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mercoledì 14 ottobre 2020

STAGIONE TEATRALE 2020/2021
TEATRO MANZONI DI MILANO

CABARET 2020/21

18 e 19 novembre 2020

Savà Produzioni Creative presenta
Antonio Ornano
L’ORNANO FURIOSO
Monologo cavalleresco di stand up comedy
scritto da Antonio Ornano, Simone Repetto, Carlo Turati, Matteo Monforte

“Le donne, l’arte, gli amori, le scortesie, le audaci ipocrisie io canto”

Dopo anni di patetica introspezione psicologica può comunque capitare di avere una rivelazione e capire le ragioni di una “furia” cieca ed indiscriminata. Tranquilli, trovare il motivo non risolve il problema, anzi, lo amplifica, soprattutto quando scopri che l’unico colpevole di questa collera sei tu.

Una consapevolezza che è una condanna, perché ti priva dell’effimero quanto catartico piacere di prendertela sempre con qualcun altro.

Puoi solo smetterla di essere altrove e obbligarti a vivere in un tempo a cui non siamo più abituati, il presente. Il tempo giusto per cancellare ogni alibi, per bearti dei sogni infranti e sguazzare nei tuoi fallimenti. Poi magari scopri che, nascosti da qualche parte, ci sono persino dei tuoi simili. E allora ti scappa da ridere.

L’Ornano Furioso è il nuovo spettacolo di Antonio Ornano, un monologo di stand up comedy che rappresenta un’ulteriore tappa, forse l’ultima, di un personalissimo viaggio alla scoperta delle fragilità umane.

La verità è che siamo venuti al mondo clamorosamente imperfetti ed il rischio, soprattutto nel tempo in cui viviamo, è fingere tutta la vita di essere quello non siamo.

Forse è un peccato, perché alle volte, i vincitori non sanno proprio cosa si perdono.

Una regia pulita e lineare, senza sottolineare o prendere questa o quella posizione, lo spettatore sarà portato per mano in una apparente favola che in realtà rappresenta la vita di tutti i giorni.

Dal 2 al 6 gennaio 2021
Amaca presenta
Raul Cremona
IL MAGO DE MILAN
musiche Marco Castelli e Raul Cremona
da un’idea di Raul Cremona

In Il mago de Milan scritto rigorosamente metà in italiano e metà in milanese, Raul Cremona si presenta in un nuovo spettacolo più maturo e più introspettivo.

La televisione che ha celebrato i suoi personaggi folli ed esasperati, spesso ci ha negato quella spontaneità che solo a teatro Raul riesce meglio a regalare. E così, fra aneddoti e canzoni, accompagnato da Marco Castelli, che lo riportano agli anni dell’infanzia, nella quale scopre la sua grande passione per l’illusionismo, Raul si racconta, senza mai rinunciare alle sue trovate e a quei giochi di prestigio, ereditati da nonni e bisnonni, con quel velo di malinconia che gli è congeniale, misto a quella verve comica e scanzonata che fanno di lui un beniamino del pubblico, e nello stesso tempo l’ultimo e unico mago di Milano.

23 e 24 febbraio 2021
Ballandi presenta
Giovanni Vernia
VERNIA O NON VERNIA
scritto da Giovanni Vernia e Paolo Uzzi
collaborazione ai testi Pablo Solari
Regia Paola Galassi e Giampiero Solari
Vernia o non Vernia è la vera novità teatrale.

Chiunque conosca Giovanni Vernia, associa il suo nome alle irresistibili maschere con cui ha conquistato tv e web, ed è in questo spettacolo che l’artista racconta da dove nasce la sua “follia comica”.

È un demone interiore il suo, che comincia ad apparire da bambino, stimolato dalla Genova in cui è cresciuto e dagli stravaganti parenti pugliesi e siciliani. Ed è una sorta di spiritello dispettoso, che si manifesta in modo sempre più invadente durante la sua carriera da ingegnere, costringendolo a diventare comico di professione.

Questo nuovo spettacolo è un esercizio di leggerezza intelligente, dove la storia personale dell'artista, si sovrappone ad un divertentissimo ma acuto viaggio attraverso i luoghi comuni di questi strani tempi moderni. Ne emerge uno showman completo, che spazia con disinvoltura dal racconto alla parodia, dal canto al ballo, creando un rapporto col pubblico unico e coinvolgente.

E dopo una serata irresistibile vi chiederete: “ma era Vernia o non era Vernia?”.

Dal 25 al 28 febbraio 2021
In accordo con Bernard Olivier e Alain Dierckx
Si Può Fare Productions e Marco Massini
in collaborazione con Terry Chegia
presentano dal best seller di John Gray
Debora Villa
GLI UOMINI VENGONO DA MARTE, LE DONNE DA VENERE
scritto da Paul Dewandre - messo in scena da Debora Villa

“Tanto tempo fa, i Marziani e le Venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi”.

