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lunedì 5 maggio 2025

TEATRO GEROLAMO DI MILANO
"DIZIONARIO DI MALAVITA"
DA UN'IDEA DI FILIPPO CRIVELLI

Sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Un viaggio nella malavita di altri tempi, movimentato da canzoni del passato e di oggi, da brevi interviste e da racconti, da leggende popolari e no, da fatti e “fattacci” di cronaca, da dissertazioni letterarie sulle origini di parole o modi di dire tramandati dal mondo oscuro dei bassifondi milanesi.

“Così come ogni coppia di amanti crea il suo proprio gergo, via via gruppi sempre più numerosi, quando debbono nascondersi o lottare, creano il loro linguaggio segreto”. Queste origini infantili e amorose danno al gergo dei malviventi il suo particolare fascino. I bambini, come gli innamorati e i ladri, vogliono essere soli: il gergo li nasconde e li unisce. Ed è sconfinato e fluido in continua evoluzione: in questo momento stesso, nuove locuzioni pittoresche e spavalde, dolorose e comiche, stanno nascendo nelle prigioni e nei caffè. La nostra “malavita” (escludendo la mafia) non è ricca e importante, i nostri sono ragazzacci o ragazzacce che hanno preso una cattiva strada, ma che la buona mamma polizia non perde d’occhio e spesso riesce a ricondurre alla vita “normale”. Il loro linguaggio è vivo ed espressivo, dalle parole nascono le storie e le canzoni, le interviste e gli accostamenti curiosi. E saranno loro protagonisti di un viaggio divertente e triste: “Vagabondi, soldati, sbandati, prigionieri liberati, evasi dalle galere, bari, giocolieri, mendicanti di professione, borsaioli, prestigiatori, biscazzieri, mezzani, tenutari di bordelli, facchini, letterati, suonatori d’organetto, stracciaroli, arrotini e calderai…” (Il Delatore 2, Dizionario del Gergo della Malavita, Ed. La Cartaccia, 1964)

L’omaggio a Filippo Crivelli

Lo spettacolo nasce da un’idea di Filippo Crivelli, regista e profondo conoscitore del Milanese e della cultura popolare più in generale, in un pomeriggio in cui lo andai a trovare quasi vent’anni fa. Eravamo nel suo studio, gli avevo fatto ascoltare una mia registrazione di alcune canzoni della Mala Milanese e lui con la sua inconfondibile arguzia mi aveva fatto notare una serie di imprecisioni. Poi non so se per consolarmi o perché fondamentalmente aveva simpatia per me, mi disse che sulla Malavita Milanese mi avrebbe aiutato. Io ero già contenta così, ma lui si alzò e si mise a cercare fra i suoi libri. Uno dei suoi gatti, quello più di compagnia come diceva lui, ci osservava con l’aria di chi conosce ogni singolo movimento del suo padrone, il mio maestro, che aveva un’idea e che ancora prima di spiegarla, cercava un appunto, un libro, una cartellina, uno spartito, una fotocopia. Ad un certo punto disse trionfante: “Eccolo qui! E ce n’è anche un altro. Te lo regalo.” Mi diede una copia del Delatore 2 e si mise a guardarla insieme a me. Iniziò a darmi indicazioni sui pezzi che erano interessanti e poi concluse che lo spettacolo sarebbe stato proprio “Dizionario di Malavita”. Naturalmente come era nel suo stile, iniziò anche a fornirmi canzoni, spartiti, vecchi cd, cassette che sentimmo a casa sua, anche successivamente. Lo andai a trovare spesso in quel periodo e da quegli incontri nacque il copione che ora, dopo tanti anni, vede finalmente la luce. Provammo a proporlo ad alcuni teatri, ma non riuscivamo a trovare la collocazione giusta. Il maestro diceva: “Sarebbe andato bene al Gerolamo”, ma in quel momento il Gerolamo era ancora chiuso e successe quello che capita spesso nel teatro: il copione finì in un cassetto. Io lo trascrissi al pc perché mi sommergo anch’io di carta e appunti, ma a differenza del maestro poi non riesco a ritrovare quasi niente quando mi serve. E così l’ho salvato.

Il Gerolamo è tornato a vivere, bello ed elegante come la Milano di Filippo Crivelli. La città che lui amava e che ha celebrato in una serie di spettacoli bellissimi e indimenticabili. Questo dizionario è un “divertimento”, un gioco che mi aveva regalato insieme al libro. Un altro omaggio a Milano che ha il suo stile e che abbiamo voluto mantenere il più possibile per come l’aveva pensato lui. Prende vita grazie ad un altro innamorato di Milano, Piero Colaprico che venuto a sapere quasi incidentalmente dell’esistenza di questo inedito, ci ha creduto fin dall’inizio con entusiasmo.
In quello che stiamo mettendo in scena ci siamo noi e un’eredità che personaggi come Filippo Crivelli lasciano e che rimane, a disposizione di tutti, in vita. Fuori dai cassetti. Valentina Ferrari

