"ANCHE OGGI SI LAVORA"
UN FILM DI MASSIMILIANO PACIFICO
SALA ASSOLI DI NAPOLI
Domenica 4 maggio alle ore 19.00, in Sala Assoli-Moscato, per la rassegna ancora Altre Visioni a cura di Angelo Curti, l’anteprima di Anche oggi si lavora di Massimiliano Pacifico, alla presenza degli autori e del cast.
A cinque anni dalla fine del primo lockdown, l’occasione di uno sguardo inedito sul presente e sul recente passato attraverso il linguaggio del cinema. Il biglietto unico ha un costo di 5 euro. Per informazioni e prenotazioni: 345 467 9142 | assoli@casadelcontemporaneo.it
Girato tra il 2020 e il 2025, Anche oggi si lavora racconta la storia di Salvatore, cinquantenne napoletano che rimasto disoccupato si reinventa come comparsa per il cinema e la televisione. Il film è un vero atto di resistenza del protagonista, che durante il primo lockdown sceglie di mettersi a nudo attraverso i video-selfie, esponendo la quotidianità propria e della sua famiglia con sguardo ingenuo, acuto e sorprendente, in un periodo storico che ha svuotato molti di noi, privandoci dei nostri spazi, professionali e relazionali. Il suo racconto non si è fermato alla quarantena, ma è proseguito fino a oggi, restituendoci frammenti di vita di straordinaria autenticità, impossibili da ottenere con il metodo convenzionale di un regista che filma un soggetto dall'esterno.
La rassegna ancora Altre Visioni, alla sua seconda edizione con il sostegno di Regione Campania e Film Commission Regione Campania, conferma la propria vocazione a esplorare narrazioni filmiche oltre il mainstream, capaci di dare voce a storie intime e collettive. La rassegna, con il dialogo diretto tra autori, interpreti e pubblico, si propone come un’esperienza di riflessione e visione condivisa. Un’occasione per ritrovare, attraverso il cinema, il senso e la forza delle relazioni umane.
Con Salvatore Marino, Patrizia Nista un ringraziamento speciale a Vincenzo Salemme
montaggio Diego Liguori musiche Mariano Bellopede suono Fabio Sorrentino
produzione Teatri Uniti con KLAB4 film
montaggio Diego Liguori musiche Mariano Bellopede suono Fabio Sorrentino
produzione Teatri Uniti con KLAB4 film
(Italia, 2025 HD 47’)
un film di MASSIMILIANO PACIFICO
con SALVATORE MARINO PATRIZIA NISTA
un ringraziamento speciale a VINCENZO SALEMME
montaggio DIEGO LIGUORI
musiche MARIANO BELLOPEDE
suono FABIO SORRENTINO
una produzione TEATRI UNITI con KLAB4 FILM
LINK TRAILER (90’’):
https://vimeo.com/1074364356/e142dd67c3?ts=0&share=copy
LINK SCREENER:
https://vimeo.com/1066608863/db78993ad0
SINOSSI
Salvatore, cinquantenne napoletano, era tecnico in un negozio di ottica prima di restare disoccupato. La sua vita cambia quando diventa una comparsa assai richiesta per il cinema e la televisione, come ci racconta, filmando meticolosamente sé stesso e la sua famiglia durante il periodo della pandemia e nei cinque anni successivi. Con il suo sguardo ingenuo, acuto e sorprendente, documenta non solo la quotidianità, ma anche il suo sogno di incontrare un grande attore da sempre suo idolo. Al suo fianco c’è sua moglie Patrizia, con cui condivide un legame profondo fatto di fiducia e sostegno reciproco, un amore che lo accompagna anche nei momenti più difficili.
NOTA DI REGIA
Un atto di resistenza, autenticità e amore
Aldo Masullo, in uno dei suoi ultimi interventi, nei primi mesi del 2020, affermava che “l'unica arma di cui disponiamo contro il male oscuro di questi giorni è il coraggio di resistere”, sottolineando come il dolore collettivo richiedesse un impegno maggiore rispetto alla sofferenza individuale. E cos’altro è, se non un vero atto di resistenza, quello di Salvatore? Durante il lockdown, ha scelto di mettersi a nudo attraverso video-selfie, raccontando la propria quotidianità in un periodo storico che ha svuotato molti di noi, privandoci del nostro spazio vitale, professionale e relazionale. Il suo racconto non si è fermato alla quarantena, ma è proseguito fino a oggi, restituendoci frammenti di vita di straordinaria autenticità, impossibili da ottenere con il metodo convenzionale di un regista che filma un soggetto dall'esterno. Il documentario Anche oggi si lavora nasce proprio da questo incontro con un atto di resistenza e coraggio, trasformando il dolore in condivisione e speranza. La forza del film risiede nella sua radicale aderenza al realismo. Roberto Rossellini definiva così il realismo: “Una maggiore curiosità per gli individui. Un bisogno di dire le cose come sono, di rendersi conto della realtà in modo spietatamente concreto. Una sincera necessità di vedere con umiltà gli uomini quali sono, senza ricorrere allo stratagemma di inventare lo straordinario, ma ottenendolo con la ricerca”. Il nostro film porta all’estremo questa idea, affidando completamente al soggetto stesso la responsabilità delle riprese, senza alcun intervento registico diretto. Se il realismo si costruisce nel montaggio, il nostro ruolo di autori si è concentrato proprio su questo: selezionare, giustapporre e dare senso ai materiali raccolti, costruendo un percorso narrativo ed emotivo. Come dice Frederick Wiseman, il lavoro del documentarista è “riconoscere il valore del materiale filmato” e plasmarlo con sensibilità. La speranza è che da questo processo sia nato non solo un ritratto umano di grande profondità, ma anche una fotografia del contesto sociale, politico ed economico del nostro tempo.