Il testo di John Gray è un best seller mondiale che ha venduto cinquanta milioni di copie ed è stato tradotto in quaranta lingue, si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi. A portare in scena l’adattamento teatrale, una esilarante terapia di gruppo collettiva, del libro più celebre dello psicologo statunitense John Gray sarà per la prima volta in assoluto una donna: l’attrice Debora Villa. Cercando di restare imparziale, Debora vi condurrà per mano alla scoperta dell'altro sesso senza pregiudizi. Per la prima volta quindi, sarà una rappresentante di Venere a ricordarci, con la sua comicità travolgente e irriverente, raffinata e spiazzante, quali sono le clamorose differenze che caratterizzano i Marziani e le Venusiane. Uomini e donne impareranno a conoscersi di nuovo “perché - come sostiene Gray - quando si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano.

31 marzo 2021
Corvino Produzioni in collaborazione con Mismaonda
presenta
Moni Ovadia Dario Vergassola
UN EBREO, UN LIGURE E L’EBRAISMO
Moni Ovadia prova a convertire Dario Vergassola.

Un incontro tra due filosofie e tra due modi di fare teatro e comicità.

Il “saggio” Moni Ovadia, saggio perché più vecchio, terrà una specie di lezione sull’ebraismo e il suo umorismo a Vergassola che da buon ligure, per affinità vicino agli ebrei, cercherà di capirne l’essenza e cercherà di rilanciare dal suo punto di vista alla lezione del saggio Moni. Riusciranno i nostri eroi a trovare un punto di accordo? Riusciranno a trovare il legame tra un modo di fare umorismo nella tragedia storica degli ebrei, popolo dalle straordinarie storie e fantastici scrittori, e il modo di far sorridere con l’amarezza e il cinismo ligure?

Boh…. intanto intascheranno il cachet e poi ne riparleranno a cena tra di loro dopo lo spettacolo.

7 aprile 2021
Ballandi presenta
Frank Matano Francesco Arienzo
FRANCI
Uno spettacolo forse molto divertente
scritto da Francesco Arienzo, Frank Matano, Marco Terenzi, Giovanni Todescan
Regia Paola Galassi
Direzione artistica Giampiero Solari

Frank Matano e Francesco Arienzo si conoscono per la prima volta sul palco del programma tv Italia’s Got Talent: uno è giudice, l’altro è concorrente, ed è un colpo di fulmine.

Frank manda in finale Francesco e quando le telecamere si spengono nasce una grande amicizia basata sulla passione comune per una comicità fuori dagli schemi. Frank si innamora della timidezza e dell’umorismo irresistibile di Arienzo, Francesco viene rapito dall’esplosività e dalla creatività folgorante di Matano.

I due artisti decidono di lavorare insieme ad uno spettacolo nel quale convivono sketch inediti, racconti personali, monologhi esilaranti, e dialoghi surreali con il pubblico.

Nasce così un folle corto circuito che dà vita ad una miscela esplosiva e imprevedibile.

Frank Matano e Francesco Arienzo sono pronti a sorprendere - e farsi sorprendere - con uno show senza regole.

9 aprile 2021
Amaca presenta
PanPers
10 ANNI DI MINCHIATE

Andrea Pisani e Luca Peracino - meglio noti con il nome di PanPers - hanno 32 anni. E si sono conosciuti all’età di 4. Luca è arrivato all’asilo con un grembiule giallo e Andrea, per reazione, gli ha dato un pugno. Da allora, non si sono più lasciati. Dopo i successi in tv e sui social network, i PanPers continuano coltivare l’amore per il live e, a 10 anni di distanza dal primo spettacolo, tornano sul palcoscenico con il loro show teatrale 10 anni di minchiate.

Questo spettacolo non è solo un “best of” dei migliori pezzi che li hanno visti protagonisti in questi anni ma un vero e proprio raccoglitore di tutto quello che hanno creato dai loro inizi a oggi. Oltre ai personaggi più riusciti del loro repertorio (Lo Zombie, Mika e Fedez, Sig. Brenton) ci saranno infatti numerosissimi sketch inediti e parodie musicali mai sentite perché per i PanPers la prima prerogativa è sempre quella di stupire il pubblico e non offrire mai niente di scontato o prevedibile. Ci saranno alcuni sketch talmente vecchi che non hanno mai visto la luce, né in tv, né in cantina. Insomma vogliono che sia uno spettacolo indimenticabile!

10 aprile 2021
Friends&Partners
presenta
Angelo Duro
ANGELO DURO DA VIVO
di Angelo Duro

Si riaccendono i riflettori su “Da Vivo” il nuovo spettacolo del comico Angelo Duro, reduce dal successo nella stagione scorsa di un tour sold out nei maggiori teatri d’Italia. Adesso l’attore e scrittore palermitano torna a calcare i più prestigiosi palchi nazionali con la sua comicità dissacrante. Si annuncia esilarante il one man show del comico da quasi due milioni di followers, seguitissimo dal pubblico per la sua ironia cinica e imprevedibile che fa ridere e insieme riflettere. È lui stesso ad affermare: “Chi vi dice che parlerò? Posso starmene pure quaranta minuti in silenzio. Chi me lo vieta?” Bisognerà quindi attendere la serata del debutto per scoprire cosa racconterà stavolta.

