Post Più Recenti

.

martedì 29 giugno 2021

TORNA A UDINE E A TRIESTE IL
FESTIL_FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALE
SESTA EDIZIONE

Torna a Trieste e a Udine dal 25 giugno al 6 agosto, giungendo alla sesta edizione, l’unico festival di prosa del Friuli Venezia Giulia riconosciuto e sostenuto dal MiC, FESTIL_Festival estivo del Litorale, diretto da Alessandro Gilleri, Tommaso Tuzzoli, e Katja Pegan che cura anche la parte slovena con Neva Zajc, ovvero il Primorski Poletni Festival/Festival estivo del Litorale (SLO) di cui FESTIL_Festival estivo del Litorale rappresenta la sezione italiana. FESTIL_Festival estivo del Litorale è organizzato da Tinaos, con il contributo del MiC, della Regione Friuli Venezia Giulia e, per gli appuntamenti nella città di Udine, con il contributo della Fondazione Friuli, con il sostegno del Comune di Udine – Udinestate21 e con la collaborazione del CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG. La collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms / Fioriture per la realizzazione degli spettacoli che saranno presentati a Udine è testimonianza della qualità e della riconoscibilità della manifestazione, cresciuta nel corso delle precedenti edizioni. Si aprono le collaborazioni a Trieste con il Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e con il Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare che ospiteranno, entrambi, due date ciascuno di due spettacoli in cartellone.

Il progetto FESTIL_Festival estivo del Litorale essendo collegato al Primorski Poletni Festival/Festival estivo del Litorale (SLO), da un lato consolida il proprio legame transfrontaliero ed internazionale e dall’altro promuove la sua attività in tutta la Slovenia (avendo il Festival un grande seguito anche mediatico), in Croazia grazie alle sue partnership, nella Provincia di Trieste e Udine e in Friuli Venezia Giulia. Tale collaborazione permette al nostro progetto una promozione di natura transfrontaliera.

Aumentano infatti non solo i partner nazionali, ma anche quelli internazionali di FESTIL_Festival estivo del Litorale: Drustvo Primorskij Poletni Festival (SLO), Gledalisce Koper (SLO), Hrvatsko Narodno Kazaliste Ivan pl Zajc/Teatro nazionale croato di Fiume (HR), il Rossetti Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, Museo Storico e Parco del Castello di Miramare, Golden Show srl - Impresa sociale, Dipartimento degli studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università degli studi di Udine, Associazione Friedric Schiller, Associazione Babel, Umjetnicka organizacija Gluma Lutkarstvo Glazba (HR), Associazione Need Teatro, Associazione Buona Causa a.p.s., Athena Città della psicologia. E si rinnova, anche, la mediapartnership con Radio Onde Furlane.

La programmazione di FESTIL_Festival estivo del Litorale, estesa su sei settimane, si snoda tra Trieste e Udine con 25 eventi, 14 spettacoli, di cui 6 prime nazionali o assolute. Numerose le location coinvolte per questa edizione.

FESTIL si fa spazio così tra i luoghi cittadini più centrali e caratteristici di Trieste e Udine: nella prima città, oltre alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti e alla Sala del Trono del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare, saranno palcoscenici teatrali la nuova Sala Beethoven e il Teatro dei Fabbri; la seconda, invece, vedrà l’utilizzo del Teatro San Giorgio, l’Area verde Ronald George McBride, il Parco Moretti, e altri spazi all’aperto in via di definizione.

La sesta edizione pensa intensamente ai giovani, sia per quanto riguarda gli artisti programmati, sia per il target di pubblico. Ed infatti l’apertura del festival, il 25 giugno, è nel segno del teatro per le famiglie, inteso come un teatro capace di riunire adulti e ragazzi, oltre che geografie differenti, essendo lo spettacolo una produzione internazionale del Dramma Italiano del TNC IVAN DE ZAJC di Fiume, Teatro Nazionale croato. “Adriatico”, di Siniša Novković, sarà in scena in prima nazionale nella Sala Beethoven (Trieste). Interpreti Serena Ferraiuolo, Giuseppe Nicodemo, Andrea Tich e con la voce di Aleksandar Cvjetković: uno spettacolo in prima nazionale che accende una riflessione ambientalista sul mare che ci unisce e che ci divide, e lo fa tra proiezioni mozzafiato e buffi personaggi, immergendo il pubblico in uno spettacolo carico di adrenalina e divertimento. Altra prima assoluta, “CristÒtem”, nato dall’unione di tre enti produttivi italiani, Golden Show di Trieste, Tinaos, L’Effimero Meraviglioso, uno spettacolo scritto e diretto dalla talentuosa drammaturga e regista Under 30 Elvira Scorza, finalista con un suo lavoro al bando di regia della Biennale Teatro nel 2020. Interpreti Noemi Grasso e Alessandro Pizzuto. “CristÒtem” debutta il 29 giugno nella Sala Beethoven a Trieste e replicherà il 30 giugno nel Teatro San Giorgo a Udine: il racconto del mito di Ifigenia, tradito per restituirle un destino diverso, un’altra rilettura, che recupera dal tragico gli antieroi cercando in questi la forza reazionaria che ha il tentativo goffo e disperato di salvarsi per essere pienamente se stessi. Il 20 luglio, a Udine, in un luogo all’aperto in via di definizione, va in scena un’altra giovane benché affermata compagnia, il Collettivo LunAzione, e lo fa con “Il Colloquio”, progetto e regia di Eduardo Di Pietro, aiutato nella regia da Cecilia Lupoli, con Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino. Il Colloquio, spettacolo che ha vinto il Premio Scenario Periferie 2019 e finalista al Premio In-Box 2021, prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.

