia.
Darle un corpo significa smitizzarla, renderla più umana e perciò
più leggibile, più vicina a noi. La Malattia spaventa perché è
astratta, immateriale. Ma cosa succede quando essa si manifesta
concretamente nella vita di una persona? Quando questa persona si
sveglia e se la trova davanti e ci può parlare, litigare, sfogarsi?
Al centro del nostro lavoro è stato lo svilupparsi delle relazioni
che nascono o si modificano sotto l’influenza della Malattia.
Perché quest’ultima tocca non solo i malati ma anche chi sta loro
intorno, chi li ama. Così tra Diego, Pier e la Malattia nasce un
triangolo relazionale, a volte d’amore, a volte di crisi. Cosa
succede all’amore quando incontra la malattia, di questo vogliamo
parlare. Della malattia che, come la morte, non lascia scampo, ma che
a differenza di essa non è mai nobile né gloriosa. È sporca, porta
con sé odori di medicine e ospedali, imbruttisce i corpi, allontana
chi amiamo. Una quotidianità spezzata eppure impossibile da
rovesciare.
11 luglio ore 19.30
UTERI’N’ARIA. Itinerario di sola
andata
di e con Antonella Voltan
regia Paolo Panizza
disegno luci Federica Piergiacomi
video Edmondo Annoni
Tre donne, tre percorsi di vita,
identificati metaforicamente come tre fasi distinte del parto.
Storie vere, accomunate da una
scintilla che improvvisa scompone il tracciato, quell’istante
preciso a partire dal quale niente sarà più come prima.
Ognuna di loro ci invita ad assistere a
quell’atto di fecondazione del proprio sentire che le trasformerà
intimamente e per sempre.
È un viaggio di sola andata,
sottolinea il titolo, come il parto: dal momento del concepimento
l’embrione intraprende uno sviluppo progressivo verso un’unica
direzione, l’uscita dal bozzolo, con cui dare inizio ad una nuova
esistenza.
“L’inizio del viaggio (fase
prodromica)”, “Nuova meta (fase dilatante)”, “Direzione
Ri-Nascita (fase espulsiva) “rendono la maternità spunto per
un’indagine più profonda dell’essere umano posto di fronte ad un
bivio ed all’urgenza di scegliere: scegliere di non soccombere alla
paura, scegliere di aprirsi ad una nuova prospettiva di vita,
scegliere di riconoscere un figlio con necessità di costante
supporto - terreno fertile per il radicamento di un rapporto
fusionale - come altro da sé. Ognuna delle tre protagoniste sarà
costretta ad uscire dal bozzolo che le si è stretto intorno, dal
proprio” utero in aria” (in aria per quel momento di sospensione
in cui ciascuna si trova prima dell’illuminazione che la condurrà
altrove) per farsi nuova sostanza.
Un’unica interprete dà voce alle tre
storie a sottolineare l’universalità del tema che le sottende: la
vita dentro – nello sguardo con cui guardiamo dentro e fuori di noi
– ci riporta alla sacralità della vita nella sua accezione più
ampia. Al valore della dignità. Alla gioia di esistere
11 luglio ore 21.30
TRITTICO CONTEMPORANEO
di Flavia Todisco
regia Ettore Distasio
Trittico Contemporaneo è un affresco
tripartito della società odierna, nel quale tre soggetti - Lui (un
marito pluriomicida), Lei (una moglie trucidata insieme ai figli),
Noi, la gente (un coro di persone comuni) - commentano un terribile
dramma familiare: un uomo ha barbaramente ucciso la moglie e i tre
figli, poi è andato a giocare a bowling con gli amici.
Sulla scena, mentre il coro dà voce al
processo mediatico e popolare, in corso nell’opinione pubblica,
sciorinando giudizi crudeli e stereotipati, Lui e Lei, marito e
moglie un tempo, in uno spazio sospeso tra passato e presente,
ricostruiscono, ciascuno dal proprio punto di vista, la loro storia
d’amore e il suo tragico epilogo.