Angelo Duro è un trentaseienne scappato dal lavoro che il padre voleva lasciargli in eredità. Un’azienda con mille problemi da risolvere. Lui ha scelto la strada di essere libero e ha accettato la proposta di un impresario di raccontare la sua vita nei teatri: “Solo se pagato a nero”. Adesso è cresciuto. Ha ottenuto il primo successo e se lo vuole godere. 

STAGIONE DI PROSA 2020/21

Dal 24 novembre al 6 dicembre 2020
a.ArtistiAssociati in collaborazione con Synergie Arte Teatro presenta
Benedicta Boccoli Rosita Celentano Milena Miconi
QUESTE PAZZE DONNE
di Gabriel Barylli
traduzione e adattamento Daniela Scarlatti, Claudia Tomio
regia Stefano Artissunch
scene Matteo Soltanto
costumi Marco Nateri
luci Patrick Vitali

Tre donne sole, reduci da storie affettive molto diverse, si ritrovano a passare insieme la notte di Natale.

Dalle loro confessioni in bilico fra commedia e melodramma emergono storie di amori negati e vissuti, intrecci, gelosie, figli segreti, in un colorito carosello di sentimenti e nevrosi femminili in stile Almodovar. La piéce è uno sguardo autentico, divertente, sensuale ed intelligente sul mondo femminile; tra commedia e melodramma gioca sull’alternanza tra presente e passato. Dopo il successo in Austria e Germania l’opera dell’austriaco Gabriel Barylli viene ora proposta in Italia in una nuova brillante versione.

Note di regia

Leggendo Queste Pazze Donne ho immediatamente pensato ad Almodovar ed al suo modo colorito di indagare il mondo dei sentimenti e delle nevrosi femminili, sicuramente le atmosfere dei suoi film, ricche di colori sgargianti sia nelle scenografie che nei costumi rispecchiano le anime “calienti” delle tre protagoniste. Barylli come Almodovar, indaga il mondo femminile, rendendo azione le vicessitudini emotive dei personaggi catapultati a volte in situazioni fuori dal comune, perché quando si tratta di sentimenti anche ciò che può sembrare più assurdo in realtà appare verosimile.

Lo spettacolo celebra la donna come “inno alla vita”, è un pretesto per riconsiderarne il valore assoluto e per stimolare una riflessione che porti a scongiurare le discriminazioni e le violenze di cui purtroppo è ancora oggetto.

Dal 10 dicembre 2020 al 1 gennaio 2021
a.ArtistiAssociati presenta
Vanessa Incontrada Gabriele Pignotta
SCUSA SONO IN RIUNIONE… TI POSSO RICHIAMARE?
con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Nick Nicolosi
una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta
scene Matteo Soltanto
costumi Valter Azzini
luci Pietro Sperduti
musiche Stefano Switala

Pignotta dipinge il ritratto della sua generazione, quella dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa. Cosa succederebbe se queste stesse persone, per uno scherzo di uno di loro, si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo? Scusa sono in riunione...ti posso richiamare? è un’attuale e acutissima commedia degli equivoci che, con ironia, ci invita a riflettere sull’ossessione della visibilità e sulla brama di successo che caratterizzano i nostri tempi.

Una commedia geniale, travolgente assolutamente da non perdere!



Dal 19 al 31 gennaio 2021
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini - liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico - Ronzinante Nicolò Diana
scene Massimo Troncanetti costumi Francesco Esposito
luci Davide Scognamiglio musiche Francesco Forni
regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer

Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l'universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d'amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l'esistenza.

Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes

Note di Alessio Boni

Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L'animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L'uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme.

Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l'ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete - avvalendosi del sogno, della fantasia, dell'immaginazione - sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.

E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi.

Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!

Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho

Dal 9 al 21 febbraio 2021
Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta
Vinicio Marchioni Giuseppe Zeno
I SOLITI IGNOTI
adattamento teatrale Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Suso Cecchi d’Amico, Age & Scarpelli
con Paolo Giovannucci
Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi
scena Luigi Ferrigno
costumi Milena Mancini
musiche Pino Marino
luci Giuseppe D’Alterio
regia Vinicio Marchioni

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film con la regia di Mario Monicelli uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia e non solo.

Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri sbarcano sulle scene rituffandoci nell’Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura originale senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere vicina quell’epoca lontana.

Note di regia

Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti Ignoti per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di curare l’adattamento teatrale del film mi ha immediatamente conquistato. È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza. Spero che gli spettatori possano uscire dal teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile.

Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada.

Dal 9 al 21 marzo 2021
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro Della Toscana
presenta
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
con Francesco Pannofino e Paola Minaccioni

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici Mine vaganti ** 2 David Di Donatello ** 5 Nastri D’Argento ** 4 Globi D’Oro **Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film

Note di regia

Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico?

Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia.

Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze.

A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento.

Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.