Il teatro ragazzi, quello ideale per un pubblico dai 10 anni in su, è di scena in un luogo in via di definizione a Udine il 29 luglio, “Il Minotauro” di e con Roberto Anglisani, scritto da Gaetano Colella e diretto da Maria Maglietta, per le musiche e le immagini di Mirto Baliani, una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, in cui centrale è il tema della diversità e delle paure da essa generate, che, una volta imparato ad ascoltarle, però, diventano amiche. Altra proposta per le famiglie, il 24 luglio nel Teatro San Giorgio a Udine con “Mala Sirena/La Sirenetta”, scritto, diretto e interpretato da Katarina Arbanas e Giulio Settimo, una storia di amore e amicizia che va oltre i confini dei mondi, dentro la fantasia acquatica sui segreti delle profondità marine in cui si scoprono le creature miracolose che vivono negli abissi. Questo, come altri spettacoli in programma a FESTIL_Festival estivo del Litorale, intende valorizzare l’aspetto interculturale di un territorio di confine come quello mitteleuropeo, ospitando spettacoli che vedono la collaborazione tra artisti e produzioni di nazionalità differenti.

Dalle profondità marine, all’impalpabilità fantasiosa delle nuvole: il 2 luglio, “Cloudscapes / La forma delle nuvole”, una produzione che il CSS ha realizzato per Udine (Area verde Ronald George McBride - viale San Daniele, antistante il Teatro Palamostre) e che rappresenta la prima versione italiana della performance immersiva di parole e nuvole creata della compagnia inglese Gobbledegook Theatre, fra le più brillanti e originali del panorama dell’innovazione britannica, sempre molto sensibile ai problemi della Terra; la performance immerge il pubblico in un’installazione “di nuvole e parole”, come in un anfiteatro di sedute all’aperto, da cui si guarda il cielo e la mutabilità delle nuvole, mentre una voce in cuffia, quella di chi sarà a pochi metri da noi, è lì per raccontarci la sua storia, un viaggio iniziatico, forse quello di una vita intera, sulla mitica Route 66 in compagnia del padre.

E poi ci sono alcuni importanti omaggi. A duecento anni dalla nascita di Fedor Dostoevskij, Lorenzo Lavia adatta e dirige in prima assoluta nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti a Trieste il 6 e il 7 luglio “Le notti bianche”, di cui è interprete, insieme a Marial Bajma Riva. Protagonisti un uomo ed una giovane donna che si incontrano durante una lunga notte insonne, la prima di una lunga serie, in cui – complice il buio – si raccontano e si confidano fino ad innamorarsi. L’amore però, per quanto elemento centrale dell’intera vicenda, non esaurisce in sé la carica emotiva che il racconto riesce a trasmettere: quello che arriva come una deflagrazione è il rapporto tra di loro e la grande solitudine che vivono e che riesce per un attimo a lasciare spazio alla comunicazione.

Ideato dal Comune di Casarsa della Delizia (PN) a vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, un omaggio agli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River e al poeta De André, che nel disco Non al denaro non all’amore né al cielo mise in musica le loro storie fatte di vizi e virtù, in “Vennero in tanti e si chiamavano gente – Viaggio di poesia e musica tra Spoon River e i suoi affluenti”, in scena a Udine, nel Parco Moretti (zona chiosco), l’8 luglio, una produzione CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG. La drammaturgia è di Hugo Samek e gli interpreti Klaus Martini e Nicoletta Oscuro, mentre la voce e le chitarre sono di Matteo Sgobino e, al contrabbasso e al mandolino, c’è Alessandro Turchet. Non poteva mancare, nell’anno del sette centenario dalla morte di Dante Alighieri, l’omaggio al Sommo Poeta, e FESTIL_Festival del Litorale lo fa attraverso due spettacoli. Il primo, una coproduzione Tinaos e Golden Show di Trieste, va in scena il 3 e il 4 luglio nella suggestiva cornice del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare – Sala del Trono a Trieste, con il patrocinio del Comitato nazionale Dante 700, “Paradiso dell’inferno”, testo e lettura scenica di Jacopo Squizzato, altro giovane talento della scena italiana, finalista al prestigioso bando registi under 30 della Biennale di Venezia nel 2017; Squizzato, per le musiche di Riccardo Moccia e l’interpretazione di Stefania Ventura, Luca Negroni, Malvina Ruggiano, Emma Nicole Morganti, racconta di una famiglia che incontra l'opera dantesca in un contesto disumano. I versi di Dante sono calati nel cuore nero del Novecento, per diventare il terreno su cui germogliano nuove speranze di bellezza: Alice, madre di Lenka, dopo aver affrontato la deportazione della madre ad Auschwitz si prefigge come compito quelli di imparare l'intera Divina Commedia a memoria. Un canto di ribellione il suo, atto a costruire un muro d'amore attorno all'infanzia della figlia.