Questi fantasmi

I fantasmi esistono? Razionalmente, verrebbe da rispondere di no. Ma in teatro, non è così semplice arrivare a una parola definitiva: a parte i fantasmi folkloristici (George che a Wexford pretende di essere salutato dall’ultimo che lascia l’edificio, o la maledizione che colpisce chi mette in scena certi titoli), ci sono casi che sembrerebbero smentire la realtà. Uno di questi casi è proprio il Dizionario di malavita. Quando ho ricevuto la prima telefonata da Mario Cei, ricordo perfettamente che mi trovavo a Dublino: mi annunciava che il Teatro Gerolamo voleva rimettere in scena Milanin Milanon, mitico testo che vedeva come protagonisti Milly e Tino Carraro e diretto da Filippo Crivelli. Mi interessava il progetto? Almeno cinque fantasmi in una sola telefonata, non poteva non interessarmi. Una rapida occhiata alla mia agenda e la mia risposta affermativa non si è fatta aspettare. Chi sono, questi fantasmi? Beh, Milly e Carraro non hanno bisogno di presentazioni, cui si devono aggiungere almeno, nel famoso cast, Renzo Palmer ed Enzo Jannacci. Poi, soprattutto, Filippo Crivelli, recentemente scomparso. Non ho mai avuto il privilegio di lavorare con lui, ma lo conoscevo tramite il mio regista di riferimento, Vito Molinari, e so che è venuto a vedere più di uno spettacolo in cui io ero sul palcoscenico. Sedeva nella poltrona appoggiandosi al suo bastone, e quando in sala c’era lui, correva un brivido nelle nostre spine dorsali: il suo giudizio, mai completamente positivo, poteva valere una laurea o una condanna senza appello. Il timore reverenziale si estendeva anche oltre le tavole dello spettacolo in scena. Ricordo che Mario fece una serata dedicata a Prèvert con la regia di Crivelli. Bellissimo spettacolo, che più volte ho cercato di convincere Mario a riprendere, ottenendone in cambio sempre la stessa risposta: “devo prima chiedere a Filippo”. Ora che Filippo non c’è più, chissà: forse quella ripresa è dietro l’angolo…. In ogni caso, ai fantasmi in carne ed ossa (o in anima e plasma, se preferite) si deve aggiungere almeno un luogo: il teatro Gerolamo. Per i milanesi, la riapertura del Gerolamo è qualcosa di più di un evento mondano: significa la riappropriazione di uno spazio che va oltre la singola rappresentazione. È un regalo, è la scoperta che si può ritornare dal mondo delle ombre cui le regole e l’insipienza degli amministratori locali avevano relegato questo gioiello. Un po’ come Euridice per Orfeo, insomma. È la dimostrazione che con un pizzico di buona volontà (e un mucchio di quattrini) si può raggiungere qualsiasi obiettivo. Se a questo aggiungiamo Piero Colaprico, giornalista e scrittore, altro fantasma ma questa volta vivo e vegeto, la qualità era assicurata. Le perplessità sul riprendere un testo come Milanin Milanon, dopo che lo stesso Crivelli lo aveva fatto rivivere in anni recenti, sono subito state fugate da Piero: non si sarebbe trattato di un ‘revival’, quanto piuttosto di un ‘omaggio’ a Crivelli attraverso un testo inedito, il Dizionario appunto, che era stato sviluppato con la ‘complicità’ di Valentina Ferrari. La squadra? Forse Crivelli in questo non c’entra, ma Alessio Lega è stato il primo ad essere imbarcato: musicista di vaglia, milanese di adozione, Alessio avrebbe assicurato, con la sua qualità, un valore aggiunto a una parte essenziale dello spettacolo: la musica. E poi il gruppo musicale, come era stato pensato 15 anni fa: Carlo Zerri al pianoforte e Gianpietro Marazza alla fisarmonica, per ricreare l’atmosfera di un’epoca, questa sì fantasmatica, che ormai non c’è più.

E infine il deuteragonista, Lorenzo Castelluccio, che del progetto iniziale era il naturale destinatario.

Mentre scrivo queste note, le prove sono ancora in corso: potrebbe ancora succedere tutto e il contrario di tutto, come quando ci si addentra nel mondo dei fantasmi. Sai da dove parti, ma non sai mai come andrà a finire. Del resto, cosa c’è di più simile a un viaggio nel mondo magico mondo dei fantasmi del rinunciare al richiamo irresistibile del divano e dello streaming, uscire di casa e decidere di sprofondarsi nel buio di una sala teatrale? Un viaggio collettivo e, al tempo stesso, personalissimo. Da parte nostra, vi assicuriamo che ci siamo preparati al viaggio nel migliore dei modi possibile. La destinazione la scopriremo assieme, noi e voi. Roberto Recchia.

Canzoni e storie della malavita milanese
con Valentina Ferrari, Lorenzo Castelluccio
e con Alessio Lega (chitarra), Carlo Zerri (pianoforte) e Gianpietro Marazza (fisarmonica)
direzione musicale Alessio Lega
regia Roberto Recchia

Durata spettacolo: … minuti

ORARI: sabato ore 20 – domenica ore 16

PREZZI: da 20 a 30 €

INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221 biglietteria@teatrogerolamo.it - info@teatrogerolamo.it - www.teatrogerolamo.it

TEATRO GEROLAMO
Piazza Cesare Beccaria 8 – 20122 Milano

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