Il trittico dei personaggi dà così
vita a una cruda rappresentazione, nella quale ognuno è chiuso in sé
stesso, nella propria verità e non comunica né si confronta con gli
altri.
Sull’intera vicenda grava inoltre
come un’ombra inquietante l’assenza dei figli.
La violenza sulle donne non sembra
avere soluzione: è un dato di fatto, accade e non si può o non si
sa evitare. E forse ne siamo tutti, almeno in parte, responsabili.
Note di regia
Uno spazio vuoto a rappresentare la
vacuità di una società che ha imparato a spettacolarizzare la
violenza e ha disimparato, forse volontariamente, a prevenirla. Gente
che si indigna, inveisce, condanna.
Una donna che non è più, che un tempo
è stata innamorata, poi ha subito e tollerato. Un uomo che non è
mai stato capace di manifestare amore, perché non ne conosce il
significato. Figli, solo bambini, rimasti disegni sbiaditi.
12 luglio ore 21.00
A. WILSON
di Daria Morelli
con Daria Morelli, Barbara Sirotti,
Lorenzo Castelluccio
regia Lorenzo Castelluccio
pianoforte Carlo Zerri
scene e costumi Pierre Lacroix
Il testo narra la storia di una pazzia
che incomincia quando Alma Wilson, bambina, riceve un regalo dal
padre. Cosa c’è di più bello di un regalo fatto da un genitore a
un figlio? Peccato che non era il regalo che lei avrebbe voluto. Quel
dono le segnerà la vita, incanalandola lentamente in una strada
senza ritorno, fatta di solitudine, successi, visioni, viaggi
incompiuti, luce crepuscolare, ricordi, sofferenze, personaggi
immaginari creati dalla sua fantasia, come se, davanti ad uno
specchio, scoprisse un’Alma diversa, quella che avrebbe voluto
essere ma non è mai stata, per “correre, correre… volare via”.
Alma, che quel regalo ha trasformato in
scrittrice famosa, ha una sorella, Alba, donna estroversa e piena di
vita che preferisce l’azione alla meditazione e al silenzio. Le due
A., diverse tra loro ma unite dalla fratellanza, sono come due facce
della stessa medaglia: luce e ombra, giorno e notte, gioia e
tristezza, finzione e realtà.
Tutto comincia in un giornata di sole
(come sempre) sulle colline di Los Angeles, nella veranda di
un’isolata villa con piscina, per poi finire in un posto tutt’altro
che luminoso e sereno. O forse è il contrario...
Le due A. parlano, ricordano, si
stuzzicano, si lasciano, si riprendono, ballano, bevono, ridono,
piangono, sotto lo sguardo dell’uomo della piscina, entità reale e
astratta allo stesso tempo, simbolo di altre presenze/assenze
maschili.
Poi, improvvisamente, una telefonata,
un viaggio, un altro tassello di follia che Alma aggiunge alla sua
vita.
E allora il pubblico non potrà fare a
meno di chiedersi se tutto quello cui ha assistito, illuminato da una
luce che a seconda delle situazioni evidenzierà o nasconderà i lati
oscuri della mente, scavando nei suoi abissi e portandoli alla
superficie o reprimendoli del tutto, sia accaduto veramente o se
invece sia il risultato di una mente malata che non sa più
distinguere il confine tra realtà e fantasia. Oppure si chiederà se
le maschere della verità e della finzione rappresentino la normale
condizione dell'essere umano che, per adattarsi meglio alle
situazioni e ai rapporti, toglie e rimette durante tutta la sua vita,
con scaltra e patetica maestria. E forse arriverà alla conclusione
che ci è impossibile conoscere gli altri per quello che realmente
sono, perché nessuno di noi si presenta agli altri per quello che
realmente è.
Una commedia/tragedia dai risvolti
oscuri come la notte e luminosi come il giorno, o magari il
contrario, perché nulla è mai come sembra.
