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lunedì 15 ottobre 2018


"LA CAMBIALE DI MATRIMONIO"
OPERA FUORI ABBONAMENTO
TEATRO COCCIA DI NOVARA

Mercoledì 17 ottobre 2018 ore 20.30
In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la rappresentazione dell’opera sarà preceduta dall’esecuzione di due melologhi su musiche create da studenti delle classi di composizione del Conservatorio: LES MOTS QUI SONNENT Due melologhi per Gioachino Rossini
Elia Praderio METODO PER ADDORMENTARSI
Federico Pirotti PETIT DÎNER DE PLAISIR

I due melologhi, per voce recitante e orchestra, sono stati composti dai vincitori di un concorso promosso dal Conservatorio stesso. I testi, scelti dalla commissione, riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per lo più dall'epistolario.
L’OPERA
La cambiale di matrimonio, farsa comica in un atto su libretto di Gaetano Rossi, fu rappresentata per la prima volta al Teatro San Moisè di Venezia il 3 novembre 1810. Interpreti della prima rappresentazione furono Domenico Remolini (Norton), Clementina Lanari (Clarina), Luigi Raffanelli (Tobia Mill), Tommaso Ricci (Edoardo), Rosa Morandi (Fanny), Nicola de Grecis (Slook).
Il soggetto è tratto da un omonimo dramma di Camillo Federici.

TRAMA
Il ricco mercante Tobia Mill riceve una lettera dal nordamericano Slook, suo corrispondente in affari, che annuncia la sua venuta in Inghilterra per ritirare la merce a cui ha diritto avendo stipulato una cambiale con Mill. La merce è… una donna da sposare! Mill offre in moglie a Slook sua figlia Fanny, la quale però è segretamente fidanzata con Edoardo Milfort, un giovane povero. All’arrivo di Slook, Fanny ed Edoardo, il quale si è introdotto nella casa presentandosi falsamente come il nuovo impiegato, tentano di convincere l’Americano a non esigere il pagamento della cambiale. Quando Slook scopre il sentimento che unisce i due, decide di girare la cambiale a Edoardo, dichiarando a Mill di avere nominato suo erede il giovane. Che Mill si metta l’anima in pace! Fra un anno si troverà a godere del frutto del capitale: un bel nipotino.

Con questa farsa il diciottenne Rossini iniziò nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia la sua fulgida e rapidissima carriera. I personaggi principali dell’opera formano una sorta di quadrilatero: da una parte stanno i due “amorosi”, cioè i due giovani innamorati, soprano e tenore, che si esprimono con un linguaggio sentimentale; dall’altra, due personaggi anziani e comici, voci di basso-baritono chiamate a quel tempo “buffi”: Mill, padre avaro e ostinato, pronto a trattare sua figlia come una merce, e Slook, mercante americano dalle maniere grezze, abituato a misurare ogni cosa in denaro ma pronto a comprendere con generosità il valore dei sentimenti umani. Nella vivacità e nella precisione del ritmo, nella limpida chiarezza con cui si svolgono le frasi musicali e nel calore melodico delle espressioni amorose si riconosce già da questa prima opera lo stile caratteristico di Rossini.

NOTE DI REGIA
Concisa, fresca, ricca di anticipazioni, La cambiale di matrimonio (1810) è la prima opera portata in scena da un Rossini diciottenne, nonché la prima delle sue farse per il teatro San Moisè di Venezia. Ciò che più colpisce è l’inarrestabile ventata di comicità che l’attraversa: basti pensare a come quasi tutte le arie siano “arie d’azione”, e lo siano pure gli altri numeri chiusi, mentre le rare oasi liriche sfocino immediatamente in nuovi intrighi.

La trama è consueta, una giovane coppia il cui amore è osteggiato dal padre di lei, ma inserita in un contesto singolare: il padre Tobia Mill è infatti un ricco commerciante, intrattiene rapporti con paesi lontani e, tra le sue attività d’affari, c’è anche quella di “vendere” la figlia Fanny al corrispondente dal Canada Mr. Slook. Il motivo del denaro, onnipresente, è così messo in relazione al tema dell’emancipazione femminile ( con le parole del domestico Norton, Miss Fanny è trattata «come una balla di mercanzia»): facendo di Fanny la prima di quelle figure femminili volitive, decise a non subire le imposizioni altrui, che costellano le commedie rossiniane.

