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lunedì 29 febbraio 2016

"LA NAVE FANTASMA"
DI GIOVANNI MARIA BELLU, RENATO SARTI
E BEBO STORTI
TEATRO FILODRAMMATICI MILANO

Dal 1 al 6 marzo 2016
Produzione Teatro della Cooperativa.

PREMIO GASSMAN / Città di Lanciano 2005 – Miglior Testo Italiano

Il 25 dicembre del 1996, quasi venti anni fa, al largo delle coste siciliane, affondò un piccolo battello carico di migranti provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka. Le vittime furono duecentottantatre: si trattava della più grande tragedia navale avvenuta nel Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un record che è stato tragicamente superato in questi ultimi anni.

Nonostante le precise testimonianze dei superstiti, autorità italiane e mass media, eccetto rare eccezioni (Livio Quagliata de Il Manifesto, Dino Frisullo di Senza Confine), non se ne occuparono: la tragedia del Natale 1996 divenne il naufragio fantasma. Gli stessi pescatori della zona, che recuperarono decine di cadaveri nelle reti, temendo conseguenze per la loro attività li ributtarono in mare. Solo cinque anni dopo, con un reportage reso possibile dalla testimonianza del pescatore di Portopalo Salvatore Lupo, il quotidiano La Repubblica, attraverso un’inchiesta del giornalista Giovanni Maria Bellu, riuscì a individuare e filmare il relitto. Nel giugno del 2001 le immagini della “nave fantasma” fecero il giro del mondo ma, nonostante l’appello di quattro premi Nobel italiani (Renato Dulbecco, Dario Fo, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia) e alcune interpellanze parlamentari, non era stato fatto nulla per recuperare il relitto e riconsegnare questo episodio alla Storia senza menzogne ed omertà.

“La nave fantasma” è una sintesi drammatica della vasta tematica, diventata sempre più urgente, connessa al tema dell’immigrazione: la disperazione dei migranti, il silenzio delle autorità e dei mass media, la ferocia dei trafficanti di esseri umani, la terribile indifferenza e l’invincibile paura della nostra società, le reazioni di carattere xenofobo e razzista.

Benché basato su una rigorosa cronaca degli eventi – tradotta sulla scena attraverso i racconti dei protagonisti, con l’ausilio di materiale video e la proiezioni di disegni realizzati appositamente da Emanuele Luzzati – l’intento registico è quello di fare ricorso a tutti gli elementi tipici del teatro comico e del cabaret, quali l’improvvisazione e il rapporto continuo e diretto con il pubblico.

In scena gli stessi Bebo Storti e Renato Sarti che, in una sorta di cabaret tragico, estremo e scioccante, coinvolgeranno gli spettatori nella rievocazione di quella dolorosa vicenda e nella riflessione su uno degli argomenti più scottanti dei giorni nostri.

In scena al Teatro Filodrammatici dal 1 a 6 marzo

La nave fantasma
di Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti
con Bebo Storti, Renato Sarti | disegni Emanuele Luzzati | musiche Carlo Boccadoro
regia Renato Sarti | produzione Teatro della Cooperativa

» DURATA 90’

INFO

Telefono: 02.36727550 | biglietteria@teatrofilodrammatici.eu| Acquista online su www.vivaticket.it

ORARI BIGLIETTERIA: Nei giorni di spettacolo: dalle 15.00 a inizio spettacolo

Nei giorni di riposo: dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00

ORARI SPETTACOLI: lunedì RIPOSO / martedì 21.00 / mercoledì 19.30 / giovedì 21.00 / venerdì 19.30 / sabato 21.00 / domenica 16.00

PREZZI: intero: 20 euro / ridotto convenzionati:16 euro / ridotto under 25:13 euro / ridotto over 65:10 euro / ridotto scuole: 8 euro

Via Filodrammatici, 1 – Ingresso Piazza Paolo Ferrari, 6 - 20121 Milano
www.teatrofilodrammatici.eu

RASSEGNA STAMPA ESSENZIALE

Storti e Sarti sono bravissimi, il primo cinico, capace di satira feroce, di imitazioni strepitose, il secondo pacato maneggia con cura fatti, dati e sentimenti. Si ride amaramente e si riflette sulla nostra miseria in uno spettacolo che si snoda in un subisso di dati e informazioni che diventano teatro. […] Uno spettacolo di impegno civile che riesce ad essere specchio della pavida opportunista coscienza della nostra società. Da non perdere.
Magda Poli, Corriere della Sera

Lo spettacolo preferisce partire dalla comicità vicina all’assurdo con cui Dario Fo raccontava in tempo reale gli anni di piombo coinvolgendo il pubblico. […] Alla compostezza di Renato Sarti si contrappone un Bebo Storti dilagante nei suoi ininterrotti trasformismi.
Franco Quadri, La Repubblica

Uno spettacolo a capitoli che non lascia nulla al caso, semplice e immediato, forte e civile. Un cabaret tragico […] dove si ride perfino di fronte ai fatti più crudi grazie all’impagabile capacità di dire cose feroci con un’ironia dissacrante dove il riso suona più sinistro di un grido. È un riso nero, luttuoso quello provocato da Renato Sarti e da Bebo Storti, in scena per circa tre ore, bravissimi a cambiare a vista personaggi e pelle. […] Grazie a Sarti, Storti e Bellu che ci hanno ricordato che il teatro è anche un rito pubblico, politico, laico.
Maria Grazia Gregori, L’Unità

Renato e Bebo, in uno spettacolo esilarante ma anche commovente, […] ci ricordano la nostra ignoranza sulla realtà dell’immigrazione e sulle sue cause […] non attraverso le chiacchiere ma con la lingua del teatro – ed è vero teatro. Semplice, ruspante, povero, ma teatro. Il teatro sono due attori, due uomini che si giocano tutto, come qui, per una causa in cui credono.
Luca Doninelli, Avvenire

Due ore e mezzo di colpi di scena, di passaggi improvvisi dal tragico al comico al grottesco.

[…] Chi recita si diverte e a tratti soffre come chi partecipa. Suda, cambia le battute, si confonde, accetta che siano gli eventi a disegnare ogni giorno un nuovo canovaccio.
Stefano Galieni, Liberazione

L’Odissea moderna finisce a Portopalo.
Arianna Di Genova, Il Manifesto

Sarti has skillfully culled the absurd elements of the ensuing oblivion into which the shipwreck was lost, and deftly leads the audience to a state of soul-searching on the tragedy.

Sarti è abile nel cogliere le assurdità dell’oblio che fece seguito al naufragio portando il pubblico a mettersi in discussione rispetto alla tragedia.
Elisabetta Povoledo, International Herald Tribune
 
Dire che “narrano” come sempre più spesso il teatro italiano in tempi di carestia, è fargli torto. La nave fantasma il suo naufragio un po’ lo racconta, ma soprattutto lo mima, lo agita come una scatola da cui cadono gag, improvvisazioni, sberleffi e schiaffi (molti schiaffi) menati dallo straordinario mimetismo linguistico di Bebo Storti, impegnato in una estenuante sfilata di maschere: preti siculi, ammiragli romaneschi, politici lumbard.
Attilio Scarpellini, il Riformista

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