Sullo sfondo delle nostre terre di confine, che alcune leggende vogliono che lo stesso Dante attraversò da ramingo, l’altro omaggio al Sommo Poeta è quello di Angelo Floramo, anche interprete, in dialogo con Gianni Cianchi, per le letture a cura di Massimo Somaglino e il disegno luci di Mau “Willy” Tell, dal titolo “Dantis Exilium – una storia di confini, profuganze, inferni”, una produzione targata Tinaos che debutta il 4 agosto in luogo da definire a Udine e replica poi il 6 agosto nel Teatro dei Fabbri di Trieste. Uno spettacolo fa terminare la sesta edizione del festival con uno squarcio poetico sul presente, in cui il Poeta si fa interprete del mondo in cui noi oggi camminiamo e di cui siamo chiamati, nostro malgrado, a essere testimoni.

Temi civili e sociali attraversano tutto il programma. «La proposta artistica – afferma la direzione artistica – risponde alla ricerca di un ragionamento intorno all’importanza dei diritti: anche per questo abbiamo voluto sostenere ancora di più i giovani artisti, perché a causa della pandemia hanno probabilmente subìto e rischiano di continuare a subire la penalizzazione maggiore». Proprio la condizione di isolamento causata dalla pandemia è narrata in un'altra produzione internazionale, del Dramma Italiano del TNC IVAN DE ZAJC di Fiume,“Il bonsai ha i rami corti”, ideato e scritto da Giuseppe Nicodemo, anche regista, e Serena Ferraiuolo, anche interprete, in scena in prima assoluta nel Teatro dei Fabbri a Trieste il 14 luglio: «Stefania Laganini nasce in quarantena, nel salotto di casa, tra angosce e risate. Serena ed io ci siamo detti: “Non è una vacanza, siamo costretti a casa per una pandemia! Che fare!?”. Così abbiamo unito idee, desideri, passioni, film e personaggi che ci piacciono ed è nata Stefania con il suo mondo, “laganini”, cioè tranquillamente, pian piano, senza stress: un regalo per il teatro, per noi stessi e per il nostro pubblico», scrive il regista. Un’altra parabola drammatica della Storia, che pone al pubblico, attraverso il linguaggio immediato della frontalità, domande potenti è “In quelle tenebre – La verità è un intreccio di voci” di Gitta Sereny, che Rosario Tedesco porta in scena in prima assoluta insieme a Nicola Bortolotti, il 9 nel Parco Moretti (zona chiosco) a Udine: «Poiché una comunità che interroga il passato lo rende vivo», Tedesco narra una storia vera, quella di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, che prestò servizio in Italia a Udine e Trieste, presso la Risiera di San Sabba per poi essere arrestato nel 1967 e rinchiuso a Düsseldorf, in Germania, dove, nella sua cella, nel 1971, viene intervistato dalla giornalista Gitta Sereny, per 70 ore sul terribile trascorso della Storia. Ancora, la nostra Storia, quella che resta dopo un passato rimosso e negato, quella colonialista che dura 60 anni e che inizia già nell’Ottocento, la fa da protagonista in “Acqua di colonia” di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Lo spettacolo di Frosini/Timpano, che va in scena nel Teatro San Giorgio a Udine il 15 luglio, vede la consulenza di Igiaba Scego e racconta pregiudizi e stereotipi degli italiani nei confronti del grande continente africano, con un linguaggio finemente ironico e tagliente, come solo il duo Frosini/Timpano sa fare. Il 22 luglio al Teatro Fabbri (Trieste) va in scena “GiOTTO – Studio per una tragedia” di e con Giuseppe Provinzano, che narra gli episodi di una città diventata, tristemente, anche uno dei più recenti palcoscenici di tragedie, e lo fa a 20 anni dal G8, dall'assassinio di Carlo Giuliani e dalle atrocità della Diaz, per riportare in scena lo spettacolo sui fatti di Genova che si sono consumati nel 2001: eventi di una tragicità epocale.

“Indagare il tempo: teatro e sociale in dialogo con il presente” è il titolo del ciclo di incontri tra artisti e pubblico, che accompagna la visione degli spettacoli, e coordinato da esperti del settore teatrale, di altre discipline sociali e di counseling che si terrà a Trieste e a Udine in collaborazione con la Cooperativa Impresa Sociale – Athena città della psicologia, con l’obiettivo di realizzare un percorso formativo e di visione volto alla creazione di nuovi pubblici.

Per maggiori informazioni, aggiornamenti e biglietteria, visita il sito www.festivalestivodelitorale.com

Per gli appuntamenti a Udine visita anche il sito
www.cssudine.it

Per gli appuntamenti a Trieste
Prevendita TicketPoint Corso Italia Corso Italia, 6/c - Trieste
vendita online biglietteria.ticketpoint-trieste.it