A ciò si aggiunga quel tanto di esotico introdotto da Slook, la cui provenienza da un paese lontano da una parte lo rende ignaro degli usi europei, così da generare una serie di qui pro quo che alimentano la farsa, dall’altra lo tiene al riparo dall’affarismo materialista di Mill, facendone l’ultima, quasi grottesca incarnazione del mito del “buon selvaggio”.

Per tutte queste ragioni, ho deciso d ambientare questa Cambiale di matrimonio in una moderna ditta di spedizioni, animata da impiegati, segretarie, capireparto e fatta di scatole da imballare, lettere da consegnare, materiale traportato con muletti. Niente di realistico, naturalmente: potremmo pensare a una sorta di Amazon del tutto surreale, dove le porte si alzano restando appese in aria, le lettere piovono dal cielo e il chiuso delle quattro mura talora si moltiplica, aprendo squarci di pura immaginazione.
Laura Cosso

LAURA COSSO
Personalità dalla doppia formazione, Laura Cosso ha alle spalle un’intensa attività musicologica, a cui ha affiancato, in misura crescente, l’impegno nel campo della regia lirica.
Dopo gli studi musicali e di recitazione, il Diploma di canto e la Laurea con lode in musicologia, vince il Concorso a cattedre per i Conservatori sia per la materia Arte scenica che per Storia della Musica.

Contemporaneamente, assume la direzione artistica di “Novecento musicale europeo”, si occupa di teatro multimediale e firma alcune regie (tra queste: L’histoire du soldat di Stravinskij, Xerse di Händel e Il piccolo spazzacamino di Britten).

Ha messo in scena opere di Mozart, Rossini, Verdi e Puccini. Tra i teatri per cui ha scritto drammaturgie e firmato regie vi sono il Teatro Regio di Torino (Le dannazioni di Don Giovanni) e il Teatro Regio di Parma (Ferdinando Paër, Camilla, ossia il sotterraneo). Per anni ha collaborato con il Laboratorio lirico del Festival Ticino Musica, per il quale ha messo in scena le quattro farse rossiniane Il signor Bruschino, La scala di seta, L’occasione fa il ladro, La cambiale di matrimonio (Teatro del Palazzo dei Congressi di Lugano, 2008-2013). Nel 2012-13 è stata coinvolta dal Festival Nei Stëmmen per la messinscena della trilogia di Mozart-Da Ponte, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e un Don Giovanni rappresentato in diversi teatri del Lussemburgo (Théâtre de l’Abbaye de Neumünster-Luxembourg, CAPe-Ettelbruck, Trifolion-Echternach).

Ha tenuto masterclass in Corea del Sud e in Cina, dove è anche stata invitata a mettere in scena La bohème (Teatro di Gwangju, 2013) e un Così fan tutte (2016) presso il Majestic Theatre di Shanghai.

È conosciuta internazionalmente per i suoi studi sulla musica francese dell'Ottocento; ha scritto due monografie su Berlioz (tra cui Berlioz, L’Epos, 2008) e numerosi saggi pubblicati per case editrici sia italiane che francesi (La Sorbonne, Basalte). Collabora regolarmente col Teatro alla Scala e con le maggiori istituzioni musicali.
È docente di Arte scenica presso il Conservatorio di Milano.

MARGHERITA COLOMBO
Si è diplomata in Direzione d’orchestra sotto la guida di Daniele Agiman al Conservatorio di Milano nel 2010, concludendo un brillante percorso di studi: Diploma in Pianoforte (Mario Boselli), Biennio per Maestri collaboratori (Umberto Finazzi), Diploma in Composizione (Fulvio Delli Pizzi), corso triennale di Alto Perfezionamento pianistico dell’Accademia Musicale Pescarese (Paolo Bordoni), numerose masterclasses (Aldo Ciccolini, Joaquin Achucarro, Sergio Perticaroli, Jeffrey Swan).

È direttrice d’orchestra stabile (1° Kapellmeisterin) presso il Landestheater Niederbayern a Passau dal 2017; in questo ruolo ha diretto recite e concerti sinfonici alla guida della Niederbayerische Philharmonie nei teatri di Passau, Landshut e Straubing: tra le sue produzioni figurano La Wally di Catalani, Wiener Blut e Zigeunerbaron di Strauss, Il mondo della luna di Haydn, Operetta Anthology di Lortzing, Der Graf von Luxemburg di Lehár oltre a vari concerti sinfonici.

