"ADRIANA LECOUVREUR"
DI FRANCESCO CILEA
STAGIONE D'OPERA E BALLETTO
TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA
Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea
non è mai stata messa in scena al Teatro Carlo Felice: la sua ultima
rappresentazione genovese fu al Teatro Margherita nel 1989, oltre
trent’anni fa. Grande attesa e curiosità, dunque, per il ritorno a
Genova di questo titolo, in cartellone al Teatro Carlo Felice dal 12
al 16 febbraio.
La protagonista dell’opera è
ispirata a una figura realmente esistita: l’attrice Adrienne
Lecouvreur, regina delle scene teatrali parigine degli inizi del
’700, ammirata e amata sia dal pubblico che dagli artisti e
intellettuali dell’epoca, tra cui Voltaire, morta in circostanza
misteriose.
Si racconta, infatti, che fosse stata assassinata dalla
Principessa di Bouillon, sua rivale in amore, attraverso un mazzolino
di viole avvelenate. Il fascino e il mistero della vicenda colpirono
Eugène Scribe, che ne trasse un dramma, diventato un cavallo di
battaglia di Sarah Bernhardt, da cui Arturo Colautti ricavò il
libretto per l’opera di Cilea.
Prediletta dai più grandi soprani del
’900, Adriana Lecouvreur è senza dubbio il capolavoro del
compositore calabrese, il titolo in cui riuscì a esprimere in modo
più completo il suo stile, originale nel teatro musicale italiano di
quegli anni. Mentre la maggior parte degli altri operisti inseguiva i
successi della linea verista, Cilea preferì rivolgersi alle
raffinatezze dell’opera francese, da cui prese il gusto per la
melodia sempre in primo piano (come nella pagina più celebre
dell’opera, “Io son l’umile ancella”), accompagnata da
armonie ricercate e da colori orchestrali ricchi di sfumature. Andata
in scena per la prima volta nel 1902 al Teatro Lirico di Milano,
Adriana Lecouvreur ottenne fin da subito un grande successo di
pubblico, anche grazie all’effetto coinvolgente dato
dall’alternanza tra momenti intimi, slanci passionali e parentesi
comiche (il dietro le quinte della Comédie-Française è descritto
con garbata ironia).
Il Teatro Carlo Felice propone Adriana
Lecouvreur nell’allestimento dell’Associazione Lirica
Concertistica Italiana (As.Li.Co.) con la regia, le scene e i costumi
di Ivan Stefanutti (assistente alla regia Filippo Tadolini). Una
rilettura della vicenda originale che sposta l’ambientazione ai
primi del ’900, negli anni iniziali della storia del cinema, con i
primi conseguenti fenomeni di divismo femminile. Adriana, nell’idea
di Stefanutti, diventa così una sorta di Lyda Borelli, una delle
prime grandi dive del cinema muto. «Una definizione della Borelli –
spiega il regista – mi ha fatto pensare che una strada interessante
era quella di ambientare l’opera nell’epoca in cui il teatro e il
neonato cinema respiravano la stessa aria e le stesse emozioni. Un
mondo ancora in bianco e nero fatto di forti contrasti. Anche il
libretto mi suggeriva l’atmosfera di quegli anni venata di
decadentismo che consentiva di vivere con estrema emotività tutte le
vicende di amore e gelosia.»
Sul podio dell’Orchestra e del Coro
del Teatro Carlo Felice (preparato da Francesco Aliberti), Valerio
Galli, direttore particolarmente attento al repertorio operistico
italiano degli inizi del secolo scorso, come ha dimostrato nella
Stagione 2019/20 del Teatro Carlo Felice dirigendo il dittico Gianni
Schicchi di Puccini e Rapsodia satanica di Mascagni.
Di grande prestigio il cast, in cui
spiccano nomi importanti del panorama lirico internazionale: Barbara
Frittoli, Amarilli Nizza e Valentina Boi (Adriana); Marcelo Álvarez,
Fabio Armiliato e Gianluca Terranova (Maurizio di Sassonia); Judit
Kutasi e Giuseppina Piunti (Principessa di Bouillon); Devid Cecconi e
Alberto Mastromarino (Michonnet); Federico Benetti (Principe di
Bouillon); Didier Pieri (Abate di Chazeuil). Completano il cast:
Marta Calcaterra (Mademoiselle Jouvenot), Carlotta Vichi
(Mademoiselle Dangeville), John Paul Huckle (Quinault), Blagoj
Nacoski (Poisson), Claudio Isoardi (Un maggiordomo). Le luci, che
nella regia di Stefanutti hanno un ruolo centrale, sono di Paolo
Mazzon.
Nell’Atto III di Adriana Lecouvreur
c’è una famosa scena danzata, che in questo allestimento ha le
coreografie di Michele Cosentino ed è interpretata da Michele
Albano, Ottavia Ancetti e Giancarla Malusardi.
INTORNO A ADRIANA LECOUVREUR
- Giovedì 6 Febbraio 2020 – ore
15.00, Aula Consigliare – Piazza dell’Olmo, 3.
Conferenza illustrativa. Genovesi
all’Opera… in Municipio: “Adriana Lecouvreur”. Presentazione
a cura di Giancarlo Bruzzone. Ingresso gratuito fino ad esaurimento
posti disponibili. Appuntamento a cura del Municipio IV Media Val
Bisagno.
- Sabato 8 Febbraio 2020 – ore
16.00, Auditorium E. Montale – Teatro Carlo Felice.