Programma spettacoli

mercoledì 30 giugno, ore 21.00 | Udine, Teatro San Giorgio
CristÒtem
testo e regia Elvira Scorza
con Noemi Grasso, Alessandro Pizzuto
progetto sonoro Filippo Conti
progetto scenografico Rosita Vallefuoco
progetto luci Umberto Camponeschi
produzione Golden Show srl – Impresa Sociale, Tinaos, L’Effimero Meraviglioso
Con il sostegno del Comune di Udine
Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Argo. Sul monte più alto della città, dopo anni di razzie e disinteresse, la reggia degli Atridi è diventata un cumulo di macerie ormai insignificanti. Il l regno è decaduto e la famiglia reale è stata destituita dal popolo; chi doveva morire è morto, consumandosi nell’attesa di Oreste e della giustizia di cui doveva farsi tramite. Unica depositaria della storia della famiglia è Crisotemi, la quale prima di morire deve assolvere l’ultimo compito rimastole: annunciare al fratello che tutto si è compiuto, anche senza di lui. Una mattina, Crisotemi vede arrivare un visitatore in cui riconosce suo fratello Oreste. Lo accoglie, senza sapere che in realtà l’uomo non è suo fratello ma Astianatte, unico sopravvissuto della famiglia reale troiana. È arrivato ad Argo con una verità da mettere alla prova: Crisotemi in realtà è il nome con cui nasconde al mondo la sua codardia Ifigenia, primogenita destinata al sacrificio da cui dipendeva il destino della guerra contro Troia. La storia fu raccontata ad Astianatte dal vecchio Ulisse, il quale lasciò in vita il piccolo destinato alla morte perché commosso dalla sua paura, così familiare nel suo ricordo a quella che salvò la vita a Ifigenia, condannandola però a un futuro nascosto dal peso della vergogna. Svelati nella loro identità, i due si troveranno accomunati da un destino del tutto antieroico: devono la vita alla codardia, loro o di chi aveva in mano il loro destino. E troveranno in questa paura terreno fertile perché nascano nuovi valori per cui resistere.

Crisotemi non fa parte dell’amalgama di vite accecate dal male - come il patronimico vuole - e il suo ruolo nelle gesta della famiglia è sempre confinato all’esecuzione dei riti domestici, alla pretesa utopistica di salvare l’armonia familiare, alla ricerca di una semplicità quotidiana. Sembra così inutile da essere persino eliminata, a volte, dalla saga.

Ecco la preziosità del mito: la contraddizione, che non sfugge a chi dal mito trae poesia. Euripide ci racconta della sparizione del corpo di Ifigenia sulla pira, per poi ritrovarla in Tauride, viva. Tutti la credevano morta e invece aspetta il ritorno di Oreste, senza saperlo. In questa piega del mito nasce l’idea di CRISTÒTEM: se in Ifigenia la paura avesse vinto sul senso del dovere, che piega avrebbe preso il mito? Chi sarebbe allora questa Crisotemi di cui nessuno realmente racconta le origini, quale sarebbe il suo ruolo? Quanto e come avrebbe avuto inizio la guerra di Troia, quali conseguenze su chi la combatté e soprattutto, il piccolo Astianatte, avrebbe trovato in Ulisse un cuore sensibile al pianto della paura, tanto da salvarsi la vita?

venerdì 2 luglio (in replica il 30 luglio), ore 18.00 e ore 19.30 | Udine, Area verde Ronald George McBride, viale San Daniele (antistante Teatro Palamostre)

Cloudscapes / La forma delle nuvole

performance immersiva di parole e nuvole
ideazione e regia Lorna Rees
performer Roberta Colacino
produzione CSS/Gobbledegook Theatre (Italia – UK)

spettacolo selezionato a Caravan International Showcase - Brighton Festival / British Council

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Cloudscapes è un’installazione “di parole e nuvole” immersa in un anfiteatro di sedute all’aperto, dove gli spettatori, distesi sulle proprie coperte, guardano il cielo e la mutabilità delle nuvole, per scoprire quanto esse assomiglino alla mutabilità dell’animo umano.

In cuffia, la voce di chi a pochi metri da noi, sarà lì per raccontarci la sua storia. La storia di un viaggio iniziatico, forse il viaggio di una vita, sulla mitica Route 66, in compagnia del padre.
Cloudscapes è un’opera molto personale, intima con un focus sul ruolo delle nuvole nei cambiamenti climatici.

Al termine, nelle vicinanze, si potrà visitare il Museo delle nuvole e fermarsi a parlare della nostra “vita fra le nuvole”, con l’attrice e gli altri spettatori.

Il CSS ha creato per Udine la prima versione italiana di questa creazione della compagnia inglese Gobbledegook Theatre, fra le più brillanti e personali del panorama dell’innovazione britannica, sempre molto sensibile ai problemi della Terra.

Pubblico: 30 spettatori
Dispositivi:
cuffie igienizzate
il pubblico si distende su sedute gonfiabili.
si chiede di portare con sé un proprio asciugamano o una coperta su cui distendersi.
Se è brutto tempo: portarsi un ombrello e/o abbigliamento da pioggia

sabato 3 luglio (in replica il 4 luglio), ore 18.15 e 20.15 | Trieste, Museo Storico e Parco del Castello di Miramare – Sala del Trono

Paradiso dell’inferno

con Stefania Ventura, Luca Negroni, Malvina Ruggiano, Emma Nicole Morganti
musiche Riccardo Moccia
testo e lettura scenica a cura di Jacopo Squizzato

produzione Golden Show srl – Impresa Sociale | Tinaos
con il patrocinio del Comitato nazionale Dante 700

Una lettura in forma scenica che testimonia la necessità della più immateriale delle arti: la poesia. Nel ghetto di Theresienstad venne allestito un vero e proprio teatro in cui artisti e intellettuali ebrei da tutta Europa si esibirono durante il corso della loro prigionia. Da lì partivano i treni diretti ai campi di sterminio. La famiglia Summer incontra l'opera dantesca in un contesto disumano. Il paradiso di Dante viene calato nel cuore nero del novecento. Alice, madre di Lenka dopo aver affrontato la deportazione della madre ad Auschwitz si prefigge come compito quelli di imparare l'intera Divina Commedia a memoria. Un canto di ribellione il suo, atto a costruire un muro d'amore attorno all'infanzia della figlia. I versi del sommo poeta si dimostrano il terreno su cui germogliano nuove speranze di bellezza.

