SOLD OUT PER
“LA RIVALE”

Tutti occupati gli oltre 500 posti della struttura creata
per ospitare alcuni degli eventi del festival. Un successo confermato anche
dalle parole di Kesselyak Gergely, direttore artistico di Bartók Plusz
Operafesztivál, che a seguito della recita ha tenuto a commentare “Vi ringrazio
di cuore:
la missione del nostro festival è quella di dire ai compositori in
tutto il mondo che esiste la musica contemporanea. L’opera contemporanea anche
qui è accolta a volte con diffidenza, ma questo non è giusto! Gli esempi a cui
ci rifacciamo sono Leonard Bernstein, George Gershwin, Nino Rota e da oggi
anche Marco Taralli… perché la musica di questa “La Rivale” è popolare, ma di
altissimo livello; il libretto è molto scherzoso e funzionale; è una
composizione bellissima, perfetta per il teatro e il palcoscenico. Un grazie
particolare a chi mi ha permesso di conoscere questo lavoro e il Teatro Coccia
di Novara. Un grande onore”.
Grande l’orgoglio per il Teatro Coccia di Novara, che ormai da
5 stagioni commissiona e produce opere contemporanee, investendo così di fatto
nel futuro dell’opera lirica italiana e internazionale. Missione condivisa dal
Festival d'Opera di Miskolc - tra i maggiori festival europei – che ricorda i
legami musicali con Bèla Bartók e che in queste ultime stagioni sviluppa e
propone musica contemporanea, specificamente l'opera, ma a condizione che sia
musica "popolare". In pochi anni, il Festival ha fatto di Miskolc una
importante roccaforte della scena lirica dell'Europa centrale e orientale.
Riuscita, quindi, l’impresa degli autori de La Rivale di entrare a pie’ pari
nella dimensione metateatrale dando vita ad uno scorcio del mondo dell’Opera
sapido e “storicamente informato”, nella resa dei suoi vizi, soprattutto, e di
qualche sua virtù, come quello d’essere follemente appassionante, in primis.
La Rivale è la storia di Maria Callas raccontata dalla sua
più acerrima rivale, nella finzione chiamata Carmela Astolfi, da un inedito e
poco celebrativo punto di osservazione, quindi, che consente tanto a Schmitt
che a Mattioli di schivare l’approccio agiografico alla rievocazione della
Divina e di regalare un racconto dissacrante e divertente, ricco di aneddoti
gustosi e di osservazioni molto competenti sul mondo della lirica. La Astolfi,
che prima dell’avvento della Callas, era stata il soprano più amato dal
pubblico, torna dal suo esilio argentino a Milano dopo tanti anni di assenza. È
ormai una donna anziana, inacidita dai ricordi dei successi della sua rivale
(che è morta da anni). Entra alla Scala per ritrovare l’atmosfera dei suoi
giorni di gloria e si trova faccia a faccia con un gruppo di turisti, ai quali
la guida spiega che Maria Callas è stata la voce più bella di tutti i tempi e
che non ha mai conosciuto rivali capaci di contenderle lo scettro della lirica.
Per il soprano questo è un colpo, e solo il primo, che la trascinerà in una
straziante ma anche, per i lettori, comica rievocazione della feroce sfida tra
le due primedonne della lirica. Schmitt così fa raccontare all’inferocita
rivale tanti episodi pubblici e privati dell’ascesa e del trionfo di Maria
Callas, che Mattioli e Taralli trasformano abilmente in una serie di quadri a
tema musicale: arie, rap.
Nel ruolo di Carmela Astolfi una Diva vivente, Tiziana
Fabbricini, del Melomane Antonio, il basso Daniele Cusari, Don Bartolo e
Salvatore il tenore Blagoj Nacoski, la giovane commessa il soprano Giulia
Perusi, la badante Annina, il mezzosoprano Simona di Capua, la maschera il
baritono Daniele Piscopo e la turista e commessa anziana il soprano Leonora
Tess. Figuranti allievi e diplomati attori dell’STM – Scuola del Teatro
Musicale di Novara. Orchestra MÁV
Symphony Orchestra di Budapest.
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