L'ORCHESTRA SINFONICA
DEL "CANTELLI" DI NOVARA
NICOLA PASZKOWSKI E ERICA PICCOTTI
TEATRO COCCIA DI NOVARA
Prosegue il
consolidato rapporto di collaborazione tra il Conservatorio “Guido Cantelli” e
il Teatro Coccia. E allora, come d’abitudine, ecco che l’Orchestra del
“Cantelli”, torna sul palco del Teatro cittadino - fascinosa cornice e, con il
Conservatorio stesso, vero cuore pulsante della vita musicale novarese - per il
primo concerto del 2019 cui seguirà poi, a fine maggio, l’ulteriore
tradizionale appuntamento chiudere l’anno accademico e propiziare
l’estate.
È per mercoledì 30 gennaio 2019, alle
21 e si tratterà di una serata di notevole appeal: per la bellezza del
programma confezionato ad hoc, sì da porre in luce al meglio le vaste
potenzialità della giovane orchestra e delle sue già esperte prime parti, come
pure per la presenza di una giovanissima interprete in veste di solista, la
violoncellista Erica Piccotti, dal già ricco palmarès nonostante la verde età.
Interpreterà il Concerto in do maggiore di Haydn dalle effusive atmosfere e
dalla briosa scioltezza.
Fondamentale l’apporto in tal senso dei
singoli docenti grazie ai quali gli allievi giungono in orchestra con le basi
tecniche per poter affinare affiatamento e interpretazione. Non solo: se per molti giovani suonare ‘in
orchestra’ è un traguardo di spicco, nonché il naturale sbocco,
auspicabilmente, di decenni di studio, suonare ‘con un’orchestra’ in veste di
solista costituisce un sogno che talora si avvera, grazie al talento,
all’impegno costante e ad una ferrea disciplina.
Il
programma impaginato dal maestro Paszkowski è di sicura presa sul pubblico e
non mancherà di affascinare sia i neofiti, sia gli audiofili e gli
appassionati. Eccolo in dettaglio (e relative note di sala):
Wolfgang Amadeus Mozart da Idomeneo re di Creta K 366
(1756-1791) Ouverture
Franz Joseph Haydn Concerto in do maggiore n. 1 per violoncello
(1732-1809) e orchestra Hob
VIIb:1
Moderato Adagio Allegro
molto
Ludwig van Beethoven Le
creature di Prometeo op. 43
(1770-1827) Adagio
-Allegro molto con brio
Franz Liszt Les Préludes
(1811-1886) Andante
maestoso - Allegro ma non troppo - Allegro tempestuoso
- Allegretto pastorale - Allegro marziale
animato
- Andante maestoso
Scritta per il Teatro
di corte di Monaco, dove andò in scena nel gennaio del 1781, l’opera seria
Idomeneo - di impianto metastasiano, ma con elementi desunti dalla
tragédie-lyrique e vistose ascendenze gluckiane - è un vero e proprio
capolavoro: frutto già oltremodo maturo di un Mozart appena venticinquenne che
la compose dunque pochi mesi prima del definitivo trasferimento a Vienna. Di
partitura quanto mai ricca si tratta, dal cospicuo concorso orchestrale,
costellata di mille preziosità, con pagine di grande bellezza, sia solistiche,
sia corali. Il mare, poi, e il suo respiro vi rivestono un ruolo simbolico di
grande rilievo. Quanto alla superba e imponente Ouverture dall’esordio icastico
e altisonante, scritta nella luminosa tonalità di re maggiore e coniata in
forma-sonata, è pagina scintillante, davvero irresistibile: esemplare saggio di
sinfonismo, non immemore della lezione appresa dagli esperti Cameristi della
cosiddetta Scuola di Mannheim, imbevuta di trascinante verve ritmica e pur non
priva di tratti melodici e qualche occasionale trasalimento. Se Sinfonia e Quartetto sono tra i generi più
‘frequentati’ da Haydn, egli si accostò peraltro a ben più numerosi ambiti:
dall’opera all’oratorio, dalla musica sacra a quella da camera. Quanto ai
Concerti, ne scrisse almeno una trentina (per violino, violoncello, strumenti
da tasto, corno, tromba, flauto, per il curioso baryton - prediletto dal
mecenate Nicolaus Esterházy presso il quale prestò servizio come Kapellmeister
- e perfino per l’inusuale lira organizzata).
Opera pregevole che gli studiosi ascrivono al periodo 1761-65, il
Concerto in do maggiore per violoncello, a lungo obliato, fu ‘riscoperto’ nel
1961 da Oldrich Pulkert, all’atto del ritrovamento nel Museo Nazionale di Praga
di un fondo di manoscritti provenienti dal castello di Radenín.