13 luglio ore 21.00
FIRED - Tutto va come non deve andare
drammaturgia e regia Arturo Di Tullio
con Erika Aprile, Daniela Bellante,
Margarete von Braitenberg, Cristiana Buonamano, Saul Cenci, Carmine
Lemmo, Stefania Matrolia, Elvira Parisella, Giovanni Pavan, Giuseppe
Redondi
Un gruppo di top manager che ha perso
il lavoro si ritrova ad affrontare le proprie paure, i propri
conflitti, i propri sogni e le proprie frustrazioni in una “clinica”
specializzata proprio in questo: ridare fiducia, grinta e voglia di
lottare a chi, per la crisi in atto, si ritrova a non avere più
nulla, con lo scopo di riuscire a trovare una nuova collocazione
lavorativa. Gli ex manager sono guidati da due improbabili trainers,
una rampante donna manager e suo fratello gemello, che fanno leva
sulla psicanalisi, attraverso esercitazioni (ora fisiche, ora
psicologiche) esilaranti e grottesche. Questo destrutturato gruppo ci
farà ridere e riflettere sulla nostra malata società alienata e
totalmente guidata dalle apparenze.
Note di regia
Il lavoro ha come obbiettivo una
profonda riflessione sul mondo della produttività ponendo l'accento
sulla completa mancanza di empatia tra lavoratori e datori di lavoro.
Mi piaceva l'idea di lasciare spazio oltre ai dialoghi, a volte
talmente pregni di insoddisfazione e frustrazione da diventare
grottescamente ironici, anche ai liberi e più insensati pensieri che
l'essere possa elucubrare quando si trova in una condizione di
disagio sociale. Questo spettacolo è un drammatico urlo soffocato in
una bocca serrata.
14 luglio ore 21.00
CIÒ CHE RIMANE.
Piccole storie della Grande Guerra
di Chiara Bertazzoni, Manuela Galizia,
Duilio Papi, Carlo Varano
con Giacomo Arcuri, Valentina
Accorroni, Cristina Caridi, Nicoletta Ceaglio, Roberto De Marchi,
Gabriele Masiero, Sara Anna Merli, Fulvio Moro, Liliana Polloni,
Lorella Sala, Sandra Tognarini, Anna Villari
regia Chiara Bertazzoni
Youmani ONLUS
La Prima Guerra Mondiale compie 100
anni. Cosa resta dopo un secolo? E come questo evento ha influenzato
la storia futura? Riflessioni, scene di vita, piccoli eroi e grandi
avvenimenti in uno spettacolo dalle molteplici voci e dalle tante
sfumature.
Note di regia
Quando siamo partiti con la scrittura
di questo testo pensavamo di realizzare alcune brevi storie (corti
teatrali) da mostrare al pubblico una accanto all’altra, per creare
un quadro dalle diverse sfumature, ma più i drammaturghi lavoravano,
più si sentiva l’esigenza di un filo conduttore, la cui
individuazione è stata quasi naturale: ciò che rimane. La Prima
Guerra mondiale sembra infatti molto lontana, ma sono passati solo
100 anni. Certo in questo secolo il mondo è completamente cambiato,
ma portiamo con noi ancora molto di quegli anni, anche se spesso non
lo sappiamo. E così sono nati una cornice, una ambientazione comune,
un personaggio che abita in una soffitta e che, in qualche modo,
custodisce i ricordi.
Le storie sono diverse, i colori hanno
molte sfumature e ogni sguardo ha una sua prospettiva laterale, ma il
sapore, l’emozione, l’atmosfera sono comuni.
Sono quelli di chi il passato lo ha
trovato in cantina, di chi ha scoperto una vecchia foto, di chi ha
studiato con passione il periodo e di chi, con umiltà, ha provato a
imbastire una piccola storia.
Perché spesso, quando si aprono i
vecchi scatoloni, quando si spolverano i mobili antichi della
soffitta, quando si ascoltano le storie degli anziani, quando si
guarda con occhi diversi qualcosa che è sempre stato lì, allora
comincia l’avventura del raccontare.
