TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO
"OTELLO"
DI WILLIAM SHAKESPEARE
PRODUZIONE TEATRO DELL'ELFO
Rileggere l’Otello spogliandolo della ‘tradizione’, tornare
al cuore del meccanismo drammatico e delle parole. A queste premesse generali è
improntato tutto il lavoro su Shakespeare di Elio De Capitani, un lavoro
registico iniziato con il Sogno e proseguito con Amleto e il Mercante di
Venezia, che per questo spettacolo in particolare è stato totalmente condiviso
con Lisa Ferlazzo Natoli.
«Mettere in scena Otello oggi – dicono i registi – è un modo
per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita
in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per ‘innescare’ una risposta
emotiva sui presupposti ideologici
e i fantasmi dell’inconscio collettivo con
cui una società costruisce i propri parametri proiettando ‘fuori di sé’, sullo straniero,
tutto ciò che ha di inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e
sessuofobia, per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla
misoginia e alle tante forme d’intolleranza sociale e privata di cui si
compone».
Jago qui è un manipolatore, un‘untore ideologico’, ma in
questo Otello nessuno sembra immune dal suo contagio e da quello di tutti i
pregiudizi che condizionano le società di ieri e di oggi.
Un testo perturbante come un racconto di suspense, che
diventa «tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti inter-razziali e
culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle parole».
Una lettura tutta contemporanea che si fonda sulla nuova
traduzione di Ferdinando Bruni, sensibile alla bellezza dell’endecasillabo, ma
libera da ogni inclinazione letteraria e tanto attenta all’alternanza di lingua
alta e bassa da avvicinarsi alla viva fluidità del parlato. E sulla dicotomia
di chiari e scuri, di luci e ombre che le scene di Carlo Sala moltiplicano
attraverso le grate, gli ori e le trasparenze di grandi sipari.
In scena un gruppo coeso di interpreti che nelle ultime
stagioni hanno contribuito ai successi dell’Elfo. Per il suo Otello Elio De Capitani sceglie
una ‘negritudine che è «un’accentuazione bruna del colore della pelle e dunque
non è esterna ma interiore – riferisce Maria Grazia Gregori nella recensione
– è uno scompenso, un'estraneità
diffusa. Tanto che il suo personaggio si muove talvolta come se fosse chiuso in
un suo mondo impenetrabile nel quale ci è quasi proibito entrare, ma che,
comunque, è sempre un mondo di teatro. La luce della lampada che illumina
talvolta i suoi incontri con l'adorata Desdemona lo rischiarano solo
parzialmente: la sua, infatti, è una solitudine totalizzante alla quale ha cercato,
invano, di opporre un amore altrettanto assoluto. Una precisa scelta di campo
che è poi il cuore, per me, attorno al quale ruota lo spettacolo».
Federico Vanni è Iago: «Il suo contraltare, il suo nemico
dichiarato ha i piedi ben piantati per terra. Apparentemente pacioso (la sua
interpretazione e la sua corporeità corroborano questa intuizione), l'alfiere
del Moro, che non gli perdona di avergli preferito come luogotenente a Cipro
Cassio, è la rappresentazione della banalità del male».
Angelo Di Genio – Biff in Morte di un commesso viaggiatore -
disegna Cassio; Cristina Crippa presta corpo ed esperienza a Emilia.
Arricchiscono il cast Alessandro Averone nel ruolo di Roderigo e del Buffone,
Gabriele Calindri, Massimo Somaglino, Carolina Cametti e Michele Costabile.
Nell’edizione 2018 di questo Otello la nuova interprete di Desdemona è Emilia
Scarpati Fanetti, attrice poco più che trentenne che torna a lavorare con
l’Elfo dopo l’esperienza del Sogno di una notte di mezza estate e di
Afghanistan.
«Ora forse, all’ennesima rappresentazione e versione, ho
un’intuizione semplice: Shakespeare in Otello rappresenta il femminicidio, lo
sport più antico dell’umanità, la violenza che il maschio spesso esercita sulla
donna per il puro piacere di reprimerne la presenza in se stesso e nel mondo.
Così Racconto d’inverno, un caso di gelosia crudele, con una redenzione non
sappiamo se possibile. E poi Amleto... Amleto ama Ofelia, la caccia dalla corte
per salvarla dal marciume di Danimarca, ma certo è Ofelia la prima che muore.
Esiste una donna perversa nel teatro di Shakespeare: ma lady Macbeth ha fatto
un patto con le forze del male, ha venduto alle streghe il suo sesso, ha
rinunciato alla sua natura di donna.
Otello, la parte buia del maschio, portato
agli estremi, semplificato. Origine di questa intuizione è l’Otello messo in
scena dal teatro dell’Elfo, regia e otellità Elio De Capitani (coregia di Lisa
Ferlazzo Natoli). Shakespeare, che vede tutto, scrive in Otello la tragedia del
femminicidio. Questa la netta impressione dello spettacolo. Incisivo, perché
mosso da un’idea forte; qui, a mio parere, l’attesa presciente della morte di
Desdemona salmodiante sui gradini di una scala senza zenit, canta come Ofelia
prima di andarsene verso la morte per acqua».
Roberto
Mussapi, Avvenire
«Ciò che colpisce nella messinscena di Otello è un tono
diffuso di tragica normalità, quella del protagonista, un generale disorientato
che più che cadere nelle trappole di Jago, frana in se stesso nelle sue
debolezze, nei dubbi che lo porteranno a vedere il marcio in un’essenza di
purezza, quale prima considerava Desdemona. La normalità di Jago, esplicitata
con proprietà da Federico Vanni, manipolatore intelligente dai molti e
‘necessari’ assassinii, risiede nel fatto che egli è semplicemente il male,
gratuito, fine a sé stesso, che stupefà e spaventa perché può abitare in
chiunque. E ogni mossa pesa sull’ordito fitto dei sentimenti fino a
distruggerlo».
Magda Poli, Corriere della Sera
Traduzione Ferdinando Bruni
regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli
scene e costumi Carlo Sala, musiche originali Silvia
Colasanti
suono Giuseppe Marzoli, luci Michele Ceglia
Con Elio De Capitani (Otello), Federico Vanni (Iago) Emilia
Scarpati Fanetti (Desdemona), Alessandro Averone (Roderigo/Buffone), Cristina
Crippa (Emilia), Angelo Di Genio (Cassio), Carolina Cametti (Bianca), Gabriele
Calindri (Barbanzio/Graziano), Massimo Somaglino (Doge/Montano), Michele
Costabile (Ufficiale/Lodovico).
Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano – Da venerdì 27
aprile a domenica 20 maggio – Orari: mart/sabato ore 20:30, domenica ore 16:00
- Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 - biglietteria@elfo.org - Prezzi:
Intero € 32.50, Ridotto € 17, Martedì € 21,50 -
www.elfo.org
Sabato 19 maggio e Domenica 20 maggio
TEATRO SENZA BARRIERE®
due rappresentazioni con audiodescrizione e sovratitoli
per persone con disabilità della vista e dell'udito.
Una nuova proposta di A.I.A.C.E. Milano
in collaborazione con Teatro Elfo Puccini, con il sostegno
di Fondazione Cariplo
60 minuti prima degli spettacoli sarà possibile partecipare
alla visita tattile sulla scena.
Il tour partirà dal Foyer del teatro sabato 19 maggio alle
ore 19:30 e domenica 20 maggio alle ore 15:00. Durata: 30' circa.
Prenotazione cuffie: le cuffie vanno prenotate insieme al
biglietto e ritirate all'ingresso della sala Shakespeare.
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