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giovedì 10 marzo 2016

"DANNY E IL PROFONDO BLU"
UNA DANZA APACHE
AL TEATRO DELFINO DI MILANO

11-12-13 e 18-19-20 marzo – ore 21 /dom. ore 16.

Non riesco mai a dormire bene sul serio. Non riuscivo più a chiudere gli occhi sai? Perché se chiudevo gli occhi, era solo nella mia testa. E non posso uscire. Dalla mia testa. Palazzi che bruciano e gente che sprofonda giù nella terra. Mio padre. Mio figlio. Mia madre che prega. È il diluvio. Non sai mai se cammini su una pozzanghera o se stai per mettere il piede nel posto sbagliato e lì dentro anneghi.

Sarà in scena al Teatro Delfino di Milano dall’11 al 20 marzo. Dopo debutto in prima nazionale al Teatro Garibaldi di Palermo, il 19 febbraio , con la regia di John R. Pepper, Danny and the deep blue sea, del drammaturgo John Patrick Shanley (premio Oscar per la sceneggiatura di Stregata dalla luna e premio Pulitzer e Tony Award per Il dubbio) Due anime disperatamente sole s’incontrano in un bar, ferite e brutali, desiderose di amore in un Bronx ruvido e aspro. Danny and the deep blue sea è un lavoro tenero e violento che Pepper, regista italo-americano, molto attivo negli Stati Uniti, Francia e Russia, mette in scena con Laura Anzani e Leonardo Sbragia, ambientandolo in un bar del Bronx. Una “danza apache” portatrice di un messaggio universale capace di commuovere e toccare con la forza dirompente delle parole; personaggi “violenti ed usurati, inarticolati e bramosi di parlare, pericolosi e vulnerabili”. Danny, camionista e Roberta, divorziata e complessata, combattono rudemente per arrivare fino a domani. La notte li porterà a conoscersi e abbassare lentamente le difese e perdonarsi.

Note di regia Un bar, un incrocio in mezzo al nulla. Due anime perse che si ritrovano per dimenticare i loro dolori, dove vecchi tavolini nascondono delle sedie slivellate, dove la birra si beve in brocche e i posacenere non sono svuotati. Qui la violenza è ricorrente, nel vocabolario e nei gesti. Roberta provoca - Danny minaccia, Roberta seduce - Danny non si fida. Tutto è nel combattimento, è una danza ‘capuera’ senza tregua che deve determinare il posto di ognuno. La ragazza torturata non smette di muoversi. L’uomo, al contrario, vuole il riposo dell’immobilità. Il loro dolore urla, è palpabile: che sia qui, che sia nel Bronx o altrove, ovunque, nel mondo c’è la stessa sofferenza, solitudine e lo stesso sentimento di abbandono. Shanley scrive questo incontro atipico con uno stile ultra realista. Ci dà il sottotitolo - Una Danza Apache - per farci ricordare i duri e puri della malavita di Montmartre di Parigi anni trenta e quaranta dove regnavano i gangster alla Jean Gabin, duri ma con un cuore grande. Con la sua ostinata volontà di scrivere il quotidiano, il suo messaggio diventa universale. Qualche istante di felicità vale tutti i sacrifici. Per accedervi è il nostro cuore che bisogna aprire. Da una parte non possediamo sempre la chiave, dall’altra rinunciare al nostro mistero più intimo è un po’ come dare il bastone con cui si viene battuti. Ciò nonostante, le confessioni notturne e soprattutto quelle del giorno dopo, rafforzano e riavvicinano qui, in fondo al Bronx. In una stanza illuminata da una lampada che sembra la luna o nel profondo mare blu in cui danzano e volano le balene, abbiamo tutti diritto alla felicità e alla libertà. Il testo è crudo, violento, sensuale, ma non volgare - è un inno all’amore. Shanley ci ricorda che noi tutti abbiamo questo coraggio, questo potere di amare ed essere amati. I suoi personaggi sono bruciati vivi, innamorati, teneri e violenti. Fanno parte del nostro mondo quotidiano.

Ha un andamento cinematografico. Un muoversi a scatti come i due personaggi, immersi in un loro ego ridotto, un vuoto umano che fa tenerezza. Spettacolo sulla solitudine estrema di chi oggi non ha certezze o se le è viste frantumare dal quotidiano. Simonetta Trovato – Giornale di Sicilia

Potrebbero essere due quasi-giovani di oggi: a Palermo, a Milano o a Roma. Potrebbero essere i due che “vendono monnezza” nel teatro di Scaldati. Potrebbe essere il riassunto della vita da trentenni, oggi, alla Magliana come a Brancaccio, invece che al Bronx. Gabriele Bonafede – Maredolce.com

Ed è un duello fino all’ultimo colpo, fisico e verbale, tra due sofferenze: lui è un solitario capace di uccidere; lei una provocatrice che cerca un contatto….Nella prevedibilità della scabra scansione drammaturgica e su un registro crudo e iperrealistico è di forte tensione il corpo a corpo di Laura Anzani e Leonardo Sbragia. Guido Valdini – Repubblica

Un’altalena emotiva in cui lo spettatore è prima risucchiato nella disperazione dei personaggi, e poi riscattato nella salvezza dell’humanitas. E così, quando tutto sembra perduto, in una “bugia” di Roberta annega il pessimismo paranoide di Danny, che a sua volta diviene forza per azzittire il mostro sacro dello scetticismo. Marcello Marino – La gazzetta Augustana

Da venerdì 11 a domenica 20 marzo – ore 21 (domenica ore 16) Teatro Delfino di Milano - Spettacolo da venerdì a domenica Piazza Piero Carnelli – 20138 Milano - info@teatrodelfino.it - 333 573 0340 Biglietti: 18/15 (ridotto under 25/over 60, studenti) Convenzioni e cittadini quartiere: 10 €

Tournèe autunno 2016:
Napoli, Salerno, Todi Livorno, Bologna, Genova e Roma.

