APPUNTAMENTO CON AUTORI
REGISTI GRUPPI EMERGENTI
"TI AUGURO UN FIDANZATO
COME NANNI MORETTI"
AL TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO

IO, un fumettista disegnatore di orsi,
e TU, un ingegnere dalla mentalità scientifica, sono al centro di
episodi quotidiani che vengono straniati attraverso dialoghi serrati
e didascalie che si fanno flusso di coscienza.
IO si trova a schedare gli ex della
fidanzata, a disquisire riguardo al sesso anale e a diventare un
Mimnermo contemporaneo quando TU scoprirà il primo capello bianco.
Tra un duello verbale e l’altro si
intravede una visione tragica della vita e dell’amore, perché, in
fondo, dietro l’ironia e la battuta si nascondono il terrore per la
morte e la paura di perdere l’altro.
“Il pubblico ride mentre IO e TU si
massacrano, ma già un attimo prima che la risata sia finita, il
divertimento lascia il posto alla consapevolezza che, quei due sul
palco, ci somigliano un po’ troppo.
scene Chiara Bonomelli
costumi Laura Dondi
assistenza alla regia Elena Costanzi
produzione Intus
Quello che viene inscenato è un gioco
estremo: basterebbe tirare poco di più la corda perché si strappi
e, insieme alle sue estremità, si divida anche la strada di IO e TU.
Invece, con abilità funamboliche, riescono sempre a mantenere
l’unione, come se, tutto sommato, la paura di perdere l’altro si
possa controllare.
La casa che condividono è infestata
dei fantasmi del passato e da quelli del futuro, ma, a guardar bene,
questi fantasmi non sono solo l’oggetto della lotta, sono anche
delle ancore di salvezza.
La paura in una relazione non è solo
quella della fine del rapporto, è anche il terrore che si sopisca il
brio dell’inizio, allora, vivere sul precipizio per poi salvarsi,
diventa un escamotage cruento per sfuggire alla routine e sentirsi
vivi. IO e TU si tormentano a vicenda e lo fanno per smania di vita,
trasformano delle schermaglie infantili in una guerra senza
esclusione di colpi, in attesa forse, di quello che sarà fatale.
IO corre di continuo al suo microfono,
come se per lui fosse obbligatorio esplicitare ogni pensiero,
esplicitare ogni sensazione a TU e a se stesso. Il suo è l’errore
opposto rispetto a quello commesso dalla maggior parte dei giovani
eroi tragici, protagonisti di storie d’amore che finiscono male per
mancanza di comunicazione. IO fa indigestione di volontà
comunicativa, fino ad essere, per troppo dire, frainteso da TU.
IO e TU quanto più ci somigliano,
tanto più sembrano miniature di carillon costrette a ripetere
all’infinito lo stesso claustrofobico percorso.
Compiono ossessivamente i loro rituali
per scongiurare la fine, lottano corpo a corpo, non solo
metaforicamente, con ai piedi degli anfibi militari, simbolo di
guerra e icona adolescenziale. L’amore non è quello che ci
raccontavano nelle fiabe, sembrano suggerirci, eppure, quasi ci si
ammazza per non farlo finire.”
Livia Ferracchiati
Il titolo dello spettacolo nasce dalla
"vaga somiglianza" del protagonista maschile, IO, con
alcuni tratti dei personaggi principali dei primi film di Nanni
Moretti, anzi gioca proprio sul fraintendimento personaggio-autore e
non è inteso in senso denigratorio, anzi, qualora Nanni Moretti
sedesse tra gli spettatori e non sorridesse mai, ne rimarremo senza
dubbio feriti.
Lo spettacolo, ci dispiace deludere,
non parla di Nanni Moretti, non si rifà direttamente a lui, a suoi
personaggi o a situazioni tratte da suoi film e non lo chiama mai
direttamente in causa.
Rassegna stampa
Se oggi, dopo aver visto Bianca, il
noto film di Nanni Moretti, una sedicenne augurasse a
un’amica coetanea un fidanzato come
il goloso e leggermente ossessivo matematico
protagonista, non so quale potrebbe
essere la reazione della giovane. (...)
La giovanissima drammaturga e regista
Livia Ferracchiati ne porta in scena un esempio, estrapolando dal
film di Moretti solo il dialogo tra Michele e Bianca in quell’attimo
prima che tutto venga distrutto dalla paura.
Ed è proprio la paura, il terzo
incomodo nella relazione che si vede in scena, il protagonista, in
fondo, di questo quadretto. La paura di amare, dell’abbandono
nell’altro, della fiducia, della delusione e anche della
solitudine. «La vera essenza dell’amore consiste nell’abbandonare
la coscienza di sé, nell’obliarsi in un altro se stesso e
tuttavia nel ritrovarsi e possedersi veramente in quest’oblio» ci
ricorda Hegel. Ma non è così facile, soprattutto se i confronti
diventano dibattiti tra distinti che non vedono nell’altro se non
lo specchio distorto di se stessi, se non si cerca quindi l’osmosi,
ma la supremazia della personalità e dell’individualità. Tutto
questo in un sagace e veloce testo, che crea un giusto apice che ci
coglie impreparati alla tragedia finale, proprio come in Bianca.
Giulia Alonzo, persinsala.it
Scritto e diretto da Livia Ferracchiati
con Chiara Leoncini e Fabio Paroniscene Chiara Bonomelli
costumi Laura Dondi
assistenza alla regia Elena Costanzi
produzione Intus
INTUS deriva dalla locuzione latina
“intus et in cute” (dentro e sotto la pelle) che si trova
all’inizio delle Confessioni di Rousseau. L’idea dell’autore è
quella di riferire il bene e il male della sua esperienza con la
stessa schiettezza, l’espressione si trova originariamente in una
satira (III, 30) del poeta latino Persio.
Conoscere qualcuno o qualcosa “intus
et in cute” significa conoscerli intimamente, anche nei risvolti
meno edificanti.
Questo è quello che INTUS si
ripromette di fare: indagare i temi prescelti negli spettacoli senza
“pre” e “post” giudizi, cercando di arrivare a toccare in
profondità l’argomento.
La compagnia è stata fondata dalla
regista e drammaturga Livia Ferracchiati, dalla drammaturga Greta
Cappelletti e dalla danzatrice e costumista, Laura Dondi.
Tra gli interpreti: Linda Caridi
(attrice), Chiara Leoncini (attrice), Luciano Ariel Lanza
(danzatore), Fabio Paroni (attore) e Alice Raffaelli (danzatrice).
I componenti del gruppo provengono
dalla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” e dall’Accademia
di Brera.
ELFO PUCCINI corso Buenos Aires 33 -
POSTO UNICO NUOVE STORIE € 15
Orario spettacoli: mar-sab ore 19.30 /
dom ore 15.30 – www.elfo.org
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