Dal 20 aprile al 2 maggio 2021
Francesco e Virginia Bellomo presentano
Giulio Corso
LIOLA’
di Luigi Pirandello
adattamento e regia Francesco Bellomo
con la partecipazione di Enrico Guarneri
con Alessandra Ferrara
e con Margherita Patti Alessandra Falci
Sara Baccarini Giorgia Ferrara Federica Breci
con Nadia Perciabosco nel ruolo di Zia Ninfa
e la partecipazione di Anna Malvica
scene e costumi Carlo De Marino
light designer Giuseppe Filipponio
musiche Mario D’Alessandro Roberto Procaccini

Note di regia

Liolà, è una commedia d’ambiente siciliano, che trae spunto, dal quarto capitolo del “Fu Mattia Pascal” e dalla novella “La mosca”. In questa edizione, abbiamo scelto di collocare il periodo storico a cavallo dei primi anni ’40, mentre il contesto scenografico ci riporta al borgo marinaro di Porto Empedocle, con le costruzioni di un bianco accecante che le incastona perfettamente nel paesaggio della scala dei Turchi, adiacente la casa natia di Pirandello. Questo espediente consente una ricollocazione oltre che di luogo anche delle caratteristiche dei personaggi: Liolà è un don Giovanni senza morale, che con il suo comportamento, scombussola l’apparentemente morigerata società in cui si muove. Zio Simone Palumbo diventa un commerciante di zolfo che governa le attività economiche del borgo, tentando di camuffare con le ricchezze, la sua impotenza. Accanto a lui, si muove uno spaccato di società dove attraverso intrighi, vendette incrociate, domina la brama di benessere materiale, che pervade gli altri personaggi. In particolare la Zia Croce e sua figlia Tuzza ma dalla quale non è immune la stessa Mita, che ha accettato spronata da sua Zia Gesa, di sposare il ricco Zio Simone, per acquisire una solida posizione sociale. Se è vero che la gioia di vivere, la spensieratezza della commedia, prevalgono su qualsiasi tipo di complicazione intellettualistica, qui Liolà, il trasgressore delle regole, è l’unico personaggio positivo, mentre gli altri sono interessati, egoisti e gretti. Ma un senso di giustizia lo induce a infrangere le regole della moralità comune, spontaneamente senza rendersene conto. Questa commedia fa ridere ma non è gioconda, è allegra con cattiveria a spese di tutti. Nel testo, si sente sempre la presenza di un ingegno creatore, che ha quasi la tristezza dell’opera che immagina e una superiore ironica pietà dei personaggi, che egli fa ridere. Come disse Antonio Gramsci “Liolà è il prodotto migliore dell'energia letteraria di Luigi Pirandello, è una commedia che si riattacca ai drammi satireschi della Grecia antica, Mattia Pascal, il melanconico essere moderno, vi diventa Liolà, l'uomo della vita pagana, pieno di robustezza morale e fisica”.

Dall’11 al 23 maggio 2021
Ginevra Media Production presenta
omaggio a Pietro Garinei e alla ditta Garinei e Giovannini
Antonio Catania Gianluca Ramazzotti
Paola Quattrini
SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA
due atti di Ray Cooney versione italiana Iaia Fiastri
con Nini Salerno, Marco Cavallaro
Alessandro D’Ambrosi Cristina Fondi
Sara Adami, Ilaria Canalini
con la partecipazione di Paola Barale
regia originale Pietro Garinei - nuova messa in scena Luigi Russo
scene originali di Terry Parsons riprese da Marco Pupin - costumi Silvia Morucci
disegno luci Giuseppe Filipponio - direzione tecnica Stefano Orsini
un progetto artistico di Gianluca Ramazzotti

Note di regia

Riprendere uno spettacolo come Se devi dire una bugia dilla grossa, cavallo di battaglia della Ditta Dorelli, Quattrini, Guida, dopo 30 anni dalla prima rappresentazione del 1986, è come avere in mano una cambiale sicurissima, sia per il pubblico che per i teatri che lo ospitano.

La solida struttura comica che caratterizza la commedia, che lo stesso Cooney aveva rappresentato allo ShaftesburyTheatre, che ha poi fatto il giro del mondo e che lo stesso Garinei ha poi portato in scena con enorme successo, è per il nostro mercato un grande ritorno.

Dopo l’ultima edizione del 2000 con Jannuzzo, Quattrini, Testi, sempre per la regia di Garinei, per festeggiare i cento anni dalla nascita di un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, la Ginevra Media Production con la direzione artistica di Gianluca Ramazzotti ha deciso di montare una nuova produzione dello spettacolo, in coproduzione con Goldenart Production. L’allestimento sarà ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la hall dell’albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione.

La versione rinfrescata e attualizzata da Iaia Fiastri con un cast eccellente, vede protagonisti Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e la partecipazione di Paola Quattrini che per la terza volta interpreterà il ruolo di Natalia, la moglie dell’onorevole. Lo spettacolo inoltre vedrà la presenza di Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi già interpretato da Gloria Guida e Anna Falchi. Il cast comprende anche Nini Salerno e Marco Cavallaro. Siamo certi che la proposta di riprendere un “evergreen” come “la Bugia” sarà gradita a pubblico.

