Post Più Recenti

.

lunedì 24 febbraio 2025

MTM TEATRO LITTA DI MILANO
"FIGLI DI ABRAMO"
UN PATRIARCA, DUE FIGLI, TRE FEDI E UN ATTORE

Dal 26 al 28 febbraio 2025
Arricchendolo di esperienze personali, Stefano Sabelli fa di FIGLI DI ABRAMO di Svein Tindberg, un racconto colto, divertente, più intimo, seducente e mediterraneo dell'originale norvegese. Con musiche dal vivo - curate da Manuel Petti - dà vita in modo brillante al Diario di Viaggio di un attore che da Gerusalemme, grazie a una guida palestinese che ama i film di Trinità, si mette "alla Ricerca dell'Abramo perduto".

Affabulazione, ironia, riferimenti all'attualità sono le chiavi per far rivivere, come in un MISTERO BUFFO, Storia, Mito e legenda del primo credente monoteista dell'Umanità. Da 4 millenni riferimento di Fede per miliardi di persone sulla Terra.

Profeta condiviso da ebrei, cristiani e musulmani, a Ur dei Caldei, in Mesopotamia, dov’era nato, Abramo rifiutò l’idolatria dei suoi tempi, per credere in un solo e unico Dio creatore. In questo fu un innovatore: uno ZADDIK, un giusto, come lo definisce la Torah; un HANIF, colui che ha fede con animo puro e candido, come è chiamato nel Corano. La ricerca della Terra Promessa, indicatagli da quella Voce creatrice per cui si era messo in ascolto, insieme alla sua ribellione ai fatui idoli, lo costrinse in realtà a un perenne peregrinaggio – dalla Mesopotamia all’Egitto; dalla Cisgiordania alla Penisola arabica; dal Mar Rosso al Mediterraneo – che lo rese, di fatto, il primo esule braccato dell'Umanità.

Con momenti di grande istrionismo e divertimento e con altri più intensi e commossi, FIGLI DI ABRAMO, indaga l’origine delle tre grandi fedi monoteiste, entrando nel merito della loro comune discendenza abramitica. Oltre a usi e costumi comuni, però, racconta anche la Storia di conflitti perenni e incomprensibili, fra popoli "gemelli". Conflitti perpetrati in nome dello stesso Abramo, dei suoi figli - Ismaele e Isacco - e poi d eifigli dei suoi figli.

Nella lettura comparata e sorprendente dei testi sacri, Torah, Vangelo, Corano, Abramo è sempre indicato come Patriarca e Profeta da tutti. Capostipite, sia delle 12 tribù d’Israele, da cui nasce e si diffonde prima il Giudaismo e poi il Cristianesimo, sia delle 12 tribù arabiche, da cui nasce e si diffonde l’Islam. Tutti i discendenti di tali tribù si considerano giustamente, FIGLI DI ABRAMO. Il Problema, semmai, è nel fatto che poi ognuno racconti la Storia di Abramo, Abraham o Ibrahim - che dir si voglia - pro domo sua... Anzi, pro fede sua! In Europa, come in Medio Oriente, o ovunque i FIGLI DI ABRAMO oggi vivano, più che raccontare i danni procurati da integralismi e conflitti di religione bisognerebbe, perciò, cercare di narrare la storia di una florida interazione culturale, intellettuale e spirituale, dove tre grandi fedi, vivendo vicine, l'una accanto all'altra, si sono in realtà reciprocamente arricchite di valori comuni e universali. Segnando, così, molto del cammino dell’Umanità.

Questi sono i temi che lo spettacolo, in realtà, affronta fin dalle prime battute. Affascinando con una affabulazione fatta di mille storie e mille miti connessi con Abramo che s’intrecciano fra loro, generando nuove storie e nuove tradizioni. Miti e Riti che ci sembra, forse, di aver dimenticato ma che sono fondamento e DNA delle nostre civiltà, delle nostre comunità, delle nostre complessità.

sinossi

Due compagni di viaggio, un attore e una guida palestinese appassionata di film western, da Gerusalemme, si mettono alla ricerca dell’Abramo perduto, profeta e patriarca condiviso da tutti i grandi monoteismi: Ebraismo, Cristianesimo, Islam.

Dalla Mesopotamia all’Egitto, dalla Cisgiordania alla Penisola arabica, la figura di Abramo ha plasmato la Storia dell’uomo occidentale come di quello mediorientale e le reciproche culture. Un viaggio di terra e d’anima che mette in luce le origini comuni di tre grandi fedi, le comuni discendenze di popoli gemelli, purtroppo, anche i comuni conflitti ereditati.

In Figli di Abramo, tradotto e rappresentato per la prima volta fuori della Scandinavia dove è assurto a vero e proprio blockbuster del teatro di narrazione, Stefano Sabelli ci conduce in un viaggio, dentro e fuori di noi, frutto anche di sue esperienze di viaggio a Gerusalemme e Palestina, traendo dal testo di Tindberg un racconto forse ancor più colto, divertente e mediterraneo dell’originale.

