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mercoledì 18 marzo 2015

AL TEATRO SAN BABILA TRAGICOMICA COMICITA' CON "LADRO DI RAZZA"
 

Roma 1943. Un modesto ladro e truffatore, Tito, abituato a inventarsi la vita, esce dal carcere, dopo aver scontato l’ennesima pena. Non può tornare a casa dei suoi, perché sulle sue tracce c’è un usuraio, noto per la sua crudeltà. Decide quindi di rifugiarsi nella catapecchia di Oreste, suo amico d’infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito deve assolutamente trovare al più presto dei soldi, per placare l’ira del “cravattaro”.
Conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive da sola in un appartamento lussuoso del ghetto. Sarà lei la sua vittima. Tito la corteggia e, dopo un’estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie. Ormai è di casa e pronto per il furto, in cui coinvolge anche l’amico fornaciaro. E’ l’alba del 16 ottobre 1943, il momento del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. In questa storia, mai il detto “Al posto sbagliato nel momento sbagliato” fu più puntuale. Ma il piccolo uomo Tito, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico dirompente, scoprirà in sé un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. “Ladro di razza”, interpretato da Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni, Blas Roca Rey, e in scena al Teatro San Babila di Milano dal 20 al 29 Marzo 2015, si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicommedia un momento della nostra Storia. Momenti di trascinante comicità si alternano a parentesi di riflessione e commozione, regalando allo spettatore 3 personaggi da ricordare. Tito, Oreste e Rachele, infatti, protagonisti di questa piccola, minuscola e, per certi versi, ridicola storia diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio. Ladro di razza è una storia di ingenuità e fame, di illusioni e inganni, di risate e lacrime, quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato.

Marco Mattolini

“E’ importante mettere in scena questo testo con un allestimento e un cast totalmente nuovi a tre anni di distanza dalla sua breve uscita sulla scena romana, perché riferendosi ad un momento ormai lontano ci fa riflettere sul presente più attuale, sull’estraneità delle persone rispetto ai grandi fatti della storia e della politica, sulla profonda incidenza dell’incertezza economica e sociale sulle scelte morali delle persone, sull’eterno confronto fra l’adeguarsi allo status quo, alla situazione dominante per quanto sinistra e inaccettabile si percepisca e la tentazione/coraggio di ribellarsi. Un certo clima del testo che si immerge nell’immaginario del neorealismo cinematografico italiano del dopoguerra fa da prisma per sottolineare il valore emblematico della vicenda e la sua attualità. Scene e costumi citeranno quindi quel mondo evidenziandone affettuosamente l’appartenenza ad un immaginario collettivo che è divenuto proprio di tante generazioni successive, fino alle più recenti. La musica costruita alla “manière de” i grandi temi di commento del cinema di quegli anni e della cultura popolare delle canzonette dell’epoca, sottolineerà l’impostazione antinaturalista nel senso più profondo e non elitario del termine. Il cast che mette insieme per la prima volta attori di provenienza diversa, ma tutti romani non solo in termini anagrafici, li fa cimentare con la bella lingua popolare romana (e non romanesca, per carità!) reinventata da Clementi, con la capacità, la leggerezza, la profondità che gli ha fatto conquistare in pochi anni palcoscenici e pubblici molto lontani da quelli della capitale, in Italia e all’estero”.

Gianni Clementi – Autore

 
Inizia ad occuparsi di scrittura applicata allo spettacolo solo alla fine degli anni ’80.
Pur preferendo dichiaratamente la Tragedia, firma molte delle commedie teatrali più di successo degli ultimi anni, alcune delle quali ancora oggi in scena nei teatri italiani e stranieri.
E’ stato invitato come relatore, all’Università di Notre Dame (Indiana-USA), nel mese di febbraio 2009, per un convegno internazionale su Darwin, il Teatro e l’immigrazione.
Nella stagione 2012/2013 il Teatro Brancati di Catania produce una versione in lingua siciliana de “Il cappello di carta” ed il Teatro Litta, una versione milanese de “Le belle notti”.
Vari suoi testi sono stati tradotti in spagnolo, valenciano, tedesco, francese, greco, inglese, russo.
Sono in corso di produzione cinematografica le sceneggiature di Ben Hur, Le Belle notti e L’Ebreo.
In qualità di autore ha realizzato i seguenti spettacoli di Commedia Teatrale Italiana Contemporanea.














1 commento:

  1. Paola Anna Maria Sozzani19 aprile 2015 alle ore 10:24

    Buongiorno,
    A fine marzo ho finalmente avuto la possibilità di vedere dal vivo Massimo Dapporto al Teatro San Babila di Milano.
    Ho assistito tre volte alla rappresentazione della pièce che ho apprezzato moltissimo sia per il testo davvero divertente, con molti spunti di riflessione e una scena finale commovente e indimenticabile, interpretata in modo magistrale da Massimo Dapporto, il mio Mito Eterno che seguo con grandissima stima ed affetto da oltre vent’anni! Sicuramente è stata una scelta molto indovinata da parte mia assistere tre volte allo spettacolo, se tornassi indietro non esiterei a ripeterla! È una gioia per gli occhi e per il cuore veder recitare Massimo Dapporto dal vivo sul palcoscenico! Ogni volta supera sé stesso! E’ stato un onore averlo avuto a Milano e spero ritorni prestissimo con altri lavori.
    “Ladro di razza” è stato un lavoro perfetto che mi ha conquistata dai primi dialoghi! I tre attori presenti sul palco, Massimo Dapporto, Blas Roca Rey e Susanna Marcomeni impeccabili nella recitazione e persone bellissime fuori, nel momento in cui ho avuto il piacere di conoscerli: molto disponibili, umili e vicini ai loro fans.

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