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mercoledì 7 febbraio 2018

TEATRO I DI MILANO
GIUSEPPE VERDI A NAPOLI
DI ANTONIO TARANTINO

Dal 7 al 12 febbraio sarà in scena a Teatro i Giuseppe Verdi a Napoli ultimo testo di Antonio Tarantino, fresco vincitore del premio Ubu alla carriera.
Lo spettacolo, regia di Sandra De Falco con Carlo di Maio, Paolo Giovannucci, Sebastiano Tringali e Giulia Valenti, immagina un dialogo tra Giuseppe Verdi e il suo librettista Salvatore Cammarano.

Qui si incontrano, almeno nell’ipotesi dello scrittore, nel mezzo di un lungo carteggio realmente occorso, iniziato nel 1843 e che continuerà fino al 1852, il compositore Giuseppe Verdi, la cui fama ormai valicava le Alpi, e uno dei suoi librettisti, il napoletano Salvatore Cammarano, immaginato invece nel suo periodo di maggior fame, intesa come bisogno materiale.
(Renzo Francabandera, dall’introduzione al testo, pubblicato da Cue Press)


Giuseppe Verdi è certamente stato in più occasioni a Napoli. Ed è altrettanto certo che abbia fatto visita al suo librettista Salvatore Cammarano. Esiste un carteggio tra i due, tuttavia noi per scrivere questa commedia abbiamo dovuto immaginare un dialogo tra un musicista ricco e famoso e un poeta povero. Da una parte vi è convenienza reciproca e dall'altra c'è la gerarchia. A mediare tra i due personaggi c'è Caterina: donna del popolo priva di timori reverenziali e dai modi spicci, essa riesce a conciliare amicizia convenienza rispetto e gerarchia in un crescendo di parole che esprimono un'umanità che sempre dovrebbe governare le nostre intenzioni. Antonio Tarantino

“Vediamo di capirci.”
Che in fondo non è difficile.
Basta avere la stessa idea,
perseguirla fino a raggiungere
“ciò che si era divisato di fare”.
La rivoluzione
Sandra De Falco

L’espediente cui l’autore fa ricorso è duplice. Da un lato è la modulazione linguistica del personaggio Verdi che dal parlare illustre cala fino al punto di accogliere, con più o meno consapevolezza, elementi del parlato popolare partenopeo, dall’altro è l’inserimento di una figura estranea al carteggio ma perfettamente inserita nel contesto, la serva Caterina, popolana e passionale, primo motore di tale mutazione. Opportuna è quindi la scelta di Sandra De Falco di ideare una regia che non contrasti o cerchi di sovvertire tale scelta già molto netta, soltanto valorizzando il testo di intarsi musicali e coreografici che ne accentuino i passaggi; la regista compone infatti una scena priva di oggetti e solo arricchita da una quinta di profondità, ideale per gli interventi della domestica nell’evoluzione dialogica (l’energica e vitale Giulia Valenti, capace di abitare la farsa così come alcuni segni costituenti del tragico, soprattutto nel doloroso canto finale) e per l’ingresso del personaggio che rappresenta la chiave di volta, l’impresario Flaùto del San Carlo di Napoli (dal volto dorato il sibillino Carlo Di Maio) che porterà il denaro affinché tutti i problemi “creativi” siano risolti.
Simone Nebbia – Teatro e Critica

ANTONIO TARANTINO nasce a Bolzano nel 1938 e vive a Torino. Fino agli anni Novanta lavora come artista figurativo e approda nel mondo teatrale solo all’età di cinquantacinque anni, quando nel 1993 vince il premio Riccione per il Teatro con Stabat mater e La passione secondo Giovanni. Segue in quello stesso anno Il vespro della Beata Vergine che, assieme a Lustrini, compone con le prime pièce d’esordio le Quattro opere profane – “tetralogia della cura” d’ispirazione classico-religiosa – tutte messe in scena dal regista franco-tunisino Chérif nel corso degli anni Novanta. Il Premio di Produzione per la vittoria del 44° Premio Riccione nel 1997 consente la realizzazione scenica di Materiali per una tragedia tedesca, affresco sarcastico ed efferato sulla Germania degli anni di piombo, presentato in prima assoluta nel 2000 al Piccolo Teatro di Milano e vincitore del Premio Ubu nello stesso anno. Guardano al terrorismo e al conflitto arabo-israeliano le pièce La pace e La casa di Ramallah (entrambe del 2002) che, insieme a Stranieri (2009), evidenziano la stretta correlazione tra sfera privata e Storia condivisa. Dedicate alla figura di Antonio Gramsci sono invece Nel mondo grande e terribile (2008) e Gramsci a Turi (2009), cui seguono la rivisitazione di Medea (2011) e i monologhi Cara Medea e Piccola Antigone (2012).

Lo spettacolo è in tournée: sarà in scena presso il Teatro Kismet di Bari il 6 aprile 2018

Drammaturgia musicale Azio Corghi
con Carlo di Maio, Paolo Giovannucci, Sebastiano Tringali, Giulia Valenti
coreografie Valentina Carpitella
scene e costumi Roberto Crea
direzione musicale Enrico Arias
sarto Marco Gioacchini PER H2OPERA
regia Sandra De Falco
produzione Ass. Altre Conversazioni / Compagnia Mauri Sturno srl

PER INFO E BIGLIETTERIA
TEATRO i
via Gaudenzio Ferrari 11, Milano
biglietti - intero: 18 euro / convenzionati: 12 euro / under 26: 11,50 euro / over 60: 9 euro
giovedì vieni a teatro in bicicletta: 7 euro
dal 24 al 29 gennaio: mer/sab h.19.30 gio/ven/lun h.21 dom h.17
info e prenotazioni: tel. 02/8323156 – 366/3700770 –biglietteria@teatroi.org – www.teatroi.org
biglietti disponibili su www.vivaticket.it

Domenica 11 febbraio, dopo la recita pomeridiana, alle ore 18, è previsto  

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