Conferenza illustrativa. “Le
raffinatezze di Adriana tra commedia e tragedia”. Relatore Roberto
Iovino. Ingresso gratuito sino alla disponibilità di posti a sedere.
Appuntamento a cura dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del
Conservatorio Niccolò Paganini.
- Lunedì 10 Febbraio 2020 – ore
17.30, Spazio Eventi della Libreria Feltrinelli – via Ceccardi 16
r.
Un pomeriggio all’Opera. Incontro con
i protagonisti di Adriana Lecouvreur. Moderatore Massimo Pastorelli.
Accesso libero e gratuito sino ad esaurimento posti disponibili
- “Percorso di prova” per l’andata
in scena dell’Adriana Lecouvreur con il Corso di Fotografia di
Scena dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova a cura della
professoressa Patrizia Lanna.
- Collaborazione con l’artista
Monica Frisone che presenta i “Gioielli della lirica”, una linea
dedicata al titolo in scena.
- Azienda Preti presente alle recite
con dolci sorprese agli spettatori.
- Riparte la sinergia con AMT a
beneficio del pubblico che viene a Teatro e degli abbonati AMT.
- Collaborazione con Unite, con un
corso dedicato all’avvicinamento alle opere del Teatro Carlo
Felice, che prevede una card dedicata per la visione dei vari titoli.
- Visite guidate agli allestimenti
dell’opera per le scuole.
ADRIANA LECOUVREUR
Opera in quattro atti di Arturo
Colautti
dall’omonimo dramma di Eugène Scribe
ed Ernest Legouvé
Musica di Francesco Cilea
Direttore d’Orchestra
Valerio Galli
Regia, scene e costumi
Ivan Stefanutti
Luci
Paolo Mazzon
Coreografie
Michele Cosentino
Assistente alla regia
Filippo Tadolini
Allestimento Associazione Lirica
Concertistica Italiana (As.Li.Co.)
Personaggi e interpreti
Adriana Lecouvreur
Barbara Frittoli
Amarilli Nizza (13, 15)
Valentina Boi (14)
Maurizio di Sassonia
Marcelo Álvarez
Fabio Armiliato (13, 15)
Gianluca Terranova (14)
Principessa di Bouillon
Judit Kutasi
Giuseppina Piunti (13, 15)
Michonnet
Devid Cecconi
Alberto Mastromarino (13, 15)
Principe di Bouillon
Federico Benetti
L’Abate di Chazeuil
Didier Pieri
Mademoiselle Jouvenot
Marta Calcaterra
Mademoiselle Dangeville
Carlotta Vichi
Quinault
John Paul Huckle
Poisson
Blagoj Nacoski
Un maggiordomo
Claudio Isoardi
Danzatori
Michele Albano
Ottavia Ancetti
Giancarla Malusardi
Orchestra e Coro del Teatro Carlo
Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti
Date e turni
Febbraio 2020: mercoledì 12, ore 20:00
(A); giovedì 13, ore 20:00 (L); venerdì 14, ore 20:00 (B); sabato
15, ore 15:00 (F); domenica 16, ore 15:00 (C)
Note di regia
Appunti per Adriana Lecouvreur
Ivan Stefanutti
Adriana Lecouvreur è un’attrice di
teatro all’apice della sua carriera, famosa e venerata dai suoi
ammiratori. La sua vicenda privata si svolge tra teatro e palazzi
nobiliari, tra recite e declamazioni. Tutto mi fa pensare che, nella
definizione del personaggio di Adriana si deve tenere conto di quelle
che erano le dive operanti al momento della composizione dell’opera.
La loro magia nasceva in teatro ma per
alcune raggiungerà l’apice con l’apparizione della nuova arte,
il cinematografo.
Nella decima musa, che dovrà fare i
conti con le nove che l’hanno preceduta, confluiranno tutte le
esperienze teatrali, letterarie e musicali e, naturalmente, le
relative attrici.
Adriana è un’attrice che discende
dalla stirpe di Sarah Bernhardt.
Nel teatro leggero parigino
spumeggiavano le stelle della belle époque, come “La Belle Otero”,
Cleo de Merode e Lina Cavalieri.
Nel teatro classico stavano per
affacciarsi nuovi nomi come Eleonora Duse, Gys Leda, Francesca
Bertini e Lyda Borelli.
Trovo che Adriana assomigli molto più
a queste “umili ancelle” che a quelle effettivamente vissute nel
’700.
Una definizione della Borelli mi ha
fatto pensare che una strada interessante era quella di ambientare
l’opera nell’epoca in cui il teatro e il neonato cinema
respiravano la stessa aria e le stesse emozioni. Un mondo ancora in
bianco e nero fatto di forti contrasti.
Anche il libretto mi suggeriva
l’atmosfera di quegli anni venata di decadentismo che consentiva di
vivere con estrema emotività tutte le vicende di amore e gelosia.
“…Lyda Borelli fu la prima grande
sacerdotessa del nascente divismo. La sua morbida bellezza
preraffaellita, le sue pose da femme fatale dannunziana, la sua
recitazione fatta di gesti eccessivi, di subitanei languori e di
sguardi torbidi, divennero il modello di una intera generazione di
attrici, ed influenzarono la moda fino a diventare un vero e proprio
fatto di costume…”
Lyda Borelli debutta in teatro nel 1902
come “Adriana Lecouvreur” e legherà il suo nome alla musica
interpretando il film di Oxilia Rapsodia satanica per il quale Pietro
Mascagni scriverà la partitura.
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