Di John Patrick Shanley
regia John R. Pepper
con Laura Anzani e Leonardo Sbragia

traduzione Leonardo Sbragia / adattamento Enrico Vanzina
scene e costumi Mela Dell’Erba
disegno luci e suono Patrick Boggero
musiche originali ‘The Pepper Brothers’ con il sostegno della ‘Missione Diplomatica degli Stati Uniti D'America in Italia’ e la collaborazione del Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa

NOTA BIOGRAFICA

John Randolph Pepper Nato nel 1958, John è cresciuto a Roma. Laureato in Storia dell’Arte all’Università di Princeton, intraprende la carriere di pittore vincendo nel 1975 il Whitney Painting Fellowship. Nel cinema debutta da bambino in Cleopatra (è il figlio di Liz Taylor) per poi lavorare come assistente regista con Joseph Losey, George Roy Hill e Dan Curtis. Nel 1992 produce il film LA PESTE, dal romanzo di Albert Camus, per la regia di Luis Puenzo. Nel 2012 è il primo direttore straniero invitato al Drama Theatre on Vasilievsky (Teatre Satir) dove dirige MATILDE di Israel Horovitz a San Pietroburgo.Nel 2000 mette in scena DANNY ET LA GRANDE BLEU al Teatro Proscenium di Parigi, al Festival d’Avignon e di nuovo al Teatre Déjazet a Parigi dove riceve la nomination per Migliore Attrice. Nel 2002 dirige la versione cinematografica PAPILLIONS DE NUIT che vince il Prix du Public al Festival de Sarlat. Sua prossima regia è TRUE WEST di Sam Sheppard a San Pietroburgo.

John Patrick Shanley Americano di origini Irlandesi, nato a New York nel 1950 è sceneggiatore, regista e drammaturgo. Nel 1988 ha vinto l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale per il film diventato un cult Stregata dalla luna con una fantastica Cher e Olympia Dukakis (entrambe vincitrici dell’Oscar per l’interpretazione) e con Nicolas Cage. Nel 2005, con Il dubbio, Premio Pulitzer per la drammaturgia da cui ha realizzato, nel 2008, il film con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams. Lavora a teatro sia come drammaturgo che come regista.

Laura Anzani Nata e cresciuta a Milano, comincia a lavorare nel cinema e in pubblicità come producer prima e costumista poi. In America studia come attrice alla New York Film Academy con Susan Batson ed entra in relazione con artisti internazionali. Lavora con la regista australiana Gabriella Rose Carter in spettacoli a Milano e New York. Nel 2007 fonda Merenda insieme al regista Matteo Pellegrini occupandosi di produzioni teatrali. Con Merenda debutta al Teatro Franco Parenti diretta da Michael Rodgers, al Piccolo Teatro Grassi e nel 2013 entra in TLLT – Teatro Libero Liberi Teatri. Nel cinema lavora tra gli altri con Filippo Timi, Aleksei Guskov, Gianmarco Tognazzi. Da Gennaio 2014 è membro della compagnia australiana Q44 con sede a Melbourne.

Leonardo Sbragia Nipote di Giancarlo Sbragia, Leonardo nasce a Roma dove si diploma in tecnico del suono, iniziando la gavetta presso studi di registrazione e di doppiaggio. Studia recitazione presso la scuola Cantiere Teatrale, condotta da Paola Tiziana Cruciani, allieva di Gigi Proietti, per poi lavorare con registi come Marco Mattolini, Joseph Ragno, Massimiliano Bruno sia a teatro che al cinema. È presente nel recente film dei Pills, a breve sarà in tournée con un nuovo progetto teatrale dove reciterà accanto a suo padre Mattia.

Mela Dell’Erba Napoletana Scenografa e costumista vive a Palermo dove dal 1996 è tra i fondatori e promotori del Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa. Ha lavorato con Enzo Vetrano e Stefano Randisi (L’onorevole, I Giganti della Montagna, Fantasmi, Totò e Vicè) , Antonio Latella (Querelle, Porcile), Matteo Bavera (È la terra un’unica finestra), Lina prosa (Lampedusa Trilogy : Lampedusa Beach, Lampedusa Snow, Lampedusa Way) Emma Dante (Scimia) , Carlo Cecchi (Misura per Misura, Amleto, Sogno di una notte d’estate) Enzo Moscato (Recidiva, Biennale di Venezia), Matteo Bavera e Franco Scaldati (Alberi adagiati sulla luce, La gatta di Pezza, Occhi). 2011 è tra i tre finalisti del Premio Maschere del Teatro italiano come migliore costumista dell’anno con “Giganti della Montagna” regia Vetrano/Randisi che vince come migliore spettacolo dell’anno.

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