domenica 4 luglio, ore 18.15 e 20.15 | Trieste, Museo Storico e Parco del Castello di Miramare – Sala del Trono

Paradiso dell’inferno

con Stefania Ventura, Luca Negroni, Malvina Ruggiano, Emma Nicole Morganti
musiche Riccardo Moccia
testo e lettura scenica a cura di Jacopo Squizzato

produzione Golden Show srl – Impresa Sociale | Tinaos
con il patrocinio del Comitato nazionale Dante 700

Una lettura in forma scenica che testimonia la necessità della più immateriale delle arti: la poesia. Nel ghetto di Theresienstad venne allestito un vero e proprio teatro in cui artisti e intellettuali ebrei da tutta Europa si esibirono durante il corso della loro prigionia. Da lì partivano i treni diretti ai campi di sterminio. La famiglia Summer incontra l'opera dantesca in un contesto disumano. Il paradiso di Dante viene calato nel cuore nero del novecento. Alice, madre di Lenka dopo aver affrontato la deportazione della madre ad Auschwitz si prefigge come compito quelli di impararsi l'intera Divina Commedia a memoria. Un canto di ribellione il suo, atto a costruire un muro d'amore attorno all'infanzia della figlia. I versi del sommo poeta si dimostrano il terreno su cui germogliano nuove speranze di bellezza.

martedì 6 luglio (in replica il 7 luglio), ore 21.00 | Trieste, Politeama Rossetti - Sala Bartoli
Le notti bianche
di Fedor Dostoevskij
adattamento e regia Lorenzo Lavia
scene Eleonora Scarponi
costumi Alessandro Lai
con Lorenzo Lavia e Marial Bajma Riva
produzione Golden Show srl – Impresa Sociale
in collaborazione con Istituto di Cultura e Lingua russa – Roma
prima assoluta

Nel 200° anniversario dalla nascita dell’autore, Fëdor Dostoevskij, e universalmente considerato un capolavoro della narrativa mondiale di fine Ottocento, “Le notti bianche” vede protagonisti un uomo ed una giovane donna che si incontrano durante una lunga notte insonne, la prima di una lunga serie, in cui – complice il buio – si raccontano e si confidano fino ad innamorarsi. L’amore però, per quanto elemento centrale dell’intera vicenda, non esaurisce in sé la carica emotiva che il racconto riesce a trasmettere: quello che arriva come una deflagrazione è il rapporto tra di loro e la grande solitudine che vivono e che riesce per un attimo a lasciare spazio alla comunicazione.

Trasporre in dialogo un racconto è un’operazione complessa e ambiziosa: è necessario modulare abilmente un capolavoro per portarlo ad essere universalmente riconosciuto come esperimento visivo e non soltanto intellettuale. Il tipo di approccio utilizzato ha fatto leva in prima istanza sul rispetto quasi maniacale della parola originale, modulata e portata a servizio dei quella parlata. I due personaggi che si muovono in un non-tempo e in un non-spazio sono legati da un filo indissolubile che è rappresentato dalla loro solitudine e dall’angoscia che abita le loro notti, per l’appunto, trascorse in bianco. Nelle loro lunghe chiacchierate hanno la possibilità di accedere a quel luogo segreto dell’anima che solitamente non condividono con altri all’infuori di loro.

mercoledì 7 luglio | ore 21.00 | Trieste, Politeama Rossetti - Sala Bartoli
Le notti bianche
di Fedor Dostoevskij
adattamento e regia Lorenzo Lavia
scene Eleonora Scarponi
costumi Alessandro Lai
con Lorenzo Lavia e Marial Bajma Riva
produzione Golden Show srl – Impresa Sociale
in collaborazione con Istituto di Cultura e Lingua russa – Roma

Nel 200° anniversario dalla nascita dell’autore, Fëdor Dostoevskij, e universalmente considerato un capolavoro della narrativa mondiale di fine Ottocento, “Le notti bianche” vede protagonisti un uomo ed una giovane donna che si incontrano durante una lunga notte insonne, la prima di una lunga serie, in cui – complice il buio – si raccontano e si confidano fino ad innamorarsi. L’amore però, per quanto elemento centrale dell’intera vicenda, non esaurisce in sé la carica emotiva che il racconto riesce a trasmettere: quello che arriva come una deflagrazione è il rapporto tra di loro e la grande solitudine che vivono e che riesce per un attimo a lasciare spazio alla comunicazione.

Trasporre in dialogo un racconto è un’operazione complessa e ambiziosa: è necessario modulare abilmente un capolavoro per portarlo ad essere universalmente riconosciuto come esperimento visivo e non soltanto intellettuale. Il tipo di approccio utilizzato ha fatto leva in prima istanza sul rispetto quasi maniacale della parola originale, modulata e portata a servizio dei quella parlata. I due personaggi che si muovono in un non-tempo e in un non-spazio sono legati da un filo indissolubile che è rappresentato dalla loro solitudine e dall’angoscia che abita le loro notti, per l’appunto, trascorse in bianco. Nelle loro lunghe chiacchierate hanno la possibilità di accedere a quel luogo segreto dell’anima che solitamente non condividono con altri all’infuori di loro.

giovedì 8 luglio, ore 21.00 | Udine, Parco Moretti (zona chiosco)

Vennero in tanti e si chiamavano gente – Viaggio di poesia e musica tra Spoon River e i suoi affluenti

drammaturgia Hugo Samek

con Klaus Martini e Nicoletta Oscuro
voce e chitarre Matteo Sgobino
contrabbasso e mandolino Alessandro Turchet
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Martini-Oscuro-Sgobino-Turchet

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Un fiume di poesia, parole, canzoni, ridere rauco, ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.
Navigando nel labirinto umano di Edgar Lee Masters, in quell’epopea all’incontrario che è l’Antologia di Spoon River e tuffandoci tra le note di De André, reinventiamo uno spazio mitico, anti-eroico, limpido e sinceramente umano.