Così tanti autori, alcuni registi e un
“maestro di cerimonie” hanno creato la struttura di questo
spettacolo, in cui si muovono gli attori che danno voce e corpo ai
ricordi custoditi in soffitta.
L’idea di base è che il lavoro sia
unico, ma modulare: ogni piccola storia potrebbe essere vista da
sola, ma inserita in un quadro più grande diventa parte di un
tessuto che la sostiene e le dà vita.
15 luglio ore 21.00
UN COTTAGE TUTTO PER SÈ
di e con Natalia Magni
regia Sonia Barbadoro
produzione Magnitudo Nove
Spettacolo finalista al Premio Laura
Casadonte 2016
Una madre ossessiva, un'amica
preoccupata, un sogno da realizzare. Sono gli elementi che trainano
la vita di Orsetta, una quasi quarantenne in cerca di stabilità
attraverso incontri mancati, regali inaspettati e nuove partenze. Una
commedia leggera di piccoli inciampi e grandi passaggi, alla ricerca
del solo luogo dove sentirsi veramente a casa.
Orsetta è nell'infelice età tra i
poco prima dei quaranta e i quaranta già compiuti. Zitella, senza
figli, ha un ex che ha coronato il loro sogno... con un'altra, una
madre pronta ad aiutarla nei peggiori tra i modi possibili, una socia
e migliore amica felicemente sposata da anni e di nuovo incinta, un
lavoro che la mette in contatto quotidiano con l'amore e
l'affettività. Una tra le tante, insomma.
Ma Orsetta non cede allo sconforto,
impara dai suoi errori, si rimette in gioco, cade e si rialza, mossa
dal suo sogno che a piccoli passi, magari in forma imperfetta e
imprevista, potrebbe finire per realizzare.
16 luglio ore 21.00
I WON’T EAT
Fondazione Donna Milano Onlus –
progetto L’ultima Luna
di Elisa Denti, Sara Urban
con Elisa Denti
regia Elisa Denti, Pietro Traldi
in collaborazione con Sementerie
Artistiche
spettacolo vincitore di UP2U (La Stampa
– Teatro Stabile di Torino), 2014 ,
“Teatro…voce della
società giovanile”, 2015
“Miglior spettacolo”,
“Miglior testo” e “Premio speciale di Gaiaitalia” (NoPS
festival), 2016
“Miglior Regia” (Festival MonoDrama), 2016
I won’t eat nasce per Elisa Denti,
attrice e qui autrice, come una riflessione personale e disincantata
sull’anoressia. Nasce dall’esigenza di parlare di un problema
diffusissimo e radicato soprattutto entro l’universo femminile e
dal desiderio di affrontare un argomento tanto delicato quanto
spietato mediante un linguaggio teatrale diretto e lieve.
L’origine del lavoro si lega alla
lettura di Briciole. Storia di un’anoressia di Alessandra Arachi,
che viene citata e omaggiata come fonte nella prima versione del
lavoro, che si concretizza in un breve monologo, un corto teatrale.
Sin dal corto teatrale ad essere
evidenziata è la difficoltà insita nel rapporto con il cibo che
vive la protagonista: il cibo è vita e privarsene è un gesto che
allontana da essa.
La voce monologante è una lei che non
ha nome, né età precisa, una ragazza come tante: un po’
sovrappeso, che si sente inadeguata, che “non è abbastanza”. Una
giovane donna – forse adolescente, forse poco più matura – che
ha bisogno di trovare il proprio posto nel mondo.
La sua caduta dentro il lucido incubo
dell’anoressia mentale è scandita da piccoli eventi, talvolta
casualità, che divengono appuntamenti quotidiani e che l’attrice
percorre con ironia e concretezza: l’eccesso di attività fisica,
il rito del vomito, la fuga dalla socialità dei pasti, il mutamento
nell’abbigliamento. Gesti che divengono – assai rapidamente –
fuga e rifiuto della vita stessa.