Dal 25 maggio al 6 giungo 2021
La Pirandelliana presenta
Corrado Tedeschi Debora Caprioglio
Loredana Giordano Roberto D’Alessandro Antonio Friello
AMORE MIO AIUTAMI
liberamente ispirato al soggetto di Rodolfo Sonego
adattamento e regia Renato Giordano
costumi Alessandro Lai - musiche Saverio Martucci
scene Luigi Strada - aiuto regia Sabatino Barbato

Liberamente ispirato alla sceneggiatura di Rodolfo Sonego, da cui il film del 1969 diretto da Alberto Sordi e interpretato da Alberto Sordi e da Monica Vitti, Amore mio aiutami è la classica commedia all’italiana degli anni 60. La vicenda è grottesca ma (tragicamente) potenzialmente reale. Giovanni e Raffaella formano una coppia affiatata e rodata da dieci anni di matrimonio; la relazione va però in crisi allorché Raffaella si innamora di Valerio Mantovani, un piacente quarantenne conosciuto durante i concerti di musica da camera a cui la moglie assiste settimanalmente assieme alla madre. Raffaella è quindi invaghita della nuova fiamma, ma, confidando sulla comprensione del marito, che si vanta da sempre per il suo essere moderno, aperto e razionale, chiede il suo aiuto per chiarire i suoi sentimenti e decidere se approfondire la relazione con la sua nuova fiamma (che peraltro è all'oscuro dei sentimenti della donna), o restare con suo marito che ritiene di amare ancora. Giovanni, perdutamente innamorato della moglie, ma deciso a restare fedele ai suoi principi, decide di mostrare comprensione, ma intanto si adopera in tutti i modi per impedire che la moglie finisca nelle braccia del nuovo venuto. Tra continui allontanamenti e riavvicinamenti, marito e moglie seguiranno un percorso che li porterà alla definitiva ed irreparabile rottura.

Note di regia

Raffaella e Giovanni sono sposati e innamorati. Lei però inizia a provare attrazione per un altro uomo e gioca la carta della sincerità per tentare di salvare la propria relazione col marito, purtroppo con risultati disastrosi. È una strana storia, Amore mio aiutami. Sembra un pamphlet sul mutamento dei costumi e dei valori di una Italia stanca di vecchie ipocrisie e desiderosa di nuove sensazioni, preferibilmente forti.

Giovanni, il nostro protagonista, racconta il suo disagio per il repentino e un po’ incomprensibile mutamento delle relazioni umane e dei sentimenti basati sull’ostinazione, non sempre giusta, della verità a tutti i costi. Così si trova ad affrontare le difficoltà e l’ipocrisia di una coppia che vuole aprirsi, farsi moderna, entrare nel tempo che vive senza avere la cultura e il distacco necessario affinché questo accada.

Una storia sempre attuale come l’amore, l’amore che inesorabilmente si evolve, muta, cambia senza tener conto di niente e di nessuno, amore che attraversa tutto e tutti, sempre alla ricerca di una passionalità nemica delle abitudini.

Una regia pulita e lineare, senza sottolineare o prendere questa o quella posizione, lo spettatore sarà portato per mano in una apparente favola che in realtà rappresenta la vita di tutti i giorni.

FAMILY 2020/2021



L’arrivo dell’erede
Fondazione Aida presenta
14 - 15 novembre 2020 - ore 15.30 e 17.30
IL GRUFFALÒ





Un Teatro da Favola presenta
12 dicembre 2020 - ore 15.30
LA MERAVIGLIOSA FAVOLA DEL GRINCH E DEL NATALE



Un Teatro da Favola presenta
16 gennaio 2021 - ore 15.30
BIANCANEVE E I (7) NANI







Un Teatro da Favola presenta
23 gennaio 2021 - ore 15.30
LE STRAORDINARIE AVVENTURE DI PINOCCHIO





Un Teatro da Favola presenta
27 marzo 2021 - ore 15.30
NON È COLPA DELLA CICOGNA




EXTRA 2020/2021


9 e 10 ottobre 2020
Charlotte Spettacoli presenta
QUEENMANIA RHAPSODY
La favola dei Queen rivive a Teatro
con il contributo video straordinario di Katia Ricciarelli
Regia Daniele Sala

Una favola quella di Freddie e dei Queen fatta rivivere dalla voce di Sonny Ensabella frontman dei Queenmania, il tributo più acclamato in Europa alla band inglese.

Uno spettacolo nello spettacolo dove video, musica e favola si intrecciano in un crescendo di emozioni, dagli esordi ad A Night at the Opera, dal Live Aid a Wembley.

I Queenmania (Sonny Ensabella, Fabrizio Palermo, Tiziano Giampieri e Simone Fortuna) diretti da Daniele Sala, fanno rivivere sul palco la leggenda di una band che ha scritto la storia...del Rock e non solo.

Con un contributo video straordinario di Katia Ricciarelli.

QUEENMANIA RHAPSODY

“Is this the real life? Is this just fantasy?”

“E’ vita reale o è fantasia?” Comincia così la canzone manifesto dei Queen, l’azzardo più incredibile della storia della musica rock. C’è dentro di tutto, schegge di hard-rock, pop, glam, l’opera lirica, il settecento, la teatralità, le ansie esistenziali dell’uomo, i reietti, gli dei e gli inferi.