Ha diretto importanti orchestre tra cui spicca la Gewandhausorchester di Lipsia in diverse produzioni dell’Opera della stessa città, tra cui Pinocchio di Valtinoni e Papageno und die Zauberflöte di Mozart. Ha inoltre diretto: in Germania la Loh-Orchester Sondershausen nella Traviata di Verdi, Il piccolo principe di Hoffman, Prinzessin Anna di Vinje e Il piccolo flauto magico di Mozart; all’Opera Nazionale di Tirana Orfeo ed Euridice di Gluck; a Milano La traviata presso il Teatro Filodrammatici, Il signor Bruschino e La scala di seta di Rossini alla Sala Verdi del Conservatorio, poi in tournée a Lugano e Locarno; L’histoire du soldat di Stravinskij a Lipsia e Milano e L’opera da tre soldi di Brecht/Weill a Milano.

Margherita Colombo svolge parallelamente all’attività di direttrice d’orchestra un’intensa collaborazione con l’associazione “Vacanze Musicali” di Milano, con la quale realizza masterclasses per Maestri collaboratori e corsi di formazione orchestrale per giovanissimi; dal 2018 lavora con I Musici di Parma come docente dei corsi di perfezionamento per Maestri collaboratori.

EMANUELA TAGLIAVIA
Danzatrice e coreografa, si forma in Italia per poi perfezionarsi in danza contemporanea in Francia. Collabora con compagnia quali: Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo, Ballet du Louvre, Ballet des Temps Modernes, Europa Ballet, Cie Alain Marty, Cie Philippe Tressera, Compagnia Susanna Beltrami, Compagnia Ariella Vidach. Crea le coreografie per Der Dämon di Paul Hindemith, (1996, Piccolo Teatro Studio, Milano), per Y:T:T:T:0:M: adLlB: di Roberto Masotti; crea 12 minuti all’alba su commissione di Giorgio Gaslini (1998), Corto Circuito per la scuola del Teatro dell’Opera di Roma (1999), À la Carte (Teatro Piccolo Regio di Torino, Festival Civitavecchia, Festival Cagliari), Waitingage per Danza da Bruciare di Roma, M’encanta per il Festival di Rapallo. Firma Trio destino, presentato al Teatro Bol’šoj di Mosca. Per la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala firma Macbeth, La valse à mille temps di Jacque Brel, Ceci n’est pas e Carmen. Cura le coreografie di Nabucco (2001, regia di Stefano Monti), Rigoletto (2002, regia di Vittorio Sgarbi), Aida (2003, Great Opera Seoul, regia Stefano Monti). Per il Museo della Scienza di Milano, nascono 506 e Luminare Minus (2008). Fra il 2009 e il 2016 nascono Oscillazioni, Balthus Variations, Hopper Variations, Pour en Herbier, Island, Encore une Valse e Combustioni, con cui riapre il Teatro Continuo di Milano. Firma le coreografie di Qohelet, presentato nell’ambito di Jewish in the City #150 - Teatro Franco Parenti (2016). Nel 2017 cura i movimenti coreografici de La gazza ladra, regia di Gabriele Salvatores e direzione di Riccardo Chailly (Teatro alla Scala). Nel 2018 vanno in scena Murmuration (Festival di danza Contemporanea Pulchra Minima – Teatro Gerolamo), Chansons de Bilitis, con Luciana Savignano (Chiostro del Conservatorio di Milano). Tagliavia è la coreografa dell’opera Alì Baba e i 40 ladroni, regia di Liliana Cavani e direzione di Paolo Carignani (Teatro alla Scala). Dal 1999 è docente di danza contemporanea presso la Scuola di Ballo dell’Accademia delle Arti e Mestieri del Teatro alla Scala. Dal 2007 è docente presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.

Farsa comica in un atto
Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Gaetano Rossi
Regia Laura Cosso
Direzione d’orchestra Margherita Colombo
Coreografie Emanuela Tagliavia
Orchestra Conservatorio “Verdi” di Milano
Scene e Costumi a cura dell'Accademia di belle arti di Brera
Luci Andrea Ceriani, Francesca Moioli, Maddalena Morante, Eleonora Nardo, Giorgia Ruzzante
Video Federico Poni
Ballerini-attori del Centro AIDA di Marisa Caprara
Produzione Conservatorio “Verdi” di Milano | Accademia di Belle Arti di Brera

PERSONAGGI e INTERPRETI
Sir Tobia Mill, negoziante DAVIDE ROCCA
Fannì, di lui figlia LUCREZIA DREI
Edoardo Milfort SHINICHIRO KAWASAKI
Slook, negoziante americano RAFFAELE FACCIOLÀ
Norton, cassiere di Mill FILIPPO QUARTI
Clarina CRISTIANA FARICELLI

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