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giovedì 1 ottobre 2015

"HAPPY BIRTHDAY, MR. PRESIDENT!"
NORMA JEAN-MARILYN...CORRERE IL RISCHIO DI ESSERE FELICI

Marilyn Monroe si chiamava, in realtà, Norma Jean Baker.
Non conobbe mai il padre e la madre Gladys passò buona parte della sua vita in ospedale psichiatrico. E lì finì i suoi giorni. Proprio come sua madre. Norma Jean crebbe tra un orfanotrofio e l'altro, tra un'adozione e l'altra, in famiglie sempre diverse. Marilyn fu a sua volta ricoverata in un ospedale psichiatrico in quanto ritenuta psicologicamente instabile, irrimediabilmente compromessa.
Cosa succede nella mente di una ragazza che ha capito di essere nata con qualche chance in meno rispetto agli altri e che programma la sua vita in modo tale da poter risalire la china in tutti i modi possibili per potersi ritenere adeguata al mondo?
Succede che quella ragazza si costruisce addosso il personaggio di una donna appariscente, scintillante, vincente. Che quella ragazza fa di sé stessa il più grande sex symbol di tutti i tempi. Che diventa quello che tutti vorrebbero che fosse.
Succede che quella ragazza si dimentica di sé.
Che uccide la sua anima mentre vorrebbe solo trovare il modo di salvarla.
Serena Nardi

È la mattina del 29 maggio 1962. Mancano poche ore alla sontuosa festa organizzata al Madison Square Garden di New York per il compleanno dell’uomo più potente d’America, John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati Uniti. Per lui gli organizzatori hanno in serbo una sorpresa: ad augurargli buon compleanno cantando “Happy Birthday” sarà la star più acclamata del momento, la divina Marilyn Monroe.
Un elicottero è pronto al decollo per far sì che l’ospite giunga in tempo alla festa.
Un’ora è sufficiente a ripercorrere un’intera esistenza, fatta di delusioni, di sfide, di conquiste e di fallimenti.
Una vita complessa, come lo è la sua personalità: icona di femminilità e personaggio di successo di fronte al pubblico, donna fragile e segnata dagli abbandoni e dalle dure prove della vita affrontate sin dall’infanzia nel suo privato.
L’intento dello spettacolo è esplicitare questa dualità attraverso un confronto immaginario ma reale e serrato sulla scena fra Marilyn Monroe, la diva più desiderata di Hollywood, e Norma Jean Baker, cresciuta senza conoscere mai il padre con l’infanzia trascorsa in orfanotrofio e in adozione a diverse famiglie dopo il ricovero della madre Gladys in ospedale psichiatrico.
Capelli castani lunghi e aspetto da ragazza di provincia, Norma Jean crede convintamente che il suo riscatto passi attraverso il successo a tutti i costi, mentre la bionda Marilyn, eterea e fragile, si è resa conto di come l’esteriorità e il successo non possano colmare il vuoto di affetti nascosto sotto il trucco impeccabile, e anzi contribuiscano ad acuirlo.
Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo trentacinque anni con i capelli tinti trentacinque anni con un fantoccio. Ma io non sono Marylin io sono Norma Jean Baker perché la mia anima vi fa orrore come gli occhi delle rane sull'orlo dei fossi?”, scriveva Marilyn/Norma Jean.
Nella camera da letto di Marilyn si consuma il conflitto tra le sue due anime, incarnate dalle due attrici in scena, impegnate a rimbalzarsi l’un l’altra errori, difetti, sconfitte, speranze, debolezze e rimpianti di una vita intera, divisa a metà.
Al centro un grande letto bianco che sembra una culla, una zattera ma che in realtà è un’isola che ha tanto l’aspetto di una gabbia. E che si trasforma in un ring, in uno specchio attraverso il quale le due anime si guardano e si combattono, e , infine, diventa una bara.
Disseminati tutti intorno, a rendere disordinata la scena, molti oggetti, anch’essi bianchi e due postazioni ai poli opposti, nere e lapidarie, un inginocchiatoio e un tavolo da trucco.
Una donna, due anime, due colori estremi, opposti: il nero rappresenta la concentrazione di tutti i colori, il bianco è l’assenza assoluta di colore.
Queste due dimensioni convivono e configgono dentro di lei e si espandono nello spazio scenico e tra il pubblico.
Le poesie autografe di Marilyn Monroe (e di Norma Jean) si integrano alla scrittura scenica di Serena Nardi, in un dialogo che si articola dall’inizio alla fine della rappresentazione.


SERENA NARDI E SARAH COLLU


Sono nate a Varese e ci vivono da sempre. Si sono diplomate entrambe, anche se in anni diversi, all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Partendo da questa formazione comune hanno avuto, nel tempo, esperienze diverse, studiando e lavorando con attori e registi di importanza nazionale e internazionale.
Nel 2014 hanno pensato di unire la loro professionalità dando vita alla Stagione teatrale Red Carpet Teatro che si svolge tra il Teatro Santuccio di Varese e l'Accademia Europea Villa Bossi di Bodio Lomnago (VA) e che in due anni ha prodotto 12 nuovi spettacoli ottenendo un ottimo riscontro di pubblico e stampa. In particolare, nello spettacolo
MEN - A volte si muore
Sarah e Serena hanno interpretato quattro monologhi maschili sulla violenza subita dagli uomini.
Dirigono e gestiscono insieme la Scuola del Teatro Nuovo di Varese, una importante realtà formativa della città e della provincia nata nel 2006 e, a ottobre 2015, inaugureranno l' Accademia Red Carpet, un percorso di alto di perfezionamento teatrale e cinematografico alla quale stanno aderendo, in qualità di docenti, alcuni fra i professionisti più rappresentativi del teatro e del cinema.

Teatro Libero
Via Savona, 10 - Milano

BIGLIETTERIA
PREZZI BIGLIETTI
Intero € 21,00
Ridotto under26 e over60 € 15,00
Allievi Teatri Possibili con TPCard € 10,00
(prime rappresentazioni € 3,00)
Prevendita € 1,50

ORARIO SPETTACOLI
Da lunedì a sabato ore 21.00

Domenica ore 16.00

ORARI BIGLIETTERIADa lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Nei giorni di spettacolo:Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30

Domenica dalle 14.00 alle 16.30

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