Eppure dopo 43 anni dalla sua pubblicazione, nessuno è ancora riuscito a svelare il segreto del suo significato e a comprenderne appieno i meccanismi del suo successo. Più che una canzone è un mostro, una specie di Frankenstein creato e cantato da un brutto anatroccolo che si era trasformato in un dio e suonata con una chitarra eccezionale, scolpita nella trave di un caminetto, proprio come era successo a Pinocchio.

Forse il segreto dei Queen è proprio questo: aver giocato a tenere i piedi in due staffe, uno sulla terra e l’altro nel mondo delle favole. Non ci sono messaggi sociali nelle loro canzoni eppure ancora oggi sono potenti, affascinanti, credibili, per nulla superati dalla realtà. La loro arte è sempre stata la messa in scena di una favola… romantica, malinconica, ironica, straziante, gioiosa, sensuale e trasgressiva.

Per comprenderli non serve la ragione, bisogna solo arrendersi alla loro straordinaria capacità di affabulare… dai dischi, ai live, alle loro vite, in particolare quella di Freddie.

I Queenmania, blasonata e seguitissima tribute band dei Queen, si rimettono in gioco espandendo i confini del concerto e confezionano Queenmania Rhapsody, un nuovo spettacolo in cui la musica, le fascinazione visive, la narrazione (sotto la regia di Daniele Sala) convivono in una formula più teatrale, una vera rapsodia pop abitata da gatti, brutti anatroccoli, chitarre fatate, regine viziate e uno scrigno di canzoni che spaccano il cuore ad ogni nota, regalandoci l’illusione di poter “vivere per sempre”.

8 novembre 2020

Atir Teatro Ringhiera presenta
Jacopo Bicocchi Mattia Fabris
(S)LEGATI
La storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates
di Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris
luci Alessandro Verazzi
musiche Sandra Zoccolan

“E’ un piccolo gioiello della produzione Atir. […] Bicocchi e Fabris, bravissimi, riescono a tenerci col fiato sospeso per tutto lo spettacolo. E non solo per il ritmo incalzante della drammatica impresa sportiva, quanto piuttosto per la vicenda esistenziale sottesa, di cui sono stati capaci di rendere tutte le sfumature e implicazioni possibili” Hystrio, Claudia Cannella

L’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates è la storia di un sogno ambizioso: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest. Ma è anche la storia di un’amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi. La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna. C’è dunque una cima da raggiungere. C’è l’estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita. E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Joe durante una banale manovra si rompe una gamba.

Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi: a 5.800 metri, la minima frattura si può trasformare in una condanna a morte, i due ragazzi ne sono consapevoli, ma nonostante le condizioni disperate tentano un’operazione di soccorso.

Tutto sembra funzionare finché, proprio quando le difficoltà sembrano superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre.

Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni.

E’ la storia di un miracolo. Di un’avventura al di là dei limiti umani

Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.

9 novembre 2020

Emiliano Toso
SIAMO MUSICA
Emiliano Toso Experience a 432hz
Siamo Musica!

Hai mai pensato a te stesso come a uno spartito? Come a un brano che esegue la sua melodia in ogni istante incessantemente e al ritmo dell’universo? Sentendoti parte di questa opera meravigliosa? E che ognuno di noi abbia la sua personale melodia da diffondere e portare nel mondo, intrecciandosi a una moltitudine di melodie differenti ma ugualmente splendide e uniche?

E magari non hai mai pensato che le cellule del nostro corpo, ogni singola cellula del nostro corpo funziona esattamente allo stesso modo?

Siamo musica è la perfetta fusione di scienza, musica e arte. Un viaggio unico che ti permetterà di toccare nel profondo di te, le emozioni che legano queste espressioni di noi.

Emiliano Toso, biologo compositore con il suo pianoforte accordato a 432hz, farà risuonare in te antiche e innate emozioni, ci rivelerà i segreti più intimi della sua trasformazione creativa, delle sue composizioni e degli straordinari riscontri che sta avendo a livello internazionale.

In questo viaggio sarà accompagnato dalla splendida e unica Beatrice Carbone, ballerina solista della Scala, che tradurrà in danza le composizioni di Translational Music.

Daniel Lumera, riferimento internazionale nel campo della meditazione, darà modo di esplorare la nostra musica attraverso un momento esperienziale di grande impatto. Tutto questo non sarebbe possibile senza il violoncello di Lorena Borsetti.

Sei pronto a sentirti Musica?

Translational Music è la modalità per tradurre emozioni vissute a livello profondo, cellulare, in un piano più alto, quella della musica. Grazie alla risonanza queste vibrazioni si diffondono in modo più veloce, universale e naturale fino a raggiungere altre cellule, altre persone, l’umanità intera; donando benessere e migliorando la cooperazione per riavvicinarci alla nostra Anima. Presente in scuole ed ospedali di tutto il mondo come integrazione ad attività didattiche e terapeutiche (come nascita, chirurgia, oncologia, psichiatria, malattie neurodegenerative) Translational Music viene utilizzata da migliaia di persone per promuovere benessere, salute e creatività, accompagnando il lavoro di terapeuti e grandi ricercatori internazionali quali Bruce Lipton, Gregg Braden, il Dott. Franco Berrino e la Dott.ssa Daniela Lucangeli.

