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venerdì 9 maggio 2025

"OTTANTANOVE"
PRODUZIONE FROSINI / TIMPANO
TEATRO FONTANA DI MILANO

Dal 9 all’11 maggio torna a Milano Ottantanove, spettacolo pluripremiato agli Ubu 2022 e firmato dalla storica compagnia Frosini/Timpano.


1789. La Rivoluzione Francese tocca e cambia tutta l’Europa fondando il mondo in cui viviamo. Ma cosa ne rimane 230 anni dopo? Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli, con la loro scrittura affilata e spietatamente ironica, pronti ancora una volta a scandagliare e a smascherare l’apparato culturale occidentale con tutti i suoi simboli e le sue retoriche fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi. Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono sul palco in un percorso volto a mettere in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. Una rivoluzione è ancora possibile? E in che modo? Oppure si tratta di una cosa vecchia, novecentesca, conclusasi in un altro tempo e in un’altra Storia?

Nota di regia

«Pazienza. Siamo in tempi di Rivoluzione» Victor Hugo, Nonvantatré, 1874

La Rivoluzione francese ha dilagato in tutta Europa e ha cambiato e fondato il mondo in cui viviamo. La rivoluzione del 1789. Che domande continua a porci, oggi, la Rivoluzione? Che rapporto abbiamo dopo un altro Ottantanove, il 1989, con la democrazia, la politica e il potere? Quel che resta della Rivoluzione ci riguarda ancora? O è roba vecchia? Parrucche polverose da mettere nei musei?

Ottantanove non vuole raccontare una storia, o la Storia, ma immergersi in un mito fondativo, nei materiali culturali che lo hanno prodotto e che questo ha prodotto a sua volta. L'attuale crisi della Democrazia vista in rapporto con la Rivoluzione francese e con il 1989, la fase che apre la nostra epoca, oggi che il concetto stesso di rivoluzione sembra aver perso concretezza, anche se non un suo fascino rétro.

Il nostro è uno sguardo da italiani, da cuginetti d'oltralpe, lo sguardo dei parenti poveri, meno evoluti, da liberare e civilizzare. La rivoluzione francese non l'abbiamo fatta noi. Anzi. L'abbiamo in parte subita. La Rivoluzione si intreccia con la nostra storia e con l'avvio del nostro stesso mito fondativo, il Risorgimento: il tricolore italiano nasce il 7 gennaio del 1797 in piena Repubblica Cispadana controllata dai francesi. Ma il nostro è anche uno sguardo da europei occidentali, perché nonostante tutto siamo gli eredi della Rivoluzione. Le nostre democrazie, l'Europa di oggi, tutto il mondo in cui viviamo è stato fondato allora.

Il nostro è quindi uno sguardo dall'Europa, che è un'entità contraddittoria, in evidente crisi politica e democratica, ma che continua a proclamare come suoi fondamenti identitari i diritti civili, la sovranità popolare, la cittadinanza, le libertà di stampa, riunione, culto, associazione, la democrazia. Concetti nati durante la Rivoluzione e in essa già traditi, ancora oggi sbandierati e utilizzati in qualunque discorso pubblico europeo, nonostante suonino ormai svuotati di senso, di sostanza, come gusci vuoti lasciati sulla spiaggia. Cose nate allora la cui carcassa ci ritroviamo oggi tra i piedi,

ma svuotata di ogni contenuto, come le mummie imbalsamate degli egizi, con tutti gli organi chiusi in un vaso canopo - la milza, gli intestini, il cuore, il fegato - e la vuota forma del corpo glorioso che fu, tuttora affascinante e persistente come un deodorante, ormai definitivamente morta. Che fine ha fatto, non diciamo la vita, ma almeno il canopo?