Gli abitanti di una piccola città di fantasmi raccontano la propria storia con la semplicità disarmante di chi dorme sotto l’erba e sembra ormai giacere quieto.

Li ascoltiamo e ci pare di sentirci meno soli, osserviamo questa umanità imperfetta, fragile, e sorridiamo indulgenti nel vedere che ci somiglia.

Un omaggio agli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River e al poeta De André, che nel disco Non al denaro non all’amore né al cielo mise in musica le loro storie fatte di vizi e virtù. Ideato dal Comune di Casarsa della Delizia (PN) a vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André.

venerdì 9 luglio, ore 21.00 | Udine, Parco Moretti (zona chiosco)

In quelle tenebre – La verità è un intreccio di voci
di Gitta Sereny
uno spettacolo di Rosario Tedesco
con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco
prima assoluta

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Franz Stangl è stato comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia. Ha prestato servizio in Italia a Udine e Trieste, presso la Risiera di San Sabba. Viene arrestato nel 1967 e rinchiuso a Düsseldorf, in Germania.

Nella sua cella, nel 1971, la giornalista Gitta Sereny, lo intervista per 70 ore; ponendo le domande che ci assillano su come e perché tutto ciò è stato possibile.

«Oggi, il delicato ruolo di Gitta Sereny, credo debba esser affidato alla comunità, ovvero al pubblico. Si procederà così, di domanda in domanda, di risposta in risposta. Poiché una comunità che interroga il passato lo rende vivo». Rosario Tedesco

mercoledì 14 luglio, ore 21.00 | Trieste, Teatro dei Fabbri
Il bonsai ha i rami corti
idea e testo Giuseppe Nicodemo / Serena Ferraiuolo
regia Giuseppe Nicodemo
con Serena Ferraiuolo
produzione Il Dramma Italiano del TNC IVAN DE ZAJC di Fiume
prima assoluta

Stefania Laganini nasce in quarantena, nel salotto di casa, tra angosce e risate.
Serena ed io ci siamo detti: “Non è una vacanza, siamo costretti a casa per una pandemia! Che fare!?”.
Così abbiamo unito idee, desideri, passioni, film e personaggi che ci piacciono ed è nata Stefania con il suo mondo, “laganini”, cioè tranquillamente, pian piano, senza stress: un regalo per il teatro, per noi stessi e per il nostro pubblico.

Stefania è una donna divertente e piena di vitalità: sta a casa, cura il suo bonsai, registra tutorial, fa a maglia, adora il fitness, i bei vecchi film ed i vodka martini.
In questo mattino uguale a tanti altri, la sua amica Rosalba le dà tanti consigli utili; anche Alexia - un’intelligenza artificiale - le fa compagnia. Ma qualcosa, forse una canzone speciale, rompe l’equilibrio che aveva trovato e racconta senza freni al bonsai e a noi la sua vera storia. Con un sorriso a volte sguaiato e a volte amaro, Stefania ci mostra cosa si cela dietro a tutorial apparentemente inutili o dietro a troppi vodka martini, mentre guarda Marlon Brando ne Un tram che si chiama desiderio, Sophia Loren ne La baia di Napoli, Liza Minnelli in Cabaret o Liv Ullman in Scene da un matrimonio o ascolta Le colline sono in fiore di Wilma Goich. Stefania Laganini, con le sue fragilità, il suo coraggio e le sue manie, ci ha aiutato a sopravvivere in questo periodo, costretti lontano dalle nostre famiglie e dal nostro pubblico. Ci ha tenuto vivi come artisti e come esserei umani. Ci ha fatto capire che, ogni tanto, ci sentiamo tutti come Stefania: una Penelope contemporanea che, con ironia e disicanto, continua a fare e disfare la sua maglia e la sua vita.

giovedì 15 luglio, ore 21.00 | Udine, Teatro San Giorgio
Acqua di colonia
testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
consulenza Igiaba Scego
voce del bambino Unicef Sandro Lombardi
aiuto regia e drammaturgia Francesca Blancato
scene e costumi Alessandra Muschella e Daniela De Blasio
disegno luci Omar Scala
progetto grafico Valentina Pastorino
uno spettacolo di Frosini/Timpano
produzione Gli Scarti, Kataklisma teatro
con il contributo produttivo di Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Il colonialismo italiano. Una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, inizia già nell'Ottocento, ma che nell'immaginario comune si riduce ai 5 anni dell'Impero Fascista. Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa. È acqua passata, acqua di colonia, cosa c'entra col presente? Eppure ci è rimasta addosso come carta moschicida, in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall'Italia, l'Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell'Ottocento; Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque “noi” con “loro” non c'entriamo niente; gli africani stessi sono tutti uguali.

E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull'autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente. Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso come un macigno.

martedì 20 luglio, ore 21.00 | Udine, in luogo all’aperto in via di definizione
Il Colloquio
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino
aiuto regia Cecilia Lupoli
costumi Federica Del Gaudio
organizzazione Martina Di Leva
residenza per artisti nei territori - Teatro Due Mondi, Faenza
uno spettacolo di Collettivo lunAzione
con il patrocinio dell’Associazione Antigone

Premio Scenario Periferie 2019

Finalista premio In-box 2021

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.