17 novembre 2020

Atir Teatro Ringhiera presenta
Matilde Facheris Virginia Zini Sandra Zoccolan
ALMENO TU NELL’UNIVERSO
Omaggio a Mia Martini
di Matilde Facheris, Virginia Zini e Sandra Zoccolan
pianoforte e arrangiamenti Mell Morcone
consulenza drammaturgia Giulia Tollis
scene e costumi Maria Paola Di Francesco

Domenica Rita Adriana Berté, in arte Mia Martini, è una delle voci femminili più belle ed espressive della musica italiana caratterizzata da una fortissima intensità espressiva: “Una voce con il sangue, con la carne”.

Tre attrici-cantanti cercano di restituirne la grandezza e la fragilità con un racconto variegato che spazia dalle sue splendide canzoni (dalle più conosciute ai gioielli più nascosti), fino a ricordi personali, racconti e testimonianze dei suoi tanti amici artisti, fra cui la amata e odiata sorella Loredana Berté e naturalmente Ivano Fossati, autore di molte sue canzoni, compagno fondamentale di bellissimi progetti artistici e di una travagliata e profonda storia d'amore.

Mia Martini era un'anima mediterranea, calda, solare ma sembra averla sempre accompagnata uno strano senso di solitudine.

Momenti bui e periodi luminosi.

Il rapporto con il padre, l'esperienza del carcere, la terribile nomea di “iettatrice” diffusasi nel mondo dello spettacolo data dall'invidia per quella voce così potente, nuova e commovente; ma anche la capacità di riproporsi, di ricominciare da capo ogni volta, il successo e le collaborazioni con tanti artisti e compagni di viaggio.

Un racconto in musica e parole di una delle voci più intense della musica italiana.

Un omaggio.

Un ritratto.

Un dono.

Dal 20 al 22 novembre 2020

Stefano Francioni Produzioni presenta
Luca Argentero
E’ QUESTA LA VITA CHE SOGNAVO DA BAMBINO?
regia Edoardo Leo
testi Gianni Corsi, Edoardo Leo, Luca Argentero
musiche Davide Cavuti

Luca Argentero in È questa la vita che sognavo da bambino?, spettacolo prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni e distribuito da Savà Produzioni Creative, racconta le storie di grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina. Raccontati sia dal punto di vista umano che sociale, con una particolare attenzione al racconto dei tempi in cui hanno vissuto.

Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani. Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ‘46, faceva molta simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, fino a farlo guadagnare di più l’arrivare ultimo che tentare la vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, sono arrivati nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arriva ultimo.

Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso; eppure la grande delusione del K2 lo ha spinto ancora più in là a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: se stesso.

Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di Sanremo con le sue vittorie. L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la rinascita italiana forse illusoria ma sicuramente spensierata degli anni ‘80.

Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica, essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi.

29 novembre 2020, 14 febbraio 2021, 14 marzo 2021

Leonardo Manera Alessandro Milan
OH MIA BELA MADUNINA
Il racconto di Milano tra ospiti, musica e cabaret

Ci sono tanti modi per raccontare Milano. Per esempio, attraverso un ospite rappresentativo per la nostra città che porti una storia, un’esperienza, un punto di vista. Ma Milano è anche divertimento, è anche musica, è anche comicità. Ecco allora che i tre elementi si fondono, per dare vita a una serata inconsueta dove l’ospite di turno fa da filo conduttore insieme al fascino della musica d’autore e a una sorridente ironia. Il modo migliore per terminare la settimana e cominciare quella nuova col sorriso sulle labbra e un ricordo in più nel cuore.

22 febbraio 2021


Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini
Compagnia Almatanz
IL LAGO DEI CIGNI
Musiche P.I. Cajkovskij
Coreografie Luigi Martelletta

Lo spettacolo nasce da un’idea che da molti anni il coreografo Luigi Martelletta inseguiva e desiderava mettere in scena, la sua lunga ed intensa carriera come primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma ed in tanti altri Teatri Italiani ed Europei gli ha permesso di studiare a fondo, di esaminare e di danzare molte volte questo spettacolare balletto.