Ma oltre a essere un atto di resistenza, Anche oggi si lavora è soprattutto una delicata e tenera storia d’amore. Salvatore non è solo in questo viaggio: accanto a lui c’è sua moglie, che lo ha sostenuto sempre e comunque, anche nei momenti più difficili, sia fisicamente che psicologicamente, dopo la perdita del lavoro. Il film racconta la loro intima e profonda relazione, mettendo in luce il loro legame nel contesto di una crisi più ampia, che ha toccato la vita di tanti. È la storia di una coppia che affronta insieme le difficoltà, restituendo un ritratto autentico dell’amore come forza silenziosa ma potente, capace di dare senso anche ai momenti più bui.
L’esperimento produttivo di Anche oggi si lavora si inserisce in un modello di cinema indipendente low-budget, che rappresenta una sfida creativa e una possibilità di innovazione. Come dimostrato in altri esperimenti documentaristici, come Selfie di Agostino Ferrente, l'uso di materiali realizzati dai soggetti stessi abbatte i costi e apre nuove strade narrative più intime e personali. In questo progetto, l’assenza di una normale produzione ha permesso di concentrare l’attenzione sulla narrazione, sulla musica e sulle emozioni trasmesse dalle immagini, grazie al lavoro congiunto del produttore Angelo Curti, del montatore Diego Liguori e del compositore Mariano Bellopede, veri co-autori del film. Se inizialmente questa modalità è stata dettata dalle restrizioni della pandemia, l’esperienza ha dimostrato che può essere anche una scelta consapevole, capace di generare nuovi linguaggi e prospettive. La distanza fisica non ha limitato la possibilità di raccontare storie, ma ha piuttosto favorito un’espressione più diretta e personale. Questo approccio potrebbe rappresentare un modello alternativo anche per il futuro, dove la creatività non dipende dalle risorse disponibili, ma dalla capacità di trasformare i limiti in opportunità.
Massimiliano Pacifico
MASSIMILIANO PACIFICO
Nato a Napoli il 17 Giugno 1978 si laurea a Londra in Film and Television Studies.
Lavora come documentarista, regista, sceneggiatore e casting director.
Nel 2019 ha esordito nel lungometraggio con Gelsomina Verde, un film che fonde finzione ed elementi documentaristici per narrare la terribile vicenda della ragazza uccisa dalla Camorra. Presentato alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e successivamente a Bobbio e a Villerupt, il film è ora presente sulla piattaforma 1895.cloud.
In precedenza realizza Il teatro al lavoro (2018), documentario sulla creazione dello spettacolo Elvira di e con Toni Servillo, che dopo l’anteprima alle Giornate degli Autori a Venezia e le numerose proiezioni in Italia e in Francia, viene nominato ai Nastri D’Argento. Questo lavoro completa una lunga collaborazione con Teatri Uniti e Servillo, facendo seguito al docucorto CAFSOB (2008) e a 394-Trilogia nel mondo (2011), documentario sulla lunga tournée internazionale dello spettacolo di Toni Servillo, presentato al TFF, pubblicato nella prestigiosa collana Feltrinelli Real Cinema e trasmesso da Rai e Sky Arte.
Attualmente è al lavoro su diverse sceneggiature, tra le quali Lacerazioni e Celeste, finalista al premio Solinas 2021, che ha ottenuto il contributo per lo sviluppo dalla Regione Campania, così come Sciopè sulla vera storia del cantautore Maldestro.
In qualità di casting director ha firmato importanti film e serie tv collaborando, fra gli altri, con Daniele Luchetti, Valia Santella, Sergio Rubini, Bille August, Andrea De Sica, Alessandro D’Alatri, Rupert Everett, Ciro D’Emilio, Alessandro Tonda, Umberto Carteni, Francesco Lettieri, Brando De Sica, Francesco Ebbasta ed i The Jackal, Emile Noblet, Tommy Weber, Trudy Styler, Mimmo Paladino, Vincenzo Salemme, Nunzia De Stefano, Vincenzo Marra.
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