E IL SOLE SI SPENSE
SHOAH LA VOCE DELLA MEMORIA
TESTI E REGIA FEBO QUERCIA
CON LUIGI CREDENDINO E DANIELA IOIA
Sabato 25 gennaio (ore 19 e 20.15), in occasione della
Giornata Mondiale della Memoria, NarteA propone presso la Galleria Borbonica
(ingresso da vico del Grottone, 4) la visita guidata teatralizzata “E il sole
si spense. Shoah: la voce della Memoria“, scritta e diretta da Febo Quercia.
L’evento di NarteA dedicato alla tragedia dell’Olocausto e ideato con la
volontà di far conoscere un luogo di Napoli carico di testimonianze storiche,
incrocia la visita guidata con gli inserti teatralizzati, interpretati da Luigi
Credendino e Daniela Ioia. Costo del biglietto 15 euro. Per partecipare
all’evento è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415.
Napoli è una città che con gli ebrei aveva imparato a
convivere da secoli. A ricordarlo non è solo il nome di una via dedicata alla
vecchia Giudecca — zona dedita in epoca medievale, alla lavorazione della seta
da parte della comunità ebraica residente e dove erano situate due Sinagoghe —,
e l’antica toponomastica dei Decumani legata alla Cabalà, ma anche gli eventi
che testimoniano un rapporto dalle radici profonde. Il censimento fascista del
22 agosto 1938, registra a Napoli 835 ebrei. Persone perfettamente integrate
nel tessuto politico, sociale e culturale della città. Una città che
nell’ottobre 1943, due settimane prima della retata antisemita di Roma, poteva
ritenersi un rifugio sicuro per gli ebrei, anche se appena un mese prima, la
polizia tedesca aveva progettato di mettervi in atto la prima retata antisemita
in Italia. Di quell’intento assassino non se ne fece nulla, grazie ad
un’imprevista e violenta insurrezione popolare.

NarteA rievoca la tragedia dell’Olocausto, per far rivivere
il passato di quei ricoveri bellici dove milioni di ebrei hanno provato a
salvarsi dalla più grande persecuzione della storia umana. All’interno degli
antichi sotterranei della Galleria Borbonica, il pubblico incontrerà la storia
di Milo Koen, un violinista ebreo che si ritrova a fare i conti con la sua
memoria, perpetua fonte di struggenti ricordi e dolori. Saranno le note del
violino di Milo ad accompagnarne la “fuga”, provando a ricoprire quella “voce”
del passato. Ma dimenticare gli orrori della persecuzione ebraica non è solo
desiderio del triste ebreo, bensì lo sforzo quotidiano di tutti i
sopravvissuti. «Eppure ricordare è fondamentale — spiega Febo Quercia —, storia
e memoria sono risorse fondamentali per l’umanità. Soluzione finale, genocidio,
olocausto, non bastano, non dicono abbastanza. Ricordare deve servire a trovare
altri codici, più diretti e reali, come appunto il teatro, per proseguire con
più consapevolezza il viaggio dell'umanità verso la vita».
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