La coreografia originale del repertorio classico infatti non ha mai sottolineato alcuni aspetti del libretto, che però in questa versione vorremmo esaminare e sviscerare; la drammaturgia classica dell’azione coreografica - teatrale del balletto è infatti abbandonata a favore di una forma di riappropriazione della realtà e dell’esperienza comune basata sui particolari e sulle singole situazioni riunite tra loro in collage ampi e sfaccettati, secondo una metodologia di lavoro di ricerca e di graduale progresso. Fortemente legato alla tradizione accademica, Luigi Martelletta proporrà un lavoro stilisticamente più snello, più vivace, alleggerendo tutti i manierismi e le pantomime che fanno parte del repertorio classico, ma che ormai risultano inutili, pesanti e noiose. Non mancheranno però tutte quelle danze e quell’itinerario danzato che molti conoscono e si aspettano: i cigni, la danza spagnola, la danza russa, il valzer, i passi a due, e molto molto altro... Questo balletto insomma, è autenticamente una creatura di oggi, del presente, con tutto quello che ciò comporta. La sua particolarità, la sua eccezionalità consiste proprio in questa sua capacità, estrema e radicale, di proporsi vivo e attualissimo, nel senso più universalistico e antistorico della definizione: in quanto rappresentazione della realtà-realtà esasperata e sconvolta, ma del tutto riconoscibile - in una dimensione non semplicemente realista ma profondamente vera. L’ideale neoclassico di una bellezza assoluta, regolata da un ordine imperturbabile, è l’obiettivo totalizzante della creazione.

22 marzo 2021

Charlotte Spettacoli presenta
ABBA DREAM
Omaggio alla leggenda degli Abba

Abba Dream è un doveroso omaggio ad una grande band che ha segnato la storia della musica pop, lasciandoci un’incredibile eredità musicale attraverso canzoni ormai considerate un vero e proprio ‘cult’.

Le canzoni sono eseguite interamente dal vivo da una band che supporta le due voci femminili e un coro.

Ma non è solo la musica a fare grande uno spettacolo: il tutto sarà arricchito da coreografie “Abba-style” e numerosi e scenografici cambi d’abito.

Abba Dream è un vero e proprio fenomeno: 15.000 amici su Facebook e i fans della band svedese che accorrono in teatro per rivivere le emozioni attraverso canzoni indimenticabili. Una serata all’insegna del più sfrenato divertimento che consentirà agli spettatori di tornare indietro nel tempo fino ai magici anni della loro intramontabile pop music.

Dal 23 al 28 marzo 2021


Corvino Produzioni presenta
Vittorio Sgarbi
DANTE GIOTTO
uno spettacolo di Vittorio Sgarbi
musiche composte ed eseguite dal vivo da Valentino Corvino

Vittorio Sgarbi ha esordito al Festival La Versiliana nell’estate 2015 con lo spettacolo teatrale “Caravaggio”, con sorprendenti salti temporali ha condotto il pubblico in un percorso illuminante dentro le viscere artistiche e sociali del Merisi. Tali vicende hanno disvelato straordinari fenomeni premonitori della contemporaneità, il pubblico ammaliato dall’inedita percezione, e stimolato dall’abile miscela di racconto, immagini e suoni, ha sperimentato l’indissolubile comunione con l’esperienza caravaggesca, esperienza rinnovata nei sequel degli altrettanto fortunati “Michelangelo” (Stag.2017/18), “Leonardo” (Stag.2018/19) e “Raffaello (Stag.2019/20).

Le magistrali performance di Vittorio Sgarbi han fin qui dimostrato come, artisti antecedenti il nostro secolo abbiano fortemente inciso il modo di percepire il quotidiano in cui siamo immersi.

Il quinto spettacolo, su cui verte la nuova indagine del Vittorio “Nazionale”, segna un sorprendente cambio di rotta e raddoppiando protagonisti mette al centro la figura di Dante Alighieri (Firenze 1265 / Ravenna 1321) in relazione paritetica con il coevo Giotto Di Bondone (Colle di Vespignano 1267 / Firenze 1337).

Il 25 marzo 2021 verrà celebrato nel mondo il VII centenario dalla morte di Dante, la data è stata individuata dal MIBAC attraverso il Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Vittorio Sgarbi, celebrerà alla sua maniera Dante intessendo inediti fili conduttori nello scambio con Giotto. Entrambi eminenti attori di una nuova raffigurazione artistico letteraria, le opere di Dante e Giotto hanno condizionato i modelli stilistici a seguire, influenzato i canoni filosofici, sociali e spirituali del tempo, giungendo a noi come imprescindibili fondamenti di cui facciamo empiricamente esperienza.

Doppiosenso è un progetto dinamico di Valentino Corvino, in questo spettacolo con Domenico Giovannini sono state indagate le relazioni esistenti tra testi sonori, immagini e parole.

29 e 30 marzo 2021

Best Sound presenta
Drusilla Foer
ELEGANZISSIMA
Recital
di Drusilla Foer
direzione artistica Franco Godi

Il recital scritto e interpretato da Drusilla Foer, in una nuova versione aggiornata, prosegue il suo viaggio raccontando gli aneddoti tratti dalla vita straordinaria di Madame Foer, vissuta fra l’Italia, Cuba, l’America e l’Europa, e costellata di incontri e grandi amicizie con persone fuori dal comune e personaggi famosi, fra il reale e il verosimile. In “Eleganzissima”, essenziali al racconto biografico sono le canzoni dello spettacolo, che Drusilla interpreta dal vivo.

Drusilla Foer, cantante, attrice e autrice, è da tempo un'icona di stile. Personaggio irriverente e antiborghese, si presta spesso a sostegno di cause sociali importanti. Posa per fotografi, stilisti e artisti di prestigio internazionale. Frequenta con successo televisione e cinema, diventando in breve una star di culto anche sul web.





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