Quel che è certo è che, in un mondo segnato da polarizzazioni e divisioni, Figli di Abramo si pone come una narrazione epica che promuove e mette in risalto, più che le differenze, i valori comuni e la condivisione alla gioia di comunità che da sempre vivono e si sviluppano una accanto all’altra, insieme alla necessità di una reciproca e maggiore consapevolezza di ciò.

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Padre Michele Piccirillo e dell’arch. Roberto Sabelli, grandi archeologi e costruttori di pace in Palestina e nel mondo.

Stefano Sabelli

fondatore e direttore del Teatro del Loto, è artista da sempre attento allo Studio di Religioni e Civilta. Nel 2021, nel ventennale dell’11 settembre e del l’abbattimento dei Buddha di Bamiyan ha rimesso in scena LE VIE DEL BUDDHA, tratto dal suo Diario di Viaggio in Afghanistan e nella Valle di Bamiyan, dove si e recato, a dicembre 2001, subito dopo l’11 settembre, con la guerra ai talebani ancora in corso, a seguito della prima missione culturale del MIBAC in quel paese, diretta da Vittorio Sgarbi. Il monologo, incentrato su temi storicoarcheologici e politico-religiosi, oltre a stigmatizzare la distruzione dei Buddha di Bamiyan e la furia iconoclasta dei talebani, affrontava il dramma e il genocidio perpetrato dagli studenti coranici sul Popolo Hazara, custode nei secoli dei Grandi Buddha della Montagna. Interpretando ora FIGLI DI ABRAMO, continua a perseguire un suo percorso ideale di Teatro di narrazione che, con LE VIE DEL BUDDHA, compone un Dittico Le Vie dei Profeti dedicato a grandi Culture dell’Umanità, soprattutto mediorientali. Certamente interiorizza e propone l’opera di Svein Tindberg come un “suo” diario di viaggio, arricchendo per altro il testo di racconti e riflessioni tratti dalla sua esperienza diretta a Gerusalemme e in Palestina. Il risultato, rispetto all’originale norvegese, già denso di suggestioni e riflessioni storico-religiose, è una narrazione che rende probabilmente questa prima edizione italiana di ABRAHMAS BARN ancor piu ricca di coloriture semantiche e idiomatiche, spassose e accattivanti per il pubblico italiano.

Gianluca Iumiento

ha diretto per oltre un decennio la KHIO, l’Accademia delle Arti Sceniche di Oslo, (equivalente dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica). Dal 2021 condivide con Stefano la direzione artistica del Teatro del Loto. Ha tradotto e messo in scena in italiano lavori di importanti drammaturghi scandinavi contemporanei come Fosse a Jasper Halle, fra cui L’ASINO, in prima mondiale ad Asti Teatro 21, interpretato proprio da Stefano Sabelli. Svein Tindberg stesso, lasciando liberta di adattamento, ha voluto affidare a Gianluca la prima traduzione italiana e la prima messa in scena del suo testo, fuori della Scandinavia.

Svein Tindberg

attore-drammaturgo norvegese, è da anni nella compagnia stabile del teatro nazionale di Oslo, ill Det Norske Teatret. I suoi spettacoli di teatro di narrazione, Il Vangelo secondo Marco, Gli Atti degli Apostoli e Abrahams Barn hanno trionfato sui palcoscenici di tutta la Norvegia, con ripetuti Sold-Out e Abrahams Barn èstato il suo debutto da drammaturgo. Ha inoltre scritto In una notte del genere, pubblicato la raccolta Storie bibliche per bambini (2017) e raccolto fiabe classiche nella raccolta Asbjørnsen & Moe: le migliori fiabe (2019). I prigionieri di Adnafjell (2020) è il suo debutto come autore di romanzi per bambini. Il suo nuovo testo per il teatro, La particella di Dio, sulla scoperta del Bosone di Higgs, affronta il rapporto tra Religione e Scienza.

FIGLI DI ABRAMO si avvale di altre importanti firme della famiglia artistica del LOTO,

come:

Kezia Terracciano,

artista visiva molto creativa che ha ideato e realizzato le bellissime immagini e i filmati proiettati nello spettacolo e che nel 2021 ha curato anche le scene de L’ASINO;

Manuel Petti,

fra i più ecclettici musicisti molisani, vero virtuoso della fisarmonica. Maestro concertatore dell'Orchestra Casadei, è autore stimato in ogni ambito musicale, dal jazz, all'ettno, alla calassica, Con Marco Molino ha formato uno splendido duo di fisarmonica e vibrafono. il suo ultimo album Courage è un esempio di come la musica del mondo possa essere rielaborata con originalità soddisfando qualunque pubblico.

Teatro Litta

da mercoledì a venerdì ore 20.30

intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO

durata: 100 minuti

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

Abbonamenti: MTM Respiro, MTM Respiro Over 65, MTM Respiro Under 30 x2 spettacoli, MTM Respiro Under 30 x4 spettacoli, MTM Il piacere di sorridere.

Biglietti sono acquistabili sul sito www.biglietti.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita Vivaticket.

I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Nessun commento:

Posta un commento