In continuità con i lavori precedenti, in cui abbiamo affrontato temi che riguardano la storia e l'identità italiana, attraversandola e soffermandoci sul suo cadavere politico con testi come Dux in scatola, Risorgimento Pop e Aldo morto (che compongono la trilogia Storia cadaverica d'Italia), il colonialismo italiano e la sua eredità di razzismo nel pensiero occidentale in Acqua di colonia, anche per Ottantanove abbiamo attraversato un'infinità di materiali culturali - dalla letteratura alla storiografia, alla musica, alla canzone, al cinema, alla pubblicità – ricuciti, rielaborati ed immersi senza soluzione di continuità all'interno di un progetto drammaturgico originale. Così, nel testo confluiscono, accanto a materiali biografici personali e ad una scrittura immersa nel presente, più quotidiana e più dialogica, la prosa settecentesca di Vittorio Alfieri, Foscolo e Sografi, la “démesure” ottocentesca di Victor Hugo, la tensione politica novecentesca di Peter Weiss e Federico Zardi.

Senza voler rintracciare una singola, univoca versione della Storia, ogni nostro lavoro ha sinora messo in connessione le retoriche con la nostra identità, la nostra storia personale, le cose che abbiamo letto e conosciuto, accendendo una riflessione sulla nostra realtà. Sulla scena gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico e in bilico tra mitologie contemporanee e culturali, topoi storici, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti, neanche a noi stessi.
Elvira Frosini e Daniele Timpano

Drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano
collaborazione artistica David Lescot
con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano
Assistenza alla regia e collaborazione artistica Francesca Blancato
Disegno luci Omar Scala
Scene e costumi Marta Montevecchi
Musiche originali e progetto sonoro
Lorenzo Danesin Organizzatrice di compagnia Laura Belloni Immagine del manifesto Valentina Pastorino
Foto Ilaria Scarpa, Piero Tauro
Elettricista Omar Scala
Coordinamento tecnico dell’allestimento Marco Serafino Cecchi Assistente all’allestimento Giulia Giardi
Cura della produzione Francesca Bettalli e Camilla Borraccino Ufficio stampa Cristina Roncucci
Produzione Teatro Metastasio di Prato, SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione
In collaborazione con Kataklisma teatro e Teatro di Roma – Teatro Nazionale Residenze artistiche: Istituto Italiano di Cultura Parigi e Città delle 100 Scale Festival
Un ringraziamento a: Compagnie du Kaïros – France

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA


Questo lavoro evoca gente che scende in piazza, davanti a un’enorme bandiera francese afflosciata, ma in realtà è lo spettacolo di tutti noi nel vuoto civile, nel vuoto etico, nel vuoto della memoria, nel vuoto serio perché seriale. Energiche strette di mano meritano Daniele Timpano che conserva la sua timidezza eversiva bukowskiana, Elvira Frosini che è inguaribile beckettiana enigmista, e Marco Cavalcoli che apporta fairplay meditativo alla Bruce Chatwin.
R. Di Giammarco, La Repubblica

C’è molta qualità attoriale, molto rodato fraseggio, molta feconda energia nel ricorrere questa diaspora di una prospettiva reale di cambiamento.
G. Rizza, Il manifesto

È l'ironia della drammaturgia che ricompone l'ironia della storia e dei suoi protagonisti, mentre si cambiano e travestono narrandosi, ma così facendo in teatro si denudano nel profondo del loro significare (e del loro influire sulle vite di tutti e di ciascuno), con molta più efficacia di un trattato, storico o politico che sia.
M.D. Pesce, Dramma.it

Questa di

Frosini/Timpano/Cavalcoli è un’auto-interrogazione frenetica e spietata, che si apre per strappi dolorosi, sostenibile perché costruita con sapienza di scena e gestita come uno scambio di palla ritmico, coordinatissimo da parte dei tre interpreti.

E la chiave sembra essere proprio nel gioco a eludere quella facile commozione che irride.
Rossini, teatroecritica

“Ottantanove” si muove sul crinale fragilissimo che sempre esiste tra bene e male, enumerando beffardamente le bellezze e le conquiste di quelle battaglie per poi subito dopo mostracene le debolezze e gli inesistenti risultati.
M. Bianchi, Klp

INFORMAZIONI

Data e orario

domenica ore 16.00
lun, mar ore 20.30

PREZZI

Intero 25 €

Under30 15 €

Over 65 / Under 14 12 €

Convenzioni 20 €

Scuole di teatro 12 €

Prevendita e prenotazione 1 €

Info e prenotazioni

+39 0269015733 biglietteria@teatrofontana.it

www.vivaticket.com

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