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mercoledì 13 dicembre 2017

TEATRO i DI MILANO
"BASTARDA"
SIAMO TUTTI IBRIDI

Il 14 dicembre andrà in scena a Teatro i Bastarda, un’indagine sul tema dell’identità ibrida, una riflessione sulle nostre origini e sulle nostre radici.
Lo spettacolo è una produzione Fragile Artists in collaborazione con Fattoria Vittadini, inserito all’interno di It’s a little bit messy, rassegna diffusa per la città di Milano promossa da Fattoria Vittadini in occasione dei dieci anni di attività.

Siamo tutti ibridi. Lo siamo nella nostra identità: non coincidiamo con noi stessi. Siamo l’insieme di tutte le persone che abbiamo amato, odiato, conosciuto, perso, lasciato, dimenticato. E non coincidiamo nemmeno con un luogo: il nostro DNA dice che in noi ci sono tracce provenienti da parti del mondo diverse e lontane.
Nessuno è uno. Nessuno è puro.


Fulcro visivo e semantico della performance è un mantello fatto di cozze, pelle di un corpo venuto dal mare, composto da tanti pezzi cuciti insieme tra di loro. Pezzi di scarto, residui del pasto di qualcuno. Qualcun altro. Questa pelle è anche una corazza con cui difendersi, nascondersi; un carapace dentro cui preservarsi molli e inermi. Un confine. Separazione dall’Altro.

Se lo si allarga, il mantello diventa la mappa di un unico grande continente, come era la Terra nella sua origine: la Pangea, l’unione delle terre emerse. Prima della separazione dei continenti, prima delle divisioni razziali e culturali, prima della creazione dei confini, della nascita degli Stati.

Dopo. L’ Altro, soprattutto se è straniero, quando vuole occupare uno spazio territoriale che il destino non gli ha assegnato, è visto come una minaccia. Qualcuno che vuole portare via la “nostra” identità, la “nostra” cultura. Ma esiste UNA cultura? Esiste UNA identità da portare via? Oppure identità e cultura sono il risultato di quel continuo processo di ibridazione tra esseri umani?

Anche il MANTELLO è una PELLE in continuo divenire: al termine di ogni performance, qualche cozza si stacca e servono altri mitili per comporla. Nuovi pezzi, residuo del pasto di altri, che non conosciamo, che incontreremo.

FATTORIA VITTADINI - It’s a little bit messy
Due mesi intensi quelli appena trascorsi: ottobre ha visto la compagnia impegnata prima al Festival MilanOltre, che le ha dedicato un Focus, e poi al Festival Lecite/Visioni, prima volta per una compagnia di danza; in novembre è stata la volta del Teatro Franco Parenti che, nell’ambito di NEXT, ha ospitato Vanitas, co-produzione di Fattoria Vittadini e CID di Rovereto / Festival Oriente Occidente.
Il mese di dicembre segna ora la chiusura del progetto con tre appuntamenti in altrettanti spazi milanesi.

Il 15 dicembre allo Spazio Oberdan è in programma la proiezione del film Tutto parla di te di Alina Marazzi, pellicola che valse alla regista il premio Golden Camera al Festival di Roma 2012 come regista emergente e che vede protagonisti i danzatori di Fattoria Vittadini accanto a Charlotte Rampling e Elena Radonicich.
Il 16 a Zona K, luogo che ha aperto la rassegna in settembre, saranno invece presentati alcuni progetti inediti della compagnia.

Il 14 dicembre andrà in scena a Teatro i Bastarda, un’indagine sul tema dell’identità ibrida, una riflessione sulle nostre origini e sulle nostre radici.
Lo spettacolo è una produzione Fragile Artists in collaborazione con Fattoria Vittadini, inserito all’interno di It’s a little bit messy, rassegna diffusa per la città di Milano promossa da Fattoria Vittadini in occasione dei dieci anni di attività.

Siamo tutti ibridi. Lo siamo nella nostra identità: non coincidiamo con noi stessi. Siamo l’insieme di tutte le persone che abbiamo amato, odiato, conosciuto, perso, lasciato, dimenticato. E non coincidiamo nemmeno con un luogo: il nostro DNA dice che in noi ci sono tracce provenienti da parti del mondo diverse e lontane.
Nessuno è uno. Nessuno è puro.

Fulcro visivo e semantico della performance è un mantello fatto di cozze, pelle di un corpo venuto dal mare, composto da tanti pezzi cuciti insieme tra di loro. Pezzi di scarto, residui del pasto di qualcuno. Qualcun altro. Questa pelle è anche una corazza con cui difendersi, nascondersi; un carapace dentro cui preservarsi molli e inermi. Un confine. Separazione dall’Altro.

Se lo si allarga, il mantello diventa la mappa di un unico grande continente, come era la Terra nella sua origine: la Pangea, l’unione delle terre emerse. Prima della separazione dei continenti, prima delle divisioni razziali e culturali, prima della creazione dei confini, della nascita degli Stati.

Dopo. L’ Altro, soprattutto se è straniero, quando vuole occupare uno spazio territoriale che il destino non gli ha assegnato, è visto come una minaccia. Qualcuno che vuole portare via la “nostra” identità, la “nostra” cultura. Ma esiste UNA cultura? Esiste UNA identità da portare via? Oppure identità e cultura sono il risultato di quel continuo processo di ibridazione tra esseri umani?

Anche il MANTELLO è una PELLE in continuo divenire: al termine di ogni performance, qualche cozza si stacca e servono altri mitili per comporla. Nuovi pezzi, residuo del pasto di altri, che non conosciamo, che incontreremo.

PER INFO E BIGLIETTERIA
TEATRO i
via Gaudenzio Ferrari 11, Milano
giovedi 14 dicembre – ore 20.00
biglietti - intero: 18 euro / convenzionati: 12 euro / under 26: 11,50 euro / over 60: 9 euro
info e prenotazioni: tel. 02/8323156 – 366/3700770 –biglietteria@teatroi.org – www.teatroi.org
biglietti disponibili su www.vivaticket.it


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