In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina – come la morte, – che deturpa l’animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta.

Nel corso delle ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all’abisso, disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l’altrove: un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata, necessaria, negata. La mancanza, in entrambe le direzioni, ci è sembrata intollerabile.

giovedì 22 luglio, ore 21.00 | Trieste, Teatro dei Fabbri

GiOTTO - Studio per una tragedia
progetto "Un bivio lungo 20 anni"
di e con Giuseppe Provinzano
produzione Babel

A 20 anni dal G8, a 20 anni dall'assassinio di Carlo Giuliani e dalle atrocità della Diaz, Giuseppe Provinzano riporta in scena lo spettacolo sui fatti di Genova, che nei prossimi mesi toccherà tutta Italia.

Nel luglio del 2001 a Genova si sono consumati degli eventi di una tragicità epocale, tali da riuscire ad annoverare Genova alla stessa stregua di grandi città palcoscenico di tragedie. Una Genova che, come Tebe e Troia, possa diventare il luogo di una storia che resti nella memoria, luogo del mito e della sua tragedia.

Questa città e la storia\cronaca di quei giorni vivono così questo parossismo tra urgenza di racconto e irrappresentabilità del tutto.

Ma questa storia va raccontata. Ne ha tutto il diritto.

sabato 24 luglio, ore 18.00 | Udine, Teatro San Giorgio

Mala Sirena/La Sirenetta
con Katarina Arbanas e Giulio Settimo
musiche Petar Eldan
scenografia e luci Giulio Settimo
voce della Sirenetta Hana Hegedušić

drammaturgia e regia Katarina Arbanas e Giulio Settimo

produzione GLugL

età consigliata 10+

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Lo spettacolo “La Sirenetta” è una fantasia acquatica sui segreti delle profondità marine in cui scopriamo le creature miracolose che vivono negli abissi. In questa moltitudine di specie e di forme, ve ne sono alcune che sono simili agli umani, ma allo stesso tempo pesci: il regno delle sirene marine. Ed in questo regno ve una sirena che è più giovane delle altre, la Sirenetta, la voce più bella che sia mai risuonata nelle profondità dell’oceano. La sua avventura inizia il giorno in cui è divenuta abbastanza grande per vedere un altro mondo, il mondo proibito al di sopra della superficie del mare. Ottenendo il permesso di sua nonna, la regina del mare, di potersi avventurare nella superficie, la Sirenetta troverà l'amore, il più grande di tutti i segreti che cambieranno per sempre la sua vita. Questa è una storia di amore e amicizia che va oltre i confini dei mondi.

giovedì 29 luglio, ore 18.00 | Udine, Teatro San Giorgio

Il Minotauro
di e con Roberto Anglisani
testo Gaetano Colella
regia Maria Maglietta
musiche e immagini Mirto Baliani
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG

età consigliata 10+

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato con il sostegno del Comune di Udine e in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

«Anni addietro ero stato colpito dalla lettura de Il Minotauro di Friedrich Durrenmatt. – scrive Roberto Anglisani - Lo scrittore rinchiude il Minotauro in un labirinto di specchi, ma la moltitudine delle sue immagini riflesse lo fanno sentire ancora più solo. Quando arriva Teseo, il Minotauro è felice, ha finalmente trovato un “altro” diverso da sé, ma quando gli va incontro fiducioso, viene da Teseo pugnalato alle spalle.

Nel racconto di Jorge Luis Borges Asterione, il Minotauro, riesce ad uscire dal labirinto e camminare nel paese. Ma le reazioni della gente sono così violente che il Minotauro torna a rifugiarsi nella sua prigione, lì si sente al sicuro. Il labirinto è stato creato per difendere gli uomini dal Minotauro, ma anche per difendere il Minotauro dagli uomini. Il labirinto è il centro del nostro spettacolo, e il tema della “diversità” e delle paure che essa genera, ne è il cuore». Gaetano Colella ha immaginato un incontro tra il Minotauro e un Icaro ancora ragazzo. I due si incontrano grazie ad un pallone lanciato per sbaglio da Icaro nel labirinto. Quando prova a recuperarlo, vede per la prima volta “Il Mostro” di cui tutti hanno paura. Ma Icaro non fugge e giorno dopo giorno impara a conoscere quell’essere rinchiuso, ascolta i suoi racconti e ne diventa amico fino a tentare di difenderlo da Teseo venuto per ucciderlo.

«Il mio sodalizio artistico con Roberto – scrive la regista Maria Maglietta – dura da più di 30 anni, insieme abbiamo creato narrazioni molto diverse tra loro, partendo a volte da un testo letterario per trasformarlo in pura oralità, a volte da una semplice fiaba per arrivare a un grande racconto. Stavolta l’esperimento è nuovo, si parte da un testo scritto in forma poetica con tanto di rima. In questo caso allora il percorso creativo del narratore di storie deve fare i conti con una partitura, con un andamento ritmico tutto da scoprire ed esplorare. D’altra parte anche per una partitura musicale l’esito dipende dall’ esecuzione dei musicisti che la interpretano». Il lavoro sulle immagini e il suono di Mirto Baliani contribuisce a rafforzare l’andamento narrativo del poema creando sensibili suggestioni e ulteriori visioni.