L’anoressia arriva improvvisa e
risucchia tutto: il corpo, la mente, i rapporti umani, le emozioni. È
uno schiaffo veloce, rumoroso, secco. Il dolore e la riflessione
arrivano solo dopo, soltanto se e quando si riuscirà ancora a
mangiare e godere di nuovo della vita.
17 luglio ore 21.00
SHAKE YOUR SPEARE
liberamente tratto da La bisbetica
domata, Sogno di una notte di mezza estate e Riccardo III di William
Shakespeare
drammaturgia e regia Delia Rimoldi
con Claudio Gaj, Delia Rimoldi
percorso musicale a cura di Davide
Benecchi
produzione Compagnia Spazio DiLà
Alcuni dei capolavori del Teatro Buffo
di Shakespeare rivivono grazie a tre attori improbabili ma pieni di
vezzi, che, proprio come la compagnia di Peter Quince in Sogno di una
Notte di Mezza Estate, devono partecipare ad una competizione, per
riuscire a mettere un pezzo di pane nello stomaco. Da queste premesse
può succedere di tutto, perfino che, per mancanza di materia prima,
l’attore che interpreta Petruccio si trovi a dover essere anche
Bianca, o che Caterina “scopra” il metodo Stanislawsky. Le
musiche sono eseguite dal vivo dalla chitarra di Davide Benecchi e
dalle voci degli attori. L’intero spettacolo è un inno alla
leggerezza, alla vitalità, poetica e commovente, dello Shakespeare
commediografo.
Note di regia
La difficoltà di affrontare testi come
quelli shakespeariani è spesso l’aura di sacralità che si
percepisce nel sentire comune di registi, attori e studenti.
L’adattamento del testo che proponiamo prova a scardinare questa
distanza tra l’autore, gli attori che provano un timore
reverenziale quando devono interpretare Shakespeare e il pubblico,
forse poco abituato ad un tipo di messa in scena tipicamente
anglosassone ma che trova le sue radici nella commedia dell’arte e
che quindi ci appartiene per gusto e tradizione. La nostra scelta è
quella di rispettare la dimensione metateatrale, che è poi quella
proposta dall’autore nella sua prima versione originale. Il lavoro
sul testo così come anche quello di regia quindi sono volti a
rispettare questa direzione con incursioni in altri testi dello
stesso autore e cercando una messa in scena atemporale nella quale
anche le musiche (eseguite dal vivo) non sono state scelte per una
coerenza cronologia ma piuttosto per suggerire atmosfere o per
accompagnare il racconto.
18 luglio ore 21.00
PERCHÉ SHAKESPEARE AIUTA A VIVERE
MEGLIO
di Fabio Banfo,
con Fabio Banfo, Serena Piazza
produzione Effetto Morgana
Shakespeare non solo ci aveva capiti
tutti, ma aveva capito tutto! I suoi testi sono la più fedele e
profonda rappresentazione di tutto ciò che è l'Essere Umano. Il
Male ed il Bene, le passioni, i sentimenti, le contraddizioni e gli
eroismi dei viventi sono plasticamente evidenziati con una precisione
e perfezione che lasciano quasi sgomenti. Le sue parole ci aiutano a
capirci meglio, a conoscerci, a sapere cosa siamo e cosa potremmo
essere e cosa non dovremmo mai diventare.
Un viaggio letterario e filosofico nel
mondo di uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi,
attraverso citazioni, letture, frammenti di scene, per guardare
meglio e più a fondo dentro noi stessi e per conoscere uno degli
artisti più celebri e misteriosi di tutta la storia umana.
TEATRO LIBERO
LIBERI D’ESTATE
Date:
dal 1 al 18 luglio
Biglietti:
unico € 12
Banco di prova € 10
Per informazioni e prenotazioni:
Teatro Libero
Via Savona 10, Milano
Tel. 02 8323126|
biglietteria@teatrolibero.it
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