Pubblicato nel
1963, è oggi tra i più eseguiti, insieme a quello per tromba. Lo scarno
organico consente di porre in risalto al meglio il solista dalla duplice
vocazione al virtuosismo e alla cantabilità: quasi certamente Haydn intese
valorizzare le doti di uno dei valenti membri dell’orchestra di corte presso la
quale prestava servizio, forse l’ottimo Joseph Weigl. Se lo scorrevole
movimento d’esordio s’impone per l’ingegnosa struttura, la qualità dei temi e
il vigoroso rigoglio della parte solistica, l’Adagio, dai soavi profili, tutto
amabili conversari, è una dolce oasi lirica cui si contrappone l’esuberante
slancio del finale. Appena un poco meno
nota ed eseguita delle ouvertures Leonora, Coriolan, Egmont e Ruine d’Atene,
destinate ad introdurre le musiche di scena relative alle omonime tragedie, la
pagina beethoveniana questa sera in programma - Le creature di Prometeo op. 43
- risale al 1801 ed è pertanto antecedente ai lavori testé citati. Si tratta
del brano introduttivo al balletto su coreografie dell’italiano Salvatore
Viganò articolato in ben sedici ‘numeri’. Incuneandosi tra Prima e Seconda
Sinfonia, il Prometeo prende le mosse con gran pompa da una solenne introduzione
lenta immersa in un clima da «festa teatrale», per poi fiondarsi in un Allegro
«alacre e scattante», fitto di ‘sorprese’ armoniche, garbate atmosfere e
zampillanti idee: tiene incatenato l’ascoltatore, senza dargli tregua un solo
istante, con il suo incedere sfavillante, quasi corsa a briglie sciolte, nel
segno di un esuberante ed euforico vitalismo.
Da ultimo il romantico Liszt, il virtuoso dalle dita d’acciaio e dalla
tecnica inarrivabile, il Paganini della tastiera, al pari del genovese,
dominatore di platee. Ma anche l’infaticabile sperimentatore e l’inventore di
nuove forme. È il caso del poema sinfonico (ne scrisse dodici), fondato su
presupposti extra-musicali: ora letterari, mitologici, storici, paesaggistici e
quant’altro. Alle Nouvelles méditations poètiques di Lamartine si ispira il
notissimo Les Préludes dalla travagliata gestazione, protrattasi per dieci
anni, a partire dal 1844 e dai palesi assunti filosofici. Pagina turbolenta e
incandescente, s’impone per la bellezza, il pathos, la tensione costante e la
possanza delle immagini, non meno che per l’intensità della Sehnsucht e la
preziosità del cangiantismo armonico. Accanto ad episodi grandiosi e corruschi
non mancano i momenti idilliaci e i ripiegamenti intimisti. Impossibile non
restarne affascinati.
Attilio
Piovano
Erica Piccotti Nata a Roma
(1999), si diploma a soli 14 anni col massimo dei voti, lode e menzione d’onore
al Conservatorio di S. Cecilia sotto la guida di Francesco Storino. Prosegue
gli studi con Meneses presso l’Hochschule der Kunste di Berna e
l’Accademia Stauffer di Cremona; dal
2017 frequenta la Kronberg Academy con Frans Helmerson. Vincitrice di vari
primi premi in concorsi nazionali e internazionali (Premio Nazionale delle
Arti, Jugend Musiziert di Norimberga, NYIAA Competition, e relativa esibizione
presso la Carnegie Hall, International Cello Competition A. Janigro e, di
recente, 2° posto al Johannes Brahms Competition). Tra i riconoscimenti si
ricordano i premi Adriana Giannuzzi (migliore violoncellista del Conservatorio
di S. Cecilia), Rotary Club di Roma e Cremona, Banca Monte dei Paschi, Inner
Wheel. Suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1692) gentilmente
concesso dalla Fondazione Micheli.
Nicola Paszkowski Diplomatosi in direzione d’orchestra col massimo dei
voti al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, si perfeziona con Leitner,
Giulini e Tchakarov. Collabora con numerose orchestre e istituzioni: Orchestra
della Toscana, Teatro Verdi di Pisa, Pomeriggi Musicali di Milano, Regionale
del Lazio, OFT, Sinfonica Siciliana, Haydn di Bolzano, Lirico di Cagliari,
Massimo di Palermo, Filarmoniche di Montecarlo e Cracovia. Dal 2000 al 2012 è
preparatore dell’Orchestra Giovanile Italiana. Nel 2009 dirige al Ravenna
Festival su invito di Muti. Ha diretto, tra le altre, la trilogia “popolare” di
Verdi (Ravenna Festival, XXIII edizione), Nabucco (al Mariinskij di S.
Pietroburgo), Macbeth, Otello e Falstaff (anche al Savonlinna Opera Festival
2016), Il barbiere e Bohème (2015 e nel 2017 a S. Pietroburgo). Inaugura nel 2015 la
stagione estiva dell’Opera di Firenze col Maggio Musicale e dirige il concerto
per il 30° della Royal Oman Symphony Orchestra. Nel 2016 dirige La vedova
allegra e Turandot al Lirico di Sofia e un concerto sinfonico con l’Orchestra
del Petruzzelli di Bari. Fa parte della commissione esaminatrice di “Italian
Opera Academy” di Muti.
Info (biglietti ecc.) Conservatorio “Guido Cantelli”
www.consno.it 0321/31252 (referente segreteria Tiziana Ravetti)
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