venerdì 30 luglio, ore 18.00 e ore 19.30 | Udine, Area verde Ronald George McBride, viale San Daniele (antistante Teatro Palamostre)

Cloudscapes / La forma delle nuvole

performance immersiva di parole e nuvole
ideazione e regia Lorna Rees
performer Roberta Colacino
produzione CSS/Gobbledegook Theatre (Italia – UK)

spettacolo selezionato a Caravan International Showcase - Brighton Festival / British Council

Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Cloudscapes è un’installazione “di parole e nuvole” immersa in un anfiteatro di sedute all’aperto, dove gli spettatori, distesi sulle proprie coperte, guardano il cielo e la mutabilità delle nuvole, per scoprire quanto esse assomiglino alla mutabilità dell’animo umano.
In cuffia, la voce di chi a pochi metri da noi, sarà lì per raccontarci la sua storia. La storia di un viaggio iniziatico, forse il viaggio di una vita, sulla mitica Route 66, in compagnia del padre.
Cloudscapes è un’opera molto personale, intima con un focus sul ruolo delle nuvole nei cambiamenti climatici.

Al termine, nelle vicinanze, si potrà visitare il Museo delle nuvole e fermarsi a parlare della nostra “vita fra le nuvole”, con l’attrice e gli altri spettatori.

Il CSS ha creato per Udine la prima versione italiana di questa creazione della compagnia inglese Gobbledegook Theatre, fra le più brillanti e personali del panorama dell’innovazione britannica, sempre molto sensibile ai problemi della Terra.

Pubblico: 30 spettatori
Dispositivi:
cuffie igienizzate
il pubblico si distende su sedute gonfiabili.
si chiede di portare con sé un proprio asciugamano o una coperta su cui distendersi.
Se è brutto tempo: portarsi un ombrello e/o abbigliamento da pioggia

mercoledì 4 agosto, ore 21.00 | in luogo all’aperto in via di definizione / in replica a Trieste il 6 agosto

Dantis Exilium – una storia di confini, profuganze, inferni

di e con Angelo Floramo
in dialogo con Gianni Cianchi
letture a cura di Massimo Somaglino
disegno luci Mau “Willy” Tell
produzione Tinaos
prima assoluta
Con il sostegno del Comune di Udine

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture

Camminare sul bordo delle cose, lungo quella linea fragile e impercettibile che divide due abissi: verità e menzogna, dannazione e redenzione, volo e caduta. È questo il senso profondo di una rilettura dell’Opera dantesca in chiave moderna, in cui il Poeta si fa interprete del mondo in cui noi oggi camminiamo e di cui siamo chiamati, nostro malgrado, ad essere testimoni. La sua voce, contaminata e sporcata dalle interferenze del vivere quotidiano, diventa dunque di volta in volta canto o invettiva, incoraggiamento o condanna. Sullo sfondo restano i paesaggi delle nostre terre di frontiera, che probabilmente lo stesso Dante attraversò da ramingo, non diversamente dalle tante altre ombre che qui continuano a cercare disperatamente i loro varchi. Forse perché in questi paraggi la storia feroce dei grandi ha spesso fatto tana divorando l’umanità multipla e plurale di cui i nostri luoghi sono intrisi. Nessuno si aspetti dunque di incontrare il poeta vate, ma il profugo, lo sbandato, l’errante. In definitiva colui che a fatica cerca di riemergere dall’Inferno. Dai suoi inferni personali, che sono in definitiva anche i nostri. Le affabulazioni di Angelo Floramo si intrecceranno con le letture di Massimo Somaglino e le glosse sapienti di Gianni Cianchi in una sorta di discanto la cui cifra è plurale, come la materia che viene cantata.

venerdì 6 agosto, ore 21.00 | Trieste, Teatro dei Fabbri

Dantis Exilium – una storia di confini, profuganze, inferni

di e con Angelo Floramo
in dialogo con Gianni Cianchi
letture a cura di Massimo Somaglino
disegno luci Mau “Willy” Tell
produzione Tinaos

Camminare sul bordo delle cose, lungo quella linea fragile e impercettibile che divide due abissi: verità e menzogna, dannazione e redenzione, volo e caduta. È questo il senso profondo di una rilettura dell’Opera dantesca in chiave moderna, in cui il Poeta si fa interprete del mondo in cui noi oggi camminiamo e di cui siamo chiamati, nostro malgrado, ad essere testimoni. La sua voce, contaminata e sporcata dalle interferenze del vivere quotidiano, diventa dunque di volta in volta canto o invettiva, incoraggiamento o condanna. Sullo sfondo restano i paesaggi delle nostre terre di frontiera, che probabilmente lo stesso Dante attraversò da ramingo, non diversamente dalle tante altre ombre che qui continuano a cercare disperatamente i loro varchi. Forse perché in questi paraggi la storia feroce dei grandi ha spesso fatto tana divorando l’umanità multipla e plurale di cui i nostri luoghi sono intrisi. Nessuno si aspetti dunque di incontrare il poeta vate, ma il profugo, lo sbandato, l’errante. In definitiva colui che a fatica cerca di riemergere dall’Inferno. Dai suoi inferni personali, che sono in definitiva anche i nostri, le affabulazioni di Angelo Floramo si intrecceranno con le letture di Massimo Somaglino e le glosse sapienti di Gianni Cianchi in una sorta di discanto la cui cifra è plurale, come la materia che viene cantata.

Nessun commento:

Posta un commento