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martedì 15 marzo 2016

APPUNTAMENTO CON AUTORI
REGISTI GRUPPI EMERGENTI
"TI AUGURO UN FIDANZATO
COME NANNI MORETTI"
AL TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO

Ti auguro un fidanzato come Nanni Moretti è un amore al tempo delle paranoie e una tragedia recitata in velocità.

IO, un fumettista disegnatore di orsi, e TU, un ingegnere dalla mentalità scientifica, sono al centro di episodi quotidiani che vengono straniati attraverso dialoghi serrati e didascalie che si fanno flusso di coscienza.

IO si trova a schedare gli ex della fidanzata, a disquisire riguardo al sesso anale e a diventare un Mimnermo contemporaneo quando TU scoprirà il primo capello bianco.

Tra un duello verbale e l’altro si intravede una visione tragica della vita e dell’amore, perché, in fondo, dietro l’ironia e la battuta si nascondono il terrore per la morte e la paura di perdere l’altro.

“Il pubblico ride mentre IO e TU si massacrano, ma già un attimo prima che la risata sia finita, il divertimento lascia il posto alla consapevolezza che, quei due sul palco, ci somigliano un po’ troppo.

Quello che viene inscenato è un gioco estremo: basterebbe tirare poco di più la corda perché si strappi e, insieme alle sue estremità, si divida anche la strada di IO e TU. Invece, con abilità funamboliche, riescono sempre a mantenere l’unione, come se, tutto sommato, la paura di perdere l’altro si possa controllare.

La casa che condividono è infestata dei fantasmi del passato e da quelli del futuro, ma, a guardar bene, questi fantasmi non sono solo l’oggetto della lotta, sono anche delle ancore di salvezza.

La paura in una relazione non è solo quella della fine del rapporto, è anche il terrore che si sopisca il brio dell’inizio, allora, vivere sul precipizio per poi salvarsi, diventa un escamotage cruento per sfuggire alla routine e sentirsi vivi. IO e TU si tormentano a vicenda e lo fanno per smania di vita, trasformano delle schermaglie infantili in una guerra senza esclusione di colpi, in attesa forse, di quello che sarà fatale.

IO corre di continuo al suo microfono, come se per lui fosse obbligatorio esplicitare ogni pensiero, esplicitare ogni sensazione a TU e a se stesso. Il suo è l’errore opposto rispetto a quello commesso dalla maggior parte dei giovani eroi tragici, protagonisti di storie d’amore che finiscono male per mancanza di comunicazione. IO fa indigestione di volontà comunicativa, fino ad essere, per troppo dire, frainteso da TU.

IO e TU quanto più ci somigliano, tanto più sembrano miniature di carillon costrette a ripetere all’infinito lo stesso claustrofobico percorso.

Compiono ossessivamente i loro rituali per scongiurare la fine, lottano corpo a corpo, non solo metaforicamente, con ai piedi degli anfibi militari, simbolo di guerra e icona adolescenziale. L’amore non è quello che ci raccontavano nelle fiabe, sembrano suggerirci, eppure, quasi ci si ammazza per non farlo finire.”

Livia Ferracchiati

Il titolo dello spettacolo nasce dalla "vaga somiglianza" del protagonista maschile, IO, con alcuni tratti dei personaggi principali dei primi film di Nanni Moretti, anzi gioca proprio sul fraintendimento personaggio-autore e non è inteso in senso denigratorio, anzi, qualora Nanni Moretti sedesse tra gli spettatori e non sorridesse mai, ne rimarremo senza dubbio feriti.

Lo spettacolo, ci dispiace deludere, non parla di Nanni Moretti, non si rifà direttamente a lui, a suoi personaggi o a situazioni tratte da suoi film e non lo chiama mai direttamente in causa.

Rassegna stampa

Se oggi, dopo aver visto Bianca, il noto film di Nanni Moretti, una sedicenne augurasse a

un’amica coetanea un fidanzato come il goloso e leggermente ossessivo matematico

protagonista, non so quale potrebbe essere la reazione della giovane. (...)

La giovanissima drammaturga e regista Livia Ferracchiati ne porta in scena un esempio, estrapolando dal film di Moretti solo il dialogo tra Michele e Bianca in quell’attimo prima che tutto venga distrutto dalla paura.

Ed è proprio la paura, il terzo incomodo nella relazione che si vede in scena, il protagonista, in fondo, di questo quadretto. La paura di amare, dell’abbandono nell’altro, della fiducia, della delusione e anche della solitudine. «La vera essenza dell’amore consiste nell’abbandonare la coscienza di sé, nell’obliarsi in un altro se stesso e tuttavia nel ritrovarsi e possedersi veramente in quest’oblio» ci ricorda Hegel. Ma non è così facile, soprattutto se i confronti diventano dibattiti tra distinti che non vedono nell’altro se non lo specchio distorto di se stessi, se non si cerca quindi l’osmosi, ma la supremazia della personalità e dell’individualità. Tutto questo in un sagace e veloce testo, che crea un giusto apice che ci coglie impreparati alla tragedia finale, proprio come in Bianca.
Giulia Alonzo, persinsala.it

Scritto e diretto da Livia Ferracchiati
con Chiara Leoncini e Fabio Paroni
scene Chiara Bonomelli
costumi Laura Dondi
assistenza alla regia Elena Costanzi
produzione Intus

INTUS deriva dalla locuzione latina “intus et in cute” (dentro e sotto la pelle) che si trova all’inizio delle Confessioni di Rousseau. L’idea dell’autore è quella di riferire il bene e il male della sua esperienza con la stessa schiettezza, l’espressione si trova originariamente in una satira (III, 30) del poeta latino Persio.

Conoscere qualcuno o qualcosa “intus et in cute” significa conoscerli intimamente, anche nei risvolti meno edificanti.

Questo è quello che INTUS si ripromette di fare: indagare i temi prescelti negli spettacoli senza “pre” e “post” giudizi, cercando di arrivare a toccare in profondità l’argomento.

La compagnia è stata fondata dalla regista e drammaturga Livia Ferracchiati, dalla drammaturga Greta Cappelletti e dalla danzatrice e costumista, Laura Dondi.

Tra gli interpreti: Linda Caridi (attrice), Chiara Leoncini (attrice), Luciano Ariel Lanza (danzatore), Fabio Paroni (attore) e Alice Raffaelli (danzatrice).

I componenti del gruppo provengono dalla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” e dall’Accademia di Brera.

ELFO PUCCINI corso Buenos Aires 33 - POSTO UNICO NUOVE STORIE € 15
Orario spettacoli: mar-sab ore 19.30 / dom ore 15.30 – www.elfo.org

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